28/02/10

Lavoratori uniti: il PCL con i migranti in sciopero


IL PCL SOSTIENE SENZA RISERVE LO SCIOPERO DEI MIGRANTI.



La giornata di oggi, con le sue tante iniziative, significa la nascita di un grande movimento di migranti che lottano per la propria emancipazione, come anticipato dalla grande manifestazione del 17 ottobre.
I lavoratori migranti, che sono una parte sempre più consistente della classe lavoratrice italiana, con le loro rivendicazioni specifiche, a partire dal permesso di soggiorno per tutti, favoriscono l’unità di tutto il mondo del lavoro e riescono a rompere i pregiudizi e le resistenze dei lavoratori indigeni.
Colpiti da mille forme di oppressione, da leggi discriminatorie, da abusi della polizia, da attentati razzisti, discriminati sul lavoro, nel diritto alla casa, nei diritti civili e politici, i migranti che oggi scendono in lotta uniti sconfiggono i tentativi di suscitare una guerra tra poveri e danno un forte colpo al razzismo diffuso dalle destre.
Essi non parlano solo all’Italia dominata da capitalisti senza scrupoli e da un governo razzista ma all’intera Europa che vuole chiudersi come una fortezza negando i diritti di milioni di cittadini.

Male ha fatto la CGIL a non convocare lo sciopero di oggi.
Questa posizione provoca l’isolamento dei lavoratori che si astengono dal lavoro.
Debole ed infondata è la scusa che la CGIL accampa per giustificare la sua colpevole assenza: questo sciopero non riguarda tutti i lavoratori ma solo i lavoratori migranti, è ghettizzante e per questa ragione non va sostenuto.

Il PCL chiede con forza alla CGIL e a tutto il sindacalismo di classe il coraggio di proclamare nei prossimi giorni un vero sciopero generale di otto ore che unisca le rivendicazioni dei lavoratori migranti alle rivendicazioni di tutto il mondo del lavoro contro le politiche economiche del padronato:
Ø L’abolizione di tutte le leggi discriminatorie, dalla Turco-Napolitano alla Bossi-Fini, fino al più recente Pacchetto sicurezza;
Ø La chiusura dei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE);
Ø Riconoscere il soccorso e il diritto di asilo alle popolazioni che prendono il mare per fuggire da miseria, dittature e guerre;
Ø L’apertura delle frontiere, la libertà di migrazione e il permesso di soggiorno per tutti i migranti;
Ø Il blocco dei licenziamenti che stanno colpendo innanzitutto e in massa proprio i lavoratori migranti costretti alla clandestinità e alla precarietà lavorativa;
Ø Promuovere una grande vertenza generale del mondo del lavoro, dei precari, dei disoccupati, attorno ad una piattaforma di lotta unificante.

Contro le destre e il loro razzismo, contro i governi antioperai, anche quelli di centro-sinistra, esiste una sola alternativa: il governo dei lavoratori e delle lavoratrici, di ogni origine e nazionalità, che liberi l’Italia dalla dittatura degli industriali, dei banchieri e di tutti i loro partiti.

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