31/01/11

Non la via di D'alema, ma quella di Tunisi e de Il Cairo


L'”Union sacre'” proposta da Massimo D'Alema all'insieme delle opposizioni- incluse le sinistre “radicali”- è irricevibile. La prospettiva dichiarata di una Repubblica presidenziale modello De Gaulle e del rilancio della concertazione con Confindustria è infatti l'esatto capovolgimento delle ragioni sociali e democratiche emerse nelle lotte di massa di questi mesi. Facciamo appello a tutte le sinistre politiche, sindacali, di movimento perchè respingano pubblicamente la proposta D'Alema, rompano col PD, si candidino alla guida dell'opposizione di massa antiberlusconiana, nella prospettiva di un'alternativa vera.

La via da seguire non è quella dei borghesi liberali, ma quella di Tunisi e de Il Cairo: solo un'aperta sollevazione popolare contro le classi dirigenti del Paese può risolvere la crisi italiana in direzione di uno scenario nuovo.

Partito Comunista dei Lavoratori

30/01/11

Fabriano: Vogliono cancellare il nome delle “Miliani”

Fabriano, 29 gennaio 2011

A tutti gli organi di stampa e informazione
della Regione Marche
COMUNICATO STAMPA


Le notizie apparse sulla stampa locale del 25 gennaio relativamente alla cancellazione dello storico nome delle“Cartiere Miliani” e le dichiarazioni rilasciate da certi personaggi non possono che suscitare sgomento e grande riprovazione. Come è possibile sostenere tale progetto? Non solo per il prestigio mondiale che le “Cartiere Miliani” rivestono, ma per le inevitabili ricadute sociali e produttive che tale sciagurata iniziativa porterà all’intero comprensorio fabrianese, già provato dalla crisi drammatica di tutto il distretto industriale.

Il Partito Comunista dei Lavoratori, nel ribadire che tutto ciò è la conseguenza della privatizzazione selvaggia favorita dai politici fabrianesi, invita questi ultimi a confrontarsi con i lavoratori per avere notizie reali circa l’attuale situazione delle Miliani.

È ora di porre fine a certi legami consociativi esistenti tra qualche dirigente esterno delle Cartiere ed alcuni pseudo-politici che continuano a ignorare la realtà della nostra azienda. Tutto questo, sommato alla mancanza di un ricambio generazionale nel management dell’azienda fa presagire un futuro negativo anche per il nostro complesso industriale.

Con preghiera di massima diffusione

Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento Provinciale Ancona

29/01/11

SIANO GLI OPERAI A PROCESSARE BERLUSCONI


Lo sciopero generale dei metalmeccanici ha assunto un significato non solo sindacale ma politico. La parola d'ordine della cacciata del governo ha attraversato tutti i grandi cortei.

Ora si tratta di investire la forza delle manifestazioni in una lotta vera che abbia l'ambizione di vincere. Non ha alcun senso “chiedere” le dimissioni a Berlusconi. Ha senso costruire una mobilitazione capace di imporgliele. Con una iniziativa di lotta prolungata, generale, radicale, capace di bloccare l'Italia sino alla caduta del governo. Il rovesciamento rivoluzionario di Ben Alì in Tunisia e la sollevazione in atto in Egitto rivelano la forza straordinaria di una ribellione operaia e popolare.

E' ora di dire: “Fare come in Tunisia”.
Siano gli operai a processare Berlusconi e a rovesciare il suo sultanato.


PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

26/01/11

I comunisti marchigiani ad Ancona a fianco degli operai

Ancona, 26 gennaio 2011



A tutti gli organi di stampa e informazione
della Regione Marche



COMUNICATO STAMPA:
I comunisti marchigiani ad Ancona a fianco degli operai


Ancona – Come già avvenuto a Somigliano e a Mirafiori, venerdì 28 gennaio il Partito Comunista dei Lavoratori sarà ad Ancona a fianco della Fiom e dei Sindacati di Base per sostenere la lotta degli operai contro i durissimi colpi che il padronato sta assestando contro i diritti dei chi lavora.

Nelle Marche stesse questi ultimi due anni di crisi economica stanno fornendo l’alibi alla grande borghesia industriale un valido pretesto per licenziare, ricattare, tagliare quelli che dal loro punto di vista rappresentano i rami morti, destando nei cittadini dell’intera Regione (fino a poco tempo fa considerata un vero e proprio “eldorado” del lavoro) amarezza e rassegnazione.

Il PCL porterà in piazza, con un proprio volantino, le proposte avanzate da tempo per far pagare la crisi a chi la provocata, ovvero grandi industriali, grandi gruppi finanziari e banche, e non a chi a sempre campato del proprio sudore.

Vogliamo restituire speranza agli operai, convincerli che fare come in Tunisia si può. Se si lotta uniti e si resta lontano dalle sirene ammaliatrici del centrosinistra respingere Marchionne e cacciare Berlusconi è un obbiettivo più che mai possibile.

Con preghiera di massima diffusione

Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento Regionale Marche
Info: pclancona@alice.it - www.marcherosse.blogspot.com


 
CLICCANDO QUI SOTTO POTETE LEGGERE VOLANTINO DISTRIBUITO ALLA MANIFESTAZIONE
 
 

L'asse Ratzinger-Berlusconi attacca di nuovo il diritto alla satira

Dopo gli ultimi attacchi lanciati a Vauro dopo la sua (esilarante ed amaramente realistica) vignetta del Papa che invita Berlusconi a farsi prete vista la sua predilezione per le minorenni, pubblichiamo la vinetta per solidarietà e per ribadire il nostro diritto alla critica, alla satira, al dissenso.


24/01/11

Risposta alle dichiarazioni razziste e demagogiche della Lega Nord di Fabriano

Fabriano, 24 gennaio 2011

A tutti gli organi di stampa e informazione
della Regione Marche


COMUNICATO STAMPA:

Fabriano - Le vergognose dichiarazioni rilasciate il 19 dicembre alla stampa dal Segretario cittadino della Lega Nord, Simonetti, per il loro contenuto provocatorio e demagogico non possono che suscitare vivo sconcerto.

La palese voglia di innescare di un’ immorale “guerra tra poveri”, contribuisce a distogliere l’attenzione dai problemi drammatici che investono l’intera società fabrianese.

Contro questa crisi economico-sociale (generata non solo dalla globalizzazione ma anche dal sistema politico-economico imposto da certi poteri forti), la Lega Nord e la quasi totalità dei politici fabrianesi, non dicono proprio nulla. E’ più facile, per la Lega, prendersela con gli “extracomunitari”.

È inoltre da ritenere scandalosa l’assenza dal dibattito politico della cosiddetta “sinistra radicale”, che invece di contrastare pubblicamente certi pronunciamenti, è probabilmente occupata nelle trattative per realizzare accordi, in vista delle elezioni comunali del 2012 a Fabriano, per ottenere qualche incarico assessorile ben retribuito.

Alla faccia dei gravi problemi dei cittadini fabrianesi!


Con preghiera di massima diffusione

Antonio Angeloni
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez.Ancona-Nucleo Montano




22/01/11

21 gennaio 2011 - 90° anniversario di fondazione del Partito Comunista d'Italia

Il 21 gennaio 2011 a Livorno, nella stessa città dove si svolse novant'anni fa il primo congresso del Partito Comunista d'Italia (fondato dagli scissionisti rivoluzionari del PSI Gramsci, Bordiga etc.), una delegazione del Partito Comunista dei Lavoratori si è ritrovata per celebrare questo anniversario.

Non di semplice "nostalgia veterocomunista" si tratta però, bensì di un invito a riflettere sul reale significato di questa data rimuovendo tutte le menzogne che, negli ultimi 70 anni, la burocrazia stalinista italiana (primo tra tutti Togliatti) ha costruito intorno a questo evento inventando una storia parallela per giustificare di volta in volta le scelte controrivoluzionarie della propria cricca.

Di seguito l'intervento di Marco Ferrando, portavoce nazionale del PCL

19/01/11

Berlusconi come Ben Ali' !


Lo stesso Presidente del Consiglio che solidarizza con Marchionne contro gli operai, rifiuta di rispondere ai magistrati sullo sfruttamento della prostituzione nella reggia di Arcore. Siano allora gli operai a “processare” Berlusconi, con uno sciopero generale vero che ponga all’ordine del giorno la cacciata del governo. Un governo privo persino di una maggioranza politica in Parlamento , salvato da deputati corrotti, asserragliato a difesa di un Sultano “bonaparte” che rivendica la propria impunità come “diritto”, non ha alcun diritto di restare in sella. E’ il momento di una spallata operaia e popolare che rovesci Berlusconi, arresti la valanga Marchionne, e faccia piazza pulita di sfruttamento e malaffare. Lo sciopero generale dei metalmeccanici già indetto dalla Fiom per il 28 Gennaio deve diventare tanto più oggi lo sciopero generale di tutto il mondo del lavoro, assumere un carattere continuativo, puntare alla caduta del governo. La Tunisia dimostra la forza politica enorme di una sollevazione popolare. La stessa forza che ha rovesciato Ben Alì può rovesciare Berlusconi. E’ ciò che hanno fatto i lavoratori italiani nel 60 contro Tambroni. E’ ciò che è necessario oggi.

Partito Comunista dei Lavoratori

18/01/11

"Borghesia e proletariato", termini antiquati?

"Siamo tutti sulla stessa barca", "siamo tutti uguali", "che ognuno faccia la sua parte", "la borghesia è un termine antiquato"!? Tutte frasi fatte!

Quello che è avvenuto a Pomigliano, doveva considerarsi come fatto “unico, isolato e irripetibile” e che non sarebbe stato un punto cardine delle futre politiche industriali in Italia. Al contrario, tutti i partiti ed i sindacati collaborazionisti (Cisl, Uil e Ugl), si sono resi servi di questo “Stato borghese” che adotta sempre più leggi antioperaie e antisociali, volte al fine di distruggere definitivamente l’unità dei lavoratori sottomettendoli alle leggi del capitalismo più bieco senza più nessuna tutela o diritto di protesta.

Con la benedizione di tutta la classe padronale un'altra storica battaglia contro i lavoratori viene portata a termine: dalla Scala Mobile fino ad  escludere dalla rappresentanza ogni organizzazione sindacale che non sia complicedel padrone. Mentre i traditori della classe operaia sono sempre lì a raccogliere le briciole cadute dal tavolo della grande borghesia, gli operai sono licenziati e ricattati per “un tozzo di pane”. Nessuno tra le Istituzioni ha alzato un dito se non in favore di Marchionne. Il quotidiano di Confindustria di fine anno ha scelto di celebrare Marchionne come uomo del 2010 con queste testuali parole: “La FIAT ha portato in Italia le regole del mondo, piaccia o non piaccia, le regole della modernità”.

La faccia della democrazia in questo paese non è più garantita dalle leggi né dalla Costituzione vista l’illegittimità con cui Marchionne trasforma un referendum democratico con un plebiscito autoritario. Un ricatto inaccettabile minacciato dalla chiusura della fabbrica se il 51% dei lavoratori non avesse votato sì. L’attacco di Marchionne al mondo del lavoro appoggiato da tutta la parte politica e tutti i Sindacati Confederali (esclusa, almeno in questo caso, la Fiom), ci ricorda che i nostri diritti, la nostra dignità ed il nostro salario è determinato dal conflitto tra “capitalista e lavoratore”, perché se i Marchionne hanno bisogno degli operai, gli operai non hanno bisogno dei Marchionne!

Imporre lo strumento del voto perché si accetti di non votare mai più, è un gigantesco imbroglio-truffa, un odioso ricatto, che obbliga il lavoratore a rinunciare ai suoi diritti, compreso quello di ammalarsi, di scioperare, di  mangiare se non a discrezione del padrone, di non poter più eleggere i suoi rappresentanti. "O così, o niente lavoro"…sic!

Oltre alle contraddittorie politiche manageriali sostenute in Italia, si offre ai lavoratori un “congruo aumento di stipendio di quasi 30 euro lorde mensili che si vanno ad aggiungere allo stipendio operaio FIAT che si aggira sulle 1300 euro mensili, mentre il celebrato uomo dell’anno 2010 ne intasca ben 15.500  al giorno. Senza contare le decine e decine di milioni di euro che incasserà con le “stock option” che gli sono state concesse al suo arrivo a Torino.

In tutto il mondo gli attacchi ai lavoratori si susseguono: In Spgnail tanto decantato Zapatero ha aumentato l'età pensnabile a 67 anni e porta avanti un duro attacco alla classe lavoratrice spagnola. Negli USA gli operai sono costretti a comperarsi un posto di lavoro decurtandosi i loro fondi pensione, rinunciando alla sanità, con paga dimezzata e divieto di sciopero. In Cina gli operai sono stati costretti a firmare un contratto al momento dell’assunzione nel quale dichiarano di rinunciare al suicidio sul posto di lavoro e, che in caso di suicidio, i familiari non dovranno chiedere risarcimenti all’azienda. Milioni di lavoratori europei costretti dopo decenni di sacrifici ad arrangiarsi in mezzo ad una strada per colmare le casse delle banche usuraie che li hanno messi di fronte a mutui insostenibili.

Per giusta risposta i lavoratori dovrebbero mandare lungo le catene di montaggio tutti coloro che di lavoro simile mai ne hanno fatto in vita loro, ma che inneggiano al “Magnifico Manager operaio" come lui si definisce, a cominciare dal “VERGOGNOSO” Presidente del Consiglio che approva la delocalizzazione della FIAT se non passeranno i sì; da Fassino e Dalema che una spintarella politica a Cisl-Uil dovevano pur darla; fino a Sacconi e tutti i galoppini che scaldano poltrone a più di 20.000 euro al mese in questo Stato. Uno Stato che ha preso forma di “ associazione d’imprenditori” il cui potere si trova interamente nelle mani della classe capitalista.

Il capitalismo in agonia vuole e impone tutto, mentre i sindacati sono l’espressione della volontà padronale. L’esclusione della Fiom e di ogni sindacato che voglia rappresentare gli interessi dei lavoratori, significa abolire i fondamentali diritti “costituzionali”. Sono previste anche pesanti sanzioni e licenziamento a chi individualmente promuove qualsiasi azione di difesa. Il primo articolo della Costituzione recita: l’Italia è una repubblica fondata, sulla paura, l’incertezza e l’indifferenza, hanno reso tutti uguali, schiacciati nella stessa pressa, nella stessa informazione. “Le bestie sono tornate all’ovile”. Ma la cosa più “bastarda” è che oggi le persone sono guidate nell’aspirazione di ritornare “schiavi”.

È vergognoso vedere la politica flettersi, rendersi servile e complice di una famiglia Agnelli e suoi galoppini che mira allo smembramento, alla rassegnazione ed allo sfruttamento, tanto più dopo i miliardi di soldi pubblici che sono stati dati a questa azienda.

L’indifferenza è un male assoluto che ci divora, e quando sono i cittadini che devono adeguarsi alle necessità democratiche e non il contrario, allora, qualcosa che non funzione c’è…

L’attacco frontale portato avanti dal capitalismo sul mondo del lavoro è stato così ben costruito e architettato sfruttando la “crisi” che per falcidiare e chiudere lo statuto dei lavoratori non sono serviti nemmeno gli organi repressivi della borghesia, la polizia e la magistratura, solo gli organi di stampa eliminando ogni prospettiva futura di anticapitalismo e quindi di socialismo.

Se la borghesia riesce a trasformare i “lavoratori in merce” senza usare nessun tipo di repressione fisica, allora tanto vale riprendere la “lotta di classe”, riconquistare la nostra coscienza rivoluzionaria della classe operaia ricominciando a lottare per un fine socialista dove solo onestà e coraggio, possono oltrepassare la porta. Se la borghesia reagirà violentemente alle nostre richieste di diritti e libertà, almeno, sapremo che l’abbiamo fatto per qualcosa per la quale vale la pena di combattere e non per lesionarci, senza muovere un dito.

Ormai la borghesia ha soppresso anche il più piccolo segno di comunismo, scatenando e servendosi di ogni mezzo, trovandosi ora, la strada libera nell’esercitare lo sfruttamento forsennato verso la classe operaia, e nell’azzuffarsi per spartirsi il “plusvalore” prodotto dagli operai.

Il capitalismo sta’ mostrando in tutto il mondo di quanta violenza esso sia capace e di chi siano i suoi alleati: opportunisti, spie, infiltrati, delatori, difensori estremi degli interessi borghesi.

Voglio ricordare che non c’è alcuna fatalità nella crisi e ancor meno nel fatto che siano i lavoratori a farne le spese. Come non c’è alcuna fatalità nell’accumulazione sfrontata della ricchezza per una infima minoranza da un lato e della miseria e precarietà dall’altro.

Quando il capitale inizia la sua curva discendente e la classe lavoratrice e disgregata, anche la lotta sindacale diviene più difficile e peggiorano la vita e le condizioni oggettive dei lavoratori, perché di fronte alla diminuzione della domanda di “forza lavoro”, aumenta “l’offerta” in modo più evidente. Il capitalismo e tutti i suoi sottoprodotti, non possono fare altro che indennizzarsi delle perdite subite sul mercato mondiale, quindi si sforza di ridurre la parte del prodotto spettante ai lavoratori.

I maggiori Sindacati Confederali, mantenuti e coccolati dalla borghesia (Cisl,Uil e compagnia bella), non fanno altro che incentivare un capitalismo regolato allo sfruttamento dei più deboli e preservare lo stesso dalle lotte delle masse.

Dopo aver ricordato che il lavoratore dipendente è stato sempre l’unico che ha sempre pagato le tasse per intero fino all’ultimo “centesimo”, voglio rendere cosciente chi ci legge che senza la costruzione di un movimento operaio, i risultati saranno sempre disastrosi. A tal proposito vorrei sapere che fine hanno fatto tutti quei cartelloni nei centri di molte città all’insegna di “ tutti uniti per il lavoro?” Bah! L’unica cosa che rimane è l’assiduo lavoro comune per la disgregazione delle masse lavoratrici e non per l’unità, per l’assopimento e non per il risveglio.

Il Partito Comunista dei Lavoratori condanna la controcultura di oggi, la corruzione dilagante e rilancia “ l’indipendenza di classe dalla borghesia e i suoi governi”. Valori ad oggi dimenticati e che vanno assolutamente recuperati e portati avanti. Essere comunista vuol dire osare, pensare, volere e avere il coraggio delle proprie convinzioni, facciamo previsioni legate ad un progetto attivo di modifica della storia che non è predeterminato da qualcuno, ma dipende in gran parte dall’intervento umano nella lotta di classe. È l’uomo che fa la storia.

L’immondizia dell’Italia non è solo i “rifiuti di Napoli”, ma sono le miliardarie speculazioni edilizie che sommergono di cemento l’intero territorio italiano, i sempre più lauti investimenti militari, i tagli alle scuole pubbliche per finanziare le scuole private, i finanziamenti agli ospedali privati, i miliardi di euro regalati ad uno degli stati più ricchi del mondo, “il Vaticano”, alle banche, agli evasori fiscali, alle mafie, ai Manager etc., tutto questo solamente per mantenere con i soldi statali quelle parti del capitale che si mettono in mostra con tutto il loro squallore.

Lacrime e sangue

Tutto questo porterà ad un continuo calo di consumi aumentando la recessione in atto con ulteriore indebolimento e degrado della società e del mondo del lavoro. Per evitare questo, l’unica prospettiva è quella di uscire definitivamente dal “sistema capitalistico borghese”, costruendo un “socialismo” che soddisfi le esigenze vitali e primarie delle persone.

Ora più che mai dobbiamo opporci, prima che la situazione odierna collassi e comincino dure forme reazionarie di repressione sempre più forti. Per questo rivendichiamo qui, che il compito dei Sindacati non è quello di rilanciare e incoraggiare la competitività tra le imprese private e tra paesi diversi, ma dimostrare il fallimento ed il collasso di un sistema capitalistico invivibile e inaccettabile per tutti i lavoratori.

Cominciamo con la libertà di espressione che ogni lavoratore deve avere, senza essere repressa e boicottata, ma come “un diritto insindacabile”, altrimenti i lavoratori rimarranno sempre dei perfetti sudditi di un governo autoritario.Estendiamo il fronte unico creatosi fino ad ora ponendolo in piena autonomia dal centrosinistra. Sviluppiamo e radicalizziamo l’azione di massa allo scopo di conseguire uno sciopero generale che ci permetta di spazzare via questo Governo reazionario e corruttore. Studenti e lavoratori uniti per difendere i diritti e abbattere il muro del dominio della borghesia per un governo dei lavoratori.

“Solo la cosciente e organizzata classe operaia che manda una forte rappresentanza nelle aule del parlamento può vigilare sugli interessi proletari”(Trotsky).
Ed è con l’orgoglio comunista che mi sento di far parte della IV Internazionale.

Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez.Ancona-Nucleo Montano


16/01/11

IL “PLEBISCITO” FIAT E’ FALLITO


IL “PLEBISCITO” FIAT E’ FALLITO
LA MAGGIORANZA DEGLI OPERAI BOCCIA IL RICATTO
E’ L’ORA DI UN VERO SCIOPERO GENERALE (15 Gennaio 2011)

Il “plebiscito” è fallito. La maggioranza degli operai di Mirafiori ha votato No al referendum ricatto, che passa col voto determinante degli impiegati. E’ un risultato che smentisce clamorosamente la finta recita trionfalistica di Marchionne e Sacconi , e costituisce una sonora bocciatura operaia di quell’unità nazionale attorno a Marchionne che ha visto allineati Governo, Confindustria, PD . Ora è necessario dare a quel voto una prospettiva coerente . Non basta il No all’accordo vergogna, occorre farlo saltare. Per questo è necessario che tutte le sinistre sindacali e politiche trasformino lo sciopero dei metalmeccanici del 28 Gennaio in un vero sciopero generale di tutto il mondo del lavoro, combinato con il blocco degli straordinari , con l’occupazione delle aziende che licenziano o violano i diritti sindacali, con l’allargamento del fronte di mobilitazione a studenti, precari, disoccupati. In questo quadro la rivendicazione della nazionalizzazione della Fiat, senza indennizzo e sotto controllo operaio, è l’unica in grado di indicare un’alternativa vera al “marchionnismo” e di dissuadere eventuali imitatori.

MARCO FERRANDO

MIRAFIORI. C’E’ ANCORA IL MOVIMENTO DEI LAVORATORI! NONOSTANTE IL RICATTO IL SI NON STRAVINCE

Nonostante lo schieramento favorevole al SI, che andava da Marchionne fino al capo del governo e tutti i ministri, passando per i notabili del PD, i NO sfiorano il 47 % dimostrando che c’è ancora la disponibilità dei lavoratori a lottare per difendere le proprie condizioni di vita e di lavoro.
Ora Marchionne dovrà tirare fuori i soldi promessi per gli investimenti e ai sindacati firmatari toccherà fare da cani da guardia della rabbia operaia e dei conflitti che l’accordo inevitabilmente produrrà.

Dentro le pieghe del si al diktat c’è però anche una questione sindacale importante, quella dei sindacati di comodo, vietati dalla Costituzione quando è l’azienda a promuoverli, ma ritenuti legittimi quando sono gli stessi sindacati a decidere di sposare appieno le scelte dei padroni anche quando sono palesemente di attacco ai diritti e alle condizioni di vita e di lavoro dei propri rappresentati.

Ora è tempo di riflettere sulla necessità improcrastinabile di una legge, non di un accordo pattizio, sulla rappresentanza e la democrazia nei luoghi di lavoro che impedisca, da ora in poi, ai vari Marchionne, di scegliersi con chi sottoscrivere accordi, prescindendo dalla reale rappresentanza.

Ma è evidente che la situazione richiede la costruzione di un forte ed unitario soggetto sindacale confederale, conflittuale e democratico, capace di riorganizzare quella disponibilità al conflitto che è emersa anche nella vertenza FIAT.


13/01/11

Cartiere Miliani, no al modello Marchionne

Articolo del quotidiano Corriere Adriatico del 13/01/2011


Per il Partito comunista dei lavoratori c’è il rischio che il contratto Fiat si diffonda

Cartiere Miliani, no al modello Marchionne


Fabriano “No al modello Marchionne nelle Cartiere Miliani”. Lo sottolinea a chiare lettere il Partito comunista dei lavoratori in riferimento a quanto verificatosi di recente. Come dire che c’è il rischio concreto che ciò che sta accadendo alla Fiat potrebbe presto prendere campo pure nelle realtà industriali del comprensorio fabrianese, Cartiere Miliani in modo particolare, con grave danno per le maestranze.

“Alcune strutture dirigenziali – spiega il Pcl – si stanno trasformando in soggetti politici. L’ultima sortita politica del 2010, compiuta da un ‘dirigente-consulente’ delle Miliani attraverso un comunicato diffuso in tutti i reparti e gli uffici dell’azienda, conferma il ruolo politico indirizzato al modello Marchionne. Non si può nascondere l’incredibile analogia nei contenuti tra tale intollerabile comunicato e quelli di certe organizzazioni sindacali confederali che operano nelle Cartiere Miliani. Al riguardo, denunciamo la complicità tra certi dirigenti dell’azienda e la Cgil e la Cisl (la Uil si è dissociata), le quali forse si sono tramutate in ‘cinghie di trasmissione’ di certi dirigenti esterni alle Miliani”. Sono proprio queste relazioni, secondo il Pcl, a generare allarme nei lavoratori. “Il risultato di questo rapporto, a dir poco consociativo – prosegue, infatti, il Pcl – è un attacco ai diritti acquisiti dei lavoratori, dal momento che, oltre a lavorare durante quasi tutti i giorni festivi, alcuni giovani precari nel mese di dicembre scorso sono stati impiegati nel lavoro per ben 12 ore consecutive. Il tutto, naturalmente, alla faccia dei diritti contrattuali e costituzionali evocati nel comunicato del 23 dicembre scorso da parte della direzione delle Miliani. Insomma, non dobbiamo permettere che anche a Fabriano si diffonda il modello Marchionne”.

NO AL REFERENDUM DELLA FIAT!


IL “NO” A MARCHIONNE E’ ANCHE

UN “NO” A BERLUSCONI E AL PD
 
Il PCL sarà presente, giovedì e venerdì, davanti ai cancelli di Mirafiori, col proprio portavoce nazionale, per sostenere il “No” a Marchionne: che è anche un No a Berlusconi e al PD, entrambi abbracciati alla Fiat.

Una vittoria del No contro il ricatto avrebbe una portata enorme per l’intero mondo del lavoro. Se Fiat provasse in quel caso a disinvestire e a fuggire, gli operai potrebbero occupare la fabbrica e rivendicare la sua nazionalizzazione, sotto controllo operaio. Un’azione che potrebbe propagarsi in altre centinaia di aziende in crisi. L’ arroganza della Fiat sta giocando col fuoco. I lavoratori possono opporre alla forza dell’azienda una forza eguale e contraria. Se la Fiat torna al primo’ 900, possono farlo anche gli operai. Perché Marchionne e gli Agnelli hanno bisogno degli operai, gli operai non hanno bisogno di loro. E possono prenderne coscienza.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

Per un presidio unitario contro il regime di Tunisi

Testo della lettera inviata a tutte le forze politiche e sindacali dal Partito Comunista dei Lavoratori per una mobilitazione unitaria sabato 15 gennaio 2011 a Roma davanti all'ambasciata tunisina. Molte forze hanno già risposto positivamente all'invito.


Car@ Compagn@,



In questi giorni si sta sviluppando nel nord Africa, in particolare in Tunisia, un importante rivolta di massa, giovanile e popolare, contro regimi reazionari e corrotti, complici oltretutto dello sfruttamento imperialistico dei propri paesi da parte di decine di grandi aziende europee, innanzitutto italiane e francesi. La rivolta tunisina- certo la più consistente e radicale- vede l'importante partecipazione attiva di organizzazioni sindacali, che hanno promosso per il 15 gennaio una manifestazione nazionale a Tunisi attorno alla parola d'ordine della cacciata del regime. Contro questa rivolta, si sta scatenando una sanguinosa repressione poliziesca che ha lasciato già sul terreno oltre 50 vittime tra i manifestanti. Una repressione sanguinosa che è giunta a sparare sulla folla nel corso di pubblici funerali.


In alcuni paesi quali la Francia e il Canada, si stanno svolgendo in questi giorni, iniziative di solidarietà con la ribellione tunisina. Riteniamo che anche in Italia sia necessaria ed urgente una mobilitazione analoga. Per questo ci rivolgiamo a tutte le sinistre politiche e sindacali, a tutte le organizzazioni di solidarietà in campo internazionale, alle forze impegnate a difesa dei migranti, e innanzitutto alle comunità arabe, per la più ampia manifestazione unitaria a sostegno dei giovani tunisini in rivolta. Proponiamo a questo fine una manifestazione davanti all'ambasciata tunisina a Roma per il prossimo sabato 15 gennaio , in coincidenza con la manifestazione nazionale antiregime di Tunisi.


Dati i tempi estremamente ristretti per la sua preparazione, chiediamo al più presto una risposta alla nostra sollecitazione. Per quanto ci riguarda, saremo comunque mobilitati per per sabato 15 gennaio davanti all'ambasciata Tunisina.


Partito Comunista dei Lavoratori

PRECARIO? NON PERDERE TEMPO

Di seguito volantino del Sindacato di base USB delle Marche:

PRECARIO? NON PERDERE TEMPO
SE IL TUO CONTRATTO E’ SCADUTO PRIMA DEL 24 NOVEMBRE 2010
HAI FINO AL PROSSIMO 23 GENNAIO PER FAR VALERE I TUOI DIRITTI


Sei stato precario o lo sei ancora? Sei stato precario negli ultimi 3 anni?
Hai avuto contratti a tempo determinato nella pubblica amministrazione o nel privato?
Sei stato un lavoratore a somministrazione (interinale), un co.co.pro oppure hai lavorato a partita IVA, in un finto appalto e il tuo contratto è terminato?
Lo sai che potresti avere diritto alla riassunzione o avere un risarcimento economico?
Lo sai che chi aveva già il contratto scaduto al 24 novembre 2010 ha tempo solo fino al 23 gennaio 2011 per impugnare?
Per i contratti in corso le impugnazioni dei licenziamenti, dei contratti a termine, dei contratti dei lavoratori in appalto o interinali, devono essere fatte entro i 60 giorni dalla comunicazione o dalla scadenza. Inoltre anche l’impugnazione effettuata tempestivamente diviene inefficace se nei 270 giorni successivi non viene depositato il ricorso presso il tribunale.
Questa norma viene estesa a una enorme serie di casi:

 ai licenziamenti collegati alla atipicità del rapporto di lavoro, alla illegittimità del termine fissato nel contratto (es. contratti di associazione in partecipazione, i contratti a termine);

 al recesso dell’azienda nei contratti di collaborazione ed a progetto;

 alle azioni che chiedono l’annullamento dei trasferimenti e dei passaggi per cessione di azienda o di ramo di azienda);

 in tutti i casi in cui si deve impugnare un rapporto di lavoro diretto con una azienda “mascherato” da lavoro interinale - somministrato o in appalto;


COSA SI PUÒ OTTENERE? a seconda dei casi, l’assunzione stabile, il risarcimento fino a 12 mensilità, le eventuali differenze di salario e contributive.

COSA PUOI FARE? con il nostro ufficio vertenze potrai consultarti (senza impegno preventivo né costi) e poi decidere:

- di fare la lettera raccomandata entro il 23 gennaio 2011 a una o a tutte le aziende presso cui hai lavorato negli ultimi due/tre anni;

- e poi entro 270 giorni (dopo aver approfondito e preparato al meglio anche con un legale) predisporre la causa.

La precarietà il cui esordio di massa è stato opera dei governi di centro sinistra con il Pacchetto Treu, poi ulteriormente sancita grazie alla Legge 30 del 2003; ora grazie al Collegato Lavoro del Governo Berlusconi siamo di fronte ad uno straordinario condono a favore dei datori di lavoro siano essi pubblici o privati.

Per informarsi e immediatamente impugnare i contratti, il sindacato di base USB invita tutti i precari coinvolti a rivolgersi alle sedi locali prima della scadenza del termine di impugnazione del 23 gennaio prossimo.

USB - FEDERAZIONE MARCHE

12/01/11

IL LAVORO NON É IN SALDO

Testo del volantino diffuso in questi giorni nel distretto industriale di fabriano

Per leggere clicca sull'immagine

11/01/11

Fabriano - Cartiere Miliani: alcune strutture dirigenziali si stanno trasformando in soggetti politici

Fabriano, 12 gennaio 2011

A tutti gli organi di stampa e informazione
della Regione Marche

L’ultima sortita politica del 2010, compiuta da un “dirigente-consulente” delle Miliani, attraverso un comunicato diffuso in tutti i reparti e gli uffici delle Cartiere, conferma il ruolo politico indirizzato al “modello Marchionne”.
Non si può nascondere l’incredibile analogia nei contenuti tra l’intollerabile comunicato del management delle Miliani e quelli di certe organizzazioni sindacali confederali delle cartiere.
Il Partito Comunista dei Lavoratori denuncia la complicità tra certi dirigenti e la C.G.I.L. - C.I.S.L. (la U.I.L. si è dissociata!) che forse si sono tramutate in “cinghie di trasmissione” di certi dirigenti esterni delle Miliani.
Il risultato di questo rapporto, a dir poco “consociativo”, è un attacco ai diritti acquisiti dei lavoratori, visto che, oltre a lavorare durante quasi tutti i festivi, alcuni giovani precari a dicembre sono stati impiegati nel lavoro per ben 12 ore consecutive.
Alla faccia dei diritti contrattuali e costituzionali, evocati nel comunicato del 23 dicembre da parte della Direzione delle Miliani!
Non permettiamo che anche a Fabriano si diffonda il “metodo Marchionne”!

Con preghiera di massima diffusione

Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento Provinciale Ancona

08/01/11

II Congresso Nazionale del PCL - intervento di Marco Ferrando

Di seguito, per chi non ha potuto assistere personalmente, pubblichiamo una serie di video che contengono l'intervento introduttivo di Marco Ferrando (portavoce nazionale del Partito Comunista dei Lavoratori) in aperture del II Congresso Nazionale del partito che si è svolto a Rimini dal 6 al 9 gennaio 2011















05/01/11

Occupazione della FIAT e vero Sciopero Generale


L’accordo tra Fiat Cisl e Uil a Mirafiori, basato sulla distruzione del contratto nazionale e sull’espulsione di fatto della Fiom dalla principale fabbrica italiana, è semplicemente vergognoso. L’avallo o addirittura il sostegno che i vertici del PD hanno dato all’accordo qualifica una volta di più la natura padronale di tale partito, pronto a tutto pur di guadagnare la benedizione Fiat. Ora questo accordo merita una risposta di lotta altrettanto radicale. Non basta la denuncia, né una risposta rituale e ordinaria. Occorre mettere in campo la forza dei lavoratori. Il PCL fa appello a tutte le sinistre politiche e sindacali per un iniziativa unitaria di lotta che passi per l’occupazione operaia degli stabilimenti Fiat e per la convocazione di uno sciopero generale vero, a carattere continuativo, che punti alla revoca dell’accordo. Se la Cgil si defilerà, sarà la Fiom a doversi assumere le proprie responsabilità. Parallelamente il PCL sosterrà ogni contestazione operaia radicale e di massa contro Cisl e Uil, chiedendo a tutti i lavoratori onesti iscritti a quei sindacati di abbandonarli alla loro vergogna. O emergerà la forza dei lavoratori, o vincerà la forza del padrone.

MARCO FERRANDO

03/01/11

“Ardo, fumo negli occhi”


Dal quotidiano "Corriere Adriatico" di lunedì 3 gennaio 2011



Pcl scettico sull’interesse degli stranieri

“Ardo, fumo negli occhi”


Fabriano “Stiamo assistendo a un tentativo subdolo dei poteri forti di gettare fumo negli occhi dei fabrianesi”. Lo sottolinea il Partito comunista dei lavoratori in relazione alla vicenda della vendita della Ardo. “Si parla di società cinesi e iraniane – osserva il Pcl – soltanto per non dire ai lavoratori che non c’è più nessuna speranza nè futuro, almeno per la maggior parte delle maestranze della Ardo. L’aspetto più grave, però, è che la crisi non si fermerà a questa azienda e al suo indotto, perché tra poco anche altri gruppi industriali entreranno in crisi a causa dell’assenza di innovazione e di diversificazione delle tipologie produttive”. Di qui, un appello: “E’ giunta l’ora che i lavoratori si ribellino a quelle pseudo organizzazioni filo-padronali che continuano a esaltare l’imprenditoria privata che sta abbandonando Fabriano tramite progetti di delocalizzazione. Senza un movimento di lotta, le
industrie locali sono destinate a scomparire con migliaia di disoccupati”.