20/03/14

CARTIERE MILIANI: L'ANNULLAMENTO DELL'ACCORDO CON LA DELFORT GROUP NON RAPPRESENTA ALCUN CAMBIAMENTO


Fabriano, 19 marzo 2013

 

A tutti gli organi di stampa e informazione

della Regione Marche

COMUNICATO STAMPA:

La notizia, diffusa da tutti gli organi d'informazione che il tanto discusso accordo tra la Fedrigoni Group ed il gruppo industriale austriaco Delfort Group è naufragato non costituisce un reale cambiamento per le problematiche che investono le Miliani e tutto il gruppo Fedrigoni.

Il PCL di Ancona rivendica con orgoglio di essere stata l'unica forza politica ad aver denunciato i drammatici pericoli che tale operazione avrebbe comportato per la tenuta occupazionale dell'importante impresa fabrianese.

Oggi, anche il TGR ammette pubblicamente, al contrario di certe forze politiche e sindacali coadiuvate da alcuni dirigenti delle Miliani, che i lavoratori non corrono più dei rischi occupazionali.

Perché allora lor signori nei giorni precedenti avevano deriso la posizione politica del PCL, che invitava i lavoratori delle Miliani a prestare molta attenzione all’accordo e li esortava a mobilitarsi.

In realtà le problematiche delle Miliani rimangono immutate: in primis la grave mancanza di ricambio generazionale nel management dell'azienda fabrianese, che prima o poi approderà ad una irreversibile vendita di tutto il gruppo Fedrigoni Group.

 
Inoltre le onorificenze concesse dall'università di Urbino ad un dirigente di primo piano delle Cartiere Miliani hanno una dimensione autocelebrativa che mira a nascondere i grandi meriti delle lavoratrici e dei lavoratori, che in questi ultimi 12 anni hanno sopperito con i loro sacrifici al grave caos nell'organizzazione del lavoro e a certe gestioni consulentistiche che hanno condotto una vera guerra contro tutti i lavoratori delle Miliani.

 
Il PCL auspica quindi un mutamento totale negli indirizzi industriali: non vi è tuttora un progetto di riconversione industriale rispetto al monoprodotto, rappresentato dalla carta per fotocopie, e nel rapporto con i lavoratori, i quali non sono dei nemici o dei semplici numeri, ma, viceversa, delle risorse sulle quali progettare il futuro delle cartiere Miliani.

 

Con preghiera di massima diffusione

 

Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento Provinciale Ancona

18/03/14

CAMUSSO, LANDINI, VENDOLA UNISCANO LAVORATORI E PRECARI CONTRO RENZI, INVECE DI CONTENDERSI LE GRAZIE DI RENZI A SCAPITO DEI LAVORATORI

Il decreto del governo su contratti a termine e apprendistato non è solo un ordinario peggioramento della precarietà del lavoro: è la condanna definitiva di un intera generazione a un precariato permanente, privato di ogni residua tutela legale ,di ogni confine temporale, di ogni protezione dal licenziamento senza giusta causa. L'articolo 18, sopravvissuto a Berlusconi e destrutturato da Monti, è stato cancellato da Renzi, per decreto. Questo è il fatto. Un fatto di gravità inaudita, la cui portata sopravanza infinitamente la promessa degli 80 euro in busta paga ( peraltro pagati dai tagli sociali). Un fatto che richiede un'immediata risposta di mobilitazione.

Ad oggi il vuoto di risposta è impressionante. Camusso Landini e Vendola si avvitano - ognuno per il proprio gioco politico- in contorsioni spericolate. Mercoledì applaudono il programma di Renzi e proclamano “festa” ( !). Giovedì “scoprono” e “criticano” il decreto di precarizzazione. Venerdì salutano “positivamente la velocità con cui si muove il premier e il fatto che le sue mosse siano orientate a un'idea generale di cambiamento..”( Landini, su Repubblica del 15/3). Incredibile, e francamente penoso . Di fronte a questo panorama desolante, l'unico che può far festa è Matteo Renzi. Assieme ai capitalisti che su di lui hanno investito.

Occorre davvero voltare pagina. Basta balletti e balbettii alla corte del nuovo sovrano. Basta contendersi l'uno contro l'altro le grazie di Renzi, per ottenere o un tavolo di concertazione, o un'interlocuzione giornalistica privilegiata, o- nel caso di SEL- la speranza di qualche modifica “salvavita” della legge elettorale e di una futura riammissione nel centrosinistra. Occorre alzare immediatamente un argine a difesa dei lavoratori e di milioni di giovani, denunciare in tutta Italia la gravità del decreto sul lavoro, organizzare finalmente una mobilitazione unificante dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati attorno a un proprio programma indipendente: che rivendichi la cancellazione di tutte le leggi di precarietà, il blocco dei licenziamenti, la ripartizione generale del lavoro, un grande piano di nuovo lavoro per opere sociali, finanziato dalla tassazione progressiva di grandi capitali e patrimoni. Senza un proprio programma di lotta , il movimento operaio è disarmato, sul fronte sociale come su quello politico.

Ma per realizzare questa svolta di lotta, unitaria e radicale, occorre rompere con Renzi. Rimuovere complicità, equivoci , o subordinazioni servili al“vincitore”. Denunciare apertamente, anche controcorrente, la valenza sociale di classe del suo programma e il significato reazionario del nuovo corso populista.

Il PCL- che non ha balbettato nel “mercoledì da leoni” di un aspirante Bonaparte- sarà impegnato più che mai su questa linea di azione e di proposta, di classe e di massa.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

05/03/14

Articolo del Corriere Adriatico sul PCL e le Cartiere Miliani

Cliccando sull'immagine qui sotto ed ingrandendo potrete leggere l'articolo del Corriere Adriatico del 04/03/2014 sulla possibile cessione delle Cartiere di Fabriano ad un gruppo austriaco. Inutile specificare che speriamo che quelle di cui si parla nell'articolo siano solo voci infondate e che il rappresentante CGIL abbia ragione. Ma se così non fosse la posizione della CGIL sarebbe molto grave e complice con la direzione dell'azienda.
 
 
 
  

02/03/14

NE' COI LIBERAL /FASCISTI DI KIEV, NE' COL BONAPARTISTA PUTIN PER UNA UCRAINA SOCIALISTA UNITA

 
La formazione di un governo ucraino reazionario filo europeo, sottoprodotto di una rivolta di massa a egemonia fascista o semifascista, ha generato come contraccolpo la mobilitazione della minoranza russofona nell'est del Paese, ed in particolare in Crimea. Aprendo il varco ad un possibile incipiente intervento militare dell'imperialismo russo e del suo governo bonapartista.

Nessuno dei due campi che si fronteggiano, ha una valenza progressiva per i lavoratori ucraini. Nessuno dei due merita il sostegno dei marxisti rivoluzionari e del proletariato ucraino, russo e internazionale.

Non ha certo un ruolo progressivo il campo del nuovo governo borghese ucraino, sostenuto dal movimento di piazza Maidan. L'aspetto di difesa della “indipendenza dell'Ucraina” è oggi secondario rispetto alla natura liberal fascista delle forze dominanti a Kiev, segnate dalla presenza di un nazionalismo reazionario, russofobo e antisemita. Peraltro gli imperialismi europei che appoggiano questo governo, mirano a usarlo come nuovo cappio al collo della popolazione ucraina per estorcerle ulteriori pesantissimi sacrifici. Ogni cosiddetto “aiuto” economico del FMI e/o dell'Unione ( peraltro ristretto a causa della crisi U.E.) sarà pagato dai lavoratori ucraini con una nuova stretta sul pagamento del debito pubblico alle banche europee, e quindi con nuovi colpi a salari, pensioni, servizi. Il nazionalismo ucraino sarà usato come leva dell'ennesima subordinazione dell'Ucraina contro la sua classe operaia dell'ovest e dell'est, e contro la popolazione povera dell'intero Paese.

Ma un ruolo progressivo non l'ha neppure il campo opposto russofilo.
La mobilitazione della popolazione russofona contro la minaccia nazionalista reazionaria ucraina ha in sé una sua legittimità . In particolare la Crimea- inserita in Ucraina dall'Urss di Krusciov nel 1954 - ha diritto alla propria autodeterminazione. Ma le istanze russofile sono oggi la leva di manovra di altre forze e interessi. Di parte della vecchia oligarchia capitalista mafiosa, arricchitasi con 20 anni di spoliazione del popolo ucraino, dell'ovest e dell'est; e soprattutto del nuovo imperialismo russo del bonaparte Putin, che punta a controbilanciare la disfatta di Kiev con lo sviluppo di un proprio più diretto controllo politico, economico, e militare sull'est dell'Ucraina : innanzitutto sulla Crimea, che ha una collocazione strategica centrale per l'imperialismo russo, perchè si affaccia sul mare; e più in generale sulle risorse industriali del Paese concentrate soprattutto nelle sue regioni orientali.
Peraltro non è un caso se Putin gode nell' “operazione Ucraina” del sostegno attivo dei circoli nazional fascisti della “grande Russia” ( Zirinovsky). E se all'interno della stessa mobilitazione russofila dell'est ucraino, è presente una componente sciovinista grande russa contro le proprie minoranze nazionali ( in particolare i Tatari).

Questa situazione complessiva conferma la crisi drammatica del movimento operaio ucraino, oggi assente in quanto classe dallo scenario politico. Gravi sono le responsabilità del Partito Comunista e del Partito Socialista ucraini, che pur disponendo di una certa forza, non si sono mai adoperati per l'organizzazione della classe operaia su basi politiche indipendenti.

La rivoluzione bolscevica del 1917 aveva dato l'indipendenza all'Ucraina. La restaurazione capitalista, preparata dallo stalinismo, ha consegnato l'Ucraina ai suoi pretendenti imperialisti e ai loro diversi disegni. Gli avvenimenti ucraini ripropongono dunque una volta di più il bilancio storico generale del 900, e la necessità di costruire una nuova direzione del movimento operaio, su scala internazionale e in ogni Paese.

Solo la classe operaia ucraina, dell'ovest e dell'est, può spezzare la morsa che oggi si stringe attorno al Paese e dare una soluzione storica progressiva alla sua crisi. Solo una nuova direzione marxista rivoluzionaria può dare una prospettiva indipendente al movimento operaio ucraino.


Nè col bonapartista Putin. Nè coi liberalfascisti di Kiev.

Contro il governo di Kiev, le forze reazionarie che lo sospingono, e gli imperialismi occidentali che lo manovrano. Contro la vecchia oligarchia capitalista parassitaria , l'imperialismo russo di Putin, i suoi disegni strategici.

Per una Repubblica dei lavoratori in Ucraina.

Per una Ucraina socialista unita - con il rispetto dei diritti nazionali della minoranza russofona, e dello specifico diritto di autodeterminazione della Crimea- nella prospettiva degli Stati Uniti Socialisti d'Europa.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

01/03/14

Volantino nazionale contro il governo Renzi

Cliccando qui sotto ed ingrandendo potrete leggere il volantino contro il governo Renzi che i militanti del PCL stanno distribuendo in tutta Italia.