17/12/17

ELEZIONI POLITICHE 2018





 

Alle prossime elezioni vogliamo che sia presente una sinistra degna di essere votata da ogni lavoratore, ogni giovane, ogni sfruttato.
In questi anni il Partito democratico ha condotto un vero e proprio massacro sociale. Il Jobs act, la distruzione dell’art. 18, la “buona scuola”, i miliardi di euro messi a garanzia del salvataggio delle banche, i fiumi di quattrini regalati alle imprese, lo scippo dei referendum della Cgil sui vouchers, Alitalia mandata in malora, l’Ilva a rischio, il più grande deposito di capitali in mano pubblica – Cassa depositi e prestiti – usato per facilitare la svendita del patrimonio pubblico, il massacro dei migranti appaltato alle milizie libiche, le manganellate di Minniti, l’età pensionabile che continua a salire, la disoccupazione giovanile che sfiora il 40 per cento, il Mezzogiorno completamente abbandonato… è una lista di infamie.
Il tutto accompagnato all’occupazione dell’informazione nel più puro stile berlusconiano, dalle cricche e cricchette che hanno prosperato attorno Renzi e alla sua allegra brigata.
Ognuno di questi attacchi è stato accompagnato dalle balle spaziali del segretario del Pd e dei suoi accoliti: arriva la ripresa, rilanceremo l’occupazione, risaneremo il bilancio, il paese riparte, siamo fuori dalla crisi…
Questa gente se ne deve andare, il referendum di un anno fa ha mostrato che la maggioranza non li vuole più!
Ma le alternative quali sono? La destra è colpevole tanto quanto il Pd di decenni di attacchi ai lavoratori, allo stato sociale, alle pensioni, alle libertà e ai diritti. Davvero dobbiamo aspettare da Berlusconi la soluzione di questa crisi? O credere a Salvini che tenta di convincerci che i problemi di chi sta male si risolvono attaccando chi sta ancora peggio?
È una destra screditata, che dove governa le città e le regioni si dimostra corrotta e antipopolare tanto quanto i partiti di maggioranza.
Il Movimento 5 stelle ha suscitato tante speranze alle scorse elezioni. Cosa ne è stato? Oggi il M5S è impantanato, le istituzioni che promettevano di rovesciare li hanno inglobati tanto quanto gli altri. Il loro candidato Di Maio va nei salotti di Confindustria e negli Usa per cercare di accreditarsi come uomo di Stato responsabile, dichiara di volere ridurre le tasse alle imprese, di uscire dalla Nato non se ne parla, la rottura con l’euro di cui parlavano l’hanno messa in un cassetto.
Le liste di “sinistra” che sono comunque satelliti del Pd non servono a niente se non ai loro dirigenti responsabili di decenni di sconfitte.
Tutti costoro stanno in parlamento e non hanno bisogno di raccogliere le firme per presentarsi alle prossime elezioni.
La nostra lista, la lista della sinistra rivoluzionaria, non nasce dalle combinazioni di queste burocrazie fallite. Nasce dalla necessità di un programma davvero alternativo, che rompa una volta per tutte con le regole e le compatibilità di questo sistema economico che ci condanna a un futuro sempre più nero.
La nostra storia è pulita, siamo la sinistra che da sempre fa quello che dice e dice quello che fa.
Vogliamo una sinistra di classe, che esprima in modo chiaro e coerente i bisogni della classe lavoratrice.
La destra ci dice che il mondo si divide tra italiani e stranieri. I 5 stelle ci dicono che si divide tra “cittadini” e “casta”. Per noi si divide in primo luogo tra sfruttatori e sfruttati, tra lavoratori e padroni.
Non abbiamo padroni né santi in paradiso e non chiediamo il permesso a nessuno.
Sostienici con la tua firma, col tuo voto, col tuo impegno! Insieme possiamo far sentire la voce che non vogliono che si senta!

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI-SINISTRA CLASSE RIVOLUZIONE












CITTA' DI FABRIANO: CON L'IMMINENTE CRISI DELLE MILIANI E DELLA TECNOWIND, SI CONFERMA L'ECATOMBE DI TUTTO IL DISTRETTO INDUSTRIALE DELLE MARCHE.





La crisi, sempre più drammatica, che investe tutto il distretto industriale fabrianese e marchigiano, sembra non avere più fine, ed investe altre realtà industriali, sino ad ora scampate temporaneamente al terremoto sociale ed economico, che ha registrato più di 7000 disoccupati nel solo territorio fabrianese.
Il PCL sez. di Ancona, continua a chiedere che fine abbiano mai fatto quei "cultori" (leggasi portaborse) del modello di sviluppo mono-settoriale, creato ad arte per favorire il dominio incontrastato di "una grande famiglia" nel territorio di Fabriano.
Da qui a breve, la crisi investirà le Cartiere Miliani, le quali, a causa dei soliti "progetti" di alcune lobby politico-affaristiche, registreranno il percorso catastrofico di fuoriuscita progressiva della produzione della carta dal territorio fabrianese, con l'acquisizione del prestigioso marchio da parte di un fondo finanziario americano, con conseguente liquidazione di oltre 640 lavoratori, futuri disoccupati.
Nella Tecnowind, realtà industriale produttrice di cappe per cucina, l'assenza di una politica di investimenti economici, favorita dalla mancanza di risorse finanziarie adeguate, ha permesso la presentazione di uno pseudo-piano industriale, con il quale, il management dell'impresa fabrianese, ha formalizzato la scandalosa richiesta di 140 licenziamenti su 248 unità occupazionali, tuttora occupati alla Tecnowind.
Davanti ad uno scenario così drammatico, il PCL sez. di Ancona, rivendica da subito una totale e generale mobilitazione di tutta la città di Fabriano, in difesa del proprio territorio e del suo tessuto sociale, brutalizzati, prima dal monopolio merloniano, e poi dalle politiche anti-operaie dei vari governi di centro-sinistra-destra, che sono stati solo in grado di ingigantire le ricchezze di certi "imprenditori eroi" a discapito di tutti i lavoratori. E’ assolutamente necessario che queste due vertenze si uniscano in una grande rivendicazione di lotta unitaria per la tutela dei posti di lavoro sul territorio sulla base della costruzione coordinata della lotta. La creazione di comitati di fabbrica autonomi dalle sigle sindacali confederali, da tempo stampelle del padronato, organizzati per alzare il livello di scontro per mezzo di scioperi prolungati e continuativi, picchetti costanti per la tutela del sito produttivo e se necessario l’occupazione costante e permanente delle fabbriche per salvare tutti i posti di lavoro sulla base della ripartizione del lavoro per tutti a parità di salario. Ad un attacco cosi duro da parte del padronato, va data una risposta di eguale misura fuori da ogni forma concertativa e di dialogo con chi sta condizionando pesantemente il destino delle vecchie e future generazioni di lavoratori e proletari.

PCL sez Ancona