31/07/10

Fiat:solidarietà ai lavoratori licenziati




La lunga sequenza di provvedimenti disumani di licenziamento inflitti dalla FIAT contro dei lavoratori rei soltanto di difendere i diritti civili e costituzionali di tutte le maestranze del gruppo industriale automobilistico torinese, non possono che suscitare profonda repulsione morale.
Purtroppo in questa drammatica vicenda, l’A.D, Sig. Marchionne, oltre a perseguire un vero e proprio “ regolamento dei conti” con i lavoratori “scomodi” presenti alla FIAT, soprattutto nel sud Italia, ricerca il progetto devastante, volto ad imporre a tutto il mondo del lavoro italiano, un modello medioevale d’intimidazione e terrorismo psicologico contro i lavoratori che si battono per la difesa del proprio posto di lavoro.
È ora che le org. sindacali e la forze politiche progressiste inizino “ un vero e proprio percorso di resistenza” contro le angherie anti-democratiche del Dott. Marchionne che culmini con la proclamazione di uno sciopero generale che paralizzi l’attività produttiva in tutto il territorio nazionale.

Antonio Angeloni

19/07/10

Fabriano:sciopero all'indesit del 23 luglio 2010




La crisi dell’Indesit e di altre aziende legate alla famiglia Merloni non è una novità, ma ora cominciamo ad assistere alle prime chiusure vere e proprie. Dopo anni di lavoro che hanno arricchito la proprietà dell’azienda portandola ai vertici mondiali, i lavoratori vengono brutalmente liquidati facendogli pagare tutti i costi della crisi e delle scelte sbagliate della dirigenza aziendale.
ll licenziamento dei cinquecento operai negli stabilimenti di Brembate e Refrentolo è una sconfitta di tutti noi per almeno due motivi:
• innanzitutto è un chiaro segno premonitore di quello che succederà nel giro di pochi mesi anche qui al Centro Italia
• inoltre è il simbolo della sconfitta di un intero movimento di lotta per il lavoro contro uno stesso nemico e per gli stessi obiettivi; lotta che dovrebbe essere quindi la più unitaria possibile
Perciò lo sciopero di oggi assume una particolare importanza: dobbiamo far capire al fronte padronale ed istituzionale, più unito che mai, che i lavoratori sono solidali tra loro e che ogni tentativo di metterli l’uno contro l’altro, per poter nel frattempo far pagare la propria crisi ad entrambi, verrà respinto con forza. Il motto “mors tua vita mea”, se mai ha avuto una sua ragionevolezza, risulta stavolta più errato che mai! Solo insieme possiamo conquistare un forte potere decisionale autonomo, sconfiggere gli speculatori, conservare il nostro posto di lavoro, migliorare le nostre condizioni di vita e di lavoro. Ma per far ciò uno sciopero non basta. Occorre utilizzare tutte le forme di lotta ma tese a promuovere proposte concrete per uscire dal rischio di chiusura di tutti gli stabilimenti del gruppo Indesit, Ardo e relativo indotto. La gravità della situazione necessità soluzioni tempestive e radicali:

o Il mantenimento di tutti i posti di lavoro,
o La ripartizione del lavoro esistente tra tutti senza ridurre il salario
o La Nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo operaio dell’azienda

E’ proprio su quest’ultimo punto che il Partito Comunista dei Lavoratori insiste ormai da anni. E’ l’unica soluzione alternativa alla chiusura o ai continui ingenti finanziamenti pubblici alle aziende private che li investono o sperperano come vogliono senza garantire nulla in cambio, nemmeno il mantenimento dei posti di lavoro. Vogliono favorire una ripresa economica momentanea trainata dagli speculatori finanziari, dai furbetti del quartierino e da imprenditori senza scrupoli. L’unico modo per rilanciare l’economia facendola ripartire dal miglioramento delle condizioni dei lavoratori e dalla stabilità a lungo termine garantita dal controllo sociale sulle aziende è solamente la Nazionalizzazione.
Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione di Ancona – nucleo montano

08/07/10

Chiusi pe sciopero!


Anche se siamo convinti che uno sciopero simbolico di un giorno della Stampa e di internet non sia sufficiente a combattere la deriva liberticida di questo governo.

Anche se riteniamo sia necessaria una soluzione politica di classe per creare una alternativa vera.

Anche se spesso siamo stati noi stessi vittime della censura della stampa e della televisione, che evidentemente hanno da tempo detto addio ad ogni velleità di libera ed oggettiva libertà di stampa.

La redazione di Marche Rosse, il sito dei comunisti marchigiani sostiene incondizionatamente lo sciopero dell'informazione del 9 luglio 2010 contro i vergognosi provvedimenti reazionari del Governo contro la libertà di Stampa.

07/07/10

Chiacchere, bugie e manganelli

comunicato PCL Abruzzo su manifestazione Aquilani



L'anno scorso proprio in questi giorni, si svolgeva a L'Aquila semidistrutta dal terremoto del 6 Aprile 2009 il vertice del G8. Quel summit tenuto cinicamente nella città martirizzata dal sisma è stato il culmine di quella gigantesca operazione di propaganda gestita direttamente da Silvio Berlusconi e dal fido Bertolasso. Per mesi il governo e i vertici della protezione civile hanno ingannato gli aquilani e tutti gli italiani raccontando il “miracolo” di una ricostruzione in tempi record. Tutti nelle case prima dell'inverno si disse e ancora, sgombero delle macerie e finanziamenti per far ripartire l'economia cittadina. Ad un anno di distanza, la realtà delle cose non potrebbe essere più distante dalle favole raccontate. Le new town volute dal governo e che hanno fatto le fortune della “cricca” che le ha realizzate, non sono il tipo di ricostruzione che gli aquilani chiedevano e in ogni caso, hanno risolto (si fa per dire, visto che cadono a pezzi) il problema abitativo di meno di metà della popolazione. Il centro cittadino si trova sostanzialmente nelle stesse condizioni della mattina successiva al sisma, tanto da convincere gli aquilani che la loro città non rinascerà mai.

Ora a tutto questo si aggiunge la beffa della mancata proroga delle misure fiscali di favore giustificate dall'emergenza. La pazienza degli aquilani si sta progressivamente trasformando in furore, mentre le bugie del governo in repressione e manganelli. Le cariche di oggi in Via del Corso a Roma contro i manifestanti giunti dall'Aquila sono un atto vergognoso che deve trovare la giusta risposta da parte di tutte le forze democratiche. L'unica ricetta rimasta ad un governo agonizzante a fronte delle infinite emergenze sociali che attraversano il paese, sembra essere quella della repressione. Ma il governo Berlusconi, deve sapere che per i lavoratori e le masse popolari la misura è colma e l'assedio dei palazzi del potere sarà una costante dei prossimi mesi. Cacciare il governo dei sacrifici, questo l'obiettivo che bisogna porsi da subito. Se ne vadano tutti, governino i lavoratori.

Il PCL con la FIOM davanti Montecitorio


La Fiom ha tenuto ieri un’assemblea pubblica del proprio Comitato Centrale davanti a Montecitorio in occasione della consegna delle firme raccolte attorno alla propria proposta di legge sulla democrazia sindacale. Per l’occasione ha invitato a partecipare tutti i partiti dell’opposizione, tra cui il PCL. All’iniziativa, sotto un sole terrificante, hanno partecipato centinaia di attivisti e dirigenti sindacali, rappresentanze di fabbrica ( Fiat Pomigliano ed Eutelia, in primo luogo), esponenti politici nazionali di Idv ( Di Pietro), PD ( Fassina), Fed ( Salvi, Ferrero), PCL ( Ferrando), Turigliatto ( Sinistra critica). Significativo il quadro dei posizionamenti politici. Fassina, responsabile economico del PD, già schieratosi con Marchionne a Pomigliano, ha cercato faticosamente, e senza successo, di farlo dimenticare agli operai e alla Fiom: con un elogio filosofico della nobiltà del lavoro ( possibilmente sfruttato). Di Pietro, a caccia unicamente di voti, ha cercato di spendersi come riferimento parlamentare della Fiom con parole retoriche di “solidarietà” e “auguri”. Salvi, a nome della Fed, ha fatto appello.. al PD, per un comune sostegno alla proposta di legge della Fiom. Turigliatto, a nome di Sinistra Critica, ha giustamente valorizzato il risultato del No a Pomigliano e i meriti della Fiom, ma senza avanzare proposte.

Marco Ferrando, a nome del PCL, non si è limitato a parole di solidarietà, né al solo sostegno alla proposta di legge della Fiom ( di cui critichiamo la soglia di sbarramento del 5% per il riconoscimento della rappresentanza sindacale), ma ha avanzato due argomentazioni politiche di fondo. 1) La battaglia per la democrazia del lavoro e dei lavoratori è alternativa non solo a Berlusconi ma al PD, che da un lato critica l’autoritarismo del governo, dall’altro occhieggia a Confindustria e sostiene la Fiat nel momento stesso in cui la Fiat attacca gli stessi diritti costituzionali dei lavoratori. “ Solo partendo dagli interessi e dai diritti dei lavoratori si può battere Berlusconi, e costruire un’alternativa vera a Berlusconi: fuori e contro quella cucina trasformista, a guida PD, che in questi giorni vagheggia un governo con Fini, Bossi, Casini, Montezemolo ( tutti amici di Marchionne) per continuare a gestire i sacrifici contro gli operai e i loro diritti”. 2) La battaglia per i diritti sindacali è inseparabile dalla battaglia più generale per rovesciare i rapporti di forza nella società ( come insegna l’esperienza dell’autunno caldo di 40 anni fa). Da qui l’esigenza di una svolta unitaria e radicale dell’insieme delle sinistre politiche e sindacali, in piena autonomia dal PD, attorno ad una prospettiva di lotta continuativa e ad una piattaforma unificante. “ Il risultato di Pomigliano, dove il 40% degli operai ha respinto il ricatto di Marchionne, la propaganda congiunta di governo e PD, il disfattismo complice di Epifani, rivela, nonostante le difficoltà, un potenziale di ribellione della giovane generazione operaia. Quella potenzialità di ribellione è la leva decisiva in cui investire”.

L’intervento del PCL è stato ripetutamente applaudito, in particolare dai lavoratori presenti della Fiat Pomigliano.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Partito comunista dei lavoratori

02/07/10

FABRIANO:NON DIMENTICHIAMO IL NOSTRO COLLEGA DI LAVORO LICENZIATO NEL 2007 DALLE CARTIERE MILIANI-FEDRIGONI GROUP

Sono già trascorsi 3 anni dall’immorale vicenda che coinvolse il nostro collega di lavoro, compagno Sestili Walter, licenziato dalle cartiere Miliani-Fedrigoni-Group, perché affetto da gravi patologie d’invalidità. Prima di riprodurre il comunicato del 2007, riteniamo doveroso esprimere il più fraterno ringraziamento all’avv. Ragni Riccardo, per la tutela legale offerta al nostro collega Sestili (la fase processuale è tuttora in corso!) e al consigliere comunale, compagno Rossi Emanuele, per l’interrogazione rivolta consiglio comunale di Fabriano, subito dopo la notizia vergognosa del licenziamento del lavoratore delle cartiere Miliani.

Il terribile provvedimento di licenziamento inflitto dalle cartiere Miliani-Fedrigoni-Group contro il nostro collega Sestili Walter, dipendente da oltre 28 anni, sposato con due figli a carico non può che generare profonda repulsione anche per le gravi patologie d’invalidità in cui versa il lavoratore in questione. Il sottoscritto Angeloni Antonio, ex delegato dell’ R.S.U. delle Miliani per oltre 20 anni, esprime il più profondo sconcerto per l’assoluto e immorale silenzio del sindacato confederale presente nelle cartiere Miliani. Non vorrei proprio ipotizzare che tale immobilismo nei riguardi di una così drammatica vicenda sia il risultato che alcuni rappresentanti sindacali confederali e dei loro “amici”, invece di lavorare negli impianti produttivi, visto che godono di ottima salute, occupano abusivamente dei posti che per legge spettano ai lavoratori affetti da patologie d’invalidità. Alla faccia della solidarietà e della difesa dei lavoratori più deboli.
Antonio Angeloni