28/02/10

CONTRO IL RAZZISMO DEL GOVERNO ITALIANO IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE

Il 1 Marzo 2010 in Italia sarà una giornata di mobilitazione nazionale a sostegno dei diritti degli immigrati, contro le politiche del governo che colpiscono tutti i lavoratori con licenziamenti, disoccupazione e precarietà, ed in particolare i lavoratori migranti con leggi che li costringono a clandestinità, lavoro nero e ad una vita priva di ogni diritto e dignità.
Per l’unità dei lavoratori italiani e migranti contro lo sfruttamento dei padroni e dei criminali di ogni colore. Contro le provocazioni e aggressioni di bande razziste o di gang comunitarie, ai danni di lavoratori migranti o italiani. Alla logica reazionaria della contrapposizione etnica e interetnica opponiamo la contrapposizione di classe. Alla logica dei rastrellamenti contro i lavoratori migranti opponiamo il “rastrellamento” dei loro sfruttatori. Alla logica dell’”appello” alla polizia opponiamo l’autorganizzazione dei lavoratori migranti e italiani, in piena autonomia dallo Stato.


Sosteniamo e rilanciamo la piattaforma della grande manifestazione antirazzista del 17 Ottobre scorso per:
L' estensione della sanatoria per tutte/i gli immigrate/i presenti in Italia, senza condizioni.

Il prolungamento del soggiorno per chi ha perso il lavoro.

L’abolizione della legge Bossi- Fini e il pacchetto sicurezza del governo Berlusconi che alimentano il razzismo e la divisione tra i lavoratori

La chiusura dei centri di identificazione e di espulsione (CIE).

Il diritto alla casa, lavoro, scuola e sanità gratuite per tutti italiani ed immigrati.

· Il diritto di cittadinanza per i figli degli immigrati nati in Italia e la sua riforma ad “in solis”

Il diritto di asilo per chi fugge da guerre, fame e disastri ambientali

Ancona ore 9.30 partenza da corso C.Alberto per corteo fino a Piazza Roma

Lavoratori uniti: il PCL con i migranti in sciopero


IL PCL SOSTIENE SENZA RISERVE LO SCIOPERO DEI MIGRANTI.



La giornata di oggi, con le sue tante iniziative, significa la nascita di un grande movimento di migranti che lottano per la propria emancipazione, come anticipato dalla grande manifestazione del 17 ottobre.
I lavoratori migranti, che sono una parte sempre più consistente della classe lavoratrice italiana, con le loro rivendicazioni specifiche, a partire dal permesso di soggiorno per tutti, favoriscono l’unità di tutto il mondo del lavoro e riescono a rompere i pregiudizi e le resistenze dei lavoratori indigeni.
Colpiti da mille forme di oppressione, da leggi discriminatorie, da abusi della polizia, da attentati razzisti, discriminati sul lavoro, nel diritto alla casa, nei diritti civili e politici, i migranti che oggi scendono in lotta uniti sconfiggono i tentativi di suscitare una guerra tra poveri e danno un forte colpo al razzismo diffuso dalle destre.
Essi non parlano solo all’Italia dominata da capitalisti senza scrupoli e da un governo razzista ma all’intera Europa che vuole chiudersi come una fortezza negando i diritti di milioni di cittadini.

Male ha fatto la CGIL a non convocare lo sciopero di oggi.
Questa posizione provoca l’isolamento dei lavoratori che si astengono dal lavoro.
Debole ed infondata è la scusa che la CGIL accampa per giustificare la sua colpevole assenza: questo sciopero non riguarda tutti i lavoratori ma solo i lavoratori migranti, è ghettizzante e per questa ragione non va sostenuto.

Il PCL chiede con forza alla CGIL e a tutto il sindacalismo di classe il coraggio di proclamare nei prossimi giorni un vero sciopero generale di otto ore che unisca le rivendicazioni dei lavoratori migranti alle rivendicazioni di tutto il mondo del lavoro contro le politiche economiche del padronato:
Ø L’abolizione di tutte le leggi discriminatorie, dalla Turco-Napolitano alla Bossi-Fini, fino al più recente Pacchetto sicurezza;
Ø La chiusura dei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE);
Ø Riconoscere il soccorso e il diritto di asilo alle popolazioni che prendono il mare per fuggire da miseria, dittature e guerre;
Ø L’apertura delle frontiere, la libertà di migrazione e il permesso di soggiorno per tutti i migranti;
Ø Il blocco dei licenziamenti che stanno colpendo innanzitutto e in massa proprio i lavoratori migranti costretti alla clandestinità e alla precarietà lavorativa;
Ø Promuovere una grande vertenza generale del mondo del lavoro, dei precari, dei disoccupati, attorno ad una piattaforma di lotta unificante.

Contro le destre e il loro razzismo, contro i governi antioperai, anche quelli di centro-sinistra, esiste una sola alternativa: il governo dei lavoratori e delle lavoratrici, di ogni origine e nazionalità, che liberi l’Italia dalla dittatura degli industriali, dei banchieri e di tutti i loro partiti.

26/02/10

Elezioni regionali Marche: le liste del PCL


Partito Comunista dei Lavoratori
Elezioni regionali 2010 - Regione Marche



Candidato Presidente

Venturelli Youri Ginevra - CH - 30/08/67 - operaio metalmeccanico
in cassaintegrazione della Antonio Merloni di Fabriano


Lista Provinciale Ancona

Bendelari Giorgio ancona 23/03/40 - pensionato
Torselletti Luca fabriano 16/02/77 - operaio settore commercio
D'Addetta Mauro termoli 25/11/85 - studente
Raggi Federica fabriano 20/07/80 - disoccupato
Goldoni Mauro corinaldo 09/01/76 - operaio industria del legno
Papale Crescenzo capua 14/08/69 - impiegato pubblico
Pugnaloni Susanna ancona 20/02/50 - pensionato
Zamparini Marco matelica 11/08/77 - operaio settore commercio
Leone Marianna atina 06/03/86 - studente

Lista Provinciale Fermo

Benigni Guy India 07-07-1968 - disoccupato
Magno Norberto Aleandro Jose Argentina 08/08/1959 - operaio edile
Marcantoni Barbara fermo 18/04/1972 - educatrice

Lista Provinciale Macerata

Torselletti Luca fabriano 16/02/77 - operaio settore commercio
D'Addetta Mauro termoli 25/11/85 - studente
Raggi Federica fabriano 20/07/80 - disoccupato
Goldoni Mauro corinaldo 09/01/76 - operaio industria del legno
Papale Crescenzo capua 14/08/69 - impiegato pubblico
Pugnaloni Susanna ancona 20/02/50 - pensionato

24/02/10

Il Partito Comunista ha pronte le firme - il candidato è Youri Venturelli


Dal Corriere Adriatico del 24/02/2010

Ancona “L’intero territorio marchigiano è a grave rischio idrogeologico”. Lo afferma Youri Venturelli candidato alla presidenza della Regione per il Partito comunista dei lavoratori. Già in tre province, Ancona, Macerata e Fermo, sono state raccolte le firme per sottoscrivere la sua candidatura, rendendo certa la corsa il 28 e 29 marzo, anche se non è escluso che, se ve ne saranno le condizioni, il partito decida invece di fare una dichiarazione di voto a favore di Rossi. L’ambiente, come detto, insieme al lavoro, è uno dei temi principali del Pcl. “Le frane, gli smottamenti, le alluvioni che si susseguono dall’inizio dell’inverno - afferma Venturelli - dimostrano i pericoli del nostro territorio. La nostra regione vive del proprio territorio: siamo tra le meno urbanizzate d’Italia e gran parte dell’economia si basa sul patrimonio agro-silvo-pastorale e sul turismo. Purtroppo - afferma ancora Venturelli - , negli ultimi anni, invece di pensare alla salute delle nostre montagne, delle nostre campagne, dei nostri cittadini si è deciso di investire in grandi opere poco utili e assai più costose”.“Uno dei primi punti su cui il Partito Comunista dei Lavoratori darà battaglia se entrerà nel consiglio regionale - conclude Venturelli - sarà dirottare le enormi risorse economiche in campo dalle grandi opere meno utili e più dannose, alla riqualificazione ambientale ed alla messa in sicurezza idrogeologica del nostro territorio, con piccole opere diffuse che offriranno, tra l’altro, molti più posti di lavoro con meno sperpero di denaro pubblico”.

23/02/10

Nucleare: l'ennesima presa in giro!


Se tutto il mondo del lavoro, cittadini, pensionati e tutti coloro che pagano le tasse non cominceranno a fare opposizione vera a questo governo, ci troveremo presto a subire ancora una “punizione” per non saper prendere il potere decisionale che ci spetta. Ma stavolta sarà un disastro ecologico ed un'enorme spreco di denaro: il nuovo programma nucleare italiano.


Sua immunità, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, vuole costruire sul territorio italiano delle centrali nucleari di “terza generazione”, che superino per durata quelle di “seconda generazione”, con un congegno di “spegnimento automatico” in caso di grave incidente.

Con il suo solito linguaggio colorito, lui le definisce un “ponte” verso una “quarta generazione” che promette sarà assolutamente sicura. C’è solo un problema, i reattori di quarta generazione NON esistono! ( la loro realizzazione è prevista non prima del 2030).

Non stiamo qui a ricordare gli incidenti sparsi per il globo dovuti al nucleare, ma uno sguardo al 26 aprile 1986 a Cernobyl (Ucraina) è doveroso. È doveroso ricordare decine di migliaia di tumori e leucemie nei venti anni successivi e più di mille morti per tumore tra i soldati intervenuti, contaminata l’acqua di trenta milioni di Ucraini, irradiato nove milioni di persone. Oggi, due terzi degli adulti e metà dei bambini sono ammalati alla tiroide, c’è il raddoppio delle malformazioni congenite.

Il nucleare non ha casa: non si sa ancora come e dove mettere le scorie radioattive. Gli Usa hanno speso otto miliardi di dollari in vent’anni senza trovare una soluzione. In Italia furono stanziati 674 milioni di euro con il ridicolo tentativo di Scanzano Jonico (un sito sismico come gran parte d’Italia e del tutto inadatto), il governo non sa dove mettere le “ecoballe radioattive”: il plutonio resta altamente radioattivo per 200mila anni! L’uranio238 per milioni di anni…
L’Italia non ha uranio: dovrebbe importarlo da Russia, Niger, Namibia, Kazakistan, Australia, Canada. Se ne consuma più di quanto se ne estrae. Senza nuovi reattori, la produzione di uranio è già insufficiente. Il suo prezzo dal 2001 al 2007 si è moltiplicato per dieci, da 7 a 75 dollari la libbra.


L’Italia è uscita dalla follia nucleare col Referendum del 1987. L’Austria col Referendum del 1978. La Germania, nel 2000, ha deciso di non investire più sul nucleare, aumentando del 2,5% annuo in energie rinnovabili. La Svezia col Referendum del 1980 ha fatto la stessa scelta. La Spagna col Referendum del 1983, ha deciso di uscire dal nucleare e raggiungere l’autonomia energetica entro il 2050, investendo moltissimo nel solare. Negli Usa non si costruiscono più centrali nucleari dal 1976.

Solo nove stati in tutto il mondo investono sul nucleare: India, Cina, Russia, Ucraina, Giappone, Iran, Argentina, Romania e Finlandia.
Basterebbe coprire di pannelli solari fotovoltaici solo lo 0,4% delle superfici costruite o cementificate in Italia ( che sono il 10% del territorio) per soddisfare l’intero fabbisogno nazionale di energia elettrica.
Immaginate il NUCLEARE nel paese del terremoto e dei terremotati…vogliono farci rischiare la fusione del nocciolo anche a noi?

I nostri industriali e politici siano essi di destra che di sinistra, temono ogni tipo di democrazia che dia uno spiraglio ai voleri dei cittadini liberi e fanno di tutto per sottomettere il loro pensiero boicottando ogni tipo di informazione libera e popolare.

Anche nella Regione Marche faremo di tutto per impedire questo scempio ai danni dei cittadini, dei loro soldi e del loro territorio.

Youri Venturelli
Partito Comunista Lavoratori

19/02/10

In tutta la Regione Marche le condizioni del territorio sono una bomba ad orologeria

L’intero territorio marchigiano è a grave rischio idrogeologico. Le frane, gli smottamenti, le alluvioni che si susseguono dall’inizio dell’inverno lo dimostrano, facendo prevedere tragici scenari simili a quelli calabresi o siciliani. La nostra Regione vive del proprio territorio: siamo tra le meno urbanizzate d’Italia e gran parte dell’economia si basa sul patrimonio agro-silvo-pastorale e sul turismo. Purtroppo, negli ultimi anni, invece di pensare alla salute delle nostre montagne, delle nostre campagne, dei nostri cittadini si è deciso di investire in grandi opere poco utili e assai più costose, che offrono però maggiori possibilità di guadagno agli speculatori e più margine alle manovre clientelari dei politici.

"Uno dei primi punti su cui il Partito Comunista dei Lavoratori darà battaglia se entrerà nel consiglio regionale" afferma il candidato Presidente Youri Venturelli, "sarà dirottare le enormi risorse economiche in campo dalle grandi opere meno utili e più dannose, alla riqualificazione ambientale ed alla messa in sicurezza idrogeologica del nostro territorio, con piccole opere diffuse che offriranno, tra l’altro, molti più posti di lavoro con meno sperpero di denaro pubblico".

Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento regionale Marche

Adesione alla manifestazione regionale dei comitati e dei cittadini di sabato 20 febbraio ad Ancona

Uno sviluppo energetico sbagliato e pieno di una sottocultura inverosibile rischia di distruggere il nostro territorio, già provato dalla cementificazione ed in grave rischio a causa della Quadrilatero, dall'entroterra alla costa si cercano di costruire delle centrali di produzione energetica assai impattanti e pericolose; piani cave devastanti e sfruttamento idrico. La gravità di queste scelte colpiranno in fondo il valore del nostro territorio rendendolo semplicemente più inquinato e brutto; per questo il Partito Comunista dei Lavoratori aderisce alla manifestazione "Giù le mani dalle Marche" di sabato 20 febbraio indetta dai comitati e cittadini della regione.


Partito Comunista
dei Lavoratori
Marche

17/02/10

IL PCL PRESENTE, OVUNQUE POSSIBILE, ALLE PROSSIME ELEZIONI REGIONALI

(15 Febbraio 2010)
Il Partito Comunista dei Lavoratori ( PCL)- già presente alle ultime elezioni politiche ed europee- sta preparando la propria presentazione elettorale indipendente per le imminenti elezioni regionali, in contrapposizione alle coalizioni di centrodestra e di centrosinistra. Di fronte a sinistre cosiddette “radicali” che si subordinano ovunque possibile al PD e persino alla UDC, è essenziale la presenza autonoma alle elezioni di una sinistra fedele alle ragioni dei lavoratori e ad una prospettiva anticapitalistica. In altri termini di “una sinistra che non tradisce”. La nostra presentazione è ostacolata pesantemente da una normativa assurda e antidemocratica, sostenuta congiuntamente da PDL e PD, che ci impone la raccolta di un numero di firme doppio o triplo rispetto a quelle previsto per le elezioni politiche. Ciò nonostante ci stiamo battendo con tutte le nostre forze per raggiungere il traguardo della presentazione nel maggior numero possibile di Regioni: e dunque per poter usare la tribuna elettorale ai fini dello sviluppo e della riconoscibilità di una prospettiva di classe antisistema.
Partito Comunista dei Lavoratori

12/02/10

La svolta rivelatrice di Di Pietro


La svolta di Salerno di Di Pietro è un atto rivelatore della vera natura dell’IDV. E serve a sgomberare il campo da un grottesco equivoco a sinistra. Per una certa fase, la politica del PD e la deriva autodistruttiva delle sinistre, hanno permesso a Di Pietro di presentarsi non solo come “la vera opposizione” a Berlusconi, ma come la rappresentanza ritrovata del mondo del lavoro delle sue domande sociali. Questa immagine non ha mai corrisposto minimamente alla realtà, che era ed è di ben altro segno. Sul piano europeo, la IDV appartiene da sempre al gruppo liberale, spesso alleato del Partito Popolare di Berlusconi: non a caso, nel Parlamento della U.E., la IDV ha votato la proposta di allungamento dell’orario di lavoro a 65 ore, la legge Bolkestain di precarizzazione estrema del lavoro, la normativa di privatizzazione dei servizi pubblici. In Italia, in veste di ministro per due legislature di centrosinistra, Di Pietro ha varato e votato senza battere ciglio decine di leggi sociali antioperaie ( legge Treu e legge 30, detassazione dei profitti, tagli alle spese sociali..), ha appoggiato le scelte di guerra e l’aumento delle spese militari, ha coperto la mattanza poliziesca del G8 a Genova, ha gestito in prima persona colate di cemento e grandi opere, a vantaggio dei costruttori e a scapito dell’ambiente. Più recentemente, in veste di “oppositore”, Di Pietro ha votato a favore del federalismo fiscale di Berlusconi e Bossi contro le popolazioni del Sud (scavalcando a destra persino il PD, astenuto), e ha “aperto” all’annunciata riforma fiscale di Berlusconi sulle due aliquote Irpef ( a vantaggio dei ricchi), poi sospesa. C’è da chiedersi: come ha potuto questa IDV apparire a significativi settori di massa come propria rappresentanza “radicale”? Il punto è che nessun partito della sinistra- con la sola nostra eccezione- ha avuto il coraggio di dire la verità sulla IDV. Né avrebbe potuto, essendo stata l’intera sinistra di governo corresponsabile delle stesse politiche varate e votate da Di Pietro , sia sul piano nazionale, sia nelle amministrazioni locali ( precarizzazioni, guerre, privatizzazioni). Di più: proprio il PRC di Ferrero ha cercato nell’ultimo anno di far leva su una sorta di “asse” con Di Pietro, per riaprirsi contrattualmente un varco di rientro nel centrosinistra. Il risultato è che Di Pietro ha potuto pascolare, indisturbato e persino riverito, nel popolo della sinistra, alimentando illusioni ed equivoci. Ora la “bolla” Di Pietro è scoppiata. Il blocco con Bersani in tutte le regioni, l’accettazione dello sceriffo De Luca, l’annuncio che “di opposizione si muore” riportano il Dipietrismo alla sua realtà: quella di un populismo borghese, familistico e trasformista, la cui unica prospettiva è la riconquista di qualche ministero in un futuro governo “democratico” dei poteri forti nel dopo Berlusconi. Ma non possono essere le sinistre ministeriali e assessorili- sedute fianco a fianco alla IDV, e a braccetto col PD nelle coalizioni regionali di tutta Italia- a denunciare questa realtà. Può essere solo una sinistra che non ha tradito e non tradisce: dentro una battaglia di massa anticapitalista che miri a cacciare Berlusconi dal versante dei lavoratori, non dal versante di Confindustria, Bersani, Casini.
MARCO FERRANDO

Potere e appalti: l'altra Protezione Civile


Dalla rivista "Pagina Uno"
di Giovanna Baer


Deroga straordinaria alle leggi sugli appalti, milioni di euro da gestire, una short list riservata di imprenditori amici: ecco perché per alcuni, prevenire un disastro naturale è economicamente meno conveniente che lasciarlo accadere
2 luglio 2009. Il sostituto procuratore Giuseppe Scelsi, titolare di una delle inchieste su Giampaolo Tarantini e la sua lobby di affari, escort e politica, interroga Enrico Intini, imprenditore barese. Amico di Massimo D’Alema, oltre che del ruffiano di palazzo Grazioli, Intini è accusato di turbativa d’asta nell’ambito di un appalto per le pulizie della Asl di Bari insieme a Lea Casentini e Cosimo Catalano. Durante l’interrogatorio gli viene chiesto di chiarire quale sia la natura dei suoi rapporti con Guido Bertolaso, che Intini ha incontrato due volte: la prima nel 2007, con Francesco Boccia, capo dipartimento per lo sviluppo delle economie territoriali sotto il governo di Romano Prodi, la seconda l’anno successivo in compagnia di Tarantini nella sede romana del Dipartimento della Protezione civile. Attivo soprattutto in Puglia, Basilicata e Campania, ma anche nel Lazio dove si è recentemente aggiudicato la raccolta dei rifiuti nei comuni di Anzio e Nettuno, il gruppo Intini comprende 44 società che offrono i servizi più disparati. La galassia guidata da Intini è ben nota tra imprenditori e politici per la sua atipicità, dal momento che lavora sia nel pubblico che nel privato con un’attività che spazia dalle costruzioni agli spin off universitari, dal controllo del territorio alla raccolta rifiuti, dalle pulizie ai servizi satellitari. Alla domanda sul perché del suo interesse per Guido Bertolaso, l’imprenditore barese risponde: “Alla Protezione civile hanno una short list, un elenco riservato di imprese da far intervenire in situazioni di emergenza, e ci piaceva farne parte”. Quando i giornali battono la notizia, Bertolaso prima nega, poi ammette a denti stretti: “Un funzionario dello Stato non può sottrarsi dall’essere interlocutore per tutti coloro i quali intendono sviluppare eventuali tecnologie e iniziative finalizzate a dare spazio al ‘made in Italy’ che rappresenta, come ben noto, una delle priorità della Protezione civile, anche a livello internazionale. […] Mi vennero presentati alcuni progetti che il gruppo Intini voleva sviluppare nel settore della protezione civile, ma non vi fu seguito agli incontri”.Ma l’obiettivo della Protezione civile non era quello di prevenire e affrontare terremoti, alluvioni, incendi e altre calamità? Da quando “dare spazio al made in Italy” è diventata una delle sue priorità, e che cosa significa questa espressione? E perché una short list (riservata, per di più, nemmeno fosse un dossier dei servizi segreti) di imprenditori amici?


11/02/10

Noi censurati, loro condannati

Il Partito Comunista dei Lavoratori sta lottando in tutto il paese contro un sistema elettorale antidemocratico, giacché è assurdo ed abnorme il numero di firme da presentare e raccogliere in cosi poco tempo, paradossalmente il doppio delle elezioni politiche e di quelle europee!
Il garantismo bipartisan, portato avanti per la tutela della casta dominante, riesce sempre in un modo o nell’altro a nascondere nei più bui bassifondi, la libertà di espressione dei lavoratori, dei singoli cittadini e di tutti coloro che vogliono essere ascoltati.
Tutte le associazioni, i partiti, i comuni cittadini che sono animati da un sincero senso democratico devono impegnarsi in prima persona affinché possa nascere qualcosa di nuovo in questo paese dove insiste a signoreggiare uno squallido scenario politico.
Il PCL, denuncia con forza che: in un paese democratico la “libertà di espressione” (intesa non solo come libertà di parlare al vento, ma come garanzia di spazi per poter comunicare con l'intera società) non deve essere repressa e boicottata, ma deve assolutamente essere “un diritto insindacabile!”, se i cittadini non usciranno da questo silenzio, rimarranno sempre dei perfetti sudditi di un governo autoritario.
Diritti, libertà e dignità sono spariti, sono rimaste parole vuote e usate saltuariamente da qualche eletto di turno per agguantare consensi e lascia passare (semplice propaganda).
Dopo aver salvato le banche e messo al riparo i poteri forti, dopo aver pagato con i nostri soldi il fantastico e inarrivabile sistema capitalistico, siamo passati ad un crollo verticale dei consumi e licenziamenti in massa.
Prima di andare al voto, a fine marzo, i nostri nuovi signori dovranno spiegarci che differenza c’è tra una democrazia e una dittatura?! Se dobbiamo essere sottomessi ai poteri forti, si dica apertamente: così eviteremo di fare altre polemiche quando il debito pubblico crescerà a dismisura oltre quello che già è (2.000 miliardi), eviteremo di indignarci quando i tagli al “sociale”, saranno di nuovo l’unica strada possibile per risanare un capitalismo che ha fatto dello sfruttamento della popolazione i suoi pilastri cui poggiarsi.
"La differenza fra una democrazia e una dittatura è che in democrazia" (con tutti i limiti del sistema elettoralistico-borghese) "prima voti e poi prendi ordini; in una dittatura non devi perdere tempo a votare" (Charles Bukowski).
Non sarà certo il PDL o la Lega a portarci fuori da questo baratro visto le loro politiche a noi tutti note. Non sarà neanche il PD in quanto si tratta di un partito compiutamente borghese che sa di non poter tornare al governo, per rappresentare gli interessi della borghesia, senza recuperare una quota dispersa di voto operaio. Nè ci penseranno PRC e PDCI, in tutta Italia invischiati col PD e UDC, e solo dove quest'ultimi li hanno malamente cacciati, si presentano, loro malgrado, separatamente. La formula del centrosinistra serve unicamente a subordinare i lavoratori al capitale.
L’autonomia dai governi di centrodestra e centrosinistra è una condizione decisiva per il movimento dei lavoratori. Il Partito Comunista dei Lavoratori continuerà a bettersi per una coerente politica e prospettiva di classe.
Nel frattempo che continuiamo a votarci ad una “INDIFFERENZA” che sta travolgendo tutto e tutti, lasciando “diritti, libertà e dignità” chiuse in un cassetto, ecco i rappresentanti italiani che si adopereranno a risolverci la crisi:
Berruti Massimo Maria (FI): condannato in via definitiva a 8 mesi per favoreggiamento. Bonsignore Vito (Udc – Parlamento Europeo): condannato definitivamente a 2 anni per tentata concussione nello scandalo delle tangenti per il nuovo ospedale di Asti. Borghezio Mario (Lega Nord – Parlamento Europeo): condannato in via definitiva per incendio aggravato da “finalità di discriminazione”, per aver dato fuoco ai pagliericci di alcuni immigrati che dormivano sotto un ponte di Torino, a 2 mesi e 20 giorni di reclusione commutati in 3.040 euro di multa. Bossi Umberto (Lega Nord): condannato in via definitiva a 8 mesi di reclusione per 200 milioni di finanziamento illecito dalla maxitangente Enimont. Cantoni Giampiero (FI): ha patteggiato 2 anni di reclusione per corruzione e concorso in bancarotta e risarcito 800 milioni di lire. Carra Enzo (PD): una condanna in via definitiva per false dichiarazioni al pubblico ministero. Per i giudici, Carra è un falso testimone che, con il suo «comportamento omertoso» e la sua «grave condotta antigiuridica», ha tentato di «assicurare l’impunità a colpevoli di corruzione, falso in bilancio e finanziamento illecito» nel caso Enimont. Parola del Tribunale e della Corte d’Appello di Milano, nonché della Cassazione, che l’hanno condannato prima a 2 anni e poi a 1 anno e 4 mesi (grazie allo sconto del rito abbreviato) di carcere.Ciarrapico Giuseppe (PDL): è stato condannato a 3 anni definitivi per il crack da 70 miliardi della Casina Valadier (ricettazione fallimentare) e ad altri 4 e mezzo per il crack Ambrosiano (bancarotta fraudolenta). De Angelis Marcello (AN): condannato in via definitiva a 5 anni di carcere per banda armata e associazione sovversiva come dirigente e portavoce del gruppo neofascista Terza Posizione. Dell’Utri Marcello (FI): condannato definitivamente a Torino a 2 anni e 3 mesi per false fatture e frodi fiscali nella gestione di Publitalia (reato per cui fu arrestato per 18 giorni nel maggio 1995 e poi patteggiò la pena in Cassazione). Farina Renato (FI): Farina patteggia una pena di 6 mesi di reclusione per favoreggiamento nel sequestro di Abu Omar, l’imam egiziano rifugiato in Italia, sequestrato a Milano il 17 febbraio 2003 dalla Cia con l’aiuto del Sismi, trasportato nella base americana di Aviano e di lì deportato in Egitto, dove fu torturato per sette mesi.La Malfa Giorgio (FI-PRI): condannato definitivamente a 6 mesi per il finanziamento illecito della maxitangente Enimont.Maroni Roberto (Lega Nord): condannato definitivamente a 4 mesi e 20 giorni per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale durante la perquisizione della polizia nella sede di via Bellerio a Milano. Nania Domenico (AN): arrestato per 10 giorni e poi condannato in via definitiva a 7 mesi per lesioni personali legate ad attività violente nei gruppi giovanili di estrema destra (fatti dell’ottobre ’69, sentenza emessa nel 1977 e divenuta definitiva nel 1980). Naro Giuseppe (UDC): condannato in primo grado a 3 anni e in Cassazione a 6 mesi definitivi di reclusione (erano 3 anni in primo grado) per abuso d’ufficio nel processo per l’acquisto con denaro pubblico di 462 ingrandimenti fotografici, alla modica cifra di 800 milioni di lire.Papania Antonio (PD): il 24 gennaio 2002 ha patteggiato davanti al gip di Palermo una pena di 2 mesi e 20 giorni di reclusione per abuso d’ufficio. Sciascia Salvatore (FI): condannato definitivamente a 2 anni e 6 mesi per aver corrotto alcuni ufficiali e sottufficiali della Guardia di finanza.Tomassini Antonio (FI): medico chirurgo, è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione a 3 anni di reclusione per falso. Berlusconi Silvio (PDL): 2 amnistie (falsa testimonianza P2 e falso in bilancio Macherio); 1 assoluzione dubitativa (corruzione Gdf, falso bilancio Medusa); 1 assoluzione piena (corruzione giudici Sme-Ariosto); 2 assoluzioni per depenalizzazione del reato da parte dello stesso imputato (falsi in bilancio All Iberian, Sme-Ariosto); 8 archiviazioni (6 per mafia e riciclaggio, 2 per concorso in strage); 6 prescrizioni (finanziamento illecito a Craxi con All Iberian; falso in bilancio Macherio; falso in bilancio e appropriazione indebita Fininvest; falso in bilancio Fininvest occulta; falso in bilancio Lentini; corruzione giudiziaria Mondadori); 3 processi in corso: Telecinco (falso bilancio, frode fiscale, violazione antitrust spagnola), caso Mills (corruzione giudiziaria), diritti Mediaset (appropriazione indebita, falso bilancio, frode fiscale), Saccà (corruzione); 1 indagine in corso (istigazione alla corruzione di alcuni senatori). Questi sono i condannati in via definitiva. Abbiamo tralasciato gli inquisiti per ovvi motivi di spazio.

Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
(Sez.Ancona-nucleo montano)

10/02/10

Alla Merloni come alla Fiat: basta restare a guardare, gli operai prendano l’iniziativa

COMUNICATO STAMPA del Partito Comunista dei Lavoratori

Sono anni che i lavoratori italiani ed i loro sindacati restano a guardare in disparte come i grandi imprenditori italiani si spartiscono i soldi dei finanziamenti pubblici, degli incentivi alla rottamazione, degli sgravi fiscali e li portano all’estero con le delocalizzazioni o in qualche paradiso fiscale. Basta firmare assegni in bianco senza nessuna garanzia neppure sul mantenimento dei livelli occupazionali! Lo Stato, con i soldi dei lavoratori, ha già ripagato abbondantemente la Fiat, ed anche la Merloni, che oggi non vuole più nessuno, appartiene di diritto agli operai che l’hanno fatta grande. L’unico modo per salvare queste due storiche aziende è nazionalizzarle e gestirle sotto il controllo dei lavoratori, come previsto tra l’altro dagli articoli 42 e 43 della Costituzione. Tutto il resto sono chiacchiere. Bisogna finirla di piangersi addosso, è ora di prendere l’iniziativa. E’ per questo che il Partito Comunista dei Lavoratori candida a Presidente della Regione l’operaio Merloni in cassa integrazione Youri Venturelli, che, fra l’altro, è stato tra i nove protagonisti dell’eclatante occupazione dell’azienda. Negli altri schieramenti, invece, destra e sinistra candidano sempre i soliti politici di professione: gli stessi che, in combutta con Merloni, hanno votato il finanziamento alla delocalizzazione delle aziende marchigiane spacciandola per “internazionalizzazione industriale”.

Venturelli: "meglio la nazionalizzazione!"

Dal Corriere Adriatico di martedì 2 febbraio 2010

Venturelli: “ Meglio la nazionalizzazione”

L’unico modo per salvare l’Antonio Merloni “ è nazionalizzare l’azienda, e gestirla sotto il controllo dei lavoratori, come consentono peraltro gli articoli 42 e 43 della costituzione. Tutto il resto sono chiacchiere”.
Lo afferma Youri Venturelli, operaio della Merloni (protagonista a suo tempo dell’occupazione degli uffici aziendali), candidato alla presidenza della Regione dal Partito Comunista dei Lavoratori. “Sono anni che lavoratori e sindacati restano a guardare”.

Incontro con Alessandra Kersevan


Giù le mani dalle Marche



09/02/10

Fabriano: moratoria contro gli sfratti

La crisi economica che ha colpito le Marche e Fabriano ha prodotto la perdita di migliaia di posti di lavoro provocando un impoverimento generalizzato del tessuto sociale. Senza uno stipendio garantito per moltissime famiglie diventa impossibile far fronte alle spese di tutti i giorni, comprese quelle per la casa. Chi è in affitto non riesce più nemmeno ad arrivare a metà mese, senza contare chi si ritrova strangolato da un mutuo che non lascia via di scampo.

Intanto il governo propaganda il suo piano casa e “centomila alloggi in cinque anni”, che non rappresentano una risposta al problema urbanistico di un paese il cui patrimonio edilizio si è quintuplicato dal secondo dopoguerra ad oggi.

L’ultimo decennio ha visto il mercato degli affitti aumentare vertiginosamente di oltre il 150%. A rimanere stabili invece sono i redditi degli italiani, nella migliore delle ipotesi, quando non perdono il posto di lavoro, e mentre il governo si appresta a sommergere l’Italia con una nuova colata di cemento, migliaia di famiglie vengono sfrattate dalle case che non riescono più a pagare, senza che venga offerta loro una situazione alternativa.

Le prime conseguenze si fanno sentire anche Fabriano, dove si sono verificati i primi ricorsi allo sfratto di famiglie costrette a sopravvivere con sola la cassa integrazione, o peggio senza più un reddito, e che da mesi non riuscivano più a pagare la rata dell’affitto.
In un territorio così colpito dalla crisi l’emergenza casa esploderà portando con sé le peggiori conseguenze.

Invitiamo tutti i cittadini a partecipare al consiglio comunale aperto di martedì 9 febbraio, h 9.30, per chiedere alla giunta una
MORATORIA DEGLI SFRATTI
e delle risposte chiare e concrete al problema abitativo.

EFFETTI COLLATERALI

05/02/10

Serra de’ Conti, lettera del candidato Giorgio Bendelari “Ex capannoni trasformati in case”

Serra de’Conti Giorgio Bendelari , per due legislature consigliere comunale d’opposizione , ed ora candidato per il Partito Comunista dei Lavoratori per le prossime consultazioni regionali, ha inviato al sindaco Arduino Tassi una nota in merito a varie decisioni assunte dall’Amministrazione comunale e che stanno destando moltissime critiche e polemiche.

“Anche a Serra de' Conti –esordisce Bendelari - stanno accadendo fatti di cui i cittadini non sanno ancora darsi una spiegazione. Oltre all'abbattimento delle conifere in Piazza IV Novembre di cui sarebbe bene venissero date maggiori informazioni e nel particolare venisse reso di pubblico dominio il progetto finale dell'area , altre situazioni che creano disagio e malcontento tra i nostri concittadini sono, ad esempio, l'utilizzo che verrebbe fatto di ex capannoni industriali che senza l'apertura di idonei cantieri edili, si starebbero trasformando in abitazioni residenziali. Chi sono i proprietari di queste aree? A queste domande – conclude Bendelari - vanno date delle esaurienti risposte dal momento in cui ogni atto amministrativo deve essere reso di pubblico dominio e non può essere coperto da segreti o vincoli di sorta”.

04/02/10

Sostegno alla proposta relativa al problema degli sfratti a fabriano

La recente proposta apparsa nella stampa cittadina, compiuta dal consigliere comunale, compagno Rossi, relativa all’utilizzo di vani abitativi, appartenenti ad istituti religiosi, da concedere ai cittadini fabrianesi vittime degli sfratti delle proprie abitazioni, riceve il convinto sostegno di Sinistra Critica di Fabriano.
Ed è quindi doveroso in questa tragica vicenda, conseguenza della crisi economia del fabrianese, porre due condizioni:

1) Anche tutti gli altri enti di natura laica e civile che possiedono edifici abitativi, devono aiutare le “persone sfrattate” che evidentemente non hanno più un reddito;

2) Che l’amm.ne comunale fabrianese, artefice di un assurda e “politica” privatizzazione delle aree per l’edilizia economica e popolare, compiuta dalla precedente giunta, riveda totalmente tale scelta che ha penalizzato i cittadini meno abbienti della nostra città.

Fabriano 4/2/2010
Angeloni Antonio