27/04/12

Sciopero all'Indesit di Albacina: Basta delocalizzazioni!

Testo del volantino distribuito dal PCL in occasione dello sciopero all'indesit di Albacina
Sono recenti le affermazioni del presidente della regione Marche Spacca che invoca come soluzione alla crisi l’internazionalizzazione delle aziende.
Basta ad essere considerati idioti: destra e sinistra candidano sempre i soliti politici di professione, gli stessi che, in combutta con Merloni  hanno votato il finanziamento alla delocalizzazione delle aziende marchigiane spacciandola per “internazionalizzazione industriale”. Sono anni che i lavoratori italiani ed i loro sindacati restano a guardare in disparte come i grandi imprenditori italiani si spartiscono i soldi dei finanziamenti pubblici, degli incentivi alla rottamazione, degli sgravi fiscali e li portano all’estero con le delocalizzazioni o in qualche paradiso fiscale. Basta firmare assegni in bianco senza nessuna garanzia neppure sul mantenimento dei livelli occupazionali!
I licenziamenti e le delocalizzazioni all’estero sono rapine legalizzate ai danni dei lavoratori e delle loro famiglie, che fino ad oggi hanno prodotto e producono ricchezza in questo territorio, ma che, alla prima occasione, vengono scaricati per inseguire nuove speculazioni nei paesi meno sviluppati.
● Che le aziende che dichiarano fallimento o fuggono all’estero passino immediatamente nelle mani dello Stato, gratuitamente e sotto controllo operaio. Come, tra l’altro, previsto anche dalla Costituzione.
Come PCL ci appelliamo a tutti i cittadini, le forze sindacali e quelle politiche perchè si dichiarino apertamente a favore dei lavoratori, delineando una linea di confine:
o si stà con il lavoro o contro di esso, o si stà con gli operai o con i capitalisti, o con la povera gente o con i banchieri.
Schieriamoci contro le scelte conservatrici e monosettoriali del nostro territorio, contro le delocalizzazioni e contro le “svendite” di tutto ciò che di utile ancora rimane. Sosteniamo le mobilitazioni, anche radicali, e le occupazioni ad oltranza delle fabbriche da parte degli operai, fino all’ottenimento di garanzie concrete sul futuro dei posti di lavoro. Serve una Sinistra che rompa gli schemi e si ponga come reale alternativa al Centro Destra, al Centro Sinistra, per opporsi efficacemente alle misure di lacrime e sangue richieste dalla BCE.

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