30/06/09

Sciopero generale del Pubblico Impiego contro il Decreto Brunetta - Venerdì 3 luglio 2009

COMUNICATO STAMPA RDB-SDL-COBAS

CONTRO IL SACCHEGGIO DELLA PUBBLICA AMINISTRAZIONE PRESIDIO AD ANCONA SOTTO LA SEDE RAI DI PIAZZA DELLA REPUBBLICA

Contro questo decreto le categorie pubbliche del Patto di Base - RdB/CUB P.I., Cobas P.I. e SDL Intercategoriale hanno proclamato per venerdì 3 luglio lo sciopero generale del settore proclamato per le ultime tre ore di ogni turno, che sarà accompagnato da iniziative a Roma, Milano e nelle maggiori città italiane. Il decreto legislativo previsto dalla legge delega 15 del 2008 realizza il decantato piano industriale della pubblica amministrazione e costruisce un apparato pubblico totalmente subordinato al controllo del governo e gestito con autoritarismo muscolare indirizzato a una privatizzazione della Pubblica Amministrazione con il tentativo di azzerare anche nel Pubblico Impiego i diritti già cancellati nel lavoro privato.
Da respingere è l’intero impianto. Infatti, dietro il miraggio dell’efficienza e della trasparenza della Pubblica Amministrazione, si nasconde il vero scopo di tutta questa operazione: dimostrare che i lavoratori pubblici sono improduttivi e quindi licenziabili, che ci sono strutture pubbliche inefficienti e quindi da sopprimere per arrivare ad una pubblica amministrazione, non snella, ma ridotta all’osso, al servizio esclusivo delle imprese, che fornirà servizi sociali di sussistenza ai cittadini e regalerà al privato la gestione, dietro pagamento, di tutto il resto.
Nelle Marche si svolgerà ad Ancona l’iniziativa promossa dalle tre organizzazioni sindacali.
L’appuntamento è per le ore 12,00, quando insieme ai lavoratori che aderiranno alla manifestazione terranno un presidio sotto la sede RAI in piazza della Repubblica.

“Vogliamo rivendicare il nostro orgoglio e il senso di appartenenza ad una Pubblica Amministrazione che deve erogare servizi ai cittadini e svolgere quella funzione sociale che gli spetta, ossia una P.A. efficiente come elemento di garanzia dello stato sociale, dei diritti universali e collettivi, delle funzioni sociali dello Stato” dichiarano Francesco Graziosi e Crescenzo Papale della Federazione RdB/CUB Marche.
Le categorie pubbliche del Patto di Base ritengono che la battaglia per il potenziamento e miglioramento della P.A. e dei servizi pubblici da questa erogati riguardi tutta la società, e che investire in questo settore sia un passo fondamentale per progettare la ripresa economica del paese.
“Pertanto rivolgiamo un appello a tutti i lavoratori pubblici e ai cittadini: ribelliamoci a questo futuro prima che diventi presente, scioperiamo compatti il 3 luglio e partecipiamo a tutte le iniziative messe in atto per contrastare il decreto prima che sia troppo tardi” concludono i dirigenti RdB/CUB.

Ancona – lunedì, 29 giugno 2009

Francesco Graziosi – cell. 347- 6614594
Crescenzo Papale - cell. 333 - 3504719
RdB/CUB Marche - tel. 071 - 2072091 - fax 071 - 2082477 Web: http://marche.rdbcub.it
e-mail: info@ancona.rdbcub.it

28/06/09

Sciopero Generale del 3/7/09




La scelta comunista dei lavoratori

Fabriano 28/06/09
Vogliamo, con quest’articolo, ricordare a tutti i lavoratori d’Italia che nessuno, se non loro stessi, potranno cambiare le cose a loro vantaggio partendo dal lavoro, dal salario, quindi dai diritti, dai doveri e dalla dignità che sempre più vengono negati nelle fasce deboli della società.
Sono decenni che si parla di promesse, di buona politica, di giustizia, di pazienza, ma soprattutto di “sacrifici” che abbiamo già fatto (e che stiamo facendo) pagando l’ennesima crisi non voluta da noi, e che ci verranno ancora imposti nel prossimo futuro a scadenze sempre più ravvicinate.
Per decenni, “ banchieri”, “ capitalisti” e “ borghesia tutta”, si sono dati e si danno da fare tutt’ora per cercare, anche in tempo di crisi, di non intaccare minimamente il loro portafogli. Si preleva sempre dai poveri che di soldi ne ha pochi, ma sono tanti.
In questi ultimi due decenni, i lavoratori hanno perso in busta paga la bellezza di 7000€ l’anno che si sono visti spostare nelle caste più alte in rendite e profitti. Non certamente messi da parte per i nostri figli, e neanche in altri servizi che possano riguardarci da vicino nel concreto della vita materiale.
Perché in ogni “finanziaria” (si vedano questi ultimi quindici anni) ci sono tagli su tagli a partire dal sociale, fino alla ricerca. Si taglia sull’indispensabile, mentre si foraggia tutto ciò che rappresenta la bella classe dirigente Italiana, a cominciare dalle scuole private, dagli ospedali e dalle strutture analoghe sotto custodia del Vaticano. Si dispensano i denari dei lavoratori ormai a quasi ogni sorta di speculazione e privatizzazione, riuscendo a privatizzare perfino un bene comune come “l’acqua” e sotto il totale silenzio-assenso di tutti, a cominciare dai “media” ormai sotto il totale controllo della “ borghesia di stato”. Un bel golpe tirato su dai “piduisti”, da Cefis a Licio Gelli a Berlusconi ( quest’ultimo poi prosciolto nel 1990 dall’aver giurato il falso a proposito della sua affiliazione alla loggia massonica P2, perché tale reato era stato estinto da un’amnistia del 1989). Si teorizzava un golpe senza l’uso dei militari, ma attraverso il controllo dei mezzi d’informazione, con il cosiddetto “piano di rinascita democratica”, parte essenziale del programma piduista. Programma che prevedeva: assorbimento degli apparati democratici della società italiana dentro le spire di un autoritarismo legale che avrebbe avuto al suo centro l’informazione, azioni di governo, comportamento politico ed economico, nonché legislativo, riforme e modifiche costituzionali.
Questo è il terreno battuto che ci ritroviamo oggi nel 2009, con la crisi più grave degli ultimi 80 anni, con un ottimismo che rasenta la peggiore ipocrisia, con i comunisti puzzolenti ed ignoranti e con i tessitori delle caste che prendono sempre più voti da coloro che invece dovrebbero combatterli.
Vogliamo chiedere a questi signori: quel capitalismo immaginario di cui si è tanto parlato in questi anni, quel capitalismo in grado di superare la tendenza strutturale verso crisi periodiche, il fantastico ideale come ultimo orizzonte dell’umanità, dov’è?
Volete che vi sacrifichiamo ancora un’altra generazione?
La vostra parte è finita, siete delle misere figure, tornate tra la spazzatura della storia!
Chiediamo a tutti i lavoratori d’Italia di unirsi in un grande partito formato da lavoratori, studenti e gente che sa cosa voglia dire “lavoro”, “rispetto”, "onestà", “comunismo”, “indipendenza di classe dalla borghesia e dai suoi governi”.
“Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nei carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, perché lì è nata la nostra costituzione”.
I partigiani oggi siamo noi, e se i nostri governi non sanno come affrontare la crisi attuale senza far pagare i costi ai lavoratori. Se non sanno mettere paletti ma sanno fare gli esami dell’urina in fabbrica, se evitano di rivendicare “l’esproprio delle banche private e la statalizzazione del sistema creditizio”. Se loro non si tolgono un centesimo. Se lasciano senza una lira i precari, i disoccupati e tutte le altre forme di contratti ignobili…ma anzi, chiedono loro soldi indietro della “ busta Pesante” del 1997, dopo dodici anni in piena crisi mondiale. Se chiedono la parità pensionabile della donna, ma la donna in Italia non ha ancora pressoché nessun diritto, ecc,ecc…allora!
Allora: “ lavoratori di tutto il mondo, unitevi!“
Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano.
“Nessuno è colpevole di essere nato schiavo. Ma lo schiavo al quale non solo sono estranee le aspirazioni alla libertà, ma che giustifica e dipinge a colori rosei la sua Schiavitù, un tale schiavo è un lacchè e un bruto che desta un senso legittimo di sdegno, di disgusto e ripugnanza” . ( Lenin).
Uniamoci per lavorare insieme in ogni luogo di lavoro e in ogni sindacato, alla massima unità della lotta e alla massima radicalità dell’azione.
Il P.C.L è l’unico partito ad aver fatto sempre opposizione sia ai governi di centrodestra che di centrosinistra. Il P.C.L e l’unico partito fermamente schierato con gli operai, i dipendenti, i piccoli artigiani, i salariati tutti, siamo noi!
Soltanto noi possiamo portare avanti un programma che riguardi il lavoro, perché è il nostro punto di forza e di partenza per rivendicazioni che possano far recuperare il terreno perso e aboliscano il modo di produzione capitalistico che è mirato solamente allo sfruttamento dell’essere umano.
Si nazionalizzino le banche e le aziende in crisi. Senza alcun indennizzo per i grandi azionisti che si sono già finanziati con decenni di rapine, e lo si faccia per porle sotto il controllo dei lavoratori. Ci sarebbe un risparmio immenso di danaro pubblico, oggi destinato a banchieri e capitalisti.
Se c’è la crisi e c’è poco lavoro, quel lavoro va ripartito fra tutti, in modo che nessuno ne sia privato: la riduzione progressiva dell’orario, a parità di paga.
Se non ci riprendiamo un po’ di orgoglio, e non lo facciamo noi stessi uscendo dall’ "indifferenza”, avremo la grande possibilità di andare sempre più a ritroso innescando un vortice buio al quale sarà sempre più difficile uscirne per la contentezza della “ borghesia di stato”.
Essere comunista vuol dire osare, pensare, volere e avere il coraggio delle proprie convinzioni.
Abbiamo tutto da perdere se ci fermiamo, ma davanti a noi c’è un mondo intero da conquistare.
Questo è il compito dei compiti per ogni militante comunista.
Il popolo unito non sarà mai sconfitto!

Youri Venturelli
(Partito Comunista Lavoratori)

22/06/09

Post-terremoto, Cialente nomina Tancredi: una porcata bipatisan!


Se ne vadano tutti, siano i comitati democraticamente eletti dai cittadini a gestire la fase della ricostruzione!


Pubblichiamo di seguito un comunicato stampa dei compagni aquilani del Partito Comunista dei Lavoratori sugli sciacallaggi che il governo e l'opposizione cominciano ad ordire a danno della ricostruzione nelle zone terremotate.


Certo che per chi si era fatto delle illusioni sul ruolo e la funzione di contrappeso politico del sindaco dell'Aquila Massimo Cialente del PD e della sua collega Stefania Pezzopane sempre del PD, la nomina di Pierluigi Tancredi a delegato comunale per la ricostruzione del centro storico, è una mazzata mica da ridere.
Pierluigi Tancredi, di professione ragioniere (specifichiamo il titolo per evitare che qualcuno pensi che sia stato nominato un tecnico) è una nomina che ha dell'incredibile non solo per il carattere bipartisan ma perchè, per un ruolo tanto delicato è stato nominato un pluri-inquisito per fatti specifici. Infatti il Tancredi, nel 2008, è finito sotto inchiesta da parte della corte dei conti e nello stesso anno è stato rinviato a giudizio dalla procura dell'Aquila, per falso ideologico e frode nelle pubbliche forniture. Tutto chiaro? In pratica, hanno affidato le pecore al lupo. Il problema vero però, è che in questa storia non c'è in realtà nulla di strano. Il governo, vuole un uomo del comune dell'Aquila di sua “fiducia” per gestire quel poco che ha delegato al territorio (ricordiamo che il grosso della ricostruzione lo gestisce in proprio il governo), Cialente in nome della tutela dei suoi interessi glielo concede e chi ci rimette, sono gli aquilani.
Lo abbiamo già denunciato in occasione del voto sul decreto per i fondi destinati alla ricostruzione e lo ribadiamo con più forza oggi: il futuro delle zone colpite dal terremoto è assolutamente a rischio. I fondi sono insufficienti, i progetti presentati non corrispondono alle aspettative della popolazione e alle promesse fatte dal premier; il tempo passa e nulla di concreto si vede.
La popolazione che vive una situazione disperata nelle tendopoli e negli hotel della costa ( da quali per altri cominciano ad essere allontanati ), deve reagire e prendere in mano il proprio destino. Per avere una ricostruzione al 100%, un salario vero per i lavoratori rimasti disoccupati a causa del terremoto e una vera prospettiva di rinascita, è necessario lottare. La manifestazione dei giorni scorsi a Roma deve essere il punto di partenza e il G8, la prossima tappa E' necessario eleggere comitati popolari che controllino ogni passaggio nella fase della ricostruzione. Non si può delegare più nulla a un sistema politico che come si è visto è incapace di fornire garanzie. Su questa strada, il Partito Comunista dei Lavoratori in Abruzzo sarà incondizionatamente dalla parte delle popolazioni terremotate.


Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento Regionale Abruzzo

Contro la teocrazia iraniana. A fianco del movimento di massa con un programma anticlericale, antimperialista e socialista




20 Giugno 2009

La conclusione dello scrutinio elettorale alle elezioni presidenziali iraniane ha dato avvio ad una grande mobilitazione di piazza, contro i risultati annunciati da un regime religioso, sorto dalla rivoluzione iraniana del ’79, e che ormai da 29 anni ha preso il controllo dell’Iran.


Grandi manifestazioni hanno percorso le strade di Teheran e, da quanto si riesce a capire, delle principali città iraniane: donne, giovani, studenti e intellettuali, ed ampi settori popolari urbani, accomunati prevalentemente da domande democratiche e antiregime. Si tratta della più grande rivolta di massa sviluppatasi in Iran dopo la rivoluzione del ’79. La repressione di questo movimento di massa segna la continuità di un regime teocratico, consolidatosi sul sangue di studenti e lavoratori, e sulla persecuzione della sinistra politica e sociale iraniana. Segna la continuità con un regime religioso oscurantista ed oppressivo, nei confronti delle donne e dei giovani, come delle religioni e delle etnie minoritarie in Iran (in primis curdi, azeri e arabi). Segna la continuità della Presidenza Ahmadinejad, che ha attuato una feroce repressione contro il movimento sindacale, licenziando ed incarcerando i lavoratori iraniani che scioperavano chiedendo salari più alti.


Il regime teocratico iraniano è scosso dalla mobilitazione popolare e vede approfondirsi tutte le proprie contraddizioni interne. Peraltro la stessa rivolta ha tratto forza dallo scontro interno al regime: uno scontro che minaccia gli equilibri costituzionali della repubblica e investe l’intero apparato dello Stato. Come comunisti e rivoluzionari, non possiamo essere che a fianco degli studenti, delle donne, dei giovani e dei lavoratori iraniani oggi in piazza, dentro un movimento di massa a carattere progressivo, contro un regime dispotico e sanguinario, e per il suo rovesciamento. Al tempo stesso, nel sostenere pienamente il movimento di massa, la sua estensione e radicalizzazione, ci battiamo per la sua autonomia dalla borghesia liberale e per una sua prospettiva indipendente: indipendente da ogni frazione del clero, della borghesia, dell’imperialismo.


La nostra denuncia dell’attuale direzione politica del movimento è molto netta. Il leader Behind Moussavi è un esponente storico del regime, in prima fila negli anni’80 a condurre la repressione contro la sinistra sociale e politica iraniana. Alle sue spalle emerge sempre più nitida la figura di Hodjatoleslam Hashemi Rafsanjani, che in questi anni è stato uno dei due principali esponenti del regime iraniano e ne è tuttora una delle principali figure religiose ed istituzionali. Questo fronte “riformista”, guidato dalla borghesia urbana e commerciale iraniana ha al centro del proprio programma politico non una reale democratizzazione dell’Iran, ma la fine di una politica economica inflazionistica, la necessità di aprire una politica di bilancio di tagli e sacrifici e la ripresa del commercio internazionale dell’Iran. Non a caso è un fronte che raccoglie ampi settori delle gerarchie religiose conservatrici, compreso una parte degli stessi Pasdaran, preoccupati dalla tenuta del regime per la sua politica economica e per la ricerca di un confronto internazionale con gli Stati Uniti sulla questione nucleare.


La stessa amministrazione Obama è oggi in estremo imbarazzo. Nel momento in cui ha segnato una svolta dalla politica di confronto militare di Bush ed ha momentaneamente fermato la ricerca di un escalation militare israeliana, si ritrova a non poter condurre una trattativa aperta con un regime spaccato ed indebolito. Di più, si trova sotto un attacco interno diretto da parte dei settori neoconservatori statunitensi, che gli chiedono di prendere in mano il cerino e di guidare una “nuova rivoluzione”, falsamente democratica, come a Belgrado, a Kiev od in Georgia (un “onda verde”che richiami e prosegua il lavoro della “rivoluzione arancione” in Ucraina o di quella “delle rose” in Georgia). La fine ingloriosa di queste cosiddette rivoluzioni democratiche è sotto gli occhi di tutti: la scalata al potere di circoli borghesi filoamericani, che hanno attuato repressioni interne anche peggiori delle precedenti (come in Georgia) o lotte intestine all’ultimo sangue, con contorni di corruzione e servizi segreti (Belgrado e Kiev). L’amministrazione statunitense è ancora indecisa, in parte in attesa di vedere se Ahmadinejad è in grado di consolidare la situazione o sarà travolto dagli eventi. Ma di una cosa possiamo esser sicuri: sia che continui una politica di ricerca di un accordo con il regime iraniano, sia che imprima una nuova scelta ed un confronto con un Iran militarmente accerchiato (ad ovest l’Iraq occupato, ad est l’Afghanistan occupato), la scelta sarà dettata unicamente dagli interessi della politica di potenza americana, senza alcun riguardo per i destini della democrazia iraniana e, tantomeno, dei lavoratori e delle masse popolari di quel paese.


Per tutte queste ragioni è decisivo coniugare la piena scelta di campo a sostegno del movimento di massa iraniano con una coerente proposta politica indipendente. Le istanze democratiche della rivolta vanno sviluppate conseguentemente sul loro stesso terreno: immediata riconvocazione delle elezioni! Via la repubblica islamica, via la teocrazia! Assemblea costituente, libera e sovrana, con un suffragio universale dai sedici anni di età!
Questo stesso sviluppo di una battaglia democratica conseguente richiede la rottura con Moussavi e Rafsanjani, con ogni ala della borghesia islamica e liberale, e l’ingresso in campo della classe operaia, a partire dalle sue rivendicazioni sociali. Solo una classe operaia che si ponga alla testa della rivolta democratica può contrastare ogni sua subordinazione alle pressioni dell’imperialismo. Solo un blocco sociale autonomo da Rafsanjani, dalla borghesia degli arricchiti, dall’imperialismo, può incrinare il blocco sociale su cui si regge il regime, sottrargli il consenso dei settori poveri, nelle campagne e nelle città. Solo un blocco sociale di lavoratori, giovani, strati popolari delle città, può rovesciare i rapporti di forza, precipitare la crisi del regime, aprire la via di un’alternativa vera. Solo un governo operaio e popolare in Iran, che rompa con la borghesia e l’imperialismo, può trascinare la realizzazione compiuta delle rivendicazioni democratiche, entro una dinamica di rivoluzione permanente.
Questo programma richiede lo sviluppo di un partito comunista rivoluzionario dell’avanguardia di classe in Iran, che tragga le lezioni del movimento operaio iraniano e delle politiche fallimentari delle sinistre iraniane: dalla subordinazione degli stalinisti a Khomeini nella rivoluzione iraniana del ’79, sino alla subordinazione del riformismo e del centrismo ai fronti popolari con la cosiddetta “borghesia democratica” (“Consiglio della resistenza iraniana”). Il PCL fa appello a tutte le forze della sinistra italiana per un’azione di autonomo sostegno al movimento di massa iraniano contro la repressione teocratica sulla base di un programma e di una proposta coerentemente classista e antimperialista. In aperto contrasto con quelle operazioni politiche dell’imperialismo e del sionismo che lavorano ad assorbire la rivolta iraniana entro il proprio programma di omologazione dell’Iran al controllo occidentale.


Comitato Esecutivo del Partito Comunista dei Lavoratori
Sez. italiana del Coordinamento per la rifondazione della IV Internazionale

19/06/09

Ennesima violenza su una donna


"Abbiamo commesso una sciocchezza". Queste le parole - che fanno rabbrividere- dei due finanzieri, denunciati per violenza sessuale da una prostituta romena. Il fatto sarebbe avvenuto lunedì notte a Milano.

"Siamo in grado di stupirci di fronte alla volgarissima notizia dei finanzieri stupratori in servizio? No! Non ci stupisce.
Non ci meraviglia che chi indossi la divisa e la pistola pensi di poter imporre la sua volontà, non conta se è in una pubblica via di Milano o sui terreni aridi mediorientali. Non ci stupisce che si consideri ancora il corpo delle donne qualcosa di cui decidere da uomini, né se accade sotto un cavalcavia delle tangenziali, nè se accade nelle aule parlamentari prone davanti al Vaticano.
Non ci stupisce che chi viene indicato come il garante della sicurezza (anche di quella delle donne) e viene messo sulle strade, faccia quel che da lui ci si aspetta, che questa è la vera funzione, reprima, spaventi, incuta insicurezza in chi non ha il passaporto giusto. Non ci stupisce infine che le "forze dell'ordine" possano essere ancora a piede libero, malgrado l'ammissione di colpevolezza, malgrado il sicuro riconoscimento. Difenderli è essenziale per chi demanda loro la difesa del proprio ordine, l'ordine del profitto.

Perché questo stupro è esemplare? Perché è la quotidianità di molte donne, la cui vita è merce per il capitale e anche per l'altro sesso. Si svela così rapidamente tutto il contenuto reazionario e ipocrita dell'ideologia della sicurezza.

Sicurezza per tutti gli oppressi di questa società è l'autorganizzazione della difesa da tutti i meccanismi di violenza e repressione, la solidarietà collettiva; solo una ripresa delle lotte potrà farci riguadagnare un po' di terreno."

Diaciamo, inoltre, basta a questo clima mediatico politico - indotto dal governo- di intolleranza nei confronti dei migranti ove i rispingimenti vengono classificati come umanitari e gli stupri come sciocchezze.


Tiziana Mantovani
ed Eugenio Gemmo

Partito Comunista dei Lavoratori
Direzione Nazionale

18/06/09

Disertiamo il referendum!


IL PCL delle Marche rivolge un appello a tutta la popolazione della regione affinché sia respinta la pericolosa minaccia per la democrazia e l’interesse dei lavoratori, rappresentata dal referendum "ammazza elezioni" indetto per il 21 giugno, non andando a votare.

E’ un referendum truffa, che vuole rimpiazzare l’attuale legge “porcata” con una ”porcata” ancor peggiore: ad esempio un solo partito con il 25 % dei voti avrebbe il 55 % del parlamento. Una legge ancora più antidemocratica della “Legge Acerbo” che negli anni ‘20 precedette l’avvento del regime fascista.

Già abbiamo sperimentato, per 15 anni, come l’attuale sistema maggioritario fosse una truffa creata ad hoc per eliminare dal Parlamento le rappresentanze del mondo del lavoro e del progresso sociale, della sinistra: due coalizioni diverse che si sono alternate al governo per realizzare lo stesso programma contro i lavoratori, sotto dettato dei grandi comitati di affari (grandi imprese, banche) privatizzando settori essenziali, attaccando pensioni, precarizzando il lavoro, tagliando i i salari ecc.). Ora, Berlusconi e il PD vorrebbero trasformare queste due coalizioni dei poteri forti in due partiti, per rendere ancora più efficaci ed autoritari contro i lavoratori, lo stesso sistema di governo e le stesse politiche di rapina sotto il suggestivo ed ingannevole appello alla “ governabilità”. Non a caso, pur senza fare troppa campagna a favore del si (anche loro a volte si vergognano!), sostengono opportunisticamente le ragioni del referendum.

Alle masse lavoratrici e popolari non interessa se vi sono “pochi o tanti partiti”: interessa avere finalmente un partito che li difenda contro tutti i propri avversari. Anzi, se v’è qualcosa da abolire perché non si abolisce l’inutile Senato? Perché non si aboliscono i vergognosi privilegi dei parlamentari, ad esempio riducendo il loro compenso a quello di un lavoratore normale!
Perciò, oltre al boicottaggio di questo referendum che darebbe un altro colpo micidiale ai pochi spazi di agibilità democratica rimasti, il PCL propone, a partire da tutte le forze della sinistra politica e sindacale, anche nelle Marche, di rilanciare una grande ed unitaria battaglia democratica per un sistema elettorale integralmente proporzionale: ogni forza politica deve avere una rappresentanza proporzionale ai voti che ottiene.

Ogni elettore deve essere libero di votare per il progetto politico in cui crede e non per forza a favore chi è più forte in quel momento. Ogni minoranza deve avere la possibilità di diventare maggioranza. E’ un principio di democrazia elementare e di uguaglianza tra gli elettori: una testa, un voto. E’ un principio che tutela i diritti di rappresentanza indipendente delle ragioni dei lavoratori.


Partito Comunista dei Lavoratori

Coordinamento Regionale Marche

Un risultato che ci da' energia

Cerreto d'Esi 18/06/09
Di seguito il volantino che sarà distribuito a Cerreto d'Esi (AN) a commento del risultato elettorale (4,5%) ottenuto alle comunali. Per visualizzarlo cliccare sull'immagine.


Busta pesante e file pesantissime!


Fabriano, 17/06/09

Ancora una volta il sistema Italia dimostra tutta la sua debolezza e la sua arroganza.
File di decine di metri davanti agli sportelli dell’Agenzia delle entrate ed alle vari sedi sindacali.
Fin dalle prime ore dell’alba del dopo voto, iniziava a formarsi una fila che con il passare delle ore si quantificava in più di trecento persone che pazientemente buttano via giornate intere di file e disagi per paura di non fare i documenti entro il 16. Tutti pensano che non dovendo farcela entro la data stabilita dovranno restituire la somma per intero. Chi lavora, è costretto a prendersi due giorni di ferie per contribuire alle estenuanti file oppure delegare i “nonni” in pensione per sacrificarli al loro posto nelle estenuanti giornate più calde dell’anno. Benché ci sia stata una proroga flessibile, non si sa ancora a tutt’ora 18 giugno 09 se ci sono sanzioni al 2% per i furbi del quartiere ( a detta dei piccoli borghesi del nuovo millennio) che ben sapendo di avere avuto molto tempo per preparare i documenti per la restituzione, si sono affrettati solo questo ultimi giorni. Bisogna ricordare che il 6 e 7 giugno si sono svolte le elezioni EU e che soltanto dopo è cominciata a trapelare la notizia in modo ossessivo della restituzione della Busta Pesante. Nei giornali si scrive: “ Il governo nazionale tutelerà i cittadini”, “ Il governo si farà in quattro per approntare una proroga e venire incontro alle esigenze dei cittadini”, il consigliere regionale Silvetti del Pdl invita a non esasperare le difficoltà dei cittadini e dimostrerà ancora una volta che il territorio si aiuta con i fatti.
I fatti sono che quando i nostri governi sia di centro destra che di centrosinistra dovrebbero togliersi mille lire dal loro portamonete, diventano come iene fameliche, si rivoltano sempre contro coloro che li hanno votati. Prima li ricoprono di promesse e promesse e ancora promesse di ogni genere, poi li spremono come limoni ogni qualvolta nessun potere forte vuole prendersi le sue responsabilità. Vorrei ricordare a questi signori servi del potere che nel 1997, quando si usufruì di questa busta pesante per il terremoto, il polo industriale fabrianese era produttivo e c’èra lavoro per tutti, mentre ora siamo nella più grave crisi dal tempo della guerra, in piena cassa integrazione per chi ce l’ha, senza lavoro e senza via d’uscita. Invece di abbuonare queste somme e tutelare coloro che perdono il lavoro, con la faccia tosta di chi ti guarda dall’alto in basso; ti richiedono indietro il denaro con la più totale indifferenza. Tutto ciò è dovuto in gran parte al fatto che non esiste più un opposizione in questo paese, cominciando dalle cosiddette sinistre e sindacati tutti, che continuano, pur di non abbandonare il loro “status” concessogli dalle alte “caste” e le poltrone di cui sono tutti molto gelosi e subordinati: affossano ogni valore per cui sono stati eletti, e cioè: continuano a svendere tutti i diritti, i doveri e i valori verso i lavoratori e tutti coloro che pagano le tasse. Scendere in piazza con il loro popolo e incominciare una lotta di massa con coloro che dovrebbero rappresentare. Rispettandoli almeno per quel poco che ci è rimasto in Italia. Questa procedura vergognosa che viene a ripresentarsi dopo 12 anni dal terremoto, nella più totale assenza di tutti, in piena crisi mondiale con una disoccupazione spaventosa con pensioni e salari all’ultimo posto in Europa: il Partito Comunista dei Lavoratori, non può essere che solidale con tutte le persone che hanno dovuto impegnarsi in prima persona senza avere le agevolazioni che sono invece state date in altre province e regioni.
Riconfermando che noi siamo l’economia reale e il costo della crisi lo paghi chi non ha mai pagato!

Youri Venturelli
( Partito Comunista dei Lavoratori)

17/06/09

Iniziativa al Mezza Canaja di Senigallia

Di seguito a locandiona dell'iniziativa del CSOA MezzaCanaja di Senigallia con Giorgio Cremaschi il 18/6/09






16/06/09

Boicottiamo il Referendum truffa!

IL referendum indetto per il 21 giugno è un referendum truffa, contro le ragioni della democrazia e gli interessi dei lavoratori.
Vuole rimpiazzare l’attuale legge “porcata” con una...” porcata” ancora maggiore: che potrebbe dare a un solo partito con il 25 % dei voti il 55 % del parlamento, portando alle estreme conseguenze il sistema elettorale maggioritario in direzione del bipartitismo.
Che il sistema maggioritario fosse una truffa l’abbiamo sperimentato per 15 anni: due coalizioni diverse che si alternano al governo per realizzare lo stesso programma contro i lavoratori, sotto dettato delle grandi imprese e delle banche ( attacco alle pensioni, precarizzazione del lavoro, compressione dei salari...). Ora Berlusconi e PD vorrebbero trasformare le due coalizioni in due partiti, per rendere ancora più efficace, contro i lavoratori, lo stesso sistema di governo e le stesse politiche di rapina. E’ quello che chiamano “ governabilità”.
Occorre fa fallire il referendum non andando a votare o non ritirando la scheda. Occorre rilanciare una grande battaglia democratica per un sistema elettorale integralmente proporzionale: ogni forza politica deve avere una rappresentanza proporzionale ai voti che ottiene. E’ un principio di democrazia elementare e di uguaglianza tra gli elettori . E’ un principio che tutela i diritti di rappresentanza indipendente delle ragioni dei lavoratori. IL problema non è che ”ci sono troppi partiti”, ma che troppi partiti fanno la stessa politica contro i lavoratori. Ai lavoratori non interessa se vi sono “pochi o tanti partiti”: interessa avere finalmente un partito che li difenda contro tutti i propri avversari.
IL Partito Comunista dei Lavoratori è l’unico partito della sinistra italiana che ha rifiutato di accodarsi a logiche maggioritarie ed ai governi confindustriali di centro sinistra, per stare sempre e solo dalla parte dei lavoratori; per battersi per un governo dei lavoartori che metta fine alle politiche di rapina.
Per questo diciamo: BOICOTTIAMO IL REFERENDUM! AFFERMIAMO I PRINCIPI DELLA DEMOCRAZIA! DIFENDIAMO GLI INTERESSI DEI LAVORATORI!

La crisi industriale nel fabrianese ed i falsi comunisti

Dopo le polemiche seguite all'assurda proposta di un autorevole esponente dei Comunisti Italiani di Fabriano, secondo cui i lavoratori dovrebbero finanziare con i propri risparmi le aziende Merloni (vedi link in questa pagina http://marcherosse.blogspot.com/2009/06/ardo-nessuna-alternativa-credibile-per.html), ripubblichiamo un articolo dello scorso anno del nostro compagno Angeloni. Risulta attuale ed ancora più evidente la critica al trasformismo di certi individui che ancora oggi si nascondono dietro la falce ed il martello.
Noi non possiamo che ribadire che l'Ardo l'abbiamo già finanziata abbastanza, ora è nostra, riprendiamocela: Nazionalizzare l'Ardo senza indennizzo e sotto controllo dei lavoratori!



Fabriano, 18/8/08

OGGETTO: RISPOSTA ALL’ARTICOLO PUBBLICATO IL 13/08/08 NEL “CORRIERE ADRIATICO”, A FIRMA DI UN MEMBRO DELLA DIR. NAZIONALE DEL P.R.C.

La risposta contenuta in un articolo pubblicato in prima pagina del “Corriere Adriatico” del 13/08/08 ad un precedente articolo di un prof. universitario (di cui non ricordiamo, scusandoci, le generalità) da parte di un membro della dir. Nazionale del P.R.C., non può che suscitare un vero impulso di rabbia per i temi trattati (del tutto condivisibili), che però entrano in totale contrasto con l’operatore di certi “soggetti politici”, soprattutto (ma non solo) nel territorio marchigiano. E’ proprio vero che il trasformismo ed il trasversalismo politico sono una piaga terribile che investe tutta la classe politica italiana, ma vi è un limite anche alla decenza!! Forse il signore, in proposito, “dimentica”, alla faccia della classe operaia e del suo reale impoverimento, il silenzio sudditanze con il quale il suo gruppo politico ha trattato tutto il progetto “d’internazionalizzazione”, attraverso la delibera della giunta regionale delle Marche n. 1239, che di fatto costituisce un progetto di delocalizzazione delle imprese marchigiane operanti nel settore della meccanica e del turismo, il cui costo è stato per la comunità marchigiana di 615.000 euro per ognuno dei due anni previsti, dal 16/09/2003, data della delibera della regione Marche. E’ incredibile, alla faccia del “Comunismo” (falso) di certi “Signori”; si licenziano i lavoratori con i soldi dei lavoratori! Purtroppo non finisce qui il repertorio del falso Comunismo di certi “personaggi”, i quali sono stati gli artefici dell’approvazione, quando alcuni dei suoi “seguaci” occupavano gli scranni nel Consiglio Comunale di Fabriano, del progetto “Quadrilatero SPA”, di Berlusconiana memoria e progettazione, con la quale certi signori permisero la gestione privata del territorio e della sua viabilità (presunta) con i fondi sempre sottratti ai cittadini ed ai lavoratori. Per ragioni morali Sinistra Critica di Fabriano non vorrebbe parlare, ed è invece costretta a farlo, delle due gravi vicende relative all’API di Falconara e della contaminazione da tetracloroetilene nel quartiere di Santa Maria a Fabriano, con le quali certi pseudo - rivoluzionari, forse organici ad un potere forte marchigiano e nazionale, hanno “dimenticato” un diritto inalienabile dei cittadini, rappresentato dalla loro salute! Ci sarebbe a lungo da parlare delle scelte di certi pseudo-compagni, che vanno dal sostegno neo-liberista dei governi degli enti locali, alla politica internazionale quando “qualcuno” sostenne che “per impedire che le destre anti-operaie andassero al governo in Italia, bisognava sostenere il rifinanziamento della guerra in Afghanistan”. Alla faccia della lotta contro l’imperialismo degli USA! Questo è, caro prof. universitario, il “settarismo” o la coerenza di certi grandi rivoluzionari parolai!

Antonio Angeloni
Operaio Cartiere Miliani

15/06/09

I risultati delle europee 2009 nel dettaglio

Ancona 15/6/09
Visti i numerosi tentativi di mistificazione della realtà (soprattutto ad opera di altre "sinistre") che tendono a sminuire i risultati del PCL alle ultime elezioni, pubblichiamo di seguito i risultati elettorali della regione Marche - presi dal Ministero dell'Interno - con particolare riguardo alla provincia di Ancona. A lato delle colonne vi sono evidenziati i comuni e le provincie in cui cresciamo o addirittura raddoppiamo o triplichiamo i voti: cioè la quasi totalità.

Nella scheda non sono presenti i risultati della notra lista nei due comuni di Ancona in cui ci siamo presentati autonomamente: Cerreto D'Esi, dove abbiamo raggiunto addirittura il 4,5% dei voti, e Serra De'Conti, dove abbiamo otteuto un ugualmente ottimo 4%!
Per vedere i risultti basta cliccare sll immagini qui sotto




Iran: contro la repressione teocratica, ma no alle interferenze straniere



14 Giugno 2009
Il Partito Comunista dei Lavoratori esprime la propria vicinanza alla gioventù di Teheran, impegnata in una lotta impari contro la teocrazia iraniana, e la sua guida reazionaria e clericale impersonata dall'Ayatollah Khamenei , appoggiata dalla Guardia "Rivoluzionaria" militarista e nazionalista. Siamo sicuri che il popolo iraniano saprà, tuttavia, respingere con altrettanta forza i tentativi dello stato sionista di strumentalizzare la situazione per far passare la sua linea espansionista e colonialista.
VIVA IL POPOLO E LA GIOVENTU' IRANIANA, LAICA ED ANTICLERICALE, CHE COMBATTE CONTRO LA MORSA REAZIONARIA DEI MULLAH;
ABBASSO LE INTERFERENZE STRANIERE CHE HANNO COME UNICO SCOPO L'ANNIENTAMENTO DELLA VOLONTA' DI RESISTENZA DELLA GENTE IRANIANA ALLE MIRE SIONISTE !
Aldo Bianchetti

14/06/09

Diritti...per la nostra strada!

Il Gay Pride è una manifestazione importante, ma si sta trasfromando sempre di più in una carnevalata priva di contenuti politici. Colpa nostra, che spesso vi partecipiamo con questo stato d'animo spensierato, ma soprattutto dei leader del movimento lgbt che nascondono sotto la mascherata il loro immobilismo e la loro connivenza con alcuni politici della sinistra che nulla hanno fatto, durante i passati governi, per difendere ed estendere le libertà civili. Pubblichiam perciò di seguito il testo del volantino che Il PCL ha distribuito ieri al corteo di Roma.

 
Roma, 13 Giugno 2009
Il riconoscimento della coppia di fatto, il diritto al matrimonio civile indipendentemente dal sesso dei coniugi e senza alcuna compressione dei diritti di genitorialità e adozione, deve essere garantito.

In Italia, negli ultimi dieci anni, si sono alternati tre governi di centrosinistra. E nessuno di essi è riuscito risolvere la questione dei diritti civili.
Parlamentari del calibro di Grillini , Luxuria & C. “forti” sostenitori dei diritti civili, si sono supinati al governo Prodi ( governo dei banchieri, dei padroni e della monarchia assoluta lateranense) votando guerre , precariato, finanziarie lagrime sangue per la povera gente senza avere il coraggio e l’onestà intellettuale di avanzare delle concrete battaglie sul terreno dei diritti civili.

Ancor peggio hanno fatto i radicali di Pannella , per un pugno di parlamentari, hanno mercimoniato le loro idee per aderire al PD , il partito, ricordiamo, della Binetti, colei che indossa il cilicio alla gamba e difende il “valore”, con tanto di rosario in mano, della famiglia normocostituita.

E’ ora di finirla con questi politicanti, con questi gruppi dirigenti, che come unica problematica hanno l’esigenza di riciclarsi.

Per una poltrona venderebbero la loro madre!

L’unica via d’uscita è la lotta del movimento di massa, nessuna legge ci concederà i nostri diritti, dobbiamo prenderceli! Dobbiamo unire le rivendicazioni del mondo del lavoro, degli studenti, dei migranti con quelle per i diritti civili. Solo il fronte unico di lotta, come l’esperienza francese del cpe insegna, premia.

Facciamo appello per una affermazione comune di libertà a tutte le forze di sinistra e a tutti coloro che condividono aspirazioni inclusive, laiche, fondate sulla parità dei diritti.

Siamo profondamente convinti, come Partito Comunista dei Lavoratori, che a tutti i cittadini e a tutte le cittadine debba essere garantita parità e uguaglianza, indipendentemente dal sesso e dai gusti sessuali, e pertanto anche il diritto di registrare a tutti gli effetti le loro unioni.

Insieme alle organizzazioni gblt chiediamo come PCL:

- Identici diritti dell’istituto del matrimonio per le coppie di fatto

- Matrimoni leggeri (pacs) per chi non voglia il matrimonio ‘completo’

- Possibilità per le coppie di fatto di accedere all’adozione e all’affido

- Modifica della legge 40 che dia a tutte le donne (anche lesbiche) l’accesso alla procreazione assistita

- Una legge chiara e decisa contro la discriminazione sessuale

- Una legge sul cambio del nome anche in assenza dell’intervento chirurgico per le persone transessuali







13/06/09

Elezioni Virtuali

I risultati elettorali confermano il crescente interesse verso un partito che incarna la vera essenza della sinistra che non tradisce. L’unica, vera alternativa anticapitalistica.

Dopo questa tornata elettorale, si ricomincia il lavoro quotidiano fatto sempre con passione per portare avanti il programma del P.C.L. con la convinzione che presto da qualche parte potrà aprirsi un varco nel quale si potrà iniziare a scorgere una prospettiva di lotta di fondo, dei lavoratori e delle lavoratrici. Potranno attingere tutti coloro che non hanno avuto voce, sempre rilegati in un angolo, oscurati in ogni modo, considerati ieri e oggi, sognatori isolati.

Coscienti di questa meravigliosa forza nascosta, per ora, coscienti delle possibilità che abbiamo, non solo di cambiare questo paese restituendo valore e dignità alla sua linfa vitale, ma portare un’altra, nuova Europa dove ogni cittadino possa sentirsi libero da ogni pressione, paura, e possa dedicarsi lui stesso in prima persona al miglioramento della società fatta a misura di essere umano senza distinzione di nessun genere.

Per far questo, è essenziale iniziare una dura lotta contro un regime dittatoriale che tiene in considerazione sempre e solo le caste più “altolocate”. Un padrone che ha progettato e creato un suo “ impero mediatico”, e con il controllo dei mezzi di comunicazione, gli è stato facile ottenere il “ consenso”. Mai parlare dell’economia e del mondo reale, usare sempre linguaggi coloriti e far sembrare tutto meno serio di quello che è. Discriminazioni, razzismo, maschilismo oppure una sua famosa frase:” Vogliamo paragonare il figlio di un operaio con il figlio di un avvocato?”. Questa “tecnica” usata dall’”impero mediatico”, si trasforma in opinione, in scherzo, si usa il linguaggio cortese, educato, magari per dirti che tuo figlio non avrà futuro se non hai conoscenze altolocate. Non esistono più le minorenni ma, ragazze con meno di diciotto anni. Si cerca di far perdere alla democrazia tutta la sua forza. Si deve ammalare. Abituare la gente a quel tipo di discorsi fino a farli diventare normali. Eliminare qualsiasi possibilità di difesa. Non ha caso, nessun partito di maggioranza, (ricordando che tutti, contengono al loro interno “banchieri e capitalisti”), ha impostato la campagna elettorale sulla crisi reale, rifiutandola perché “ la crisi è finita” e insudiciando le menti degli Italiani con le più incredibili nefandezze virtuali che non hanno niente a che vedere con i problemi reali del paese. Così tutti al grido di: “Buttiamo fuori gli extracomunitari”, ora ci ritroviamo come prima: senza lavoro e con le casse integrazioni per chi ne può usufruire giusto per il sostentamento della prima settimana del mese.

Come si può ben notare, questa filosofia ha tutte le carte in regola.

Questo “ impero mediatico” così ben funzionante in Italia verrà, presto esportato in tutta Europa.
Nel rapporto di Freedom House, ente indipendente a tutti gli effetti ha declassato l’Italia, che passa dalla categoria dei “Paesi liberi” a quella dove la libertà è “ parziale” e la situazione è stata valutata in peggioramento. Tra le cause della retrocessione: la presenza del governo Berlusconi, l’aumento delle azioni legali contro i giornalisti e le minacce del crimine organizzato. “ Per l’aumento del ricorso ai tribunali e alle denunce per diffamazione per limitare la libertà di espressione e anche per l’aumento di intimidazioni “fisiche” ed extralegali da parte sia del crimine organizzato, sia di gruppi di “estrema destra”.

In questo contesto dove il P.C.L è l’unico vero partito che fa opposizione, si trova di nuovo censurato su ogni livello con rinnovato vigore. Tutti hanno timore di confrontarsi con noi e le nostre idee e programmi non vengono divulgati dai media e i cittadini se ne potranno accorgere solo se l’informazione sarà libera.

Lavoratori UNITEVI al Partito Comunista dei Lavoratori. Noi siamo la sinistra che non ha mai tradito e mai tradirà!

Uniamoci per creare finalmente una lotta di popolo e di massa. Se non lo facciamo noi stessi, nessuno lo farà per noi.


Youri Venturelli
(Partito Comunista Lavoratori)

12/06/09

Perché un voto al Partito Comunista dei Lavoratori vale doppio


Ancona, 12/06/09


Il regime democratico borghese

Il dominio economico e sociale dei capitalisti passa anche attraverso il potere politico. Per mantenerlo è stato creato un sistema complesso e vario di “democrazia borghese” che però ha un’immutabile caratteristica fondamentale: l’assenza di una reale democrazia pur sembrando tale.

Si parla spesso di conflitto di interessi e di uso propagandistico e censorio della totalità dei mezzi d’informazione -tutti strumenti molto utilizzati dalla borghesia per mantenere lo status quo culturale-, come anche degli assurdi meccanismi elettorali (sbarramenti improponibili che tagliano fuori partiti da due milioni di voti alle europee o con l’8% dei voti alle comunali; raccolta di firme impossibile per i nuovi soggetti mentre gli altri con degli escamotage sono completamente esonerati; sistema maggioritari con premi assurdi in nome della governabilità; possibilità per piccolissime “liste civetta” di fare il pieno di poltrone attraverso ardite coalizioni etc.).

Il clientelismo

Si parla un po’ di meno di un fenomeno però altrettanto diffuso e particolarmente evidente in special modo durante le elezioni amministrative: il “clientelismo”.
Questa definizione include molti metodi -alcuni leciti altri meno ma comunque percorsi sottotraccia da una logica familiaristica o mafioide- utilizzati dai politici rampanti per accaparrarsi voti in circoscrizione, in comune, in provincia, in regione, bypassando qualsiasi confronto politico e programmatico con altre forze.
Ormai abbiamo inconsciamente accettato questo modo di fare e ne siamo spesso complici: a chi non è capitato di essere fermato per strada, aver ricevuto una telefonata o una visita inaspettata da qualche politico locale che, nonostante non si fosse mai occupato prima di noi o dei nostri problemi, magari dopo una piccola e poco convinta promessa, ci ha chiesto il voto durante queste ultime elezioni?
O peggio ancora, chi abita in un comune in cui il candidato sindaco di una o più liste non abbia ruoli importanti che gli permettono un certo “potere contrattuale” se non addirittura uno strumento di ricatto, come la possibilità di offrirci o negarci un posto di lavoro o la possibilità di metterci contro qualcuno di potente?
La risposta è semplice: quasi nessuno. Perché queste pratiche, assai deprecabili, sono ormai consolidate, a destra come a sinistra, e la loro più spregiudicata applicazione determina quasi sempre la vittoria di uno o dell’altro.

Il voto di scambio

Ma dove il clientelismo raggiunge il suo apice è il voto di scambio, il do ut des praticato su larga scala: i taciti accordi pre-elettorali tra particolari categorie socio economiche di varia natura, ma, solitamente, che ricoprono un ruolo dominante nella realtà in cui si perpetrano tali progetti (si va dall’associazione baristi e tabaccai della città al clan camorristico locale). In nome di questi scambi si sono realizzati i peggiori scempi, le opere più inutili, le ordinanze più assurde, i più grossi sprechi di denaro pubblico, attraverso cui si è consolidato il potere delle maschere più inquietanti della politica italiana.

Il PCL non ci sta

Il Partito Comunista dei Lavoratori rifiuta categoricamente queste metodologie. Le sue liste ed i suoi candidati portano avanti una lotta politica attraverso un programma sempre chiaramente di classe e schierato non a favore di una particolare categoria ma di tutti i lavoratori. Niente piaggerie, niente promesse o ricatti clientelari, niente richiesta porta a porta di voti ad amici e parenti, niente ordinanze ad personam.
Il nostro Partito, che è una struttura autorganizzata e democratica di lavoratori, studenti, disoccupati, pensionati, tutti rigorosamente volontari che, anzi, in caso di elezione si impegnano a devolvere l’intera retribuzione al Partito, ha come scopo l’emancipazione di tutti gli sfruttati e non di una casta di privilegiati.
Sappiamo di pagare in termini elettorali questa scelta ma ne siamo fieri, anche perché prendere un voto in più, non per convinzione politica ma per motivi di convenienza, per noi, che partecipiamo alle elezioni principalmente per prendere parte alla campagna elettorale e conquistare nuovi militanti, è del tutto secondario!
Per questo i voti (seppur ancora modesti in crescita esponenziale) dati al PCL valgono doppio. Perché sono voti che vengono dal cuore e dal cervello e non dal portafoglio. I nostri elettori ed i nostri militanti, non solo non inseguono nessuna convenienza personale nel votarci o candidarsi con noi, ma anzi molto spesso pagano questa scelta sul loro posto di lavoro e nel proprio contesto abitativo con intimidazioni, minacce etc.

Vota due volte, vota PCL

Se anche tu credi che la questione morale non sia un fatto secondario, ma anzi sia un importante indicatore sulla natura di un organizzazione politica. Se pensi che sia giusto contrapporre a questa etica perversa una nuova visione della società, dell’economia e quindi della politica che non abbia al centro unicamente la convenienza e l’arricchimento personale.
Allora vota e milita nel Partito Comunista dei Lavoratori, l’unico partito dei lavoratori per i lavoratori, che propugna un programma popolare a non populista!


Titto Leone

10/06/09

La borghesia e lo spauracchio degli extracomunitari


Comunicato Stampa sulle elezioni a Serra de'Conti

Serra de' Conti 9/6/09

Nell’arco di tempo di due anni, dalle Provinciali del 2007 ad oggi, il nostro Partito ha più che raddoppiato i propri consensi nel comune di Serra’de Conti, passando da 39 a 86 voti ma a causa della scellerata politica di quanti si dichiarano ancora “sinistra radicale” che, nella nostra realtà e non solo, ha parteggiato facendo campagna elettorale con i propri candidati per il Pd (col nome di ”Paese Democratico”), non siamo riusciti ad ottenere seggi per una manciata di voti.
Questa scelta che ancora una volta dimostra l’incoerenza di quelle forze politiche che si pronunciano, a parole, a favore delle classi lavoratrici ma, nei fatti ,non disdegnano di corteggiare le rappresentanze politico-sociali e sindacali dei padroni, proponendo ancora accordi politico-programmatici con quelle forze di centro-sinistra che sono pronte a dilapidare i nostri soldi per darli a quelle Aziende (le stesse che sono responsabili della crisi che stiamo vivendo e che colpisce migliaia di famiglie) che assumono personale.
L’incoerenza tiene prigioniero il centro-sinistra che non va oltre una finta opposizione al centro-destra, con accordi bi-partisan che stanno abbattendo quei pochi spazi di democrazia ancora rimasti.
Conquiste che si credevano sicure e radicate per sempre stanno per essere ulteriormente distrutte,in nome della governabilità.(sic!).
Nel ringraziare le elettrici e gli elettori che, fuoriuscendo dal coro del bipolarismo, ci hanno dato la loro fiducia, ci impegniamo, coerenti con i nostri principi, a rimanere vigili e attenti, affinché le tante promesse elettorali, con le quali centro-destra e centro-sinistra hanno ottenuto determinati risultati, vengano mantenute.
Con l’impegno a costruire anche a Serra de’ Conti un gruppo di lavoro che si occupi delle tante problematiche che interessano la realtà serrana ed oltre, auspichiamo un vostro contributo, rinnovandovi l’invito ad aderire alle nostre (vostre) iniziative.
Di nuovo un grazie a tutte e tutti ed arrivederci a presto.

Per il Partito Comunista dei Lavoratori
Giorgio Bendelari

09/06/09

In un campo di rovine il pcl cresce

COMUNICATO STAMPA
(8 Giugno 2009)
commento sul risultato delle elezioni europee
I risultati elettorali confermano e registrano il tracollo politico dei gruppi dirigenti delle sinistre italiane: prima uniti, quando si trattava, in cambio di ministri, di votare missioni di guerra e precarizzazione del lavoro; poi divisi, per ragioni personalistiche, nella lotta per la propria sopravvivenza istituzionale. Un duplice disastro, per i lavoratori e per la sinistra. Pur riportando un risultato in sé modesto, il PCL conferma e rafforza, ad un anno dalla sua nascita, la propria presenza politica. Nelle tre circoscrizioni in cui era presente (Centro, Nord Ovest, Nord Est) accresce non solo la propria percentuale (passando dallo 0,6 allo 0,8) ma anche i propri voti assoluti, nonostante il maggiore astensionismo. E vede ovunque estendersi le proprie radici sociali e territoriali. Nei fatti il nostro piccolo partito è l’unico partito che cresce a sinistra, nel campo di rovine da altri prodotto: nonostante l’ostacolo rappresentato dalla perdurante presenza di partiti e liste fintamente “comunisti”. A maggior ragione, la costruzione indipendente del PCL sarà il nostro primo impegno. Al tempo stesso, nel difficile scenario sociale e politico prodottosi, rilanciamo a tutte le sinistre, politiche, sindacali, di movimento, una precisa proposta di unità di lotta: la costituzione di un comune “Parlamento delle sinistre”, basato sul coinvolgimento attivo del loro popolo, quale sede permanente di confronto pubblico e di unità d’azione contro il governo Berlusconi e la Confindustria. Non siamo interessati a ingegnerie bizantine di ceto politico (“federazioni”, “costituenti”), prive di ogni base di principio e sempre fallimentari. Siamo interessati all’unificazione e radicalizzazione della reale mobilitazione di massa: l’unica via che può contrastare la reazione, strappare risultati, riaprire una prospettiva di alternativa anticapitalistica.
MARCO FERRANDO
Portavoce nazionale del Partito Comunista dei Lavoratori

08/06/09

Comunicato stampa sui risultati delle europee

Ancona 7/6/2009



Nonostante la legge elettorale palesemente antidemocratica e la grave censura mediatica, il Partito Comunista dei Lavoratori delle Marche non può che dirsi soddisfatto dell’ ottimo risultato (ben oltre l’1% - con numerosi picchi anche oltre il 3%) conseguito nelle elezioni Europee. Evidentemente il duro lavoro del gruppo (che seppur esiguo è in lenta ma inesorabile crescita) di lavoratori, disoccupati, pensionati e studenti, ha convinto migliaia di cittadini che il voto utile non è solo quello per raggiungere gli sbarramenti imposti, ma quello riposto in una sinistra che non tradisce.


Per questo ringraziamo tutti per la stima dimostrataci e diamo appuntamento, agli elettori per le prossime regionali (per cui abbiamo in mente già un importante progetto, ma soprattutto) ed a tutti, fin da domani, nei paesi e sui posti di lavoro per continuare a fare controinformazione ed organizzare forme di protesta contro il Governo centrale e regionale a favore dei lavoratori e contro i padroni e i loro lacchè


Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento regionale Marche

07/06/09

Ancora un attacco clericale alla laicità della scuola


A fianco di Alberto Marani, no alla "scuola-parrocchia"

Alberto Marani, docente di matematica e fisica del Liceo Scientifico "Righi" di Cesena ed esponente dei Cobas della scuola, è stato sospeso dall’insegnamento e dallo stipendio per due mesi, con decisione dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Forlì-Cesena. La motivazione principale è l’avere condotto un’indagine nelle proprie classi per rilevare quanti studenti sceglierebbe la materia alternativa qualora l’istituto la programmasse (in palese violazione della normativa finora non è stato fatto). Nel questionario ciascuno doveva indicare quale insegnamento avrebbe scelto (fra Religione cattolica, Storia delle religioni e Diritti umani). Dall’indagine è risultato che solo l’11% sceglierebbe Religione cattolica: e il Collegio Docenti aveva recepito le proposte di Marani, deliberando la necessità di offrire agli studenti la Materia alternativa. La cosa ha fatto infuriare gli insegnanti di religione e i cattolici integralisti all’interno del liceo, i quali tramite una lettera di Don Stefano Pasolini, docente di Religione delle classi coinvolte nel questionario, hanno lamentato all’Ufficio Scolastico Regionale che Marani avrebbe offeso, con quel questionario, il collega di Religione. E’ scattata così la sanzione, inaudita e pesantissima. L’ispettrice inviata dall’USR, Rosanna Facchini, ha persino diffidato il docente dal fare conoscere agli alunni i risultati dell’indagine. All’accusa è stata aggiunta quella di avere affisso nelle bacheche della scuola, durante il bombardamento di Gaza, 5 immagini di Handala (il bambino palestinese scalzo e sofferente) dopo aver usato "addirittura" la stampante della scuola. Il Consiglio di Disciplina del CNPI (con i rappresentanti dei sindacati concertativi CGIL, CISL, UIL, SNALS e Gilda) ha proposto di ridurre la sospensione a "SOLI DUE MESI" (sic!!!!) perchè la richiesta della Direzione Scolastica Regionale era addirittura di 6 mesi (comminata neanche a pedofili condannati).
Dopo la vicenda di Franco Coppoli dei COBAS di Terni, sospeso per un mese per aver "osato" staccare il crocifisso nelle sue ore di lezione, questo è l'ulteriore esempio di come la scuola pubblica sia ormai piena di integralismo violento contro chiunque metta in discussione l’invadenza clericale. I COBAS difenderanno con tutti gli strumenti a disposizione – giuridici, sindacali e politici – Alberto Marani; ma invitano altresì i/le docenti a difendere la laicità dell’insegnamento e a far crescere un movimento che ponga fine alle interferenze dell’integralismo religioso, all’imposizione dell’insegnamento della religione cattolica e agli assurdi privilegi concessi agli insegnanti di religione – selezionati e imposti dal Vaticano – che sono gli unici docenti in Italia ad aver il posto garantito, usato da buona parte di essi per diffondere il modello della "scuola-parrocchia".
Piero Bernocchi - portavoce nazionale COBAS

06/06/09

Ardo: nessuna alternativa credibile per i lavoratori

Comunicato Stampa apparso sul Corriere Adriatico del 5/6/09
Al quanto “simpatico” appare l’articolo sull’Ardo di qualche giorno fa. Si chiede che i lavoratori comprino alcune azioni dell’azienda. Questa strada, indicata dall’assessore Costantini, piace anche a Sorci, ovvio piace anche ai proprietari di maggioranza dell’Ardo che vedono un ulteriore salvataggio pubblico per la propria azienda. Il punto focale di questo argomento è che non si devono salvare le aziende, ma i posti di lavoro.
Veramente inconcepibile è finanziare con i soldi pubblici proprietari di aziende, che consapevoli della fine di un ciclo industriale, hanno sfruttato fino all’ultimo il settore del “bianco” senza riconvertire a proprie spese l’azienda, hanno preso finanziamenti pubblici per delocalizzare la produzione elargiti dai loro rappresentanti politici; ora chiedono sovvenzionamenti pubblici e sacrifici agli operai già stremati da vent’anni di salari bassi e precarietà. Assurdo.
Che lo stato intervenga per nazionalizzare senza indennizzo queste azienda speculative e che i soldi pubblici vadano per una riconversione del settore produttivo, assicurando in questo modo che l’eventuale profitto ritorni allo stato e ai lavoratori.
Nessuna alternativa per gli operai dell’Ardo, quando si trovano davanti a dirigenti della sinistra politica e sindacale che non solo, difendono l’interesse del potere locale, ma continuano nel silenzio ventennale che porterà la classe operaia (grossa fetta della società fabrianese) di fronte ad un triste scenario.
Solo stabilendo un programma di rivendicazioni sociali, la sinistra politica e sindacale potrà unirsi e diventare indipendente da coloro che perseguono la politica del profitto, il Pd in primo luogo.


Partito Comunista dei Lavoratori
nucleo montano sezione Ancona

05/06/09

Il voto utile stavolta è quello per noi


INTERVISTA A MARCO FERRANDO - tratta da Il manifesto 04-06-2009
«Questa sinistra ridotta in macerie per colpa della sua classe dirigente»Il portavoce del Partito comunista dei lavoratori attacca le liste «finte comuniste» e dice: il voto utile stavolta è quello per noi
Il quadro che dipinge della sinistra italiana non è di quelli più rosei. Ridotta in macerie dall'incapacità della sua classe dirigente, divisa per motivazioni personalistiche, incapace di proporre un'alternativa. Ma una via d'uscita Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori, la vede: è la «radicalizzazione della lotta».
Il Pcl si candida alle europee. Perché un elettore di sinistra dovrebbe votarvi?
Primo: siamo l'unico partito che non si è compromesso nelle politiche antioperaie del centrosinistra, anzi siamo nati proprio contro i suoi caratteri antipopolari. Secondo: avanziamo una proposta a tutte le forze di sinistra, politiche e sindacali, per una mobilitazione contro Berlusconi e Confindustria che parta dall'unico modo che a nostro avviso la sinistra ha per uscire dalla sua crisi, ossia la radicalizzazione della lotta. Per intenderci, una dinamica sul modello francese o greco, che è l'unico che ha portato a dei risultati. Terzo: proponiamo un programma a lungo termine, che si pone come obiettivo il governo dei lavoratori e la riorganizzazione socialista della società. Poi c'è il nostro programma: blocco generalizzato dei licenziamenti, riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, abolizione delle leggi anti-migranti.
Anche Rifondazione e il Pdci si presentano come «Lista anticapitalista». Perché non correre insieme?
Non contano i nomi ma la sostanza. Ci si può definire «anticapitalisti», ma se poi si votano leggi che vanno contro i lavoratori, allora quel termine è solo una maschera che non fa altro che far crollare la credibilità della sinistra.
C'è lo sbarramento al 4%. Alle politiche avete preso lo 0,6%. Un voto al Pcl non è dispersione dei voti?
Lo sbarramento rappresenta il tentativo di eliminazione della rappresentanza nelle sedi istituzionali. È antidemocratico per definizione, e anche suicida per quella sinistra che lo ha sostenuto. Basti ricordare il favore con cui il Prc guardava al sistema tedesco. Per noi non è un problema, noi puntiamo a radicarci nella società. Le altre forze ex di sinistra se proprio avessero voluto avrebbero potuto mettersi insieme per superarlo più facilmente, i loro programmi alla fine sono simili. Non lo hanno fatto solo perché sono divisi da personalismi.
L'appello al «voto utile» potrebbe portarvi via consensi.
E allora lo uso anch'io. Il «voto utile» è quello dato a una sinistra coerentemente anticapitalista, che non tradisce. In quest'ottica sono le altre liste «finte comuniste» a essere di disturbo. Perché il problema vero che uscirà da queste elezioni sarà la ricostruzione di una sinistra vera dalle macerie create dai suoi gruppi dirigenti.
Duri e puri. Il rischio è apparire solo «testimonianza».
Capovolgo la critica. Siamo gli unici a non essere di «testimonianza». Proponiamo un cambio reale delle forze tra le classi. Le nostre proposte sono concrete, l'unificazione della lotta è un'esperienza concreta. Non manca la mobilitazione dei lavoratori, manca una classe dirigente che la sappia sfruttare non in chiave subordinata a un'alleanza con il centrosinistra.
Da queste elezioni ti aspetti una dura sconfitta della sinistra. «Tanto peggio tanto meglio» allora?
No. Non voglio che sia uno scontro fratricida tra le ex sinistre di governo. Il peggio a sinistra c'è già stato, a prescindere dal raggiungimento dello sbarramento. Bisogna dare un segnale visibile della ricostruzione di una sinistra anticapitalista vera. E lo si potrà fare solo se la classe dirigente che ha portato alla rovina la sinistra si farà da parte. Riutilizzando uno slogan di un'altra forza politica mi viene da dire: «Se non ora, quando?».

E mentre la P.S. resta a piedi, loro giocano alla Hitler Jugend...


Roma – giovedì, 28 maggio 2009

Come sappiamo bene ormai tutti, con l'approvazione del Decreto sicurezza il Governo taglierà nel 2009 ben 560 milioni di euro al Dipartimento della pubblica sicurezza, per dare, però, contemporaneamente 100 milioni di euro ai sindaci per finanziare associazioni di volontariato che altro non sono che le ronde.
E' in vista di questo "regalo" che numerosi soggetti sono in attesa di dare inizio alle proprie attività di sorveglianza e pattugliamento.
Tra loro anche la Guardia Nazionale Italiana (G.N.I.), che si presenta così sul proprio
sito WWW: "La G.N.I. cerca veri Italiani Nazionalisti e Patrioti, gente che sappia portare degnamente e con orgoglio l'uniforme, e per tutto ciò che essa rappresenta servire la nostra terra ed il popolo Italiano, con regolare mandato e in piena legalità.".
Ci sarebbe da sentirsi fieri di questi patrioti e sicuri della loro tutela...
Ma, come di consueto, la medaglia ha un suo rovescio, e la natura filonazista del sodalizio è quello della G.N.I.
Il 4 aprile scorso "L'Unità" ha pubblicato un
articolo su di loro, scatenando un'ondata di commenti, spediti direttamente alla casella e-mail della Guardia Nazionale, tale da costringere gli aministratori del sito ad avvisare che "TUTTE le mail contenenti caratteri di forma ingiuriosa o minacce verranno prontamente denunciate all'autorità competente (Polizia Postale) fornendo tutte le informazioni utili all'identificazione dei mittenti (header del messaggio, indirizzi IP e quant'altro).", con buona pace della libertà di espressione.
Il loro filonazismo risulta evidente dall'abbigliamento scelto (il catalogo completo è nell'
apposita pagina del loro sito WWW), che ricorda assai quello delle Camicie Brune di Hitler, fatti salvi gli aggiornamenti della moda su tessuti e rifiniture, al quale si aggiunge la simbologia degli stemmi che, come scritto nel sito, sono l'Aquila Imperiale romana e la "ruota solare".
Se l'Aquila Imperiale è di facile comprensione, meno immediato è il discorso sull'altro stemma che è stato il simbolo di una "corrente" mistico-esoterica della quale faceva parte Himmler, fondatore delle S.S., con 12 "apostoli" scelti tra le S.S. stesse.
Come mai, tra le tante simbologie a disposizione a cui ispirarsi per i propri stemmi, hanno scelto proprio queste?
Folclore? Nostalgismo? Non lo sappiamo. Però crediamo ci sia da preoccuparsi del sorgere, in questo preciso momento storico di gruppi come questo ai quali sarà consentito da una legge inopportuna e becera di gestire la sicurezza dei cittadini.
A chi risponderanno, se mai risponderanno, del loro operato? Chi ci garantirà che non diventeranno truppe squadristiche al servizio di questo o quel potere?
Mai come ora è importante non chiudere gli occhi o voltarsi dall'altra parte facendo finta che passerà.

Chi resta a casa quando la battaglia comincia e lascia che gli altri combattano per l sua causa deve stare attento: perché chi non partecipa alla battaglia parteciperà alla disfatta.
Neppure evita la battaglia chi la battaglia vuole evitare: perché combatterà per la causa del nemico chi per la propria causa non ha combattuto. (B. Brecht)


dal sito RdB/CUB

04/06/09

Intervista a Ferrando su Rai 2


Intervista a Marco Ferrando (portavoce nazionale del Partito Comunista dei Lavoratori) andata in onda il 20 maggio 2009 su Rai2.
Per vederla basta cliccare sul titolo.

Spot elettorale EEK -sezione greca del CRQI

In questa tornata elettorale per le europee siamo presenti con il nostro partito gemello anche in Grecia ( Eek - partito comunista rivoluzionario greco - sezione greca del Comitato per la Rifondazione della IV Internazionale ).
Per vederne lo spot ( purtroppo in greco ma con immagini molto suggestive ) basta cliccare sul titolo.

03/06/09

Emendamento D'Alia: liberi di censurare

L’attacco finale alla democrazia è iniziato! Berlusconi e i suoi sferrano il colpo definitivo alla libertà della rete internet per metterla sotto controllo.
Ieri nel voto finale al Senato che ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (disegno di legge 733), tra gli altri provvedimenti scellerati come l’obbligo di denuncia per i medici dei pazienti che sono immigrati clandestini e la schedatura dei senta tetto, con un emendamento del senatore Gianpiero D’ Alia (UDC), è stato introdotto l‘articolo 50-bis, “Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet“.
Il testo la prossima settimana approderà alla Camera. E nel testo approdato alla Camera l’articolo è diventato il nr. 60. Anche se il senatore Gianpiero D’Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo, questo la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della “Casta” che non vuole scollarsi dal potere.
In pratica se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo. Questo provvedimento può obbligare i provider a oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all’estero. Il Ministro dell’interno, in seguito a comunicazione dell’autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l’interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine. L’attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000 per i provider e il carcere per i blogger da 1 a 5 anni per l’istigazione a delinquere e per l’ apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l’istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all’odio fra le classi sociali. Immaginate come potrebbero essere ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta con questa legge? Si stanno dotando delle armi per bloccare in Italia Facebook, Youtube, il blog di Beppe Grillo e tutta l’informazione libera che viaggia in rete e che nel nostro Paese è ormai l’unica fonte informativa non censurata. Vi ricordo che il nostro è l’unico Paese al mondo, dove una media company, Mediaset, ha chiesto 500 milioni di risarcimento a YouTube. Vi rendete conto? Quindi il Governo interviene per l’ennesima volta, in una materia che vede un’impresa del presidente del Consiglio in conflitto giudiziario e d’interessi. Dopo la proposta di legge Cassinelli e l’istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su
questa materia, questo emendamento al “pacchetto sicurezza” di fatto rende esplicito il progetto del Governo di “normalizzare” il fenomeno che intorno ad internet sta facendo crescere un sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare.
Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet? Chi non può farlo pensa bene di censurarlo e di far diventare l’Italia come la Cina e la Birmania.