28/07/14
25/07/14
Marche e marchette, lo scandalo sui rimborsi riguarda tutto e tutti
Dal Manifesto del 25/07/2014
L'inchiesta. 47 indagati per peculato, dal presidente Spacca (Pd) a più di 40 consiglieri e 5 portaborse. Mezzo milione di spese pazza rimborsate dalla regione, dal "viaggio nel cuore del piacere" femminile fino a una sfilza di ristoranti e alberghi. Lo scandalo riguarda tutti i partiti, nessuno escluso
La reazione è trasversale, una frase ricorre sulla bocca di tutti i consiglieri: «Non ci sono avvisi di garanzia». Ufficialmente, fuori dalla procura e dalle redazioni dei giornali, nessuno sa nulla.
A guardare gli episodi che riempiono le centinaia di carte dell’inchiesta, il problema non è la quantità di denaro buttata al vento – in totale, stimano gli investigatori, mezzo milione di euro –, ma il suo utilizzo.
E allora abbiamo personaggi tipo Raffaele Bucciarelli dei Comunisti Italiani che ha messo in nota spese il volume «Il segreto delle donne, viaggio nel cuore del piacere» (16,80 euro), affermando poi di averlo fatto perché «fondatore della commissione pari opportunità». Poi c’è l’ex candidato al ruolo di governatore per il centrodestra, Erminio Marinelli, che si è fatto rimborsare le spese sostenute per l’organizzazione di un incontro sulla sanità regionale avvenuto, tra un brindisi e un piatto di lenticchie, il 31 dicembre del 2012. E ancora: Dino Latini (Api) ha voluto indietro 2.100 euro spesi in coppe e medaglie per un torneo di calcetto tra amici, il gruppo di Fli che ha voluto 800 euro per la trasferta a Mirabello in occasione della festa del partito, l’assessore dell’Udc Luca Marconi che presenta una fattura da 340 come rimborso per la partecipazione al convegno «Il rinnovamento dello spirito», in qualità di «inviato esperto di politiche familiari e sociali». Poi tutta una sfilza di ristoranti e alberghi, telefonini e tablet, navigatori satellitari. Addirittura olio, sale e formaggi per una non meglio precisata «iniziativa politica», cesti di Natale, biglietti della lotteria.
Marche e marchette, in attesa della conclusione delle indagini (la procura ha chiesto una proroga fino a dicembre), l’usanza dei rimborsi allegri ai gruppi consiliari fa scalpore, in un territorio ormai deserto industriale, da terra promessa a palude stagnante che, dopo la fuga delle multinazionali, è costretta ad assistere anche alla resa dei vecchi padroni.
La famiglia Merloni, che in politica ha piazzato qualche erede universale e diversi dipendenti, ha venduto Indesit agli americani della Whirpool, ricevendo in cambio una montagna di soldi e il plauso bipartisan della politica, locale e non solo. La Banca delle Marche è commissariata da un anno e non si sa bene cosa accadrà in futuro, in procura un’altra inchiesta, sulle centrali a biogas, ha portato alla luce un giro di poche famiglie che, in pratica, controlla tutta l’economia della lingua di terra che si estende dalla Repubblica di San Marino ai confini del fu Regno delle due Sicilie.
Sul campo di questa inchiesta sui rimborsi, ad ogni buon conto, si giocherà anche una fetta consistente delle prossime candidature alle regionali, previste per la primavera del 2015. Pochi dubbi sulla vittoria del centrosinistra, per ora, ma solo il gigantesco ostacolo rappresentato dalla candidatura alla presidenza: Spacca, che già ha due mandati all’attivo, è osteggiato da una parte del Pd, ma può contare su un’alleanza trasversale di centristi, imprenditori e di un’altra parte del suo partito.
Il problema è che tutti sono indagati e nessuno può dirsi abbastanza senza peccato da poter scagliare la prima pietra. Ammesso e non concesso che l’indagine della procura di Ancona non vada a finire in un nulla di fatto.
A guardare gli episodi che riempiono le centinaia di carte dell’inchiesta, il problema non è la quantità di denaro buttata al vento – in totale, stimano gli investigatori, mezzo milione di euro –, ma il suo utilizzo.
E allora abbiamo personaggi tipo Raffaele Bucciarelli dei Comunisti Italiani che ha messo in nota spese il volume «Il segreto delle donne, viaggio nel cuore del piacere» (16,80 euro), affermando poi di averlo fatto perché «fondatore della commissione pari opportunità». Poi c’è l’ex candidato al ruolo di governatore per il centrodestra, Erminio Marinelli, che si è fatto rimborsare le spese sostenute per l’organizzazione di un incontro sulla sanità regionale avvenuto, tra un brindisi e un piatto di lenticchie, il 31 dicembre del 2012. E ancora: Dino Latini (Api) ha voluto indietro 2.100 euro spesi in coppe e medaglie per un torneo di calcetto tra amici, il gruppo di Fli che ha voluto 800 euro per la trasferta a Mirabello in occasione della festa del partito, l’assessore dell’Udc Luca Marconi che presenta una fattura da 340 come rimborso per la partecipazione al convegno «Il rinnovamento dello spirito», in qualità di «inviato esperto di politiche familiari e sociali». Poi tutta una sfilza di ristoranti e alberghi, telefonini e tablet, navigatori satellitari. Addirittura olio, sale e formaggi per una non meglio precisata «iniziativa politica», cesti di Natale, biglietti della lotteria.
Marche e marchette, in attesa della conclusione delle indagini (la procura ha chiesto una proroga fino a dicembre), l’usanza dei rimborsi allegri ai gruppi consiliari fa scalpore, in un territorio ormai deserto industriale, da terra promessa a palude stagnante che, dopo la fuga delle multinazionali, è costretta ad assistere anche alla resa dei vecchi padroni.
La famiglia Merloni, che in politica ha piazzato qualche erede universale e diversi dipendenti, ha venduto Indesit agli americani della Whirpool, ricevendo in cambio una montagna di soldi e il plauso bipartisan della politica, locale e non solo. La Banca delle Marche è commissariata da un anno e non si sa bene cosa accadrà in futuro, in procura un’altra inchiesta, sulle centrali a biogas, ha portato alla luce un giro di poche famiglie che, in pratica, controlla tutta l’economia della lingua di terra che si estende dalla Repubblica di San Marino ai confini del fu Regno delle due Sicilie.
Sul campo di questa inchiesta sui rimborsi, ad ogni buon conto, si giocherà anche una fetta consistente delle prossime candidature alle regionali, previste per la primavera del 2015. Pochi dubbi sulla vittoria del centrosinistra, per ora, ma solo il gigantesco ostacolo rappresentato dalla candidatura alla presidenza: Spacca, che già ha due mandati all’attivo, è osteggiato da una parte del Pd, ma può contare su un’alleanza trasversale di centristi, imprenditori e di un’altra parte del suo partito.
Il problema è che tutti sono indagati e nessuno può dirsi abbastanza senza peccato da poter scagliare la prima pietra. Ammesso e non concesso che l’indagine della procura di Ancona non vada a finire in un nulla di fatto.
18/07/14
TANGENTI / Biogas Marche, sequestrati 22 immobili e 57 terreni
Noi l'avevamo detto che dietro il biogas c'era un'associazione a delinquere di Funzionari pubblici e capitalisti senza scrupoli, con la complicità dei politici borghesi...
Da ANSA.IT del 18/07/2014
Soci d’affari fra di loro e con alcune imprese del biogas (attraverso familiari o amici), ma anche destinatari di ‘tangentì sotto forma di lavori edilizi gratuiti, fatturazioni per forniture di materiale mai corrisposte, o regali: come un un orologio Montblanc da 9 mila euro. Il dirigente del Servizio Territorio e Ambiente della Regione Marche Luciano Calvarese e i funzionari Sandro Cossignani e Mauro Moretti avrebbero costituito, senza comunicarlo alla Regione, una propria società di forniture elettriche, e compartecipato a società di alcuni imprenditori: gli stessi ai quali poi rilasciavano le autorizzazioni per nuove centrali biogas. Secondo i finanzieri del Gico di Ancona, guidati dal col. Gianfranco Lucignano, con profili di responsabilità e vantaggi diversi, i tre funzionari avrebbero concordato lavori per 1.824.291 euro con le imprese del ‘cartellò, una fornitura di piante di alloro per alimentare le centrali biogas per 648.905 euro (mai arrivata a destinazione), la vendita di materiali elettrici per 64 mila euro. Uno dei funzionari si sarebbe anche fatto costruire gratis un impianto fotovoltaico su un capannone di sua proprietà. Ai tre dirigenti, sospesi dalla Regione destinati ad altri servizi, e ai 17 fra imprenditori e professionisti sotto inchiesta, le Fiamme gialle hanno sequestrato su ordine del Gip 22 immobili (compresa una villa con 20 stanze) e 57 terreni, per un totale di 115 ettari. In valori economici, il sequestro preventivo per equivalente ammonta a una somma di tutto rispetto: 10 milioni di euro.
Tre funzionari della Regione Marche e la ‘cremè dell’imprenditoria eco-energetica. Sono venti gli indagati nell’inchiesta ‘Green Profit’ che hanno ricevuto dalla procura di Ancona l’avviso di chiusura delle indagini per reati che vanno dalla concussione alla corruzione, dalla truffa allo Stato al falso: un atto che prelude ad una richiesta di rinvio a giudizio. Gli interessati hanno 20 giorni di tempo per chiedere di essere interrogati o presentare una memoria scritta. I FUNZIONARI – LUCIANO CALVARESE era il dirigente del Servizio regionale Territorio e Ambiente Energia-P.F. Rete elettrica regionale, Autorizzazioni energetiche Gas ed Idrocarburi. Sospeso dall’incarico, era già stato assegnato ad un altro servizio. Con lui sono indagati i funzionari SANDRO COSSIGNANI E MAURO MORETTI. GLI IMPRENDITORI – Nelle carte dell’inchiesta spiccano i nomi del conte GUIDO LEOPARDI DITTAJUTI (anche viticoltore), di ANTONIO LAZZARINI (cognato dell’ex ministro dei Lavori pubblici Franceco Merloni), e del figlio ALESSANDRO LAZZARINI. Gli altri sono PAOLO PESARESI, RENZO ROVINELLI, ALESSANDRA SEVERINI, MARCO MARACCI, LORENZA RAMOVECCHI, CRISTIAN CESARONI, FRANCESCA COLONNELLI, FRANCO PASSAMONTI, ANDREA COSTANZINI, LORENZO BINCI, DIEGO MARGIONE. I PROFESSIONISTI – Per aver redatto una relazione che gli inquirenti ritengono falsa su uno degli impianti biogas di Osimo, sono indagati anche i professionisti MORENO PANFILI, AUGUSTO ALBINI E LUCA PAPERELLI
Tre funzionari della Regione Marche e la ‘cremè dell’imprenditoria eco-energetica. Sono venti gli indagati nell’inchiesta ‘Green Profit’ che hanno ricevuto dalla procura di Ancona l’avviso di chiusura delle indagini per reati che vanno dalla concussione alla corruzione, dalla truffa allo Stato al falso: un atto che prelude ad una richiesta di rinvio a giudizio. Gli interessati hanno 20 giorni di tempo per chiedere di essere interrogati o presentare una memoria scritta. I FUNZIONARI – LUCIANO CALVARESE era il dirigente del Servizio regionale Territorio e Ambiente Energia-P.F. Rete elettrica regionale, Autorizzazioni energetiche Gas ed Idrocarburi. Sospeso dall’incarico, era già stato assegnato ad un altro servizio. Con lui sono indagati i funzionari SANDRO COSSIGNANI E MAURO MORETTI. GLI IMPRENDITORI – Nelle carte dell’inchiesta spiccano i nomi del conte GUIDO LEOPARDI DITTAJUTI (anche viticoltore), di ANTONIO LAZZARINI (cognato dell’ex ministro dei Lavori pubblici Franceco Merloni), e del figlio ALESSANDRO LAZZARINI. Gli altri sono PAOLO PESARESI, RENZO ROVINELLI, ALESSANDRA SEVERINI, MARCO MARACCI, LORENZA RAMOVECCHI, CRISTIAN CESARONI, FRANCESCA COLONNELLI, FRANCO PASSAMONTI, ANDREA COSTANZINI, LORENZO BINCI, DIEGO MARGIONE. I PROFESSIONISTI – Per aver redatto una relazione che gli inquirenti ritengono falsa su uno degli impianti biogas di Osimo, sono indagati anche i professionisti MORENO PANFILI, AUGUSTO ALBINI E LUCA PAPERELLI
15/07/14
INDESIT E AVVICENDAMENTO MERLONI/WHIRlPOOL: CAMBIANO I PADRONI MA LA BATTAGLIA RIMANE LA STESSA, QUELLA A DIFESA DEL LAVORO E DEI DIRITTI DEI LAVORATORI!
Fabriano, 15 luglio 2014
A tutti gli organi di stampa e informazione della Regione Marche
COMUNICATO STAMPA:
Il Partito
Comunista dei Lavoratori è stato il primo a denunciare, in tempi non sospetti,
la volontà di vendere e de localizzare l’Indesit da parte della famiglia
Merloni. Denunce spesso snobbate e quasi sempre smentite dai circoli
industriali, politici e sindacali di Fabriano e delle Marche.
Oggi però,
che con la cessione del 60,4% dell’Indesit alla multinazionale statunitense
Whirlpool i “padri padroni” della città hanno dichiarato la fine dei giochi, i
fatti ci danno tristemente ragione.
Ma mentre
il presidente del consiglio afferma che la svendita di una delle più grandi
aziende italiane ad una multinazionale estera è una cosa “fantastica” e i
sindacati confederali restano a guardare con complice passività, noi siamo
purtroppo convinti che questa acquisizione porterà ad una pesante “razionalizzazione”
della produzione, come la chiamano gli economisti. Ovvero siamo sicuri che la
multinazionale non abbia acquistato l’Indesit e l’Ariston per garantire i
livelli di occupazione nel fabrianese, nell’ascolano, nel casertano, ma per
impadronirsi del brand, ridimensionare la concorrenza, de localizzare le produzioni,
scorporare good e bad company. Questo vuol dire una sola cosa: perdita di posti
di lavoro e messa in discussione dei diritti dei lavoratori.
Solo i
lavoratori possono fare i propri stessi interessi. Per questo li avevamo
invitati, già alle prime avvisaglie con cassa integrazioni e contratti di
solidarietà, ad occupare le fabbriche del gruppo e pretenderne la
nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo operaio. Purtroppo
le dirigenze politiche e sindacali borghesi si erano subito prodigate per
contenere il malcontento di operai ed impiegati entro termini piuttosto
contenuti, congelando le potenzialità di mobilitazione del movimento operaio.
Oggi però
vogliamo “rovinare” il clima di festa intorno a tale acquisizione e spronare
tutti i lavoratori a prepararsi alla mobilitazione generale, unica alternativa
alla sicura progressiva sparizione di Indesit dal Paese, costruita su di una
piattaforma di lotta ben precisa:
1)No
incondizionato alla riduzione dei posti di lavoro, licenziamenti, mobilità etc.
2)No alla
chiusura degli impianti presenti sul territorio ed alle delocalizzazioni
3)Divisione
del lavoro esistente tra tutti i lavoratori a parità di salario
Solo
unendosi su questi obiettivi e rimanendo impenetrabili alle false promesse di politicanti
e burocrati sindacali il movimento operaio fabrianese può difendere il proprio
lavoro ed i propri diritti dagli attacchi del capitale e dai i saccheggi delle
multinazionali, e tornare finalmente a vincere!
Con
preghiera di massima diffusione
Partito Comunista dei
Lavoratori
Coordinamento Provinciale Ancona
11/07/14
Pesaro: presidio CON IL POPOLO PALESTINESE – FERMIAMO IL MASSACRO
Il coordinamento per la Palestina, che riunisce collettivi, partiti e associazioni della provincia di Pesaro e Urbino sarà in piazza del Popolo a Pesaro sabato 12 luglio dalle ore 18.30 per esprimere la propria solidarietà al popolo palestinese. L’operazione militare israeliana contro la striscia di Gaza, denominata “Bordo protettivo”, cominciata martedì 8 luglio con il pretesto dell’uccisione di tre giovani coloni israeliani ha già fatto un centinaio di vittime e non accenna ad interrompersi. Consideriamo questa aggressione sionista un criminale attacco diretto contro tutto il popolo palestinese messo in atto con raid aerei, bombardamenti e rastrellamenti che stanno facendo strage della popolazione nel totale disprezzo di qualsiasi forma di umanità. Con la nostra presenza in piazza rivendichiamo il pieno diritto all’autodeterminazione ed alla resistenza del popolo palestinese, la fine immediata dei bombardamenti e dell’occupazione dei territori della Striscia di Gaza e della Cisgiordania.
Libertà per il Popolo Palestinese!
Fermiamo il massacro!
Restiamo Umani.
Coordinamento per la Palestina: Mezzaluna Rossa Palestinese (Marche), Comunità Palestinese Marche, Partito Comunista dei Lavoratori (Pesaro), Centro sociale autogestito Oltrefrontiera (Pesaro), Partito della Rifondazione Comunista (Pesaro), Alternativa Libertaria (Fano), La Sinistra (Pesaro)
10/07/14
Il comma di Renzi salva le centrali a biogas del governatore
di Marco Palombi – Il Fatto Quotidiano 09.07.2014
Gian Mario Spacca, governatore delle Marche, è un twittatore di livello: nelle ultime settimane ha edotto i suoi quasi 19mila followers sugli argomenti più vari. Da Leopardi al suo sostegno alla Grecia ai mondiali, dal fare impresa al Coni fino – ossessivamente – alla macroregione Adriatico- Jonica. Non manca l’hashtag turistico: #marchebellezza.
Il 27 di giugno, però, ha mancato di ringraziare il ministro dell’ Ambiente Galletti, Udc, per il suo decreto. Perché? Perché il dl 91/2014 – oltre al regalo alle banche chiamato anatocismo e altre cosette – contiene anche un piccolo comma (per la precisione il 4 dell’articolo 15) che nelle Marche già chiamano “Salva-Spacca”: il presidente piddino, nato a Fabriano 61 anni fa, cresciuto come manager alla Merloni (che per le Marche è un po’ quel che la Fiat è a Torino) entra così nel ristretto circolo dei Berlusconi e dei Previti.
Il decreto del governo Renzi, infatti, sana la più scottante delle grane che coinvolgono la Giunta marchigiana: quella delle autorizzazioni per le centrali a biogas, che si portano dietro incentivi per circa due milioni e mezzo l’anno ciascuna. Ne sono state concesse a decine, spesso a imprenditori vicini al potere regionale, e tutte senza alcuna Valutazione di impatto ambientale (VIA). Risultato: la Corte costituzionale le ha annullate. Spacca, a quel punto, s’è inventato una delibera che consentiva la “VIA postuma”, ovvero realizzata su impianti già autorizzati o, peggio, funzionanti. Anche stavolta gli è andata male: il Consiglio di Stato, a febbraio, ha bocciato pure questo escamotage. La Giunta traballava, la Procura di Ancona indaga su alcune di queste operazioni (coinvolti imprenditori e alcuni funzionari regionali) e l’opposizione alle centrali a biogas continua a essere massiccia tra la popolazione.
Fortuna che c’è il governo Renzi e il suo decreto Ambiente, che consente la VIA postuma entro sei mesi e senza nemmeno spegnere gli impianti. E tanti saluti alla Consulta e al Consiglio di Stato.
Fortuna che c’è il governo Renzi e il suo decreto Ambiente, che consente la VIA postuma entro sei mesi e senza nemmeno spegnere gli impianti. E tanti saluti alla Consulta e al Consiglio di Stato.
Qualcuno potrà pensare che si tratti di una descrizione esagerata, ma di sicuro coincide con quella del senatore democratico Mario Morgoni da Macerata: “Questo è un avallare in modo inaccettabile atti illegittimi e politiche speculative”.
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