27/07/12

Matelica - volantino contro le speculazioni sul territorio

NO ALLE SPECULAZIONI SUL NOSTRO TERRITORIO
La tutela dell’ambiente equivale ad un territorio sano dove vivere meglio ed anche la possibilità, vista la fortuna ce ci ha dato un’alta valle dell’Esino-Potenza meravigliosa, di rilanciare forme diverse di sviluppo attraverso settori agro-alimentari, artigianato e turismo. L’affarismo politico  di tutte le giunte sia di centro-destra che di centro-sinistra, in questi decenni,  ha portato a votare Piani Regolatori privi di ogni razionalità.
                                 Oggi le speculazioni continuano
Pedemontana Fabriano-Muccia e l’impianto di una centrale bio-gas da 999kw rappresentano, in maniera diversa, un ulteriore attacco alla nostra piccola valle.
 Il potenziamento della statale esistente tra Matelica e Castelraimondo (tipo quello effettuato tra Cerreto d’Esi e Matelica) e due circonvallazioni una a Cerreto d’Esi e l’altra a Matelica (perché a Castelraimondo e Camerino non servono)  ci risparmierebbe il costo di una nuova strada a ovest della valle  ed eviterebbe un impatto ambientale devastante.
Il Pav (Piano Area Vasta progetto interno alla Quadrilatero) permette ai privati che costruiscono la strada di modificare i Piani Regolatori comunali nelle zone adiacenti agli svicoli, trasformando zone verdi in edificabili ed in alcuni casi anche estrattive.
Siamo di fronte ad uno sperpero di soldi pubblici, solo il primo tratto Fabriano-Matelica costa 80milioni di euro con il serio rischio che diventino di più….siamo in Italia.
Il progetto specifico della centrale a bio-gas che si vuole fare nella località di Pezze non è virtuosa come si dovrebbe. Una produzione energetica fatta con scarto organico e scarto vegetativo proveniente dalla nostra zona avrebbe un altro significato.
La centrale è sovradimensionata per il nostro territorio, occorrono infatti 50 tonnellate di biomasse al giorno e solo una piccola parte sarà composta di scarti. Infatti saranno adibiti campi appositamente coltivati (circa 400ettari). Un raggio di reperimento di 70km da Pezze: una zona enorme da Ancona a Perugia, da il pesarese fino all’ascolano… che comporterebbe  un aumento di passaggio dei Tir sia per portare le biomasse che per portare nei campi il digestato (il prodotto che rimane dopo la fermentazione)
Altra questione importante è che il digestato, usato come fertilizzante,  provocherebbe un aumento di spore clostridi un batterio della stessa famiglia del tetano e botulino.
Il Partito Comunista dei Lavoratori si oppone alle speculazioni:
sia delle grandi opere pubbliche inutili e costose per i cittadini,  sia ai business derivati dalla green-economy che favoriscono solamente gli imprenditori  che si arricchiscono grazie agli incentivi dello stato e allo sfruttamento ambientale!!!

Fabriano – Alle cartiere clima insostenibile per i lavoratori

COMUNICATO STAMPA:
Il Partito Comunista dei Lavoratori ritiene insostenibile il clima d’intimidazione nei confronti dei lavoratori delle cartiere.
Infatti la crisi devastante che sta investendo tutto il territorio fabrianese si “arricchisce” di una nuova “ciliegina sulla torta”, rappresentata dalla diffusione ed affissione in tutti i reparti ed uffici della Cartiere Miliani, di un presunto “modello comportamentale”, valido, naturalmente, solo per i lavoratori della nostra importante azienda locale (alla faccia della Costituzione). Il contenuto di tale documento, risulta inutile sottolinearlo, si ispira a criteri a dir poco fuorvianti e volti ad accentuare un clima di “terrorismo psicologico” contro i lavoratori, i quali (giova rammentarlo) sono gli unici artefici della momentanea salvezza delle Miliani. Ora invece si minacciano questi ultimi addirittura di “non rispondere male” al proprio capoufficio, pena gravi sanzioni disciplinari, al solo scopo di zittire quelli che l’azienda ritiene dei veri e propri “muli da soma” senza diritto di parola! 
Il Partito Comuista dei Lavoratori si interroga sulle ragioni inquietanti per cui certi dirigenti-consulenti (artefici del degrado aziendale e strenui sostenitori sino a pochi anni fa del modello industriale monosettoriale e monofamiliare marchigiano), facciano continuo ricorso al clima di “mobbing” con il quale reprimono gli operai seri ed onesti che lavorano alle Cartiere. Perché questi  signori non riconoscono invece il proprio fallimento manageriale e politico, con il quale hanno annientato la vecchia organizzazione del lavoro delle Miliani, creando le premesse di un futuro difficile per l’unica azienda fabrianese scampata provvisoriamente dal declino di tutto il distretto industriale locale.
Forse è giunta l’ora che alcuni “ordini di servizio di altra epoca” siano utilizzati non contro le maestranze ma nei confronti degli pseudo-dirigenti delle Miliani.

Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione Provincia di Ancona

18/07/12

GENOVA 2001: INGIUSTIZIA E' FATTA!


Ci hanno condannati tutti.

Dieci compagni, che come noi parteciparono alle mobilitazioni contro il G8 di Genova nel 2001, condannati al carcere per pene lunghissime. Dopo i soprusi subiti in quei terribili giorni, ora spezzano definitivamente le loro vite, e questo per educarci, per dimostrarci cosa succede a chiunque voglia continuare a manifestare dissenso e produrre conflitto contro i veri devastatori e saccheggiatori delle nostre vite e dei nostri territori.

Hanno dovuto utilizzare il codice dell’epoca fascista per contestare loro un reato che riportasse “equilibrio” in seguito alle condanne per i massacratori della scuola Diaz. Pene ridicole per chi ha massacrato degli innocenti inermi, nessun colpevole per l’omicidio di Carlo Giuliani e 15 anni per chi ha sfasciato una vetrina, questa la giustizia borghese, dove persino la vetrina di una banca vale più di una vita umana. Ma proprio per questo il conflitto deve continuare, e diventare ogni giorno più alto. Per i dieci compagni che ci hanno rubato, per poterli difendere dalle loro prigioni, per riconquistare le loro e le nostre vite la lotta non si deve fermare.

Undici anni fa eravamo 300mila ad invadere le strade con la ferma determinazione di combattere contro lo scempio che dei governi criminali stavano facendo del nostro futuro, abbiamo lasciato un morto sull'asfalto e molti di noi hanno subito torture e tentati omicidi.

Dopo quei 3 maledetti giorni di luglio, il grande movimento è imploso, abbandonato dai tanti dirigenti e gruppi di sinistra pronti a chiedere scusa per le violenze dei manifesti, proprio nel momento in cui bisognava difendersi dall’atroce attacco subito. Quegli stessi dirigenti che, predicando la non violenza, hanno poi appoggiato un governo guerrafondaio.

Ora è tempo di ricominciare, consapevoli degli errori commessi per non commetterli più, ma animati dalla stessa ferrea volontà di conquistare il nostro futuro. Non possiamo dimenticare le tante vite distrutte da questa esperienza, la lotta continuerà anche per loro.

Nessuna condanna potrà mai fermare i nostri sogni. Liberi subito i compagni condannati!

Maddalena Robin, Enrica Franco

09/07/12

Genova 2001: avevamo ragione. Via gli infiltrati fascisti dalla Polizia di Stato!

Dopo più di dieci anni di denunce, manifestazioni, commemorazioni fatte dai compagni del Partito Comunista dei Lavoratori e di poche altre forze di sinistra, finalmente lo stesso Stato è costretto ad ammettere, anche se solo in parte, le responsabilità della Polizia.
Centrodestra e Centrosinistra vengono oggi svergognati dai loro tentativi più o meno loschi di mettere a tacere tutto e di schierarsi a favore di chi ha ordito un vero e proprio piano eversivo con  pestaggi e arresti illegittimi che hanno comportato migliaia di feriti ed un morto. Il tutto per screditare il movimento No Global.  


SILENZI E IPOCRISIE SULLA SENTENZA DIAZ

Il giudizio della Cassazione sui fatti del G8 con solo conferma, se ve n'era bisogno, le responsabilità criminali dei vertici di polizia nella mattanza messicana alla scuola Diaz. Ma scoperchia le responsabilità negli anni del centrosinistra: il cui governo tra il 2006 e il 2008 salvaguardò i vertici della polizia, promosse addirittura De Gennaro, e si oppose alla commissione parlamentare d'inchiesta. Il PD porta la prima responsabilità politica di quella copertura. Ma Paolo Ferrero era ministro di quel governo. E Di Pietro fu il principale oppositore dell'inchiesta parlamentare e il primo garante della polizia. Sono fatti. Manganelli ha sentito il bisogno di scuse ipocrite, tardive e di circostanza. Il centrosinistra e i suoi ex ministri neanche di quelle.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

TAV: COME IL TRUST CAPITALE-MAFIA-POLITICA SPECULA SULLA NOSTRA PELLE


Dal Giornale Comunista dei Lavoratori di Giugno 2012

La situazione in val di Susa è rovente. Con l’avvento del governo dei banchieri c’è stata un’evidente accelerazione della Torino-Lione. Il nuovo esecutivo non perde tempo a cercare mediazioni, ma passa come una ruspa sopra ogni movimento di protesta: perché sia chiaro che non c’è alcuno spazio per contestazioni o processi democratici, inutili ostacoli sulla via lastricata d’oro della Finanza, del Capitale e della Politica. Inoltre il governo tecnico gode, almeno per il momento, di condizioni particolarmente favorevoli: l’azzeramento di qualsiasi opposizione politica o mediatica, per aver riunito tutte le maggiori forze politiche borghesi sotto l’egida comune del risanamento dei conti pubblici in favore delle banche.

La radicalizzazione della lotta
Per questi motivi e per la lanciare messaggi rassicuranti al grande Capitale ed alla criminalità organizzata prima delle prossime elezioni nazionali, si sono velocizzati espropri, sondaggi e scavi. Ovviamente anche la risposta del movimento si è radicalizzata, soprattutto in occasione del grave incidente che ha coinvolto uno dei leader della protesta, Luca Abbà. Gli ultimi avvenimenti parlano chiaro: 26 NoTav arrestati, centinaia i denunciati, numerosi feriti negli scontri, militarizzazione dei cantieri. Ma oltre ai pestaggi della Polizia ed alle persecuzioni giudiziarie la propaganda sta pressoché escludendo il movimento dai mass media tradizionali ed addita i NoTav come terroristi. Esemplare è stato il linciaggio mediatico del giovane operaio che si è macchiato della terribile colpa di aver chiamato un agente “pecorella”, salvo poi glorificare il celerino eroe che non aveva “neppure” pestato il manifestante!

Le obiezioni “economiche” alla Tav
Fortunatamente la propaganda sembra non aver fatto molta presa né sui valsusini né sul resto degli italiani. Le ragioni dei NoTav sono infatti talmente palesi che la parte più attiva e sensibile dell’opinione pubblica accorda ancora un certo consenso alla protesta. In questi vent’anni l’LTF(l’azienda francese creata ad hoc per la Torino-Lione) e l’RFI(che gestisce le reti ferroviarie italiane), si sono prodigate, con il sostegno di centrodestra e centrosinistra, in goffi tentativi di promuovere l’utilità di tale opera. Anche il governo Monti ha pubblicato recentemente un dossier pro-Tav, ma il suo contenuto non concorda neppure con gli altri studi ufficiali italiani o europei. Le burocrazie nazionali ed internazionali infatti, per quanto guaste e corrotte, sono molto complesse e farraginose: così si contraddicono spesso tra loro, corroborando le nostre tesi e mostrandoci addirittura altri effetti negativi della Tav. Il governo è addirittura dovuto ricorrere a metodi sbrigativi per eliminare i rompi scatole: da un giorno all’altro i professori universitari ed i sindaci presenti nell’osservatorio tecnico governativo che non dichiarassero a priori la propria adesione al progetto sono stati espulsi. Non è un caso che l’ultimo dei “quaderni” prodotti dall’osservatorio, il più importante in quanto riguarda l’analisi costi-benefici, sia stato scritto solo dopo questa epurazione! Innanzitutto i modelli sui quali basa il progetto sono inverosimili: prevedono crescite esponenziali del traffico di merci e cittadini puntualmente smentite dalla crisi attuale. Anche le previsioni di spesa, nei progetti iniziali di “soli” 15 mld, sono state puntualmente smentite da dossier dell’Unione Europea, della Corte dei Conti francese e addirittura dal Sole 24ore, che invece vedono lievitare i costi in corso d’opera: oltre 35 mld di euro! E l’esperienza delle altre tratte ad alta velocità realizzate in Italia fa ipotizzare spese vicine ai 100 mld! I “SiTav” hanno allora provato a buttarla sul risparmio nei consumi e sull’insufficienza della ferrovia già esistente. Ma è stato dimostrato che il consumo dei treni ad alta velocità è molto più elevato e che la linea attuale è molto sottoimpiegata (circa un quinto delle sue potenzialità come afferma RFI stessa), pur essendo stata recentemente adeguata al trasporto dei container commerciali.

Un disastro ambientale
Ma l’aspetto che preoccupa di più gli abitanti è la devastazione ambientale che l’opera comporterebbe, confermata anche nel rapporto Cowi commissionato dall’UE, e da mille altri studi e dossier tra cui quello della Comunità Montana e dei Comuni della Val di Susa. Le criticità più importanti riguardano proprio le mastodontiche gallerie che bucheranno montagne ricchissime di amianto ed uranio, elementi cancerogeni e radioattivi che verranno liberati in grande quantità. Non solo: le falde acquifere sotterranee subiranno un impoverimento insostenibile per la natura e gli abitanti della zona. Insomma è evidente a chiunque che in Val Di Susa, come in altri luoghi del nostro Paese, si vogliono mettere al centro gli interessi e i profitti degli speculatori a scapito dei lavoratori, delle loro famiglie e dell’ambiente.

Gli interessi nascosti
Ma qual è il motivo che ha spinto governi di centrosinistra, centrodestra e Monti a proseguire con tanta testardaggine in questo folle progetto? Non è strano che in un Paese in cui la rete ferroviaria ordinaria è a pezzi, il patrimonio pubblico ed artistico è fatiscente, il territorio è dissestato e degradato, si impongono continuamente finanziarie lacrime e sangue per appianare i debiti, lor signori mettano al primo posto la mastodontica, costosissima ed inutile Tav? E’ semplice: la Tav, come tutte le grandi opere, rappresenta un’enorme fonte di guadagni per i grandi capitalisti, è un gigantesco giro d’affari per mafia, speculatori ed affaristi, ed offre immensi spazi di manovra clientelare ai politici borghesi. Le grandi opere, vuoi per il gigantesco giro d’affari, vuoi per la modalità con cui vengono affidati appalti o portati avanti i lavori, vuoi per la quasi segretezza di atti e progetti, sono una miniera d’oro per i potentati contro cui combattiamo, mentre rappresentano una grave minaccia per il popolo: una distruzione sistematica del nostro territorio ed un vergognoso furto di denaro pubblico. Ma dietro queste grandi opere non c’è qualche furbo affarista che manipola da solo l’intero sistema, ma un vero e proprio “trust” tra grande capitale, malavita organizzata, politici borghesi e burocrati di Stato.

I limiti del movimento
In questi anni i valsusini ed i NoTav si sono battuti contro ogni tipo di Governo locale e nazionale, con coraggio e determinazione, a prescindere dal colore politico. Lo stesso leader del movimento, Perino, ha più volte ribadito, riferendosi alle formazioni politiche borghesi, che “non esistono partiti amici”, perché tutti si sono prodigati a favore dell’opera per reclamare la propria fetta di torta. Parlamentari, Ministri, i Presidenti di Regione e Provincia, il Sindaco di Torino, Fassino, e persino alcuni sindaci della Val di Susa si sono infatti espressi in maniera favorevole all’opera, pur con qualche critica insignificante e di facciata. E’ chiaro quindi che la lotta dei valsusini non può essere solo contro alcune formazioni politiche o lobbies isolate: è una battaglia di popolo contro uno Stato corrotto ed oppressivo, che ha come unico scopo promuovere gli interessi della borghesia dominante e dei suoi alleati storici (tra cui la mafia). Purtroppo però, di fronte a tali evidenze, un movimento così indipendente e radicale, non è riuscito a sviluppare un progetto politico generale in cui inserire la battaglia contro la Tav. Non si è fornito, finora, nessuno sbocco di classe ed anticapitalista al movimento, che metta in discussione le basi stesse dell’apparato contro cui combatte. “Il movimento non ha strategie a lungo termine” sostiene lo stesso Perino. Quindi il movimento sta fornendo grande prova di maturità, resistendo a qualsiasi tentativo di strumentalizzazione bi-partisan, e sta portando avanti un processo di radicalizzazione importante: solo recentemente si è capito che “mobilitare l’opinione pubblica non basta più”, ci vogliono forme di lotta più dirette e concrete. Non si mette però in pratica nessuna proposta politica che mini le fondamenta del sistema e ricostruisca una società equa e realmente democratica: unica soluzione per una vittoria definitiva dello stesso movimento NoTav.
L’intervento dei comunisti
Il Partito Comunista dei Lavoratori ha sempre sostenuto, lealmente e senza i doppi fini di alcuni politici “di sinistra”, la lotta del movimento NoTav. In questi anni abbiamo messo l’accento sulla connotazione classista di quest’opera: se i soldi che servirebbero per lavoro, sanita’, istruzione, servizi, messa in sicurezza del territorio vengono invece spesi in opere inutili e faraoniche il è evidente uno scontro di classe. Da comunisti, insieme a tutte le forze anticapitaliste presenti, dobbiamo elaborare una proposta unitaria, una piattaforma di rivendicazioni concrete che metta al riparo il movimento stesso da possibili derive o dalle lusinghe dei politici riformisti, e nello stesso tempo fornisca un futuro sbocco politico per non disperdere, almeno in parte, le energie di questo grande movimento. Per questo oltre a chiedere l’immediato blocco dell’opera e chiusura dei cantieri, la scarcerazione ed assoluzione di tutti gli attivisti NoTav, il dirottamento dei fondi italiani ed europei stanziati per la Tav verso un grande progetto di piccole opere pubbliche indispensabili e che creino lavoro in tutto il Paese, reclamiamo a gran voce la cacciata del Governo Monti (che tanto ama la Tav) e la formazione di un autentico Governo dei Lavoratori (che rispetti i cittadini ed il loro territorio).

Titto Leone
Partito Comunista dei Lavoratori

02/07/12

LAVORO PER TUTTI: UNA BATTAGLIA DI CIVILTA' CONTRO IL PIU' GRANDE SPRECO SPRECO DELLA NOSTRA SOCIETA'


Continuano senza sosta la messa in mobilità e la cassa integrazione nel distretto industriale fabrianese.
Sono anni che si ingannano i lavoratori facendo leva solo ed esclusivamente sulla “Cassa Integrazione”. Hanno precluso, allo sguardo delle classi lavoratrici, qualsiasi altro orizzonte che non siano queste briciole appena sufficienti ad una mera sopravvivenza, sapientemente  gettate in terra dalla politica borghese e dalla burocrazia sindacale: d'altronde il plusvalore si è spostato sull’alta finanza-sigh!
Il territorio fabrianese è cosparso di veri e propri relitti industriali: capannoni e stabilimenti abbandonati all’usura del tempo.
Il Governo formato da milionari si occupa solo degli interessi delle banche e dei grandi industriali. I partiti di governo contribuiscono (stavolta senza neppure la farsa del voto "democratico") a edificare la dittatura dei banchieri e dei grandi capitalisti determinando un’ ideologia dominante a senso unico, togliendo diritti e smantellando lo stato sociale, riducendo i lavoratori a servitori (e chi non lo è ancora deve solo ringraziare i propri genitori che hanno sacrificato e accantonato per loro), perché sempre più, alla seconda settimana del mese, i lavoratori hanno compiuto il loro “ciclo economico” restituendo i loro pochi guadagni ai capitalisti. Anni di sacrifici e piccoli risparmi si volatilizzano per ricomparire in altre tasche, dando ai capitalisti il controllo totale sugli operai e facendo credere loro che ciò rientri nell’ordine - immutabile - delle cose.
Mai un attacco così massiccio fu portato in tutta la storia della Repubblica Italiana, e mai fu lasciato che la borghesia si riorganizzasse come ora sotto l’ombra di Monti, per continuare il proprio compito di massacratrice sociale contro il lavoro.
In questo quadro la dirigenza della Sinistra italiana e le burocrazie sindacali stanno svolgendo un ruolo disastroso e di una gravità inaudita, con responsabilità storiche che non si potranno mai dimenticare: complici silenziosi di questo massacro.
Il Partito Comunista dei Lavoratori oppone a questa dittatura delle banche (spacciata come democrazia e caldeggiata con continui appelli alla coesione sociale) la dittatura rivoluzionaria della democrazia. Se ci possono controllare e contare anche i “peli del culo” considerandolo legale e giusto, perchè noi non possiamo controllare le entrate e gli sprechi dei capitalisti, punire le loro truffe, mettere bocca nei loro affari?. Vogliamo che le fabbriche a partire dalle più grandi che delocalizzano e licenziano siano occupate e nazionalizzate sotto controllo operaio: perchè se loro ci licenziano senza nessuno scrupolo, noi, che le fabbriche le mandiamo avanti col nostro lavoro, non possiamo licenziare i padroni? Chiediamo che il lavoro sia suddiviso fra tutti con la progressiva riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, evitando così un peggioramento che in nome della coesione sociale inneggiata da tutti inasprisce la guerra tra poveri: perchè se loro hanno il diritto inviolabile alla proprietà privata ed a godersi i propri più o meno leciti profitti noi non possiamo rivendicare il nosto diritto ad un lavoro ed uno stipendio?  
Dobbiamo tutti insieme sostenere gli operai ed i delegati sindacali più onesti ed audaci che lottano duramente ma troppe volte vengono lasciati soli o addirittura boicottati. Cerchiamo di capire che la CRISI o la risolviamo noi oppure alimenterà una reazione proporzionale alla propria intensità.
Portare di pari passo l’emancipazione dei lavoratori con la “lotta agli sprechi”, che mira a finanziare lo spreco più grande: il debito pubblico ed i suoi interessi - la tutela dei titoli di stato acquistati dalle banche di cui un pugno di sfruttatori si serve per schiacciare milioni di lavoratori. Sono i soldi dei lavoratori europei che vengono giocati per mantenere i parassiti del sistema, ma non è certo un “Governo dei Lavoratori” che finanzia e garantisce le banche.
Una piccola oligarchia di super-potenti e milionari, non può obbligare la maggioranza dei lavoratori usando menzogne, corruzione e mafia, a sacrificarsi per loro e per il loro sistema, ma la maggioranza dei lavoratori può instaurare un “Governo dei Lavoratori” per i lavoratori dove non si senta più dichiarare dal “ministro del lavoro borghese” (Fornero) che “Il lavoro non è un diritto”.
Se ne vadano tutti, governino i lavoratori.

Se il capitalismo è incapace di soddisfare le rivendicazioni che inevitabilmente sorgono dai disastri che esso stesso genera, allora che perisca! (Trotsky)







                                                                                                              Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez.Ancona-Nucleo Montano