26/06/12

50……E NON LI DIMOSTRI!

Con questo numero celebriamo e festeggiamo la cinquantesima copia del nostro piccolo organo di stampa che ormai ci accompagna da circa sette anni a questa parte. Il nostro primario ed iniziale obbiettivo era quello di promuovere e di proporre le nostre posizioni politiche entrando nei temi più concreti e nelle problematiche del nostro piccolo paese,portando una visione alternativa al sistema copia- incolla fabrianese che tanto negli anni ha caratterizzato in maniera negativa la vita economica e sociale anche del nostro piccolo centro. Con le nostre pagine ed i nostri articoli abbiamo lanciato le proposte politiche del Partito Comunista dei Lavoratori l’unica reale opposizione di sinistra nel nostro territorio che sta cercando di creare quel partito reale di massa a tutela del mondo del lavoro,delle famiglie disagiate,degli studenti futuri precari o disoccupati,contrapponendosi alle assurde politiche riformiste del centro sinistra con l’ormai appoggio deleterio e  ingiudicabile di certi partiti di sinistra e di certi sindacati  sempre più attaccati alla gonna della politica riformista e clientelare che hanno spaccato il nostro tessuto sociale e rovinato le future generazioni. Abbiamo cercato di improntare un dibattito politico propositivo e nello stesso tempo aspro e a volte duro,ma a parte qualche  sporatica polemica con qualche soggetto,le maggiori forze politiche che governano o hanno governato il nostro piccolo paese si sono sempre defilate chiudendosi in un silenzio assordante privo di qualsiasi forma democratica di aperto confronto diretto e chiaro con la cittadinanza.Il nostro percorso finora è segnato da pochissime soddisfazioni ed enormi delusioni,che comunque ci hanno dato e ci danno la spinta per continuare a credere in valori che ormai sembravano caduti nel dimenticatoio, affondati nella storia,ma che sono attuali più che mai come unico strumento di lotta per cambiare questa società assurda ed ingiusta. Per questo ci auguriamo che il nostro lavoro di sensibilizzazione nei temi centrali nella vita quotidiana di ognuno di noi porti presto i primi frutti concreti consapevoli comunque che in qualcosa di grande  già siamo riusciti:resistere e continuare. Nel ringraziare tutti i nostri militanti ed iscritti che nel tempo si sono aggiunti e che hanno fatto crescere il nostro gruppo e la nostra sezione,ringrazio  tutti coloro che ci seguono anche se ancora pochi,chi ci sopporta nel trovare i nostri volantini ed il nostro giornalino,ma il ringraziamento più grande va a chi ci odia politicamente perche ci permette di continuare a fare politica con maggiore tenacità e convinzione che un mondo migliore e una società egualitaria è ancora possibile…
Mauro Goldoni
Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinatore Nucleo Montano provincia di Ancona

24/06/12

Il "problema" dell'accattonaggio a Pesaro

COMUNICATO STAMPA
Il cosiddetto “problema dell’accattonaggio”, con tanto di intervento del Questore, riflette una tipica distorsione della nostra società: il capovolgimento della realtà! Così, il problema non è che ci siano esseri umani costretti ad elemosinare pochi spiccioli per sopravvivere, ma il fatto che i pesaresi si troverebbero in difficoltà nell’imbattersi in queste persone. Il problema non è dargli un lavoro e magari una dimora dignitosi, ma nasconderli agli occhi dei cittadini “per bene”, spedendoli non si sa bene dove, basta che sia lontano dai nostri occhi.
Per parte nostra, crediamo che il vero insulto alla moralità sia la presenza, anche nel nostro territorio, di un divario inaccettabile tra chi può permettersi tutto e chi non arriva a fine mese perché ha perso il lavoro, o magari perché non ha mai avuto un lavoro stabile.
Il Partito Comunista dei Lavoratori esprime la propria incondizionata solidarietà ai venditori ambulanti, a chi è costretto ad elemosinare e a tutti gli ultimi di questa società ingiusta, consci che finchè un solo uomo sarà in catene o in miseria, lo saremo tutti.
Partito Comunista dei Lavoratori - sez. Pesaro

LE ELEZIONI DEL 17 GIUGNO IN GRECIA

Polarizzazione ed impasse: crescita della Sinistra, vittoria di Pirro per la Destra

di Savas Michael-Matsas

(portavoce nazionale EEK - sezione greca del CRQI)


La destra di Nuova Democrazia ha riportato, nelle elezioni greche del 17 giugno, una vittoria di Pirro, con un vantaggio molto ristretto rispetto al secondo partito, la riformista Syriza: la Destra ha ottenuto circa il 30% (che non gli permette di formare da sola una maggioranza di governo) e la sinistra riformista circa il 27% (dal 17% del 6 maggio). Questo “successo” estremamente limitato e non incoraggiante della Destra giunge nonostante una gigantesca campagna nazionale ed internazionale di intimidazione del popolo greco ed a favore di Nuova Democrazia, condotta da tutti i media borghesi internazionali e nazionali così come dall’FMI e Lagarde, dalla Germani della Merkel e Schaeuble, da Baroso, Oli Ren e Commissione UE, da Junker, il presidente dell’Eurogruppo, dallo stesso Obama e dalla sua amministrazione. Sebbene i partiti pro-memorandum (Nuova Democrazia, PASOK, la Sinistra liberaldemocratica) possano formare una coalizione di governo sostenuta da una maggioranza parlamentare (grazie anche all’antidemocratica legge elettorale che da al primo partito un premio di 50 seggi), la maggioranza degli stessi elettori ha votato per i partiti anti-Memorandum.
La svolta a sinistra della classe operaia e delle masse popolari nella loro opposizione alla draconiana austerità imposta dall’odiata troika dell’UE/BCE/FMI, che si era già espressa il 6 maggio, continua ancora proiettando SYRIZA al secondo posto raggiunto dall’Opposizione Ufficiale con, questa volta, una percentuale molto più alta.
La polarizzazione delle forze di sinistra anti-Memorandum si è concentrata intorno a SYRIZA. Lo stalinista KKE che ha condotto una campagna elettorale isterica, chiamando il popolo greco a “correggere i propri errori ed il suo voto del 6 maggio” e facendo di SYRIZA il proprio obiettivo principale, se non esclusivo, è stato abbattuto dai risultati elettorali, perdendo metà dei propri voti e precipitando all’ultima posizione tra i partiti parlamentari, con un pessimo 4.5% (ottenuto solo nel 1994, nel periodo immediatamente successivo al collasso dell’URSS e dopo due scissione del KKE nell’1989 e nel 1991). Il fronte centrista ANTARSYA è stato letteralmente polverizzato precipitando dall’1.2% del 6 maggio allo 0.3% del 17 giugno!
In quest’ultimo caso, le ragioni sono politiche e non limitate alla pressione della travolgente ondata in direzione di SYRIZA. Durante le discussioni che l’EEK ha avuto con ANTARSYA prima delle elezioni del 17 giugno, esplorando le possibilità di un blocco elettorale, abbiamo insistito su una valutazione obbiettiva della nuova situazione politica dopo il 6 maggio, sulla necessità di evitare tanto una capitolazione opportunistica nei confronti di SYRIZA quanto una cecità settaria verso il processo politico tra le masse che ha portato alla sua ascesa; su tali basi ponemmo solo tre condizioni: abbiamo proposto di includere nel programma due punti cruciali – quello sulla lotta per un governo dei lavoratori, e sulla necessità di contrapporre all’UE imperialista la lotta per gli Stati Socialisti Uniti d’Europa – e, terzo, di poter mantenere la nostra identità politica e la nostra indipendenza citando il nostro nome a fianco a quello di ANTARSYA nelle schede elettorali. I leader di ANTARSYA hanno risposto che erano generalmente d’accordo con i punti politico-programmatici ma rifiutavano per “ragioni tecniche e politiche” di apporre il nostro nome nelle schede. Così le trattative sono fallite. Malgrado ciò, l’EEK decise di dare un voto critico ad ANTARSYA, facendo fronte unico con coloro che nelle sue file si opponevano alla capitolazione opportunistica nei confronti di SYRIZA ed accettavano i nostri punti programmatici.
Ma in realtà ANTARSYA ha fatto l’esatto opposto di ciò che avevamo discusso durante le trattative. Sono divisi al loro interno e paralizzati tra forze apertamente pro-SYRIZA e anti-SYRIZA; le forze pro SYRIZA (che hanno fatto naufragare il blocco con l’EEK) non hanno nascosto il loro opportunismo verso i riformisti, e le forze anti-SYRIZA hanno seguito piuttosto una linea settaria, non molto differente da quella dello stalinista KKE. Da un punto di vista programmatico, si dichiaravano per “l’accettazione” dei punti programmatici dell’EEK sul potere dei lavoratori e l’unione socialista dell’Europa in alternativa alla dissoluzione dell’UE: nel materiale elettorale e nei principali comizi, con qualche eccezione individuale in alcuni articoli e discorsi, l’urgenza della lotta per il potere dei lavoratori è stata ignorata mentre la linea dell’uscita dall’UE e dell’abbandono dell’euro, senza l’alternativa degli Stati Socialisti Uniti d’Europa, era indistinguibile da quella del KKE.
L’appello ad una rottura dell’euro e al ritorno ad una dracma (svalutata), all’interno del sistema capitalista, sia nel caso del KKE che di ANTARSYA, si scontra totalmente con la volontà della grande maggioranza del popolo greco, che è ostile all’UE a causa delle sue misure d’austerità che distruggono i propri standard di vita ma ciononostante vede il ritorno ad una dracma svalutata come il culmine dell’attuale catastrofe. Un programma per una soluzione rivoluzionaria socialista alla bancarotta del sistema capitalista e per gli Stati Socialisti Uniti d’Europa non è astratto propagandismo ma un compito urgente che deve essere agitato dall’avanguardia tra le masse in lotta.
L’assenza di tale prospettiva è stata usata dalla classe dominante nella sua campagna d’intimidazione non solo contro il KKE e ANTARSYA ma anche contro la stessa SYRIZA. Tsipras e SYRIZA cercano un compromesso impossibile, il rigetto del Memorandum senza una rottura con l’UE e l’euro, e senza rompere la struttura del sistema capitalista. Le borghesie greca ed europea ed il loro personale politico sostenuti da una violenta campagna dei mass media hanno presentato la possibile vittoria elettorale di SYRIZA e la formazione di un Governo della Sinistra ad Atene come il preludio della famosa “Grexit”, l’automatica espulsione dall’UE e l’uscita dall’euro. A dispetto di ogni protesta di Tsipras e SYRIZA per affermare l’opposto, per affermare la loro fedeltà all’UE e all’euro, il loro conciliazionismo, sempre più marcato nel corso della campagna elettorale, codificato anche nel loro programma elettorale rinnovato, che rispettava il capitalismo, l’euro, l’UE, e persino l’appartenenza alla NATO della Grecia, è stato percepito da sempre più persone perlomeno come una vaga aggiunta esacerbandone la loro insicurezza. Così il fatto che SYRIZA non abbia conquistato la posizione di primo partito alle elezioni di giugno come sperava, non si può spiegare solo con le enormi pressioni che certamente l’imperialismo e la classe dominante greca hanno esercitato. In una situazione di crisi sistemica senza soluzione e di approfondimento della polarizzazione sociale, più un polo politico diviene conciliante e più si indebolisce quando il polo contrapposto diventa più radicale ed estremamente violento nella sua opposizione.
Questa è una lezione politica sfruttata dagli stessi fascisti. La nazista “Alba Dorata” è riuscita a conservare la sua elevata percentuale del 7% non malgrado, ma grazie al suo comportamento estremamente provocatorio dopo il 6 maggio, l’escalation dei suoi pogrom criminali contro gli immigrati, e la dimostrazione di violenza predeterminata da parte di un membro dirigente dei Nazi contro due deputate di sinistra durante la trasmissione della stazione televisiva ANTENNA TV. Naturalmente, tutta questa violenza nazista resta impunita grazie alla protezione della polizia e dei servizi di sicurezza che lavorano insieme in armoniosa cooperazione con questi gangster. I partiti borghesi ed i media li coprono “condannando ugualmente entrambi gli estremisti, di destra e di sinistra”, malgrado la sinistra sia, anzi, estremamente legalista e rispettosa del sistema democratico parlamentare borghese.
La rapida disintegrazione della piccola borghesia, la disoccupazione di massa di una gioventù senza un futuro e dal miserabile presente, lo screditato parlamentarismo, la politica conciliatrice della Sinistra di sistema, e l’assenza di una Sinistra rivoluzionaria antisistema, irreconciliabile, forte, profondamente radicata tra le masse della classe lavoratrice, aiuta i controrivoluzionari a camuffarsi da “antisistema”.
La mobilitazione di simili reparti d’assalto da parte della classe dominante è un chiaro segnale d’allerta che si avvicina in Grecia il momento della verità: lo storico scontro tra rivoluzione sociale e controrivoluzione.
La crisi di potere politico, che è emersa nelle precedenti elezioni di maggio, quando entrambi i partiti borghesi che hanno governato la Grecia dal 1974, Nuova Democrazia e il PASOK, sono collassati e si è manifesta una poderosa ascesa della sinistra con la crescita di SYRIZA al secondo posto, non è stata risolta, benché il vuoto di governo sarà colmato, ora, da una coalizione dei ruderi del vecchio sistema borghese bipartisan più i “volenterosi alleati” di una (non tanto) Sinistra (non tanto) Democratica.
Sarà un governo borghese molto debole ed eterogeneo, nel mezzo di una bancarotta capitalistica generalizzata che si sta ora estendendo a Spagna, Italia, a tutta l’Europa ed internazionalmente. Dovrà affrontare una forte Opposizione Ufficiale di Sinistra, e soprattutto un popolo devastato, che è totalmente ostile all’attuazione del memorandum che è il vero programma su cui è servilmente impegnato il nuovo governo, come Samaras, leader di Nuova Democrazia, ha detto per prima cosa nella sua prima dichiarazione immediatamente dopo la sua “vittoria” elettorale … Non c’è dubbio che cercheranno di attuare tutti i loro impegni con l’UE e l’FMI, cioè nuovi enormi tagli da 11.5 miliardi di euro, nuove privatizzazioni ecc. E lo faranno con la forza, attraverso la repressione statale e parastatale. Un governo debole può essere molto brutale e pericoloso proprio per la sua debolezza e le sue caratteristiche semi-bonapartiste.
Nessuno crede che sarà un governo molto duraturo. La crisi del potere politico ha come sua origine la bancarotta del capitalismo e la crescente incapacità di governare delle classi dominanti. Con o senza un governo borghese, la Grecia resta ingovernabile. I lavoratori ed il movimento polare devono prepararsi politicamente, programmaticamente, organizzativamente: autorganizzazione delle masse in assemblee popolari, Centri di Lotta dei Lavoratori, Squadre Operaie di Difesa contro i fascisti, per un Fronte Unico che schiacci il Memorandum ed il governo capitalista del Memorandum dei sostenitori della Troika, per il ripudio del debito, la nazionalizzazione delle banche e dei settori chiave dell’economia senza indennizzo e sotto controllo dei lavoratori, per un Piano di Emergenza di salvataggio del popolo, che solo un governo dei lavoratori ed il potere dei lavoratori possono attuare, alleati con i lavoratori europei che lottano per distruggere l’UE imperialista e costituire gli Stati Socialisti Uniti d’Europa.
Dobbiamo rivolgere questo programma in ogni lotta a tutta la sinistra, compresa la base di SYRIZA, per raggruppare gli elementi più combattivi della classe operaia e della gioventù.
Questa è la linea generale per i militanti dell’EEK, e dell’intera avanguardia rivoluzionaria.
trad. a cura di G.S. - Pcl Sassari

19/06/12

SOLIDARIETA’ DEL PCL AI LAVORATORI DELL’INDESIT

COMUNICATO STAMPA:
La crisi che investe il distretto industriale fabrianese si sta estendendo al di fuori delle Marche, coinvolgendo lo stabilimento Indesit di None, in Piemonte.
Tutto questo è il risultato dei progetti di delocalizzazione attuati dal potentato fabrianese concatenato al centrosinistra marchigiano ed erroneamente considerato alternativo all’Antonio Merloni Spa.
Per anni certi personaggi politici, che si definivano di sinistra, hanno sostenuto ad oltranza il “modello marchigiano” ed hanno servito fedelmente i propri padroni: quelli che loro stessi definivano i “Merloni buoni”. Hanno ingannato gli operai ed azzerato ogni tipo di opposizione sociale. La dirigenza dei sindacati confederali per lunghi decenni, oltre a non avanzare alcuna critica al sistema del mono-settore, con il suo silenzio ha di fatto contribuito alla dismissione di realtà industriali alternative al monopolio merloniano a Fabriano!
Dove sono questi personaggi oggi? Come pretendono ancora di parlare? Il nuovo Sindaco Sagramola (che, con il giochino della carta-ferro-acqua etc. ha promesso più lavoro per tutti!) cosa farà per scongiurare questo nuovo “terremoto sociale” che coinvolge centinaia di lavoratori fabrianesi e piemontesi?
È giunta l’ora di realizzare una massiccia mobilitazione, la quale, oltre ad impedire migliaia di licenziamenti, persegua l’obbiettivo volto a concretizzare la massima unità tra tutti i lavoratori del Piemonte e di Fabriano. La “guerra tra poveri” che “certi signori del centrosinistra e centrodestra” vogliono imporre è un disegno immorale e autolesionistico!!
Il Partito Comunista dei Lavoratori torna a chiedere la proclamazione immediata dello sciopero ad oltranza e l’occupazione degli stabilimenti Indesit fino ad ottenere:
-blocco dei licenziamenti
-ritiro di ogni progetto di delocalizzazione
-ripartizione del lavoro esistente tra tutti a parità di salario
-la nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo operaio
Esprimiamo inoltre una sentita solidarietà a tutti i lavoratori che si sono visti negare l’accesso alla mensa come infantile vendetta perpetrata dall’azienda contro gli scioperanti. Sono episodi vergognosi e grotteschi che però dimostrano quale è il livello dello scontro in atto e la natura senza scrupoli della dirigenza Indesit. 

Con preghiera di massima diffusione



Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento Provinciale Ancona

Matelica: Volantino contro le speculazioni a danno del territorio

cliccando sull'immagine e poi di nuovo col tasto sinistro per ingrandire potrete leggere il testo del volantino che il PCL sta distribuendo a Matelica (MC) e dintorni contro le speculazioni a danno del territorio

14/06/12

Fabriano: manifestazione operai indesit del 15 giugno 2012 - il volantino del PCL

per leggere il volantino cliccare sull'immagine una prima volta per aprire ed una seconda per ingrandire

Ancona, 16 giugno 2012: La NOTTE ROSSA della FIOM!

per leggere il volantino cliccare sull'immagine una prima volta per aprire ed una seconda per ingrandire

Il volantino del PCL distribuito alla festa dell CGIL Funzione-Pubblica di Pesaro

per leggere il volantino cliccare sull'immagine una prima volta per aprire ed una seconda per ingrandire

Il Partito Comunista dei Lavoratori ha messo in atto, nei pomeriggi di sabato 9 e domenica 10 giugno, un volantinaggio presso il Parco Miralfiore, sede della festa nazionale della Funzione Pubblica CGIL, rivendicando, nel testo distribuito ai manifestanti, le proprie parole d'ordine di opposizione netta al governo Monti ed ai suoi sodali, allo smantellamento dell'articolo 18 operato con la complicità attiva di PD e CGIL (che sono riusciti laddove aveva fallito persino lo stesso Berlusconi!) ed a favore di un grande piano di rilancio popolare che abbia realmente al centro il lavoro, con misure che, tra le altre, prevedono il blocco dei licenziamenti, un salario di inserimentio per giovani precari o disoccupati, la nazionalizzazione sotto controllo dei lavoratori delle imprese che licenziano, chiudono o delocalizzano e la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario in maniera tale che nessuno ne sia privato.
Le risorse per un programma tale possono essere reperibili semplicemente tramite il non pagamento dell'enorme debito pubblico contratto nei confronti delle banche con la loro conseguente nazionalizzazione senza indennizzo per i grandi azionisti.
La terribile durezza della situazione in atto ha chiaramente dimostrato che l'unica alternativa plausibile alla catastrofe di un sistema che non ha più nulla da offrire se non lacrime e sangue è quella rivoluzionaria, ed in questo il PCL continuerà ad impegnarsi quotidianamente, su una piattaforma di assoluta autonomia di ogni organizzazione di sinistra dal giogo del Partito Democratico, della burocrazia CGIL e di qualsiasi ipotesi di centro-sinistra che non può che partire come un tragico fallimento già annunciato.

Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione di Pesaro

Presidio del 9 giugno ad Ancona: il servizio del Tg3

Cliccando QUI  potete vedere il servizio del tg3 Marche del 9/6/2012 dedicato al presidio del PCL di Ancona contro l'abolizione dell'articolo 18.
Cliccate sulla barra del filmato per andare direttamente al minuto 16.05 del tg in poi.
 

07/06/12

Volantino contro la riforma Fornero del lavoro e l'abolizione dell'articolo 18

Cliccando sull'immagine qui sotto potete leggere il volantino che verrà distributito il 9 giugno 2012 dalle ore 10.30 al presidio ad Ancona in piazza Roma, contro l'approvazione della controriforma del lavoro e la'abolizione dell'articolo 18.

05/06/12

IL PCL IN PIAZZA AD ANCONA CONTRO L'ABOLIZIONE DELL’ARTICOLO 18

COMUNICATO STAMPA:
Sabato 9 giugno 2012 dalle h.10.30, ad Ancona, in piazza Roma, il Partito Comunista dei Lavoratori ha indetto un presidio per protestare contro l’approvazione della controriforma del lavoro voluta dal Governo Monti, in particolare dal Ministro Fornero.

In una situazione di crisi drammatica dove il principale problema delle persone è proprio trovare o mantenere un lavoro dignitoso, un governo non eletto e composto da miliardari che hanno lavorato fino a ieri per grandi banche, multinazionali e Confindustria, propone l’abolizione dell’art. 18. Il Governo non tocca i grandi patrimoni, non smantella alcun privilegio o casta, garantisce le banche e gli speculatori finanziari, aumenta il debito pubblico, però… finalmente toglie lo “scandaloso privilegio” di non essere licenziati senza giusta causa!

Il PD plaude la riforma, FDS e SEL sono troppo occupate a cercare la futura alleanza col centrosinistra, CGIL/CISL/UIL non indicono neppure uno sciopero.

E’ per questo che il PCL raccoglie l’appello dell’assemblea romana degli RSU del 26 maggio 2012, della rete 28 aprile, dell’USB e delle altre forze sindacali di sinistra e si mobilita per protestare, anche ad Ancona, contro questa vergognosa riforma.

Tutti i Partiti di sinistra, i sindacati, i lavoratori sono invitati a partecipare con le proprie bandiere, con i propri volantini e con i propri interventi.  


Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento Regionale Marche

IL PD PLAUDE ALL'ELIMINAZIONE DELL'ARTICOLO 18.


COME FANNO SEL E FDS AD ALLEARSI COL PD?

“Mi congratulo pubblicamente con il ministro Fornero per la tenacia e determinazione mostrate nel portare a conclusione una riforma del mercato del lavoro che rappresenta, nelle condizioni date, un esempio di riformismo”. Con queste parole, Anna Finocchiaro, presidente del gruppo parlamentare del PD al Senato, ha motivato in aula il voto favorevole del proprio partito all'abolizione dell'articolo 18. Milioni di lavoratori e lavoratrici che si sono mobilitati per anni e decenni contro Berlusconi e padronato a difesa di un diritto “irrinunciabile” sanno ora chi ringraziare: il Partito Democratico, che oggi consente a Monti ciò che i lavoratori avevano impedito a Berlusconi. E che per di più in uno slancio pietoso di zelo “si congratula” addirittura col governo per la sua “tenacia e determinazione” antioperaia. Peraltro nessuna sorpresa, a parte i toni: un partito padronale si colloca coerentemente con la borghesia italiana, come ha sempre fatto in passato.

Ora vorremmo chiedere a Nichi Vendola : come puoi da un lato rivendicare le ragioni del lavoro e dall'altro continuare a invocare l'alleanza col PD , nel momento stesso in cui il PD colpisce il lavoro e loda i suoi nemici? Quante parti in commedia vuoi continuare a recitare sul teatro della politica italiana?

Così vorremmo chiedere a Ferrero e Diliberto: come potete continuare a bussare alla porta di Vendola per negoziare “insieme”.. un accordo col PD, nel momento stesso in cui il PD si accorda coi padroni contro i lavoratori? Come potete continuare a puntare ad un accordo col PD ( dopo esservi alleati in tutta Italia nelle amministrative), quando il PD plaude all'avversario di classe, vota le sue peggiori misure, e per di più ne rivendica pubblicamente il merito?

Continueremo con maggior forza a chiedere pubblicamente a tutte le sinistre politiche e sindacali un atto di chiarezza indispensabile e indifferibile: la rottura col PD, a tutti i livelli politici e istituzionali. Perchè non si può stare coi piedi in troppe scarpe: tra i metalmeccanici e i partiti dei padroni occorre scegliere. Tanto più quando i partiti dei padroni bastonano i metalmeccanici.

Quanto a noi, non dobbiamo scegliere oggi da che parte stare. La costruzione di un partito rivoluzionario, alternativo al PD perchè fedele ai lavoratori, si conferma giorno dopo giorno come una necessità ineludibile.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

03/06/12

IMU: l'ennesima truffa contro i lavoratori e le loro famiglie!

 
Il Governo Monti ( sostenuto da PD, PdL e Terzo Polo ), con l'imposizione dell'IMU sulla prima casa sferra l'ennesima colp a lavoratori salariati e autonomi, disoccupati e bassi redditi.

L'IMU aumenta, nei fatti, i moltiplicatori da applicare sulla prima casa, rispetto a quelli della già odiata ICI.

Se per le grandi proprietà e patrimoni di Chiesa, banche e Confindustria non è prevista alcuna “patrimoniale”, la prima abitazione con il calcolo della rendita catastale, viene, invece, soggetta automaticamente ad una tassazione patrimoniale come se fosse una villa…

Anziani e disabili residenti, in case di cura, anche a basso reddito, se in possesso di una sola casa, saranno costretti a pagare l'aliquota come se fosse la seconda… Questa è la politica del “Tecnico” Monti.

In media per ogni famiglia , a reddito non elevato, con un figlio a carico, sulla prima casa e in base all'aliquota ordinaria dello 0,4%, è prevista un'altra pesante spesa di 340 euro, mentre per ogni anziano con una pensione minima se ne andrà via quasi una mensilità.

I lavoratori arrancano per sopravvivere alle politiche di “sterminio sociale” del Governo Monti, a chi non ha mai pagato e causato la crisi vengono aggiunte altre regalie:

1)alla Chiesa, insieme ai finanziamenti pubblici alle scuole private, l'8x1000, la priorità alle ristrutturazioni dei propri edifici a spese del Comune e tanti altri privilegi ancora, è consentito auto-certificare l'uso, se lucrativo o no, delle sue proprietà, offrendole, in tal modo, l'opportunità di continuare a non pagare come faceva con l'ICI e caricando così altri 6 miliardi di euro all'anno sul groppone dei lavoratori;

2)alle banche, dopo i 150 miliardi di euro ricevuti dalla BCE e usufruito di altre agevolazioni fiscali, ricambiando con l'irrigidimento dei criteri per concedere il mutuo ad acquirenti di una prima abitazione, il Governo Monti decide di esentarle anche dal pagamento dell'IMU sulle proprietà gestite da fondazioni e su quelle scese di valore nel mercato immobiliare;

3)alla grande proprietà privata è concesso speculare ed evadere, alimentando, così, il mercato degli affitti in nero .

IL Governo Monti, con lo strumento di Equitalia genera ulteriore povertà, fa due pesi e due misure: senza pietà contro i lavoratori, ma indulgente con chi evade ...

Il  PCL come promotore di una lotta in difesa dei cittadini dalle politiche di “sterminio sociale” del Governo Monti, pretende e si rivolge all’istituzioni, in tempi immediati, l'estromissione di Equitalia e l'esenzione del pagamento dell'IMU sulla prima abitazione per lavoratori salariati e autonomi, pensionati, disoccupati, famiglie monoreddito e residenti in casa di cura. Si faccia, per una volta, un atto di disobbedienza civile.

LA PRIMA CASA E' UN DIRITTO, L'IMU E' UNA RAPINA!!!

NO ALL'AUMENTO DI PREZZO DELLA BENZINA

Lo stesso governo che ha ridotto la spesa pubblica per le calamità naturali, a favore delle assicurazioni private, scarica sui consumatori i costi del soccorso alle popolazioni terremotate dell'Emilia: questo è il senso del nuovo aumento del prezzo della benzina, che grava soprattutto sulla popolazione povera. Gli operai, già principali vittime dei crimini del profitto, diventano il principale bancomat per pagare i costi del crimine . E' inaccettabile. Le risorse per i terremotati vanno prese dai portafogli delle banche, dei costruttori senza scrupoli, degli industriali: che ovunque hanno lucrato per anni risparmiando sulla sicurezza dei capannoni e degli operai che vi lavorano.
E' ora che paghi chi non ha mai pagato.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

Speciale terremoto in Emilia




«Mandateci tra i terremotati, non a marciare nella sfilata»

INTERVISTA DE IL MANIFESTO 31/05/2012

PARLA ANTONIO JIRITANO, VIGILE DEL FUOCO, SINDACALISTA USB E MILITANTE PCL DELLA SEZIONE DI CATANZARO

Antonio Jiritano è il vigile del fuoco che ha lanciato l'appello al governo «mandateci tra i terremotati, non alla parata militare». È in servizio attivo, anche se è coordinatore nazionale del sindacato Usb.
Avete fatto rumore. Com'è nata l'iniziativa?
Abbiamo contestato la parata in più occasioni; ma nel momento attuale ci sembra davvero inopportuna. Noi abbiamo dovuto raddoppiare i turni di servizio lavorando 24 ore su 24 per fare fronte alle emergenze del terremoto. E poi ci mandano a marciare... Noi siamo un corpo sociale, non militare; non abbiamo bisogno di mostrare che esistiamo. Noi siamo gente che sta in mezzo alla gente, siamo il braccio operativo del cittadino comune. Dove non può arrivare il cittadino, ci siamo noi. Non si capisce perché dovremmo sfilare con chi deve mostrare di avere i carri armati.
Sarete impegnati in molti?
Dovrebbero sfilare 100 pompieri, più altri impegnati comunque a fare il gruppo. Cosa dovranno dimostrare? Di saper marciare? È l'unica cosa, perché di mezzi non ne abbiamo più, quindi non li possiamo sfoggiare. Sono 5 o 6 anni che non se ne comprano di nuovi. Stiamo lavorando con quelli che ripariamo noi stessi, senza collaudo, ecc, per andare a fare il soccorso. Se si rompono, li dobbiamo lasciare per strada, com'è successo per il terremoto in Abruzzo. Tutti fermi sull'autostrada perché i mezzi erano così vetusti, con così tanti chilometri, che li abbiamo dovuti lasciare. Li abbiamo recuperati dopo mesi.
Quanti pompieri sono impegnati in Emilia?
3.500 su un totale nazionale di 27.500, ma quest'ultima cifra va divisa su quattro turni.
C'è anche un problema di fasce di età?
Diciamo che c'è anche un problema generazionale. Ci sono vigili del fuoco che non sono più andati in pensione a causa della riforma Fornero e quindi sono là a fare l'emergenza. Quando invece ci sono tanti ragazzi che aspettano di essere assunti.
Ma che fa un pompiere di 60 anni, guida?
Ma che guida... Dovrebbe dirigere una squadra, ma non lo fa mica da seduto... Noi siamo un'organizzazione che lavora in gruppo. Io non posso dirigere, se sto fermo. Devo essere là, al lavoro. Avete visto nelle foto o nei filmati quei vigili buttati a terra che stavano cercando il ferito sotto le macerie? Quella è gente di 50-60 anni. Perché poi quando c'è una responsabilità da assumere, mica mandi un ragazzino che ha appena finito il corso. Questo è il problema dei vigili del fuoco.
Hanno tagliato i fondi anche a voi?
Non mi soffermo sui salari o le questioni pensionistiche... Parliamo dell'operatività dei vigili del fuoco. Dal 2008 fino ad oggi abbiamo subito tagli incomprensibili: il 32% delle risorse. Il ministro Cancellieri stamattina (ieri, ndr) ha convocato i sindacati per il 5 giugno per illustrare nuovi tagli.
C'è stata riduzione del personale?
Non ci sono assunzioni. I precari dovrebbero essere assunti tramite concorsi. Ma non c'è stata neppure la copertura del turnover. L'amministrazione stessa dichiara che mancano 15 mila pompieri. Non ne assumiamo uno. Quando sentiamo che «ce lo chiede l'Europa»... Per adeguarci agli standard europei, dovremmo avere un vigile del fuoco ogni mille abitanti. In italia siamo a uno ogni 3.100. È stato dimostrato in questi giorni, con il terremoto: non siamo riusciti a fare la sicurezza nei luoghi di lavoro perché manca il personale.
Perché non ci siete riusciti?
Non riusciamo a fare verifiche preventive, sopralluoghi, ecc. O facciamo gli interventi che ci vengono richiesti giornalmente, le emergenze, oppure ci occupiamo della sicurezza. A suo tempo avevamo criticato Matteoli, l'ex ministro, che diceva che la sicurezza poteva essere messa da parte, perché i controlli impedivano alle attività commerciali di esprimersi al meglio.
Che rapporti avete con la protezione civile?
C'è un dualismo senza paragoni altrove. Siamo l'unico paese che ha due dipartimenti che si occupano della stessa cosa. Quindi, se vogliono tagliare le spese, avrebbero dove tagliare... Là c'è una «cabina di regia» - quella di Bertolaso, oggi di Gabrielli. Ma la «manovalanza», in effetti, la facciamo noi.


UN DELITTO DEL CAPITALISMO UNA RISPOSTA DI CLASSE
(I VERI RESPONSABILI: NON IL TERREMOTO, MA I CAPITALISTI)
“Una strage di operai”, così titola la stessa stampa borghese, a proposito del terremoto in Emilia. Quanta ipocrisia! Mai come in questo caso le ricadute del terremoto sono riconducibili alla leggi del profitto: le stesse che la stampa borghese magnifica ogni giorno.

I VERI RESPONSABILI: NON IL TERREMOTO, MA I CAPITALISTI

Sono morti operai costretti ad andare al lavoro per non perderlo sotto il ricatto del padrone: magari operai migranti, più deboli e ricattabili di altri. Sono rimasti seppelliti sotto capannoni di carta pesta, comprati a centinaia dopo il 2001 per incassare gli incentivi previsti per chi investiva in “beni strumentali”; edificati con la logica del massimo ribasso da costruttori cinici, spesso in odore di camorra, in concorrenza feroce gli uni con gli altri su chi praticava il prezzo più “conveniente”. E senza che nessuno controllasse nulla: né lo Stato che da decenni, sotto ogni governo, ha risparmiato sui “controlli” sulla sicurezza ( di ogni tipo) per trovare i soldi da regalare a grandi industrie e banche; né i Comuni cui industrie e banche hanno imposto negli anni un taglio massiccio di trasferimenti pubblici, magari indebitati coi banchieri loro stessi, e in ogni caso amministrati da comitati d'affari dei poteri forti del territorio; né infine dalle imprese che semmai si compravano con qualche mazzetta un certificato di “agibilità” del capannone presso un funzionario compiacente o ditta amica.

Questi sono gli assassini degli operai. Non il terremoto, ma i capitalisti. E coloro che li hanno coperti.

Lo stesso vale per decine di migliaia di famiglie costrette ad abbandonare abitazioni lesionate o crollate perchè prive di ogni requisito antisismico. La gran parte del patrimonio edilizio in Italia è privo di sicurezza antisismica. O perchè costruito negli anni del boom edilizio, segnati da un vero e proprio saccheggio delle città, fuori da ogni regola o piano regolatore, in cui persino formalmente il profitto dei costruttori era l'unica legge; o perchè i poteri forti locali hanno cercato e ottenuto dai loro governi di riferimento l'esenzione del proprio territorio dalla mappa delle zone sismiche in funzione dei propri interessi di mercato ( come è avvenuto nella Emilia Romagna “progressista” sino al 2003); o perchè le norme antisismiche, formalmente previste, sono state ignorate dai costruttori, con la copertura bipartisan di tutti i partiti borghesi ( e le solite mazzette di contorno).

Anche in questo caso la disperazione di persone che hanno lavorato una vita per comprarsi casa, accendendo un mutuo, e improvvisamente hanno perso tutto, non è l'effetto del destino cinico e baro di una natura crudele. E' il prodotto sociale di un sistema odioso in cui l'unico valore reale è l'arricchimento del profitto, contro ogni umanità.
[continua]  


BASTA CON L'IPOCRISIA: LE MORTI OPERAIE SONO VITTIME DEL PROFITTO

Il terremoto che ha sconvolto l'Emilia e il nord Italia dimostra ancora una volta che farsi scudo della solidarietà per rimuovere le responsabilità, prepara altri lutti.

Le responsabilità sono evidenti a cominciare da quegli industriali che hanno obbligato i lavoratori a riprendere la produzione nonostante l'evidenza dei danni.
Numerose le testimonianze dei familiari delle vittime tra cui quella di Abdel:
“Mio cognato Mohamad mi chiamava ogni giorno e piangeva, mi diceva che non erano sicuri, che aveva due figli a cui pensare e aveva paura ad andare a lavorare. I danni si vedevano, ma diceva che il padrone lo chiamava lo stesso”.

Responsabilità evidenti quelle degli sciacalli del profitto.
Eppure oggi c'è chi vorrebbe azzerare le responsabilità e mettere sullo stesso piano vittime e carnefici in quanto entrambi colpiti da una "catastrofe naturale".
Non si può mettere sullo stesso piano chi è stato costretto a riprendere il lavoro in condizioni di pericolo, con chi dopo aver lesinato sui costi di costruzioni incurante dei rischi oggi si spinge persino a chiedere finanziamenti pubblici per ricostruire le fabbriche collassate sugli operai.

C'è da domandarsi inoltre cosa sarebbe accaduto se in nome ancora una volta del profitto fosse stato costruito il megadeposito sotterraneo di gas metano, fermato solo dalle lotte del comitato NO GAS di Rivara (frazione di S. Felice) che da diversi anni lotta contro il progetto di stoccaggio nel sottosuolo di una enorme quantità di gas, progettato della ERS con l'avvallo dei governi borghesi di ogni colore.