24/11/09

Generalizzare la lotta: subito uno sciopero generale ad oltranza per cacciare il Governo Berlusconi!


Stiamo perdendo l'ennesimo tram per la cacciata del Governo!
Pubblichiamo di seguito due comunicati stampa nazionali sulla grave crisi che sta colpendo milioni di lavoratori in tutto il paese, le loro azioni di protesta ed il ruolo di pacificatori sociali che sindacati e partiti della sinistra assumono di fronte ad esse.



GRAVE IL RIGETTO DA PARTE DI EPIFANI DELLA RICHIESTA DELLO SCIOPERO GENERALE.
(24 Novembre 2009)
La frettolosa archiviazione dell’ordine del giorno di Giorgio Rinaldini a favore dello sciopero generale in sede di direttivo nazionale della CGIL è un fatto grave , che non ha solo un’implicazione sindacale ma politica. Significa che, al di là delle parole, la maggioranza dirigente della Cgil si rifiuta di unificare il movimento di lotta dei lavoratori contro Confindustria e Governo Berlusconi proprio nel momento del loro massimo attacco alle condizioni del lavoro, e del moltiplicarsi di azioni operaie di resistenza. E questo solo per compiacere Bersani, tenere aperta la porta a Cisl e Uil, dare un segnale a Confindustria. Si conferma una volta di più l’importanza di un’aperta battaglia di opposizione nel congresso nazionale della Cgil. Tutte le sinistre hanno il dovere di sostenere pubblicamente la mozione della minoranza, che al di là dei suoi limiti evidenti, raccoglie la spinta più combattiva della classe operaia industriale, a partire dalla Fiom. Per questo la scelta pilatesca di Ferrero e Diliberto di fronte alla battaglia interna alla Cgil è francamente sconcertante. Capisco che Epifani è grande elettore di Bersani, con cui PRC e PDCI stanno facendo accordi di governo in tutta Italia per le elezioni regionali. Ma le ragioni della Fiom possono essere subordinate alle ragioni degli assessori e del PD di Colaninno ?
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI



GENERALIZZARE L’ESEMPIO DELLA LOTTA DEI LAVORATORI DI ALCOA ED EUTELIA.
(23 Novembre 2009)
Occupare tutte le aziende che licenziano e creare una cassa nazionale di resistenza: questa proposta centrale d’azione del Partito Comunista dei Lavoratori ( PCL) è confermata, giorno dopo giorno, dalla stessa dinamica delle principali lotte operaie. La occupazione degli stabilimenti di Eutelia, l’occupazione delle fabbriche Alcoa, le spinte radicali che emergono in tante lotte di resistenza operaia contro la crisi, non possono e non debbono restare isolate. Il loro esempio va raccolto e generalizzato. Alla nuova valanga di licenziamenti che si sta annunciando , occorre rispondere con una radicalità uguale e contraria: occupando le aziende che licenziano e ponendole sotto il controllo dei lavoratori. Solo questa risposta può strappare risultati per i lavoratori e sostenere l’obbiettivo del blocco generale dei licenziamenti. Senza questa risposta, si rischia una disfatta disastrosa in ordine sparso. Per questo il PCL si rivolge nuovamente a tutte le sinistre sindacali e politiche perché uniscano le proprie forze attorno a questa linea d’azione. In ogni caso il PCL- presente dall’inizio in tutte le principali lotte operaie in corso- lavorerà per generalizzare la lotta esemplare di Eutelia e di Alcoa.
MARCO FERRANDO- PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

Studenti in piazza ad Ancona contro l'emergenza alloggi

Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa degli Studenti Universitari di Ancona aderenti all'associazione Gulliver in seguito al presidio del 22/11/2009 in Piazza Roma.
Esprimiamo la nostra solidarietà a tutti gli studenti fuorisede marchigiani e ci impegnamo, fin da ora, ad inserire tra i primi punti del programma elettorale del Partito Comunista dei Lavoratori delle Marche, la risoluzione di tutti i problemi legati all'agenzia regionale ERSU che contribuiscono a rendere il Diritto allo Studio nel nostro paese un astratto dettato costituzionale senza reale applicazione.
La Lista “Gulliver – Sinistra Universitaria” esprime grande soddisfazione per la realizzazione del presidio di ieri sera tenutosi ad Ancona in Piazza Roma."Ad oggi, intendiamo testimoniare pubblicamente la situazione di emergenza che persiste negli alloggi in cui sono costretti a “sopravvivere” gli studenti fuori sede che studiano presso l’Ateneo di Ancona.Per tanto l’iniziativa denominata: “GLI STUDENTI UNIVERSITARI SONO IN MEZZO AD UNA STRADA” è stata organizzata portando in piazza letti, scrivanie, poltrone e sedie con l’obbiettivo di portare a conoscenza anche la cittadinanza di quanto accade giornalmente negli studentati e di come uno degli articoli fondamentale della Costituzione Italiana (art. 34) siano violati.Precisiamo che questo momento rappresenta l’inizio di una campagna mediatica di denuncia e di un percorso di mobilitazione attraverso il quale vogliamo nuovamente richiedere alla Regione - concludono - di sanare immediatamente le carenze in materia di Diritto allo Studio che hanno causato una condizione ormai inaccettabile".

21/11/09

Difendiamo il futuro dalla solita storia!

È bello sentirsi dire ogni giorno che la crisi ha toccato il fondo e che stiamo lentamente risalendo. È altrettanto meraviglioso sapere che non ci siano responsabilità dirette, e che le conseguenze le paghino solo i lavoratori dipendenti tutti ed i piccoli contadini ed artigiani (a cui si aggiunge ora anche una parte dei piccoli imprenditori) che passano anch’essi, loro malgrado, alla condizioni di sfruttati, schiacciati dal peso e falcidiati dalla spietata selezione naturale del capitalismo. Senza parlare di studenti, pensionati, extracomunitari, precari, casalinghe etc. Tutti loro dovranno farsi carico di ripagare questo ennesimo crollo, ma in nome di cosa? I veri responsabili artefici di questa ennesima crisi del capitalismo, non sborseranno neppure un centesimo, al contrario, ci hanno già speculato sopra traendone profitto.

Quale unità

Immensi cartelloni in cui una schiera di partiti (da Rifondazione al PD, dai Comunisti Italiani all'Italia dei Valori) si unisce all’insegna del ”Tutti uniti per il lavoro” compaiono oggi nei centri di molte città marchigiane. Dietro questo motto si nasconde la famigerata parola d’ordine del capitalismo: “Privatizziamo i guadagni e socializziamo le perdite!”. La realtà è che il lavoro da compiere uniti che intendono consiste nel mettere a tacere la voce del popolo, promettendo piccoli palliativi e disperdendo la sua forza in mezzo ai mille rivoli del riformismo opportunista, tutti subalterni, in una forma o nell’altra alla borghesia e ai suoi governi antioperai.

Veramente uniti?

Poiché si parla di unità, ci domandiamo come mai ci si accanisce tanto e si lavora così assiduamente per la disgregazione delle masse lavoratrici e non per la loro effettiva unità politica e sindacale, per l’assopimento e non per il risveglio. Da una parte ci si prende il merito di tener buoni i lavoratori (e qui interviene l’informazione che plasma le menti), dall’altra i lavoratori tengono attualmente occupati o presidiati 300 stabilimenti in tutta Italia (ed ecco l’informazione che censura). Da una parte si promuovono manifestazioni (che poi si rivelano per nulla unitarie, come quella del 5 dicembre, a cui molti del PD non prenderanno parte), mentre dall’altra si frena la partecipazione democratica e diretta dei lavoratori. Da una parte si promuove lo “scudo fiscale” bipartisan, vergognoso condono ai grandi evasori fiscali e alla criminalità finanziaria (che consentirà alle banche, oltretutto, un nuovo incasso di oltre 10 miliardi), dall’altra si fa un attacco frontale al “contratto nazionale del lavoro”, l’atto finale di un percorso di svendita degli interessi della classe lavoratrice.

L’ennesimo massacro politico è ancora in atto

Ora che l’ennesima crisi del sistema capitalistico si ripresenta con tutta la sua insolenza, fragilità fallimentare, nessuno prova a mettere in discussione l’intero sistema economico. Nessuno mette in dubbio l’efficacia di questo sistema, “espressione di pochi”, e portare avanti idee di un socialismo “che si esprime in milioni di lavoratori”. Continuare a foraggiare il sistema capitalistico come prodotto ultimo, come il non plus ultra della storia, non porterà altro che a nuovi arretramenti per tutti gli abitanti della Terra: emigrazione, morte, miseria e fame in tutto il mondo. Nonostante le belle parole, restano attaccati alle loro poltrone e se non basta, usano il mondo del lavoro per prenderne di nuove, adottando tattiche politiche che si adeguano di volta in volta ai tempi che corrono. Con false parole si incentiva l’individualismo a discapito della socialità, con false parole si disincentiva di fatto ad occuparsi di politica mentre perfino i loro “organi interni” sono gestiti dalla politica.Anche questa volta basterà una semplice calcolatrice truccata o stupidi depliant per convincere milioni di elettori (che non si faranno troppe domande) a votare il potentato di turno. Di prendere in considerazione che così facendo si continua a distruggere e ingannare la storia, tradendo sacrifici, lotte, uomini e donne che hanno dedicato la loro esistenza per un mondo più giusto, non se ne parla nemmeno. Sono cose vecchie, irrealizzabili, utopiche. Mentre loro dicono di farlo per vedere le generazioni future sorridere e regalargli un mondo migliore e non per rimanere servi della borghesia o collaboratori di governo con la borghesia (vedi i due governi antioperai di Prodi.

La questione del potere ai lavoratori

Questo è ciò che è ha sempre caratterizzato chi rimuove l’obiettivo del potere operaio: un obiettivo, un programma che conduca i lavoratori non ad occupare impotentemente qualche poltrona in un ministero borghese, ma alla costruzione di un governo “dei lavoratori per i lavoratori”. Un mondo dove il 90% della popolazione controlli il paese e non il contrario. Dove il 2% della popolazione mondiale non possa arrogarsi il controllo del restante 98%. Coloro che dichiarano di essere comunisti dovrebbero sapere che “ci si deve applicare per realizzare ciò che è stato previsto”: i comunisti fanno previsioni legate ad un progetto attivo di modifica della storia che non è predeterminato da qualcuno, ma dipende in gran parte dall’intervento umano nella lotta di classe. È l’uomo che fa la storia!


Questa è una società marcia: si salvano le banche, si chiudono le fabbriche, nessun tetto agli stipendi milionari dei manager ma blocco totale del salario miserabile dei lavoratori attivi. Ora, incominciamo a pensare con la nostra testa, lasciamoci alle spalle borghesi e massoni che sono stati per secoli la nostra rovina. Organizziamoci in un grande partito dove saremo noi a decidere del nostro avvenire…e per quello dei nostri figli. “L’unità non è mai mancata quando si trattava di colpire la propria base sociale; è mancata quando si trattava di difenderla”.

Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione di Ancona – nucleo montano

Una firma per i lavoratori


Contribuisci anche tu a presentare una lista ed un programma alternativo ai soliti due schieramenti alle prossime elezioni Regionali.
Abbiamo bisogno del tuo aiuto poichè il numero di firme da raccogliere per la presentazione della lista è incredibilmente alto ed in pochissimo tempo.
Se vuoi firmare per le nostre liste perchè sei un nostro simpatizzante o anche solo per un gesto di democrazia, perchè pensi abbiamo diritto di partecipare alla futura campagna elettorale, contattaci all'indirizzo pclancona@alice.it.

Comunicato Stampa: no alla privatizzazione dell’acqua e degli altri servizi pubblici essenziali


Il Partito Comunista dei Lavoratori, che sarà presente alle prossime elezioni regionali delle Marche con una lista indipendente, inizia la campagna elettorale con una proposta precisa: la Regione faccia di tutto per impedire che il Decreto Ronchi, approvato ieri al Senato con la “porcata” della fiducia, diventi realtà anche nei nostri comuni.
Il provvedimento, che prosegue nel solco delle privatizzazioni selvagge dei servizi essenziali e dei settori pubblici strategici segnato in questi anni sia dai governi di centrodestra che di centrosinistra, prevede la privatizzazione dei servizi pubblici locali, tra cui, all’art.15, il più importante: l’acqua.
E’ un autentico regalo agli speculatori ed uno straordinario strumento clientelare per i partiti borghesi, che porterà alla spartizione economica di uno dei bisogni primari della popolazione. Come è sempre accaduto in seguito alle privatizzazioni, si arriverà presto ad un aumento delle tariffe e al peggiorare del servizi a discapito di tutta la cittadinanza ed a vantaggio di pochi. L’acqua è di tutti e tale deve rimanere, non permetteremo che nessuno possa essere privato di questo bene di prima necessità.

16/11/09

Togliatti: il burocrate controrivoluzionario


Pubblichiamo di seguito un articolo di approfondimento politico su una delle più controverse figure dello Stalinismo italiano. Utile per capire che i personaggi della sinistra che noi oggi critichiamo non si sono inventati nulla ma provengono e perpetuano, anche se si sforzano di sembrare nuovi, vecchie politiche frutto di una cultura distorta che nel nostro paese è sempre stata egemone.
La storia politica di Palmiro Togliatti è la storia di uno peggiori personaggi che il movimento operaio abbia conosciuto, secondo, per orrori commessi, solo a Stalin. HANNAH ARENDT nella " La banalità del male" da un quadro pulito del genere di persone riconducibili a Togliatti. Un losco individuo, senza etica e dignità, pronto a supinarsi ai voleri del suo padre padrone Stalin senza la minima riflessione, un burocrate.

Cerchiamo con ordine di ripercorrere, cronologicamente, le sue tappe politiche. Nel 1921, anno fondativo del Partito Comunista d'Italia, Togliatti è un semplice redattore dell"Ordine Nuovo, tanto che a Livorno durante le sessioni del congresso non è tra i partecipanti... " Era rimasto a Torino a fare il giornale" [1]. Anche se, per onestà intellettuale, su un 'altra biografia [2] si scrive che "partecipa al congresso con la delegazione di Torino"... Insomma in piena similitudine con Stalin, che durante la rivoluzione russa aveva avuto un ruolo di secondo piano e "conciliazionista", partendo in sordina diviene per magia negli anni 30, a regime oramai strangolato, il leader incontrastato della rivoluzione, secondo solo a Lenin oramai salma...

Nel 1926, quando all'interno del PCUS infuriava la lotta tra l'opposizione di sinistra e la burocrazia stalinista, Gramsci scrive una lettera, indirizzata ai compagni sovietici e tenuta segreta per molto tempo, riguardo alla lotta intestina: "Voi state distruggendo l'opera vostra, voi degradate la funzione di dirigente che il partito comunista russo aveva conquistato per impulso di Lenin: i vostri doveri di militanti russi possono essere adempiuti solo nel quadro degli interessi del proletariato internazionale...Togliatti, non vale la pena neanche citare il testo, risponde, sempre sotto ordine di Stalin, stizzito a Gramsci...Uno dei grandi meriti di "Ercoli" fu quello di aver "aiutato"... a liquidare da coprotagonista assieme a Stalin le opposizioni interne.

Nella metà degli anni venti Togliatti assunse, a livello internazionale, una posizione di destra (corrente Bucharin), e quando vide il modo con cui gli oppositori venivano trattati...Togliatti si allineò da buon paggio a Stalin. Stalin non poteva tollerare opposizioni interne e correnti (come era previsto nel partito di Lenin [3]) e procedette all'eliminazione prima politica e poi fisica dell'opposizione trotskista. E così, al medesimo tempo, fece Togliatti con i Trotskisti italiani: Tresso, Ravazzoli e Leonetti (che erano stati i fondatori, insieme a Bordiga prima e Gramsci poi, del PCI italiano). Forte, Togliatti, di una maggioranza nella segreteria del PCI ottenuta grazie alla complicità di un altro laido individuo, Secchia, accusa i tre di deviazionismo e li fa espellere dal Partito. Le calunnie di Togliatti perseguiteranno il compagno Tresso sino alla sua morte e oltre...Tresso morì nel 1944 , in Francia fucilato da miliziani Stalinisti [4].

Togliatti non saturo del suo operato in Italia, da buon fedele stalinista si preoccupa di "ripulire" le diverse opposizioni comuniste nel resto d'Europa.
Prima di tutto toccò ai Polacchi e al PCP: "Quale responsabile incaricato dell'Internazionale comunista alla cura e al controllo dei partiti comunisti dell'Europa centrale seguì la vicenda del partito comunista polacco [5]". "Vicenda" che sotto la sua "cura" portò allo scioglimento del Partito comunista polacco e alla eliminazione fisica, quasi totale, di tutti i membri del comitato centrale...
Poi venne il turno della Spagna. Togliatti era considerato: "il consigliere e l'animatore" [6] della rivoluzione spagnola... Criticava "l'infantilismo anarchico" e riversava, come fatto in passato, il suo odio contro trotskisti e anarchici... Non sappiamo che ruolo ha avuto, al contrario dei suoi amici Vidali e Orlov, quali responsabilità Togliatti ha avuto nelle morte di Andreu Nin [7] , ma sarebbe difficile escludere che come responsabile dell'Internazionale Comunista non sapesse...
Naturalmente Ercoli accusa di fascismo le "spie trotskiste" additandole con disprezzo, ma ai veri fascisti lanciava appelli di benevolenza: "Noi siamo disposti a batterci con voi per la realizzazione del programma fascista"... [8]. Mentre Gramsci e altri compagni erano chiusi nelle carceri fasciste, Togliatti dalla sua comoda poltrona di Mosca attaccava i veri rivoluzionari e, ogni tanto, lanciava la sponda di "collaborazione" con i fascisti di Mussolini. Anche sulle moltissime vittime comuniste dello stalinismo chiuse e uccise nei gulag staliniani, Togliatti
-dalla profonda etica comunista- non mosse nemmeno un dito[9].
Negli anni 40, dopo la liberazione dal nazifascismo, Togliatti eseguendo la tattica stalinista e antileninista dei fronti popolari assunse il ministero di Grazia e Giustizia del governo borghese italiano. Tra le prime misure prese dal nuovo ministro vi fu "l'amnistia" per i fascisti e la repressione dei moti contadini in Sicilia...Si potrebbe continuare parlando della "via italiana al socialismo"... o dei suoi numerosi articoli che elogiavano Stalin dopo la soppressione di rivoluzionari come Zinoviev, Kamenev, Bucharin... l'epurazione di Trotskij e così via, ma non basterebbe duecento pagine. Meglio dunque, forse più utile, soffermarci sulla coerenza e autonomia di pensiero di Togliatti... SIC!
Negli anni venti, durante i primi anni di vita dell'internazionale come scritto sopra, Togliatti, era stato bucharinaino; poi virò e divenne stalinista. Nel 1943 accettò, con grande esaltazione, lo scioglimento della III internazionale; ma nel '47 con la stessa esaltazione, applaudì alla sua ricostruzione sotto le vesta del Cominform, salvo poi essere di nuovo felice per il suo definitivo scioglimento del '56. Con la stessa disinvoltura avvalorò la condanna di Tito, stendendo anche il testo si accusa, e poi dopo si congratulò con il "comunismo" jugoslavo. Fu artefice e protagonista della repressione stalinista e dopo l'avvento Krusciov ( XX Congresso) si allineo alla (presunta) destalinizzazione... Insomma un uomo vile, senza etica, pronto a sacrificare i principi del comunismo per un posto nell'apparato dei privilegiati.

Ma la vita di Togliatti e la sua sgradevolezza hanno anche un altro significato politico, spesso dimenticato, ma oggi attualissimo. Quando molti compagni, legittimamente, oggi parlano e scrivono di "unità dei comunisti", ci si dovrebbe domandare prima, opportunamente, quali comunisti e quale comunismo?

Eugenio Gemmo
Partito Comunista dei Lavoratori
Direzione Nazionale

Note
1 Conversando con Togliatti
2 Togliatti a cura della Commissione propaganda del PCI
3 I Protocolli del CC Bolscevico del 1917-1918
4 Tresso ... Gruppo "Pietro Tresso" Facebook
5 Conversando con Togliatti
6 Trent'anni di vita del Partito Comunista Italiano
7 Andreu Nin fondatore e massimo dirigente del POUM spagnolo
8 Togliatti e Stalin di G.Siniga . Documenti
9 Vittime italiane dello stalinismo in Urss. Di A. Leonetti

14/11/09

Né pubblico, né privato: Comune. A Senigallia Mezza Canaja occupa un nuovo stabile.


“Voi raccapricciate all’idea che noi vogliamo abolire la proprietà privata. Ma nella società vostra attuale la proprietà fu già abolita per nove decimi dei membri suoi: e la proprietà esiste solo in quanto non esiste per quei nove su dieci. Voi dunque ci rimproverate che noi vogliamo abolire una forma di proprietà, la quale suppone come sua indispensabile condizione di tener privi di ogni proprietà il più gran numero dei membri della società”.
(Karl Marx)

La città non è più la stessa. Dieci anni di Giunta Angeloni ne hanno cambiato il volto, sapendo traghettare uno sviluppo urbano fondato su turismo e agricoltura ad uno centrato sul terziario avanzato. A livello urbanistico è stato varato il Piano Cervellati che cambierà completamente il volto del centro storico. Cantieri sono stati aperti un po’ ovunque, così come demolizioni e ri/costruzioni hanno accompagnato la quotidianità di tutti noi.
La scommessa sul terziario avanzato ha saputo fronteggiare la crisi: in un periodo avaro di consumi, la politica degli eventi ha popolato il lungomare, ripopolato il centro storico e lanciato Senigallia sullo scenario nazionale; il tutto mentre le altre città delle Marche arrancavano.
Tutte basi poste per la più grande sfida del futuro, ovvero quella di allungare la stagione estiva ben oltre la sua naturale durata. Senigallia prova ad immaginarsi come “città globale”.
Applausi allora? No, perché tutto questo è avvenuto con la messa all’asta del territorio. Oggi, la “belle epoque” è finita. Non c’è più nulla da progettare, c’è solo da amministrare: mansione più consona al futuro Sindaco.
Gli enti pubblici senza più soldi sono diventati ostaggi dei grandi capitali o addirittura pignorati, gli spazi pubblici sono stati svenduti a ditte “amiche”, e a colpi di varianti e piani particolareggiati l’urbanistica è stata completamente deregolamentata. Guardando la “striscia di Gaza” al Cesano, capiamo immediatamente come sono lontani i tempi in cui la progettualità si concretizzava in quartieri come le Saline o il Vivere Verde. Quest’ultimi, un’articolazione di spazi verdi, asili, scuole, esercizi commerciali, spazi sociali, case popolari e residenziali, il primo, invece, un quartiere dormitorio usa e getta.
L’arte di governo della Giunta, basata sull’attrazione di investimenti privati attraverso l’agevolazione di quest’ultimi, avrebbe dovuto creare un mercato concorrenziale, aperto e pieno di opportunità per tutti. Al contrario si sono gettate le basi per la costituzione di un oligopolio di costruttori e immobiliaristi, e per la svendita dello spazio pubblico ai grandi capitali finanziari e non, rendendo, di fatto, l’azione politica pubblica completamente in ostaggio di interessi e lucri privati. Ex-sacelit, ex-Enel, il porto, ex-liceo scientifico e Palazzo Gherardi stanno lì a dimostrarlo. Oltre ai poli di lusso, c’è addirittura chi - senza imbarazzo - propone la costruzione di un Casinò all’Hotel Marche.
In poche parole il patrimonio pubblico - sia in termini di immobili che di terreni - si è sostanzialmente esaurito, perché o ristrutturato e destinato a nuove e dubbie mansioni, o direttamente venduto al miglior offerente, meglio se di famiglia. Senigallia non è più uno spazio pubblico, ma uno spazio aperto al pubblico.
Peccheremmo di superficialità se sottovalutassimo le conseguenze sociali ed economiche - presenti e future - che queste trasformazioni in sordina hanno prodotto e producono nella nostra quotidianità.
Ci chiediamo, ad esempio, come sia possibile trovare una casa a Senigallia senza dover sacrificare trequarti di uno stipendio, senza fare ore di straordinari o più lavori, magari in nero. Non a caso molti giovani stanno andando a vivere nelle frazioni.
Ci chiediamo come sia possibile concepire un efficace sistema di garanzie sociali, stabile, duraturo e inclusivo, quando vi è una tale sproporzione tra le capacità contrattuali del privato e quelle del pubblico.
Per costituirsi in una dimensione associativa - formale o informale che sia - si è obbligati per necessità di reperire spazi e finanziamenti, ad accettare un sistema clientelare, in quanto, la volontarietà, l’assenza di lucro, il lavoro di base e la dimensione popolare, escludono a priori ogni possibilità di affittare e mantenere immobili a prezzo di mercato. Per farlo dovremmo abbandonare ogni dimensione sociale e partecipativa ed entrare nelle logiche del business del divertimento e dell‘intrattenimento. In poche parole, non esiste più la possibilità di organizzare spazi sociali, politici e culturali senza la mediazione di favoritismi politici o delle regole escludenti del mercato.
Tra le due opzioni che la miseria del presente ci offre, preferiamo - come già detto - la strada tortuosa della libertà e dell’indipendenza. Essere autonomi dal pubblico e dal privato.
L’occupazione di oggi non significa semplicemente il riappropriarci di una sede, ma allude a ristabilire i rapporti di forza e le capacità contrattuali di tutti coloro che producono la ricchezza di questa città, e che vogliono però essere autonomi dai rapporti di servitù, instabilità e ricatto che il mercato e la politica impongono. Pensiamo, infatti, che sia insostenibile che la cooperazione che le persone in questa città mettono a valore sia frustrata da una continua dimensione di insicurezza e precarietà.
Sia chiaro, non ci interessa fossilizzarci sull’ideologia da centro sociale e sull’estetica dell’occupazione. La nostra speranza e il nostro desiderio sono di mettere radici, di darci stabilità e quindi progettualità.
A due mesi dalla demolizione delle ex-colonie Enel e in una città priva ormai di ogni spazio pubblico, ripartiamo riappropriandoci di una fabbrica abbandonata, di un’industria fallita, di un pezzo di territorio lasciato a marcire.
Abbiamo occupato uno stabile della società “SO. DE. CO. REAL ESTATE S.R.L.”, di proprietà della “Unione Fiduciaria s.p.a.”, quindi non il frutto del sudore di un piccolo risparmiatore o di una piccola impresa, ma uno stabile in mano alla grande rendita immobiliare. Ricominciamo da qua, aprendo uno spazio della grande proprietà privata alla condivisione e alla cooperazione comune.

CSOA Mezza Canaja

13/11/09

BERLUSCONI E POTENTI IMPUNITI, POVERACCI IN GALERA.




La cosiddetta “riforma della Giustizia” si risolve nell’ingiustizia più clamorosa : impunità per legge di Berlusconi e di una nutrita corte di criminali della finanza e della truffa ( Parmalat in testa); punibilità di migranti e poveracci. Non si tratta solamente della più spudorata autoassoluzione di Berlusconi- in un volgare mercimonio tra Berlusconi e Lega- ma del manifesto pubblico della “disuguaglianza di fronte alla legge”. Tanto più significativo nel giorno stesso in cui il governo annuncia una nuova detassazione delle imprese e dei profitti ( Irap e Ires), mentre nega ogni reale riduzione fiscale a salari e pensioni.
Di fronte a tutto questo non bastano iniziative parlamentari di contrasto. E’ necessaria una mobilitazione radicale e di massa in tutto il paese, a carattere prolungato, che si ponga l’obiettivo della cacciata di Berlusconi. Una mobilitazione che unifichi e raccolga contro Berlusconi tutte le ragioni sociali colpite dalla crisi e offese dal governo, saldando nel più ampio fronte di massa rivendicazioni democratiche e di classe, nella prospettiva di un’alternativa vera. Se non ora, quando?

Marco Ferrando
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

12/11/09

Poesia agli otto occupanti

Pubblichiamo di seguito un breve pensiero dedicato da un compagno fabrianese agli otto operai che hanno occupato nei giorni scorsi gli uffici della Merloni.
5/11/2009

Avvolti da una nuvola rossa
In questa timida giornata di novembre,
con gli sguardi rivolti al cielo
L’azione, corre più veloce della pioggia.
Si poteva tacere in nome del progresso,
e abbracciare la sorda indifferenza della gente,
o calpestare il lastricato del potere,
mettendo i nostri cuori, dall’altra parte del cancello.
Gli echi lontani della sofferenza,
sembrano ormai parole sfuggenti,
in quella pioggia insistente e fredda,
il coraggio ha avuto ragione della notte….
E dentro il fuoco di quel timido braciere,
il calore ha illuminato, l’alba di un nuovo giorno.

Grazie di cuore,
Di Marzio Emanuele
Dedicato a:
Barbara Imperiale, Andrea Giacobelli, Dario Passeretti, Youri Venturelli,
Massimo Molinari, Giorgio Punzo, Monia Pietrella e Vladimiro Stella.

11/11/09

Due domande al presidente della Regione dagli operai delle Cooperative Forestali

Caro presidente,
Le parliamo in nome degli operai forestali di questa regione e nel farle un “rendiconto” come lei lo chiama, le dobbiamo dire a malincuore due cose, e farle due domande:

La prima è che la sua amministrazione pur alla presenza di notevoli risorse per la montagna spendibili fin dal 2007 non è riuscita a trasformare queste risorse in occupazione, lasciando a casa tutti gli operai forestali della regione Marche che dal 2007 non vedono partire nessun cantiere forestale! Mi riferisco ai “Fondi Europei” e a quelli del “Ministero dell’Ambiente”, circa 20 milioni di euro…!

La seconda è che la sua amministrazione non ha stanziato un euro del proprio bilancio per le attività di sistemazione del territorio, e malgrado abbiate approvato il piano forestale regionale, questo non è stato dotato di risorse sufficienti a garantire ciò che il piano si prefigge e quindi a garantire anche la stabilizzazione dei lavoratori forestali…!

La domande invece sono queste:
Pensa di poter garantire l’avvio dei cantieri delle misure forestali del P.S.R per il mese di marzo prossimo, prendendo gli opportuni provvedimenti nei confronti degli “Uffici Foreste e Difesa del Suolo” che in due anni non sono riusciti a fare il loro dovere lasciando tutti a casa senza paga e senza ammortizzatori sociali?

L'altra domanda è questa:
Se pensa veramente che il nostro lavoro in montagna sia importante per la salvaguardia dell’ambiente e il rilancio del turismo nelle aree interne, pensa di finanziare adeguatamente il piano forestale regionale?

Solo questo potrà essere un segnale chiaro di attenzione vera della sua amministrazione per le aree montane.

Grazie e buon lavoro.

I lavoratori delle coop.ve forestali della regione.

09/11/09

Azione democratica La solidarietà arriva da sinistra

Dal Corriere Adriatico dell' 8 novembre 2009
Azione democratica La solidarietà arriva da sinistra Fabriano Arriva da sinistra la solidarietà ai cassintegrati della Antonio Merloni che per due giorni hanno occupato gli uffici del gruppo e, più in generale, ai lavoratori in difficoltà. “Riteniamo l’occupazione - spiega il segretario del Pdci Luca Lisandrini - un’azione democratica fondamentale come segno di protesta in una fase di crisi economica che sembra non finire. Il nostro sostegno va, ovviamente, anche a tutte le altre categorie dei lavoratori (artigiani, commercianti e così via) che stanno subendo gli effetti di questo fenomeno”. Giacomo Scortichini e Gianni Socionovo dell’associazione “La sinistra c’è” esprimono “solidarietà ai lavoratori della Ardo che stanno lottando per tutelare il proprio lavoro”, ma il loro pensiero è rivolto pure “a tutte quelle realtà lavorative che non trovano voce né sostegno. E’ evidente che manca una qualsiasi politica di rilancio imprenditoriale, in modo particolare per le piccole e medie imprese che oggi vengono politicamente agitate, ma non sostenute”. Il Partito comunista dei lavoratori di Ancona sottolinea per la Ardo “la necessità della nazionalizzazione dell’azienda, una reale riconversione industriale degli impianti produttivi e il mantenimento di tutti i posti di lavoro”.

06/11/09

Sosteniamo gli operai nell'occupazione della Merloni!


Fabriano, 6 novembre 2009


COMUNICATO STAMPA


La scelta presa dagli otto operai della Ardo, che da ieri sono chiusi negli uffici amministrativi della Merloni a Fabriano, è stata giusta ed inevitabile e va quindi sostenuta, politicamente e materialmente, da tutti i cittadini, le forze politiche e sindacali, con azioni unitarie, uno sciopero generale di tutto il territorio e la creazione di una cassa di resistenza in favore degli operai in lotta.

L’azione (da tempo promossa dal Partito Comunista dei Lavoratori con comunicati stampa, volantinaggi ed assemblee pubbliche) è giunta dopo più di un anno di cassa integrazione, durante il quale gli operai non hanno ricevuto nessuna risposta dalle istituzioni né sostegno concreto dalle burocrazie sindacali e politiche. Dopo anni di delocalizzazioni, mancanza di investimenti, monosettore forzato, gestione familistica delle aziende e delle istituzioni locali (favorite da un controllo sociale esercitato con la complicità dei sindacati e dei partiti di centrosinistra), i destini dei 3000 occupati in tutta Italia (senza considerare l’enorme indotto) sembrano segnati: se non arrivano alternative concrete si va incontro ad un licenziamento di massa.

Perciò torniamo a chiedere, invece di aiuti economici proposti dal governo alla famiglia Merloni per salvaguardare i propri interessi e prolungare l’agonia dei lavoratori, le uniche soluzioni possibili alla crisi:

1. La Nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo operaio dell’azienda
2. Una reale riconversione industriale degli impianti produttivi
3. Il mantenimento di tutti i posti di lavoro, anche riducendo l’orario di lavoro a parità di salario.

Il Partito Comunista dei Lavoratori garantirà nei prossimi giorni il suo massimo impegno per offrire sostegno materiale ai lavoratori in lotta, prendendo parte, con i propri militanti, all’occupazione in atto ed al presidio di solidarietà, ed invita tutti i propri simpatizzanti a fare altrettanto, per trasformare la battaglia degli operai della Merloni in una vittoria di tutti i lavoratori!


Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione di Ancona
Info: pclancona@alice.it - www.marcherosse.blogspot.com

05/11/09

Piena solidarietà agli operai dell'Ardo


Cliccando sull'immagine potete leggere il testo del volantino distribuito dal PCL di Ancona - nucleo montano in sostegno dell'occuopazione degli uffici della Merloni da parte degli operai dell'Ardo.

Una sentenza elementare della Corte Europea sul crocifisso


La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sul crocifisso è totalmente condivisibile. Colpisce l’arroganza di chi nega il diritto alla moschea alla confessione islamica ma pretende di imporre il crocifisso nelle scuole. All’opposto, la difesa incondizionata della libertà religiosa di ogni culto, deve combinarsi col rifiuto incondizionato di ogni ingerenza confessionale nelle istituzioni pubbliche. Chiesa e Stato vanno rigorosamente separati : è’ significativo che il PD di Bersani rinneghi persino questo principio liberale elementare pur di ingraziarsi gli ambienti vaticani e candidarsi a governare in loro nome. La rimozione del crocifisso dalle aule scolastiche deve essere invece il primo passo di una grande campagna nazionale per la cancellazione di tutti i privilegi confessionali e sociali del capitalismo ecclesiastico: la scandalosa esenzione fiscale di IVA e ICI, le enormi regalie pubbliche a scuole e università cattoliche, i fiumi di denaro pubblico alla sanità privata ecclesiastica, i poteri inconfessabili dello IOR. Di fronte alla difesa del Vaticano da parte di tutte le forze borghesi - reazionarie o liberali- proponiamo a tutte le sinistre una grande campagna unitaria anticlericale che non si limiti al terreno democratico ma investa i poteri materiali della Chiesa come componente e stampella dell’ordine capitalistico .


Partito Comunista dei Lavoratori

02/11/09

Iran: arrestato lo studente che ha sfidato Khamenei

Nonostante in Italia ci siano correnti politiche che difendono il regime teocratico Khomeinista (anche alcune componenti neostaliniste presenti dentro al PRC ed al PDCI), riportiamo una notizia sconvolgente che ci ricorda come nel mondo ci siano persone pronte a rischiare la propria vita in nome della libertà di pensiero e di parola.

Dall'agenzia stampa adnkronos


Sarebbe stato arrestato Mahmoud Vahidnia, lo studente iraniano che mercoledi' scorso ha criticato l'Ayatollah Ali Khamenei in un discorso in sua presenza nell'aula magna dell'Universita' di Teheran. Lo riferisce il sito web degli studenti dell'Universita' Sharif, secondo cui il giovane studente di matematica sarebbe da giovedi' sera sotto custodia dell'unita' di intelligence delle Guardia rivoluzionarie. La notizia non e' stata pero' al momento confermata ufficialmente.
"Mahmoud Vahid-Nia e' un eroe". "Mahmoud Vahid-Nia e' un vero leader". "Mahmoud Vahid-Nia e' l'eroe iraniano che ha sfidato l'autorita' della Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamenei". Questi alcuni dei messaggi che sono circolati sui blog e sui social network iraniani in un tam tam mediatico che ha trasformato Mahmoud Vahidnia, dell'universita' 'Sharif' di Teheran, nella nuova icona dei riformisti. Nei giorni scorsi Vahidnia ha avuto il coraggio di sfidare in pubblico, davanti una folla di studenti che si era riunita nell'aula magna dell'universita' di Teheran, l'autorita' piu' alta della Repubblica Islamica, l'ayatollah Khamenei, l'unico sempre al riparo da critiche in quanto rappresentante in terra dell'Imam.
Khamenei e' solito incontrare alcuni selezionati studenti in pubblico, spesso davanti alle telecamere della tv di Stato. Questi incontri sono sempre piuttosto controllati, con la Guida Suprema che parla ai giovani dei valori dell'Islam e gli studenti che esprimono devozione al Leader.
Ma quello che e' accaduto mercoledi' scorso ha sorpreso tutti, primo fra tutti la stessa Guida Suprema. "Voglio dirle alcune parole", ha esordito Vahidnia, alzando la mano e rivolgendosi a Khamenei, mentre l'incontro all'universita' stava volgendo al termine.
"Perche' nessuno puo' permettersi di criticarla in questo Paese? Non e' ignoranza questa?", ha affondato il giovane. "Lei ritiene di non fare errori? Perche' l'hanno trasformata in una sorta di idolo irraggiungibile che nessuno puo' sfidare?". - Vahidnia non ha temuto le ripercussioni delle sue affermazioni e ha continuato incurante dei suoi colleghi che cercavano di farlo tacere.
"Perche' la tv nazionale mostra immagini false, per esempio su quello che e' successo dopo le elezioni? E' mai possibile - ha concluso - che non abbia mai potuto leggere un articolo sulla sua attivita' politica visto che ha chiuso tutti i media che osavano criticarla?". Khamenei non ha risposto direttamente al giovane, ma ha bollato come "false" le sue frasi. E immediatamente e' circolata sul web la voce che il giovane studente di matematica era stato arrestato. (Adnkronos).