30/04/11

I padroni se ne vanno

Il 28 aprile si è svolta l’assemblea sindacale con i lavoratori dell’Antonio Merloni. L’assemblea ha portato come primo punto il decreto di proroga per l’allungamento della CIG 2011-2012, che verrà firmata dal ministero; mentre, per quanto riguarda la vendita, poco o niente è cambiato, confermando ciò che il Partito Comunista dei Lavoratori continua a ripetere da ormai tre anni, e cioè: finirla di butare fumo negli occhi degli operai e impegnarsi per far sì che prendano loro l’iniziativa come classe lavoratrice e si mobilitino al fine di rovesciare un calvario senza fine. Oppure si continua ad aspettare i cinesi che per il momento sono esclusi per non aver versato la cauzione, mentre la società iraniana Mmd, oltre che versare la cauzione di 2 milioni di euro, è interessata a rilevare tutti gli asset immobiliari della ARDO, accompagnata da una proposta limitata di assunzione di 400 lavoratori nell’arco di 2 anni.

Meglio sarebbe stato occupare e nazionalizzare l’azienda, come previsto dall’articolo 42 e 43 della Costituzione (“espropriare la proprietà privata qualora sussistano motivi d’interesse generale”). Usando i soldi fin qui sperperati al vento e ricavati con la vendita di macchinari (prima che lo faccia qualche capitalista per interessi privati), sotto controllo operaio, la riconversione sarebbe stata possibile: anche puntando ad un polo per la produzione di pannelli o pale per le “energie alternative” a inquadramento nazionale. Sarebbe stata una scelta fatta dalla classe lavoratrice e chi con lei, rilanciando l’economia reale, ridando respiro all’indotto e allo stato sociale.

Ora spetterà ai commissari Rizzi, Montaldo e Confortini trattare con i vari capitalisti. Si è parlato anche di un fantomatico Sig. Zu e consorte che si sarebbero presentati ben due volte secondo i sindacati, ma subito volatilizzati. Infine esiste la proposta della QS, guidata dall’ex sindaco imprenditore di Cerreto, che assumerebbe 400 lavoratori in un biennio. L’offerta di Mmd è legata all’acquisizione dell’intero perimetro della Ardo e per questo sarebbe incompatibile sommare le due offerte tra loro.

Il polo industriale fabrianese, caduto nella crisi più buia e profonda, caduto senza l’avvento di nessuna lacerazione sociale, senza nessuna classe operaia conflittuale, anticapitalista, solo servi che per decenni si sono sottomessi all’impero Merloni, alla sua politica, alla sua economia. E adesso: che gli interessi capitalistici non sono più associabili al contesto locale? Ed adesso: che ne sarà dei servi? In una società come la nostra, guidata e diretta da imprenditori in un paese dove la menzogna e la corruzione dilagano, volete forse ricevere altri applausi per ciò che non avete saputo fare? No, non resta a questi lavoratori che dipingere di rosa il loro stato di sottomissione e schiavitù!

Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez.Ancona-Nucleo Montano.

Intervista a Marco Ferrando - portavoce nazionale PCL - su Canale 5

28/04/11

Non è vero che i lavoratori dell’ex Miliani abbiano sostenuto l’integrativo aziendale

A tutti gli organi di stampa e informazione
della Regione Marche

COMUNICATO STAMPA:

Le ultime notizie apparse sulla stampa locale, secondo le quali i lavoratori “avrebbero accolto con entusiasmo” l’accordo del secondo livello per l’integrativo aziendale, è da considerare infondata ed infamante come notizia.

È talmente forte l’opposizione dei lavoratori dell’ex Miliani a questo accordosul P.R.E (ex integrativo) che l’R.S.U. aziendale ha impedito, poco democraticamente, un referendum tra i lavoratori, per timore di un risultato negativo che avrebbe bocciato l’accordo che, tutti hanno capito, ispirato al modello “Mirafiori”.

Non si costruiscono “le relazioni industriali” con questa vocazione antioperaia e la cancellazione di diritti acquisiti, così come contenuto nel documento relativo all’intesa nelle ex Cartiere Miliani.

 
Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento Provinciale Ancona

rigassificatore di Falconara: due pesi e due misure per il V.I.A.


Falconara: comitato su rigassificatori, 'Due pesi e due misure della Regione Marche nelle V.I.A.'

Pubblichiamo il Documento che le associazioni e i partiti politici contrari ai progetti di rigassificatori di API Nòva Energia e Gaz de France hanno consegnato al Presidente della Regione Marche e ai componenti della Giunta nonché ai Capigruppo Consiliari al Presidente del Consiglio della Regione Marche.

Il Documento compara le Valutazioni di Impatto Ambientale (VIA) svolte dalla Regione Marche per i progetti di rigassificazione di fronte a Falconara M.ma/Ancona e di fronte a Porto Recanati e ne evidenzia l'INSPIEGABILE DIFFERENTE APPROFONDIMENTO DI ALCUNE RILEVANTI PROBLEMATICHE AMBIENTALI da parte del Responsabile del procedimento - Arch. Velia Cremonesi - e del Dirigente della Posizione di Funzione - Geol. David Piccinini - per conto del SERVIZIO AMBIENTE E PAESAGGIO P.F. VALUTAZIONI ED AUTORIZZAZIONI AMBIENTALI. VIA scrupolosa ed improntata al principio di precauzione quella per Porto Recanati! VIA scientificamente lacunosa, omissiva in alcuni passaggi e totalmente imprudente per il progetto di API Nòva Energia. Il risultato è tutto nelle parole che il Presidente Spacca ha pronunciato nell'intervista alla emittente ETV il 21 aprile scorso: "Abbiamo fatto delle osservazioni sul rigassificatore di Porto Recanati. Queste osservazioni in sede tecnica sono state approfondite ed hanno portato alla manifestazione di un parere negativo da parte del servizio regionale che deve fare l'istruttoria su questo impianto, per cui sul rigassificatore di Porto Recanati non esistono le condizioni per procedere. Situazione diversa per Falconara. Per Falconara l'istruttoria tecnica fatta dagli uffici della Regione ha dato fino ad oggi un esito positivo. (...) Dobbiamo dire la verità: l'istruttoria tecnica che è stata fatta sul rigassificatore di Falconara è positiva".

Già, dobbiamo dire la verità!! Sia chiaro, ci sono tre tipi di verità da appurare: 1) la differente valutazione degli stessi elementi programmatici e di impatto ambientale a seconda che si parli del rigassificatore di API Nòva Energia o di quello di Gaz de France.
2) Perché gli architetti Piccinini e Cremonesi hanno squilibrato in quel modo le valutazioni!
3) Se le omissioni, le lacune e le imprudenze degli architetti Piccinini e Cremonesi abbiano una regia politica nella Regione stessa!

Ci arriveremo a sapere! Nel frattempo diamo solo un assaggio di quello che leggerete nel Documento consegnato.
Gli architetti Piccinini e Cremonesi della Regione Marche sembra non abbiano consultato neanche l'ISPRA (l'Istituto scientifico del Ministero dell'Ambiente) che a Marzo 2009 ha valutato riguardo all'impatto dell'ipoclorito di sodio sul mare in riferimento alle CONTRODEDUZIONI AL RAPPORTO SULL'IMPATTO TRANSFRONTALIERO DEL TERMINALE GNL DI ZAULE DEL MINISTERO DELL'AMBIENTE E DEL TERRITORIO DELLA REPUBBLICA DI SLOVENIA:
"...La sterilizzazione della massa d'acqua in ingresso determina l'eliminazione degli organismi costituenti lo zooplancton. Appare necessario, in uno studio di VIA, quantificare l'impatto di tale perdita degli organismi zooplanctonici in termini di effetti sulla produzione secondaria della Baia di Muggia e, in senso più ampio, dell'intero Golfo di Trieste". STERILIZZAZIONE DEL MARE, significa azzeramento dei nutrienti per le specie ittiche! E l'azione dell'ipoclorito è sempre la stessa, tanto se si parli dell'Adriatico di Trieste quanto se si parli dell'Adriatico di Porto Recanati o Falconara M.ma. I pescatori che dicono? Non lo sanno! Tutto tace!

da Comitato 25 agosto

24/04/11

UN NUOVO 25 APRILE PER CACCIARE BERLUSCONI E APRIRE LA VIA PER UN GOVERNO DEI LAVORATORI

Il 25 aprile del 1945, la sollevazione partigiana chiuse la pagina buia del fascismo nella speranza di una vera alternativa di società: che liquidasse le classi dirigenti del Paese e aprisse la via del potere dei lavoratori. I governi di unità nazionale tra Togliatti e De Gasperi, con la benedizione degli Usa e di Stalin, realizzarono un programma opposto: la ricostruzione del capitalismo italiano. Fu il tradimento della Resistenza.

Da allora tutte le stagioni di lotta del movimento operaio sono state subordinate dalle sinistre alla salvaguardia del capitalismo e delle sue classi dominanti. Prima col compromesso storico con la Dc, che liquidò la grande pagina del 68; poi, dopo l'89, con la subordinazione alla seconda Repubblica, la partecipazione alla distruzione delle conquiste sociali e all'arretramento dei diritti democratici. Il Berlusconismo è lo sbocco ultimo di questo percorso: il prezzo che milioni di lavoratori e di giovani hanno pagato e pagano a questa politica suicida.

Ora si tratta davvero di voltare pagina. La lotta per rovesciare Berlusconi non può ripercorrere vecchi sentieri. Deve puntare a rovesciare la “democrazia” degli industriali e dei banchieri e realizzare la democrazia dei lavoratori: quella per cui si batterono, di fatto, le giovani generazioni partigiane.

Peraltro solo i metodi della sollevazione popolare possono davvero cacciare Berlusconi, aprendo la via ad un alternativa di società. Siamo di fronte al governo più reazionario che l'Italia abbia conosciuto dal 1960. Eppure le opposizioni liberali (PD,UDC)- attratte da Montezemolo e Marchionne- si limitano alle chiacchiere parlamentari, quando addirittura non salvano il governo col proprio voto ( come sulla guerra o il federalismo). E le sinistre cosiddette “radicali” ( Sel e Fds) continuano ad andar dietro ai liberali, nella speranza di qualche assessore o futuro ministro. Il risultato? Berlusconi non solo galleggia ma radicalizza, giorno dopo giorno, la propria arroganza reazionaria.

E' il momento di una svolta. Per questo il PCL si appella a tutte le sinistre, politiche, sindacali, di movimento, e a tutto l'associazionismo democratico perchè si faccia “come in Tunisia e in Egitto”: perchè si esca dalla routine di una opposizione ordinaria e impotente e si avvii una mobilitazione straordinaria, radicale, prolungata,con una grande marcia nazionale, operaia e popolare, su Palazzo Chigi che assedi i palazzi del potere e imponga a Berlusconi le dimissioni ( V. il Sito..).

La celebrazione del 25 Aprile va riaffidata alla forza delle masse: per una lotta che questa volta vada davvero sino in fondo.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

Fabriano: il 25 aprile svuotato del suo significato!

 Fabriano, 25 aprile 2011

A tutti gli organi di stampa e informazione
della Regione Marche

COMUNICATO STAMPA:

Quest’anno le celebrazioni del 25 aprile a Fabriano sono state sacrificate in nome dell’accordo sottobanco tra le forze di destra e di sinistra che gestiscono la città.

La storica organizzazione dell’ANPI è stata all’ultimo momento sostituita di forza dal Comune e dal Sindaco che hanno “scippato” la direzione degli interventi all’Associazione dei Partigiani per garantire la presenza del Senatore Casoli del PDL.

Il Partito Comunista dei Lavoratori, che da sempre difende la democrazia e la libertà di espressione, critica duramente la scelta di Sorci & co. Non perché il Sen. Casoli non abbia diritto di parola, ma perché ritiene del tutto fuori luogo che l’esponente di un partito, il PDL, in cui convivono detrattori della Costituzione italiana e neofascisti, razzisti e personaggi collusi con la malavita, debba impadronirsi della festa di Liberazione.

Esprimiamo inoltre solidarietà al Segretario dell’ANPI, Scortichini, la cui presenza sarà limitata ad un intervento dal palco. Invitiamo infine i lavoratori a recuperare il vero significato del 25 aprile: quello della rivolta popolare contro padroni e fascisti!

 
Con preghiera di massima diffusione

Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento Provinciale Ancona

23/04/11

Facciamo come in Egitto e Tunisia

Osserviamo una mappa della situazione sociale di questo inizio 2011:

In rosso i paesi in cui sono scoppiate rivolte urbane contro i regimi polizieschi, parassitari e corrotti; in rosa i paesi in cui i regimi esistenti hanno promesso in via preventiva, per paura, riforme economiche e sociali; in viola i paesi europei in cui sono scoppiate recenti rivolte contro la mancanza di prospettiva, specie giovanile.


Intervento di Marco Ferrando (portavoce nazionale PCL) 

su "il manifesto" del 21/04/2011

Come volevasi dimostrare. Ogni giorno che passa conferma una volta di più sia l'ipocrisia delle cosiddette opposizioni parlamentari, sia l'illusione di una liquidazione giuridica del Cavaliere. Il Partito democratico ha letteralmente salvato il governo dalle sue contraddizioni votando prima la guerra in Libia (di cui anzi è primo condottiero), e poi il federalismo regionale di Bossi e Calderoli, col pubblico ringraziamento della Lega.

Parrallelamente il Sultano bonaparte trasforma le aule di tribunale in tribune comizianti: sino a mobilitare la propria base contro le opposizioni. Siamo al punto che il governo recita la parte dell'opposizione, e l'opposizione la parte del governo: col risultato che il governo (vero) sopravvive o addirittura si rafforza, e l'opposizione (finta) si condanna all'impotenza (pur di compiacere Bankitalia e attendere la sua investitura).

I lavoratori, i giovani, le donne, che hanno animato in questi mesi le piazze dell'opposizione sociale, non hanno nulla a che sparire con questo gioco suicida sulla loro pelle.

La verità è che possono contare solo sulle proprie forze. Prenderne coscienza e liberarsi da ogni illusione: questa è la loro necessità.

Perchè solo una grande spallata popolare può fare piazza pulita del governo Berlusconi, accantonare opposizioni farsa, aprire la via di un'alternativa vera, che sgombri il campo da sfruttamento, malaffare, xenofobia.

Per questo il PCL continua la propria campagna nazionale

“fare in Tunisia e in Egitto”: chiedendo con forza a tutte le sinistre politiche, sindacali, di movimento, di liberarsi dall'abbraccio paralizzante del Pd e di unire la propria forza in una mobilitazione straordinaria che abbia il coraggio di provare a vincere. Continueremo a portare questo appello in tutte le occasioni di confronto e in tutte le manifestazioni di massa: sociali, politiche, democratiche, contro la guerra.

Ovunque si respiri la volontà di svolta e di riscatto.

Il successo della nostra campagna, la quantità di adesioni in continua crescita che sta registrando, dimostra che un'avanguardia larga di lavoratori e di giovani è disposta a porre fine allo spirito di rassegnazione e cerca la via della ribellione sociale e politica. Il Partito Comunista dei Lavoratori non ha altro scopo che il loro. Ed è determinato ad andare sino in fondo.

18/04/11

Comunicato Stampa: lettera aperta ai consiglieri comunali di Cerreto D'Esi

A tutti gli organi di stampa e informazione
della Regione Marche



Più di un mese fa è comparsa la notizia, in alcuni quotidiani locali, che una palazzina di 14 appartamenti, nella disponibilità di un prestanome del clan camorristico dei Casalesi, è stata posta sotto sequestro a Cerreto d’Esi.

Questo coincide con una speculazione edilizia già denunciata nel nostro comune, abbiamo visto una negativa cementificazione del territorio dettata da un piano regolatore distante dalla reale progettualità che necessitano i comuni in questo particolare momento storico, decisivo per il futuro dell’intera collettività.

Visto il dilagare nel nostro territorio dell’emergenza abitativa direttamente correlate alla crisi occupazionale e all’incapacità da parte dell’istituzioni di fornire risposte concrete, chiediamo che le abitazioni sequestrate dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli, siano affidate al comune di Cerreto d’Esi il quale a sua volta si impegna a renderle fruibili per la collettività.

Assegnandone una parte (60-70%) come alloggio a canone sociale tramite bando come previsto dalla normativa regionale; la restante parte (30-40%) delle abitazioni dovrà essere gestita dal comune come alloggi di riserva da utilizzare per situazioni emergenziali.

Chiediamo ai consiglieri comunali di Cerreto d’Esi di aderire a questa proposta tramite contatto con i responsabili del Comitato Antisfratto Fabriano e del Partito Comunista dei Lavoratori con l’obbiettivo di proporre in consiglio comunale un odg da far approvare alla maggioranza del consiglio.

Con preghiera di massima diffusione

Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento provinciale Ancona
Info: pclancona@alice.it - www.marcherosse.blogspot.com


Comitato Antisfratto Fabriano
Info: pesareseska@hotmail.it 392/3062174
Lettera aperta del Partito Comunista dei Lavoratori e del Comitato Antisfratto di Fabriano sull' "emergenza casa" a Cerreto D'Esi

17/04/11

Pesaro: il PCL in ricordo di Vittorio Arrigoni

La sezione pesarese del Partito Comunista dei Lavoratori parteciperà al presidio di sabato 16 aprile, che si terrà in Piazza del Popolo dalle 16 alle 18, in ricordo di Vittorio Arrigoni, l'attivista filopalestinese barbaramente assassinato a Gaza. Le sue parole, la sua lotta ed il suo impegno concreto nellla difesa della causa del martoriato popolo palestinese sono sempre state un esempio di cui fare tesoro, e vogliamo per questo rendergli tutto il nostro omaggio. Nella tragedia palestinese si sostanzia una fetta evidente del crimine capitalista globale, e Vittorio, con il suo lavoro, ha cercato di metterlo in luce per squarciare quella barriera di avvilente, complice e criminale silenzio che avvolge il destino di un intero popolo. Al dolore che accompagna la tragica notizia non può però non aggiungersi la volontà di fare chiarezza (sebbene essa si riveli sistematicamente disattesa quando si parla di vicende riguardanti il popolo palestinese) sulle cause di una morte che sono ben lungi dall'essere chiare, tra rivendicazioni smentite e tempistiche molto sospette (con la Freedom Flotilla che si appresta nuovamente a bloccare il blocco navale imposto a Gaza da Israele). La nostra voce ci sarà comunque, sempre, per difendere la memoria di Vittorio, domani ed in tutti gli sviluppi che seguiranno questa vicenda.

Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione di Pesaro

16/04/11

VITTORIO ARRIGONI: L’ELIMINAZIONE “ESEMPLARE” DI UN TESTIMONE




L' analisi di Lucio Manisco


Giustificato nutrire non poche riserve sulle presunte motivazioni e sulle circostanze di un’esecuzione che tutto è stata fuorché un rapimento mirato ad ottenere la liberazione di “esponenti salafiti”. Vittorio Arrigoni non era un dirigente o un militante di Hamas, ma il testimone obiettivo e eloquente delle repressioni e degli eccidi israeliani nella Striscia di Gaza prima, durante e dopo l’operazione Piombo Fuso.

Prima facie, in attesa dell’esito degli interrogatori degli assassini e delle indagini, non è azzardato ipotizzare che si sia trattato dell’eliminazione esemplare e pilotata tramite terzi – balordi o estremisti fanatici – di un testimone unico e indipendente nell’imminenza di altre iniziative a favore del popolo palestinese, quali la partenza a maggio di una seconda flottiglia internazionale della pace diretta a Gaza.

Fuori dal contesto di questa barbarica esecuzione, e anche se irrilevante come ogni altra iniziativa della politica estera italiana, va ricordato che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato il solo capo di Governo Europeo ad accogliere la richiesta israeliana di ostacolare la nostra partecipazione alla flottiglia della pace e ad impegnarsi a bloccare la partenza della nave “Stefano Chiarini” con il suo carico di aiuti umanitari destinati al popolo martoriato della striscia di Gaza.

Lucio Manisco

 

UN BARBARO ASSASSINIO

Il sequestro e assassinio di Vittorio Arrigoni da parte delle squadracce più reazionarie dell'integralismo islamico a Gaza, è un autentica infamia. Tanto più perchè realizzato contro un compagno da sempre impegnato in prima linea, con la massima generosità e il massimo coraggio, al fianco del popolo palestinese contro i crimini del sionismo: crimini che Vittorio ha sempre denunciato e documentato contro ogni silenzio e complicità, sino a fare di questa denuncia una ragione di vita. Questo assassinio barbaro rafforza la nostra determinazione a lottare per la piena autodeterminazione del popolo palestinese, contro lo Stato sionista e contro ogni forma di panislamismo integralista. Ai familiari di Vittorio e a tutti i suoi compagni ed amici, a partire dalla redazione de Il Manifesto, il cordoglio più sentito e un forte abbraccio.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

12/04/11

Lotta agli sprechi, lotta di classe , per un programma rivoluzionario.

Brutto a dirsi, ma ad oggi l’unico spreco di questa sopravvivenza del capitalismo “siamo noi” proletari, lavoratori, precari, flessibili, atipici, etc.

Nelle statistiche lavoriamo 3 giorni l’anno e figuriamo come occupati, verrebbe da dire quasi a “contratto a tempo indeterminato”. Purtroppo, da molte riunioni bipartisan che il Governo ha fatto con il centrosinistra, né è venuto fuori che la parola “contratto a tempo indeterminato” è una parolaccia che deve essere abolita in nome del progresso che non ammette più certi privilegi. A questo punto dobbiamo notare la falsa propaganda di governo che si dilegua nei fatti, come “il cavallo di battaglia del Governo Berlusconi” che si basava soprattutto sulla diminuzione delle tasse che ad oggi risultano aumentate in sproposito pur raggiungendo la soglia dei quasi 2000 miliardi di debito pubblico. È molto sconcertante sentirsi definire "degli sprechi" che non vanno più bene a questa società che aumenta i suoi profitti capitalistici a livello globale lasciando l’economia reale del paese senza diritti e futuro, senza dignità e sgretola la coscienza politica dei lavoratori facendoli sembrare pochi, disuniti e senza nessuna possibilità di indignarsi, senza possibilità di rivincita e di vittoria.

La verità che tutti noi dobbiamo sapere e di cui prendere coscienza è che la “lotta agli sprechi” mira a finanziare lo spreco più grande: la tutela dei titoli di stato acquistati dalle banche attraverso la garanzia del versamento annuo alle banche di oltre 70 miliardi di interessi sul debito. Non è certo “un Governo dei lavoratori” che finanzia e garantisce le banche, ma è un “Governo borghese”, sia pure il più democratico nella repubblica più democratica, oppure sorretto dalla menzogna e dalla corruzione, con legami mafiosi e ogni specie di sottoprodotti del capitalismo, nella quale permanga la proprietà dei capitalisti e il loro potere, è la macchina di cui un pugno di sfruttatori si serve per schiacciare milioni di lavoratori.

Mille cose ci sono da dire e denunciare, ma oggi che la storia mondiale ha posto all’ordine del giorno (cominciando dal Nord-Africa) di distruggere questi regimi, di abbattere e schiacciare gli sfruttatori, dovrebbe essere a conclusione di ogni pensiero di sinistra che guardi in prospettiva e nell’immediato: adottare un programma e un partito che sappia come fare una rivoluzione, un partito rivoluzionario che porti a compimento il bisogno del popolo e della stessa società, dove il proletariato, “stragrande” maggioranza della popolazione, abbia finalmente le leve del comando e non lasci ad una strettissima minoranza collusa con il dittatore di turno, o con i grandi e piccoli paesi imperialistici dell’occidente di cui l’Italia ne è una capostipite, il potere di vita e di morte sul resto della società.

Anche da noi in Italia, dove il movimento operaio e le classi subalterne vivono una situazione di grande difficoltà, per responsabilità delle loro direzioni, non si possono limitare al “parlamentarismo borghese”, alla democrazia borghese, ai partiti borghesi in generale. Eliminare la parola borghesia o celarne il carattere, sino a che perdura la proprietà dei capitalisti, è solo una delle “armi dello Stato borghese”. Questo significa tradire se stessi e il proletariato, tradire vergognosamente i lavoratori e passare dalla parte del suo nemico di classe, dalla parte della borghesia e come si diceva una volta, essere un traditore e un rinnegato.

Oggi, chi si shiera con il “Partito Comunista dei Lavoratori”, si schiera con quanto c’è ancora di più onesto e di realmente rivoluzionario. Da questa parte si schierano tutti gli elementi migliori e più convinti del proletariato, e “presto” ed è ciò per cui lavoriamo, si avvicineranno tutte le masse degli sfruttati che fremono di sdegno e sono sempre più pronte alla rivoluzione.

Dopo tutti i tradimenti delle politiche Bertinottistiche, oggi, ai sopravvissuti che non si schierano più e non fanno più distinzione di classe viene proposto un "nuovo miraggio". Sono stati comprati dalla borghesia (i bolscevichi li chiamavano “agenti della borghesia nel movimento operaio” e negli Stati Uniti li hanno ribattezzati “luogotenenti operai della classe capitalistica”).

Tra questi figurano i nuovi seguaci di SeL, i nuovi vendoliani, esitanti e privi di carattere, che cercano e tentano di conciliare l’inconciliabile, che mostrano di riconoscere l’ONU e le sue disposizioni di guerra, ma anche sufficientemente scaltri da apparire contrari alla guerra, che a parole sono “indipendenti” ma che di fatto dipendono per intero dalla grande borghesia e sono l’incarnazione della triste replica del bertinottismo, che votano contro il popolo e loro stessi ma per l’appunto allo stesso tempo portano le spillette della “pace”. Credo che la rivoluzione socialista passi loro sotto le gambe, ma che di fatto sono anche incapaci di capirla, continuando così a difendere quella cosa chiamata in generale ”democrazia” che però consiste nella democrazia borghese occidentale.

In ogni paese capitalistico, il lavoratore che riflette riconoscerà la situazione, ogni volta diversa in rapporto alle condizioni nazionali e storiche che le guerre imperialistiche e la globalizzazione odierna che stiamo vivendo in questo tempo impongono, che può portare, con un minimo di coscienza politica, all’inizio della rivoluzione proletaria mondiale, generando nel mondo intero correnti ideali e politiche omogenee.

Le situazioni, spesso molto complicate, non eliminano il fatto che a questo mondo esistano sempre gli oppressi e gli oppressori. Noi sosteniamo gli oppressi, quali che siano le loro contraddizioni e i loro limiti, per elevarli ed emanciparli, culturalmente ed economicamente. La rivoluzione cerca d’intervenire in ogni movimento degli oppressi per ricondurre le sue ragioni alla prospettiva della rivoluzione socialista su scala nazionale e internazionale.

Se vogliamo dare “futuro e progresso” a questa umanità, dobbiamo dedicarci agli interessi del proletariato e alla rivoluzione socialista, con sincerità e coerenza, portando nei fatti una lotta intransigente contro il capitalismo.

Fare in Italia come in Tunisia e in Egitto cacciando il governo Berlusconi per un governo dei Lavoratori.

Il capitalismo ha sfruttato tante di quelle generazioni che, noi con un po’ di onestà e coraggio possiamo impiegarne una per rimettere le cose ha posto!

Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez.Ancona-Nucleo Montano