25/12/14

CITTA' DI FABRIANO: LA DRAMMATICA ED IMMINENTE CRISI DELL'INDESIT RAPPRESENTA, DOPO L'EX ARDO, IL SECONDO TERREMOTO ECONOMICO-SOCIALE PER TUTTO IL TERRITORIO MARCHIGIANO.

Lo scenario, delineatosi in un importante incontro tenutosi a Bologna in questi ultimi giorni, alla presenza del segretario nazionale della FIOM, compagno Landini, con alcuni delegati della stessa organizzazione, anche della Indesit, ha riproposto un futuro drammatico anche per la seconda impresa fabrianese, che contava circa 3000 dipendenti.
Il PCL sez. di Ancona, da sempre in totale solitudine ed avvolto dalla più antidemocratica censura, ha denunciato che la vendita dell'Indesit, in favore della multinazionale statunitense, la Whirlpool, avrebbe innescato un fatale processo di dismissione di questa fondamentale impresa fabrianese.
Risulta inutile ribadire che, dopo il quasi totale smantellamento della ex-Ardo, principale azienda metalmeccanica del fabrianese, che ha generato una vera e propria ecatombe occupazionale tra l'Umbria e le Marche, questa probabile dismissione dell'Indesit, costituisce un secondo colpo mortale per tutto il distretto industriale fabrianese.
In questo contesto davvero catastrofico per migliaia di famiglie che rischiano, da qui a breve, di perdere qualsiasi reddito economico, la cosiddetta classe politica nazionale e marchigiana "brilla" per il più immorale immobilismo.
Addirittura, prosegue la nota del PCL sez. di Ancona, il Presidente del Consiglio dei Ministri del Governo Italiano, Onorevole Renzi, senza alcun ritegno morale, definì la cessione dell'Indesit in favore della multinazionale USA, la Whirlpool, una operazione fantastica!
Oggi i risultati di tale, sciagurata vendita dell'Indesit, dalla famiglia Merloni alla multinazionale americana, sono sotto gli occhi di tutti.
L'unico interesse della Whirlpool era il prestigioso marchio Indesit, con il presumibile annientamento di tutti i livelli occupazionali!
Per tutto questo il PCL sez. di Ancona rivendica una immediata mobilitazione, con forme di lotta selvagge, per salvare l'Indesit di Fabriano dal suo destino drammatico!

Fabriano, 19/12/2014

Partito Comunista dei Lavoratori
sez. Ancona

23/12/14

Comunicato dell'area "sindacatoèunaltracosa" opposizione interna cgil

Un nuovo balzo per un 2015 sovversivo

di Sergio Bellavita
 
In questi ultimi giorni del 2014 il governo giungerà nelle nostre case con il pacco dono dei primi due decreti attuativi del Jobs Act. In questi mesi di discussione sull’ennesima riforma del lavoro, la durezza dei prrvvedimenti del governo  è persino peggiorata, a dimostrazione, oltre che della inutile, ridicola e dannosa cosiddetta mediazione della sinistra dem, dell’irrilevanza dell’iniziativa di contrasto sul piano sociale. È sempre un errore non vedere appieno le potenzialità che le lotte di questi ultimi mesi hanno rimesso in campo. Tuttavia sarebbe un  errore altrettanto grave non affrontare di petto la dura situazione con cui siamo costretti a misurarci.  La situazione economica del paese è destinata a aggravarsi ulteriormente nel 2015. Conseguenza diretta delle politiche di rigore che Renzi persegue. I processi, legati alle scelte di Renzi e della Ue, ci consegnano un quadro di crescente impoverimento del lavoro, di riduzione strutturale dell’occupazione, di crollo di reddito e salario, di riduzione delle tutele sociali. Con la legge di stabilità approvata ieri alla camera il governo italiano ha deciso di inserire un suo pilota automatico dei conti pubblici che, qualora i correttivi e i tagli decisi insieme e sotto la direzione della Troika non funzionassero, introdurrebbe aumenti pesanti del prezzo dei carburanti e un nuovo pesantissimo aumento dell’iva. Misure che avrebbero un’ulteriore effetto drammatico sulla condizione delle classi popolari. Il diritto del lavoro, sempre che sia ancora corretto definirlo così,  è stato  stravolto completamente dalle cosiddette riforme degli ultimi anni. Per trovare livelli cosi alti di subordinazione del lavoro all’impresa bisogna tornare molto indietro nel tempo. Democrazia, diritto, lavoro, tutto è sacrificato per il folle rigore dei conti pubblici. Il sistema sociale e istituzionale che si era imposto dalla resistenza antifascista sino agli anni settanta è stato completamente sovvertito. I deputati hanno votato il maxiemendamento sulla legge di stabilità all’alba e senza neppure averlo letto o potuto conoscere i contenuti. Non c’è giorno in cui Napolitano, di cui non sentiremo la minima mancanza, non faccia a pezzi ciò che resta della democrazia sostanziale con il plauso dei media. A  testimonianza della gravità della crisi democratica di questo paese. In questo quadro occorre interrogarsi davvero sull’adeguatezza o meno delle scelte di chi, come noi, ha tentato di contrastare  questi processi. Cosi come non è più rinviabile una discussione non retorica sulla forma stessa della rappresentanza sociale del lavoro. Come saranno le lotte dei prossimi anni? Come ricostruire nuovi rapporti di forza, un nuovo ciclo di lotte? Come ricostruire soggettività? Quello che e’ certo e’ che la radicalita’ dello scontro e’ destinata a aumentare per la crescente mancanza di spazi di mediazione possibile. Cosi come non si può non considerare che le lotte sociali sempre più si porranno su un terreno di “illegalità costretta” grazie alla progressiva cancellazione di diritti e alla repressione imperante.
Tutti temi che vogliamo e dobbiamo affrontare. Per noi l’occasione è quella del seminario che terremo a gennaio del prossimo anno. Molti dirigenti Cgil si sono arrabbiati  con noi per l’accusa di smobilitazione generale che abbiamo loro rivolto dopo lo sciopero del 12 dicembre. Ci spiace ancora aver avuto ragione ma è evidente a tutti che a gennaio l’agenda politica avrà altre priorità,  dettera’ altre scadenze dietro alle quali correre. Renzi può governare solo con la perenne fibrillazione legislativa. Il Jobs Act rischia pertanto, nel tragico silenzio generale, di passare tutto e peggio del previsto. A gennaio troveremo un nuovo modello sociale che si sta imponendo ancora più violento sulla vita delle persone. Un sistema che non prevede più il sindacato dei lavoratori ma soprattutto non prevede più la rappresentaza organizzata degli interessi dei lavoratori. Bisogna che tutti ne prendano atto. Contro questo modello bisogna combattere. I migliori auguri che possiamo farci sono quelli che parlano dei milioni di donne e uomini che ancora nel mondo lottano perché sperano, credono e vogliono un mondo migliore. L’umanità, nella storia, ha dimostrato di procedere a balzi. Negli ultimi due secoli due grandi fiammate rivoluzionarie hanno segnato balzi incredibili nel progresso dell’umanità.  la rivoluzione francese e quella russa. Siamo lontani dal poterlo fare, non se ne intravede nessun segno. Ma quello che servirebbe è un nuovo grande balzo, un nuovo sovvertimento sociale che affranchi dall’oppressione e dalle ingiustizie. Buon 2015 e che sia sovversivo.

21/12/14

Cafè Revolution n° 61 - Dicembre 2014

 
 Cliccando sulle pagine qui sotto ed ingrandendo potrete leggere l'ultimo numero di Cafè Revolution, il foglio politico mensile dei comunisti di Cerreto d'Esi e d'intorni allegato al Giornale Comunista dei Lavoratori

17/12/14

CONFERMATA LA CONDANNA DELL'IMPRESA FABRIANESE NEL PROCESSO DI APPELLO PER IL LICENZIAMENTO IMMOTIVATO DI UN PROPRIO DIPENDENTE, IL LAVORATORE SESTILI VALTER.

La vicenda, davvero immorale, che sta coinvolgendo dal lontano 2007 il lavoratore delle Cartiere Miliani, Sestili Valter, ingiustamente licenziato dal management dell'impresa fabrianese, ha registrato, nel processo di appello, la conferma (giustissima) della condanna delle Miliani, per la totale inesistenza di motivazioni per l'assurdo provvedimento di licenziamento, di cui il lavoratore già menzionato era stato vittima.
Il PCL sez. di Ancona, nel rinnovare la più fraterna solidarietà al lavoratore ingiustamente licenziato, rileva doverosamente di essere stata l'unica forza politica ad essersi occupata di tutta questa vergognosa vicenda.
E' lecito, a tale proposito, formulare alcuni interrogativi alla direzione aziendale delle Miliani, su questo, e su altri casi immorali, in cui l'azienda fabrianese è stata coinvolta.
Il primo concerne la conoscenza relativa alla interruzione del clima di intimidazione che le Miliani devono immediatamente attuare verso i lavoratori della propria azienda.
Il secondo riguarda, invece, le colossali risorse economiche che la realtà industriale fabrianese deve erogare ai propri dipendenti, immoralmente licenziati: da dove verranno acquisite?
Forse dagli stipendi dei neoassunti, i quali, per una scelta antidemocratica, non hanno avuto, nel nuovo integrativo aziendale, nessun aumento economico, come tutti gli altri lavoratori delle Miliani?
Forse con l'eliminazione del buono economico di 60€ per i bambini, figli dei propri dipendenti per la festività della Befana?
Con ulteriori tagli occupazionali, che, oltre a penalizzare le nuove generazioni fabrianesi, ripropongono un sistema di precarietà per tutti i lavoratori delle Miliani che, giova ricordarlo, sono gli unici artefici della salvezza dell'impresa fabrianese!
Il PCL sez. di Ancona denuncia il complice silenzio delle RSU delle Miliani su tutta questa preoccupante situazione, e ribadisce il futuro, davvero incerto, anche di questa importante azienda fabrianese, scampata temporaneamente al tracollo economico di tutto il distretto industriale cittadino.

Fabriano, 13/12/2014

Partito Comunista dei Lavoratori
sez. Ancona

11/12/14

ADESIONE A SCIOPERO E MANIFESTAZIONI DEL 12 DICEMBRE PER UNA SVOLTA RADICALE E UNITARIA DI LOTTA CONTRO IL GOVERNO RENZI

    12 12 
         

       

Il PCL aderisce e partecipa allo sciopero generale del 12 Dicembre e alle relative manifestazioni territoriali, portando in esse le proprie posizioni e proposte.
Lo sciopero generale del 12 Dicembre si pone dentro lo scontro aperto fra il governo Renzi e il movimento operaio e sindacale. Milioni di lavoratori e lavoratrici del settore pubblico e privato sciopereranno contro un governo reazionario, a vocazione bonapartista, che attacca frontalmente i diritti elementari del lavoro, irride i sindacati, persegue un disegno di riforma elettorale e istituzionale senza precedenti per la sua gravità nella storia della Repubblica.

Il fatto che lo sciopero generale sia contro un governo imperniato sul PD, come mai in passato, carica di fatto di un significato politico particolare la giornata del 12 Dicembre, al di là dei limiti profondi della sua impostazione.

Per la stessa ragione lo sciopero indetto da CGIL e UIL è del tutto insufficiente a mutare i rapporti di forza, tanto più a fronte di un governo che tira dritto, con estrema arroganza, contro il movimento operaio. CGIL e UIL perseguono una linea di pura “pressione” sull'esecutivo in funzione dell'apertura del “dialogo”. E' una linea miope, del tutto inadeguata rispetto alla gravità dell'attacco, di fatto subalterna ad una pura logica emendativa, incapace di fermare l'aggressione al lavoro e di produrre risultati.

E' necessario che il 12 Dicembre dia il via ad una svolta profonda del movimento operaio e sindacale: una svolta di lotta unitaria e radicale che metta in campo un'azione di massa prolungata, realmente mirata a cambiare i rapporti di forza, fermare il governo, piegare le sue resistenze, creare le condizioni di un'alternativa vera. A questo fine occorre contrapporre alla determinazione reazionaria del renzismo una determinazione uguale e contraria del movimento operaio. Occorre contrapporre la forza alla forza.

- Si convochi una assemblea nazionale di delegati eletti di tutte le categorie del mondo del lavoro.
- Si definisca una piattaforma di lotta unificante che risponda unicamente alle ragioni sociali dei lavoratori, precari, disoccupati.
- Si promuova su quella piattaforma una vera vertenza generale capace di aggregare attorno alla classe operaia tutti i settori oppressi della società.
- Si sviluppi una azione di lotta prolungata in tutto il paese a sostegno di questa vertenza, con l'occupazione delle aziende che licenziano, il loro coordinamento nazionale, la creazione di una cassa nazionale di resistenza.

Solo questa svolta unitaria e radicale di lotta può realmente sconfiggere il governo Renzi.

Facciamo appello a tutte le sinistre, politiche, sindacali, di movimento, per il più ampio fronte unico di lotta contro il governo Renzi, e per un salto radicale della mobilitazione in corso.

Il PCL porterà nei luoghi di lavoro e in tutte le piazze d'Italia questa proposta di svolta.
 
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI





                                                                                                                                                                              
 

07/12/14

LE DICHIARAZIONI DEL PREMIER RENZI, RELATIVE AGLI "IMPRENDITORI EROI" SONO PROVOCATORIE E FARNETICANTI!



L'ultima "sortita pubblicitaria" del Presidente del Consiglio del Governo Italiano, On. Renzi, costituisce l'ennesima provocazione, di natura farneticante, quando ritiene tutti gli imprenditori italiani, degli eroi!
Il PCL sez. di Ancona ritiene che tali appellativi, del tutto inaccettabili, ricercano nella realtà una vera e propria criminalizzazione di tutti i lavoratori italiani, prime vittime di un modello di sviluppo, quale quello neo-liberista, che sta producendo migliaia di licenziamenti su tutto il territorio nazionale.
E' forse proprio questo che il "leader" del Governo Italiano sta ricercando per i suoi progetti plebiscitari e decisamente incostituzionali, con i quali vuole cancellare dei diritti fondamentali, come l'art.18 dello Statuto dei lavoratori?
Forse il primo ministro, On. Renzi, nominato e non eletto democraticamente, quando si riferisce agli imprenditori eroi, esalta certe grandi famiglie padronali che non hanno esitato, come accaduto nella regione Marche, a favorire imponenti processi di delocalizzazione delle proprie imprese, usufruendo illegalmente dei finanziamenti, proprio della Regione Marche, così come confermato da una delibera della giunta regionale delle Marche n.1239, di oltre 10 anni fa?
E' incredibile che certi signori, artefici del dominio monopolista e mono-settoriale nella regione Marche, grazie ad alcuni politici di riferimento, siano riusciti a licenziare i lavoratori con i soldi dei lavoratori!
Pertanto, conclude la nota politica del PCL sez. di Ancona, è da ritenere immorale la condotta di un Presidente dl Consiglio dei Ministri, sicuramente il più anti-operaio dal dopoguerra ad oggi, che persista nel ritenere certi imprenditori degli eroi, quando gli stessi si sono arricchiti grazie ai soldi ed agli straordinari sacrifici di tutte le lavoratrici ed i lavoratori del nostro paese!


Partito Comunista dei Lavoratori
sez. Ancona

05/12/14

Testo del volantino del PCL che sarà distribuito il 12 dicembre allo sciopero generale ad Ancona


Il governo Renzi è il governo più pericoloso degli ultimi decenni.
Da un lato regala al padronato tutto ciò che chiedeva: massima precarizzazione del lavoro, libertà di licenziamento senza giusta causa, ulteriore riduzione di tasse e contributi a carico di sanità e servizi, libertà di saccheggio del territorio, blocco dei contratti pubblici. Dall'altro esibisce irrisione e disprezzo per le manifestazioni dei lavoratori e i sindacati, celebra il proprio successo con la corte dei propri amici capi-talisti, riserva le botte agli operai di Terni. Nel mentre persegue una riforma elettora-le e istituzionale con cui concentrare nelle proprie mani tutte le leve del potere.
Siamo in presenza di un corso reazionario e “bonapartista”. Un bullo tracotante e demagogo mette le proprie ambizioni al servizio della borghesia italiana, fingendosi “amico del popolo”. Va fermato. E per tempo.
 
LE APERTURE A RENZI HANNO FALLITO
 

Le aperture che le sinistre politiche e sindacali hanno riservato a Renzi nei suoi pri-mi mesi di governo si sono rivelate un inganno per lavoratori e lavoratrici, oltre che un boomerang per chi le ha prodotte.
Aver presentato Renzi come “la nuova speranza della sinistra” (come ha fatto SEL meno di un anno fa per ricostruire il centrosinistra) è stato penoso e suicida.
Aver evitato il conflitto con Renzi sino ad ottobre, subendo senza reagire la genera-lizzazione dei contratti a termine e la riforma del pubblico impiego (come ha fatto Camusso), ha solo incoraggiato la tracotanza del governo.
Aver corteggiato Renzi, candidandosi a suo interlocutore (come ha fatto Landini), ha contribuito ad abbellire l'immagine del governo agli occhi delle sue vittime. Non solo senza ottenere nulla, ma finendo aggrediti da un governo reazionario.
La svolta degli ultimi due mesi è in sé positiva, ma non basta. Ora che il governo ha squarciato il velo delle finzioni con la propria arroganza è necessaria un’opposizione radicale. Che unisca tutte le sinistre politiche e sindacali. Che sappia andare sino in fondo. A partire dalla necessaria rottura col PD ad ogni livello, nazionale e locale: non si può essere nello stesso tempo all'opposizione di Renzi e in alleanza con Ren-zi in tutta Italia, magari nelle giunte che licenziano i lavoratori!
 

GENERALIZZARE LA LOTTA , OLTRE LO SCIOPERO ODIERNO.
PER UNA MOBILITAZIONE PROLUNGATA SINO ALLA VITTORIA
 

Lo sciopero generale di oggi è positivo, ma del tutto insufficiente, tanto più a fronte di un governo che tira dritto. E' necessario mettere in campo un'azione di massa ra-dicale che punti a ribaltare i rapporti di forza. L'obiettivo non può essere quello di convincere Renzi al “dialogo”. Dev'essere quello di sconfiggere il governo, piegare le sue resistenze, creare le condizioni di un'alternativa vera. Le misure del governo contro il lavoro devono essere ritirate: non c'è nulla da negoziare su quel terreno.
Si convochi un'assemblea nazionale di delegati/e eletti/e nei luoghi di lavoro, in ogni categoria, per definire una piattaforma generale, su cui continuare la lotta
Si definisca una piattaforma unificante delle ragioni dei lavoratori, precari, disoccu-pati: a partire dal blocco dei licenziamenti, dalla ripartizione del lavoro con la ridu-zione generale dell'orario a parità di paga, dalla cancellazione di tutte le leggi di pre-carizzazione del lavoro, da un grande piano di nuovo lavoro per territorio, ambiente, istruzione, pagato dai profitti e dalle grandi ricchezze.
Su questa piattaforma si promuova una mobilitazione prolungata in tutto il Paese.
Si congiunga la mobilitazione prolungata con l'occupazione generale delle fabbriche ed aziende che licenziano: coordinando nazionalmente le occupazioni e istituendo una cassa nazionale di resistenza.
 

GUERRA AL RENZISMO E AD OGNI POPULISMO REAZIONARIO
 

Renzi ha aperto la guerra contro i lavoratori? Il movimento operaio dichiari guerra al governo. E' l'unica guerra che Renzi teme davvero.
L'unica che può strappare un risultato, perché l'avversario conosce solo il linguag-gio della forza e può concedere qualcosa solo quando teme di perdere tutto.
L'unica che può unificare attorno ai lavoratori le ragioni di tutti gli sfruttati e delle lo-ro lotte (scuola, sanità, casa, reddito, acqua pubblica..)
L'unica che può unificare i lavoratori stessi, liberandoli dalle sirene del populismo reazionario di Grillo o Salvini, che hanno alimentato la guerra fra poveri nella miseria sociale e nell'arretramento delle lotte: con Salvini a braccetto dei fascisti squadristi nelle piazze e di Berlusconi nel governo delle Regioni; con Grillo che contende a Salvini la campagna odiosa contro i migranti.
 

UN PARTITO RIVOLUZIONARIO PER UNA ALTERNATIVA DI SOCIETA'
 
E' necessario costruire nelle lotte una nuova direzione politica e sindacale del mo-vimento operaio, che sia all'altezza di questo livello di scontro. Che rompa con com-promissioni e ambiguità. Che sia tanto determinata quanto l'avversario. Che abbia come unico interesse l'interesse generale del lavoro e degli sfruttati. Una direzione che si batta, in ogni lotta, per la sola alternativa possibile: un governo dei lavoratori e delle lavoratrici.
L'avanzata parallela di Renzismo, Grillismo, Leghismo dimostra una cosa sola. O il movimento operaio dà la propria soluzione radicale alla crisi della Repubblica, o quella crisi troverà il proprio sbocco reazionario contro il movimento operaio e i suoi stessi diritti democratici. O rivoluzione o reazione.
Non esistono possibili “compromessi riformatori” con le classi dirigenti, come vor-rebbe Tsipras sventolando la vecchia bandiera del liberale Roosevelt. Dentro la grande crisi del capitalismo l'alternativa o è anticapitalistica o non è. Solo un gover-no che dia il potere reale alla maggioranza della società può liberare la società dal capitalismo e da tutti gli avventurieri che si mettono al suo servizio, siano essi di governo o di “opposizione” populista. Solo un governo dei lavoratori può fare piazza pulita dell'intreccio fra criminalità, affari, corruzione, che è congenito al capitalismo e a tutti i suoi partiti.
Il PCL è ovunque impegnato per sviluppare la coscienza di questa necessità. Per portare in ogni lotta il senso di questa prospettiva. Per organizzare innanzitutto chi la condivide. E dunque per costruire il partito rivoluzionario: l'unico partito di cui i lavoratori e gli sfruttati hanno bisogno.

A ROMA IL VOLTO DELLA NORMALITA' DEL CAPITALISMO

  corruzione            


        

“Mafia a Roma”. Così il commentario politico borghese progressista e lo stesso grillismo inquadrano e denunciano il malaffare criminale emerso nell'Urbe. E' una rappresentazione falsa. Il malaffare non è una patologia mafiosa. E connaturato alla natura stessa del capitalismo e alla legge del profitto su cui si fonda. Per questo è trasversale a tutti i partiti che lo governano, sul piano nazionale e locale, come a tutti gli apparati statali che lo presidiano.
Il “caso” di Roma non è forse una brillante cartina di tornasole di questa verità? La banda di Carminati ( ex fascista) e Buzzi ( di area PD) è la metafora ordinaria della società borghese.
Consorterie di ogni colore gestiscono, secondo un accordo di cartello, la grande torta degli appalti pubblici: appalti per la gestione dei rifiuti, appalti per la rimozione delle foglie, appalti per l'accoglienza dei migranti e dei rifugiati. A questo fine promuovono la corruzione scientifica e pianificata di assessori interessati, dirigenti di partito, funzionari pubblici, assumendoli a proprio servizio con regolare stipendio e un preciso tariffario. Tengono e oliano le relazioni con le rispettive organizzazioni nazionali di riferimento ( Buzzi, re delle cooperative sociali, a cena di “ringraziamento”con Poletti allora presidente della Lega delle Coop, oggi ministro contro il lavoro). Piazzano uomini loro ai tavoli istituzionali locali e nazionali preposti alla spartizione milionaria ( come Odevaine al tavolo di coordinamento nazionale per l'emergenza migranti). Dispongono di complicità e coperture nei corpi di polizia ( da cui ricevono segnalazioni e avvisi). Si assicurano la continuità del proprio potere al di là dei cambi politici nazionali e locali: e infatti nessun cambio politico di governo nazionale o amministrazione locale ha scalfito negli anni l'accordo di cartello delle consorterie.

Il “mondo di mezzo” che Carminati vanta è questo. In termini borgatari e nazional popolari descrive l'onnipresenza della dittatura del profitto. La sua trasversalità ad ogni partito borghese. La sua insensibilità alle mutevoli forme politiche del governo della cosa pubblica. La sua superiorità agli equilibri politici contingenti. Il mondo di mezzo occupa per definizione il centro della scena. E' il potere degli interessi capitalisti. Ogni altro potere è permeabile al profumo dei soldi, quindi è subordinabile al “mondo di mezzo”. Uomini e partiti di governo sono agenti dei suoi interessi e membri del suo comitato d'affari.

Tutto ciò significa che tutti i politici borghesi sono personalmente e direttamente corrotti, o che una specifica cordata di interessi capitalisti sia onnipotente? No. Altrimenti non si spiegherebbero neppure le periodiche incursioni della magistratura borghese, e dunque gli arresti in atto. In realtà il mondo capitalista e il suo stato vivono e riproducono al proprio interno un'infinita guerra per bande e cordate, perennemente mutevoli, scomponibili e ricomponibili ogni volta. L'anarchia dell'economia capitalista è anche l'anarchia della vita politica borghese. Da qui le innumerevoli contraddizioni e i loro ciclici risvolti, anche giudiziari ( P2, Tangentopoli, ..) Poichè lo Stato rappresenta l'interesse generale della borghesia, al di là dell'interesse delle diverse cordate che popolano la sua scena, esso puo' intervenire di volta in volta contro specifici interessi borghesi, nell'interesse stesso del capitale. E questo accade a maggior ragione nelle fasi di crisi, rottura, transizione fra diverse forme ed equilibri istituzionali.

Ma nessun giustizialismo può debellare la piaga della corruzione e della criminalità borghese. Pérchè la sua radice sta nel capitale, che è il terreno che rigenera la pianta. La storia delle grandi inchieste giudiziarie contro criminalità e corruzione, dalla P2 a Tangentopoli per arrivare a Mose ed Expo, è la storia del fallimento ( e dell'ipocrisia) dello stato borghese di fronte alla corruzione borghese. Di più. La seconda Repubblica, nata da Tangentopoli, con l'annuncio di una nuova era di pubblica moralità si è rivelata una fogna ben più maleodorante della prima. Le politiche di liberalizzazione, esternalizzazione, privatizzazione, hanno allargato enormemente il mercato della guerra per bande nella borghesia per la spartizione degli appalti. Mentre la disgregazione dei vecchi partiti e la personalizzazione della politica borghese ha esteso a dismisura il mercato della corruzione politica, moltiplicando clan e potentati, nazionali e locali, in ogni settore. La crisi capitalista ha fatto il resto. Ovunque corruzione e criminalità affaristica segnano oggi più che mai la normalità del capitalismo, e la sua eterna lotta per il massimo saggio di profitto.

Significa allora che i comunisti sono indifferenti di fronte al fenomeno del malaffare? Al contrario. La lotta al malaffare , se non vuol essere truffa elettoralista, deve risolversi in una lotta al capitalismo e al suo Stato. Contro tutte le demagogie arruffone che di volta in volta ogni inchiesta giudiziaria alimenta. Con buona pace di Grillo, non c'è “ Mafia capitale” (Roma). C'è, se vogliamo, la mafia del capitale. Non c'è una società sana da cui debellare una patologia. C'è una società marcia perchè dominata dal profitto, da rimpiazzare con un'altra società, che ne sia liberata.

Da qui il nostro orientamento sul “caso” Roma:

-Denuciamo la spazzatura morale di chi si mobilitava in città contro “i migranti”, investendo nella guerra fra poveri, nel momento stesso in cui inzuppava il pane nel “business della immigrazione”, contro i migranti e contro i proletari italiani.

-Denunciamo l'immondezzaio delle cosiddette cooperative sociali, luogo di sfruttamento di manodopera precarizzata, e mangiatoia di corruzione e di risorse pubbliche (sottratte a servizi pubblici smantellati da politici amici).

-Rivendichiamo la pubblicizzazione sotto controllo operaio e popolare di tutti i servizi ( rifiuti, trasporti, assistenza) cancellando quelle misure di loro privatizzazione ed esternalizzazione che hanno degradato i quartieri della città e alimentato la corruzione.

-Chiediamo a Sinistra e Libertà di uscire immediatamente dalla giunta capitolina e di rompere ogni rapporto col PD, partito degli affari e antioperaio.


Solo una rottura con la borghesia e i suoi governi può creare le condizioni di un'alternativa di società. Solo un governo dei lavoratori, ad ogni livello, può fare piazza pulita del malaffare.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI



                                                                                                                                                                             


04/12/14

ordine del giorno presentato al direttivo fillea cgil ancona dai compagni del pcl


Il direttivo provinciale della Fillea-Cgil di Ancona giudica tardiva la proclamazione dello sciopero generale indetto dalla Cgil e in ultimo dalla Uil.
 
Uno sciopero che arriverà dopo che la legge delega Jobs Act sarà stata approvata anche al Senato. Alla manifestazione di ieri davanti palazzo Madama abbiamo aderito come area "Il sindacato è un'altra cosa".
 
Il Jobs Act prevede grandi arretramenti nei diritti di tutti i lavoratori come i contratti a tutele crescenti per i neo-assunti, il demansionamento e il monitoraggio.
 
Quella di Renzi, del PD e in scia al patto del Nazareno, è l’apertura di una guerra sociale contro il movimento operaio, una violenta aggressione che combina la possibilità indiscriminata di licenziare con la liberalizzazione dei contratti a termine senza causale: è l’estensione del precariato a tutti i lavoratori giovani o anziani che siano.
 
La cosa, in se, è un balzo all’indietro che riporta alle condizioni lavorative degli anni 50 del secolo scorso in cui il ricatto era pratica comune e con le donne, spesso, anche di natura sessuale. Senza mezzi termini, bisogna prendere coscienza che questa è una guerra, che o si vince o si perde.
 
La manifestazione nazionale organizzata dalla Cgil il 25 di ottobre scorso è risultata importante ma assolutamente insufficiente per fermare l’offensiva reazionaria, è stata una manifestazione pensata, inutilmente, per far pressione sul PD e aprire un dialogo con il governo.
 
Quello che realmente serve in questo momento, non sono scioperi isolati, autoreferenziali, ma un vero sciopero generale che blocchi l’intero paese, una vera lotta di massa con il consenso più ampio possibile, in modo da formare un fronte di lotta che comprenda il più elevato numero di lavoratori e lavoratrici in aperta contrapposizione al governo e ai padroni.
 
E’ necessario convocare assemblee in tutti i posti di lavoro e di studio, definire una piattaforma unificante di mobilitazione prolungata, uno sciopero generale vero, capace di aggregare attorno alla classe operaia tutti gli sfruttati, che preveda anche l’occupazione delle fabbriche, sulla base di una proposta che unifichi i lavoratori precari e disoccupati.
 
E’ necessario e urgente un cambio generale di rotta. Un’altra politica. Un’altra direzione del movimento operaio e sindacale. Al progetto sociale e politico più reazionario degli ultimi decenni è necessario contrapporre un'azione e un progetto di pari determinazione, che punti ad unire l’azione di classe sul terreno della massima radicalità di lotta. Che superi la soglia rituale della manifestazione di dissenso.
 
Il Direttivo Provinciale della Fillea-Cgil di Ancona ritiene che il livello di scontro non sia stato adeguatamente innalzato dal nostro sindacato per il semplice motivo che esso non è del tutto indipendente dal PD:  è evidente purtroppo il filo conduttore che lega nelle aspettative e nella concertazione la Cgil nei confronti del partito di Renzi che di fatto non rappresenta le vere istanze del mondo del lavoro, ma gli interessi di Confindustria e banche.
 
Giudichiamo inoltre vergognoso e lesivo all’immagine della Cgil ciò che è avvenuto in sede parlamentare perchè gli ex dirigenti della Cgil eletti con il PD hanno votato a favore del Jobs Act, quella legge contro la quale i loro ex rappresentati scenderanno in lotta. Per fare alcuni esempi possiamo citare Guglielmo Epifani, ma anche Cesare Damiano che è stato vice segretario della Fiom, e poi Valeria Fedeli, attuale vice presidente del Senato, in passato segretaria generale dei tessili.
 
Vi è l’urgente necessità di costruire una Cgil indipendente dai poteri locali e nazionali, di lotta, di opposizione al sistema capitalistico colpevole di crisi economica e dello sfruttamento della classe lavoratrice, alla quale, speriamo non invano, verrà richiesto l’ulteriore sacrificio di 8 ore di prezioso salario.  

01/12/14

IL DISCORSO DI EMILIANO LA TANZA, SEGRETARIO DELLA SEZIONE DI TARANTO "NICOLA LA TANZA", IN OCCASIONE DELL'INAUGURAZIONE DELLA NUOVA SEDE DI TARANTO, 29-NOVEMBRE-2014



Sull'apertura della sezione del PCL a Taranto

     



Cari compagni/e, oggi apre qui a Taranto, ma in generale sul nostro territorio, un nuovo partito il quale racchiude l’insieme di diverse esperienze passate non solo politiche ma anche sociali e culturali; tutti insieme uniti per inaugurare la prima sezione "Nicola La Tanza" del PCL -quartiere Tamburi,dedicata al compagno Nicola, combattente e umile, dedicatosi costantemente alla lotta sociale,e vittima di un sistema capitalista industriale che ha portato a diventare la nostra città una delle più inquinate al mondo. Oggi dalla deframmentazione di quello che era il pci nasce, dopo tanti anni di una politica di sinistra rivelatasi nel tempo fragile e compiacente a giochi di partito e di governo, un vero e proprio partito comunista: Il Partito Comunista dei Lavoratori (PCL), costituitosi nel 2006 da una delle correnti trotzkiste del Partito della Rifondazione Comunista, considerato la sezione italiana del Coordinamento per la Rifondazione della Quarta Internazionale.
A partire da una spaccatura all'interno del Partito della Rifondazione Comunista a seguito dell'ingresso nel secondo governo Prodi, una certa parte di compagni abbandonava schemi e accordi di tipo prettamente partitistico e perseguiva una nuova linea rivoluzionaria basata sull’esperienza e gli insegnamenti del marxismo rivoluzionario, e del trotskismo, perché contrari ad ogni ipotesi di alleanza di governo con soggetti che rappresentavano gli interessi della borghesia e per riavvicinarsi al popolo.
Ringrazio tutti i compagni/e che hanno aderito dal primo momento, un grande ringraziamento in particolar modo per la collaborazione e per il sostegno va al coordinamento nazionale e regionale e al segretario nazionale Marco Ferrando.
Ma in particolar modo ringrazio con molto affetto una persona ma soprattutto un compagno con cui abbiamo iniziato questo cammino e non solo. Senza di lui io non sarei mai riuscito ad aprire questa sezione. Questo compagno ha voluto fortemente sin dal primo minuto che la stessa fosse dedicata ad un compagno del nostro territorio di taranto e cioè a nicola la tanza. Ringrazio quindi l’amico e compagno Franco Fanelli.
Perchè oggi abbiamo aperto le porte di questo partito? Perchè il PCL è l’unico partito che difende e che lavora costantemente nel sociale, difendendo tutto il mondo del lavoro nelle lotte di classe.
Un partito comunista che ha 4 punti fondamentali di riferimento:
1) opposizione alle classi dominanti e ai loro governi che siano di centro destra o centro sinistra.
2)la prospettiva di un governo dei lavoratori e delle lavoratrici che abolisca il modo di produzioni capitalistico e che riorganizzi
la società su basi socialiste.
3) il collegamento costante tra gli obbiettivi di lotta immediati e la prospettiva di fondo dell'alternativa anticapitalista.
4) la prospettiva di alternativa socialista internazionale,quindi di un'organizzazione rivoluzionaria internazionale dei lavoratori.
Sul nostro territorio lavoreremo con tutte le associazioni o movimenti che ci riconoscono come partito comunista marxista, lotteremo contro qualsiasi governo che si chiama berlusconi o renzi, tanto non cambia,che costantemente attacca senza freno il mondo del lavoro con modifiche e abolizione dell'articolo 18, con la legge di stabilità facendo tagli di 150 mila euro dal proprio fondo destinato ai patronati. Per questa ragione gli uffici di assistenza sociale, per effetto della spendig review, saranno costretti a cancellare i servizi e le postazioni di lavoro,a pagare saranno naturalmente i cittadini che non avranno più garantito il diritto di usufruire prestazioni gratuite per la richiesta di prestazioni previdenziali socio assistenziali quali:
tutela infortunistica e malattie professionali sui luoghi di lavoro,
richiesta di assegni di sostentamento alle famiglie.
Difenderemo il nostro territorio:
Qui in Puglia, ma in particolar modo qui a Taranto, nel caso ilva ,eni , cementir ,tutte realtà nelle quali si è schiavizzata e sfruttata un intera popolazione usando la forza capitalista e creando da anni piu profitti e sempre meno occupazione.
Su Ilva lo Stato è stato molto chiaro, avvallando la priorità alla produzione dell acciaio invece della salute dei lavoratori e cittadini;
con ENI aumento delle raffinerie per prendere il greggio dalla basilicata raffinarlo qui a taranto e a prodotto finito riconsegnare in basilicata per la vendita. Il risultato è quello di più profitti per i soliti ma veleni per tutta la nostra città e territorio. (cosidetta tempa rossa).
Partendo da qui dovremo unire le forze per impedire al capitalismo di infierire nuovamente. Ecco perché noi del PCL da tempo chiediamo di nazionalizzare tutti gli stabilimenti; abbassare i parametri diossina e benzoapirene è realizzabile rispettando solo due semplici condizioni: investire e far pagare chi in questi anni ha lucrato in nome del profitto, affinché le patologie tumorali non siano a Taranto un fatto patologico.
Il PCL è contro ogni forma di razzismo: di colore ,religioso ,sociale e culturale, ma ancor prima di sconfiggere il razzismo in sé sarà importante la lotta contro chi istiga al razzismo per raccogliere voti strumentalizzando da un lato la difficoltà di chi e costretto a emigrare nel nostro paese per vivere sfuggendo alla miseria e dall’altro di chi li aiuta senza alcun fine;
(sfruttare dalle difficoltà di chi deve accoglierli per garantirsi un posto in politica è da criminale,votarli è immorale. Dietro il razzismo si nasconde
la paura di una integrazione difficile e non voluta,separati e colpevolizzati gli emigranti sono facile da sottomettere e sfruttare.
Chi ama la libertà di pensiero odia il razzismo sotto ogni forma, la storia ci insegna che un qualsiasi governo sia di centrodestra che centro sinistra se non ha una vera opposizione sociale popolare è un governo dittatoriale.
Oggi in italia si sta vivendo una vera e propria dittatura come ad esempio nell caso di Terni!!!!
Dove non solo i lavoratori hanno perso il lavoro ma attraverso l’ultimo strumento di lotta ancora possibile quali lo sciopero o le manifestazioni non si viene ascoltati ma bensì aggrediti dalle forze dell’ ordine.
Tutti insieme compagni/e del pcl dovremo fare una grande lotta politica per cambiare la legge elettorale, eliminare lo sbarramento del 5%, perchè qualsiasi partito piccolo o grande deve contare, perche la liberta di pensiero e di voto è un diritto di tutti,grazie!!!!

28/11/14

testo volantino del pcl sez. Roma su atac e trasporto pubblico



TRASPORTO LOCALE: CONTRO GOVERNO E GIUNTA MARINO L’UNICA STRADA È LA RIPRESA DELLA LOTTA


L’ultima importante lotta dei lavoratori del trasporto pubblico risale ormai a un anno fa, quando i tranvieri di Genova e Firenze misero in campo un vero sciopero, decidendo di non rispettare le regole imposte dalla legge.

A Roma, città dalla quale dovrebbe partire una protesta di livello nazionale e dove le condizioni del trasporto pubblico peggiorano giorno dopo giorno, non si è verificato ancora nulla di simile, eppure di motivazioni ce ne sarebbero molte: contratto nazionale scaduto da sei anni (tre anni, 2009-2010-2011 azzerati da una misera una tantum); aumento previsto della “produttività” per un lavoro che si è sempre dimostrato fortemente usurante generando di continuo inidonei; cessione di linee ai privati; decurtazione continua della busta paga; premio risultato che non viene pagato ai lavoratori ma che in qualche modo viene sempre garantito ai dirigenti ecc.

 Intanto Matteo Renzi e il suo governo fanno guerra ai lavoratori. Il Jobs Act seppellirà definitivamente l'articolo 18. La legge di stabilità, scritta sotto dettatura dell'Unione Europea, aggiunge ad una situazione già drammatica nuovi tagli, licenziamenti e privatizzazioni.

Il Capo del governo si presenta come difensore dei giovani. Falso! Non c'è nulla di più vecchio che voler distruggere l'articolo 18 come tentò di fare (e non ci riuscì) Berlusconi. Non c'è aggressione più squallida ai giovani che sommare il loro licenziamento illegittimo con l'aumento dei contratti a termine senza causale. Altro che “superamento del precariato”! E' precariato per tutti, a partire proprio dai giovani.

Il Capo del governo si presenta come oppositore dei “poteri forti”. Strano. Visto che Fiat e Confindustria stanno dalla sua parte, entusiasti. La verità è che Renzi è un “amico del popolo” solo per ottenere il suo consenso. E vuole il suo consenso per soddisfare gli interessi dei capitalisti contro il popolo.

La vicenda di Ilario Ilari e Valentino Tomasone, autisti e delegati USB di Roma, sospesi e a rischio licenziamento per aver denunciato pubblicamente le loro condizioni lavorative e lo stato in cui versa il servizio, è solo il primo esempio di ciò che si abbatterà su tutti quei lavoratori che cercheranno di contrastare lo stato di cose presente. Cosa facilitata dall’accordo sulla rappresentanza firmato da CGIL-CISL-UIL, che ancora non hanno capito che Renzi non sa che farsene dei sindacati, essendo il suo unico obbiettivo quello di buttare a male quel poco che resta dei diritti dei lavoratorori.

Davanti a tutto questo occorre una lotta vera e di massa, che opponga la forza alla forza. Occorre la più grande unità di milioni di lavoratori e lavoratrici, in aperta contrapposizione ai padroni e al governo.

Chiediamo ai lavoratori di aderire allo sciopero generale di convocato da CGIL e UIL il 12 dicembre. Sciopero che arriva fin troppo tardi e che rischia di rimanere nient'altro che l'ennesima passeggiata, se la battaglia non sarà continuata nei luoghi di lavoro e nelle piazze fin dal giorno seguente. Con o senza i sindacati.

Crediamo che l’unica vera opposizione a Renzi e Marino non sia quella finta di chi siede nelle istituzioni, ma quella dei lavoratori e delle masse popolari che si mobilitano ovunque, sulla base di un proprio programma e di un proprio modello sociale, che può essere finanziato combattendo lo strozzinaggio di banche, l'evasione e i profitti della grande industria, le multinazionali che spremono i lavoratori e scappano via senza pagare un centesimo, i privilegi del Vaticano (ricavato: 200 miliardi circa), con la riduzione della spesa per le guerre...

Solo un'esplosione sociale dei lavoratori può fare piazza pulita di tutti i ciarlatani, cacciare Renzi e impedire il ritorno di Berlusconi e della Lega. L'unica vera soluzione alternativa è quella di un governo dei lavoratori, basato sulla loro organizzazione e la loro forza



Per un vero sciopero generale!

Difesa ed estensione a tutti i lavoratori dell'articolo 18!

Cancellazione di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro, a partire dal Decreto Poletti!

Cancellazione dell'infame legge Fornero sulle pensioni!

Blocco dei licenziamenti!

Distribuzione del lavoro che c'è fra tutti, con una riduzione generale dell'orario a parità di paga!

                                                                                                                          
                                                                                                                                                            Partito Comunista dei Lavoratori
sez. prov. Roma