29/10/09

Bersani: un uomo vicino a Confindustria alla testa di un partito liberale


Con l’affermazione di Pierluigi Bersani, il PD guadagna probabilmente una guida più esperta e sicura, ma al servizio di una linea immutata di corteggiamento di Confindustria e dei poteri forti. Di più: contrariamente a un diffuso luogo comune, l’asse Bersani- D’Alema- Letta ( e Colaninno) è quello più direttamente legato agli ambienti confindustriali e bancari, ben rappresentati nella Fondazione Italiani Europei . Gli stessi ambienti e interessi peraltro che il pluriministro Bersani ha lautamente servito per anni, con detassazioni dei profitti, privatizzazioni, precarizzazione del lavoro: quelle politiche che hanno colpito i lavoratori spianando la strada a Berlusconi. Le sinistre italiane, politiche e sindacali, non si facciano dunque incantare dal nuovo leader PD e dalla sua retorica sul”lavoro”. Respingano le possibili sirene di una nuova “Unione” di centrosinistra. Uniscano nell’azione le proprie forze, in piena autonomia dal PD, per cacciare Berlusconi con la mobilitazione di massa, nella prospettiva di un’alternativa vera. Solo una sinistra autonoma e alternativa al PD, può costruire un futuro per il movimento operaio italiano.

Partito Comunista dei Lavoratori

27/10/09

Bendelari “L’acqua è un bene di tutti”

Dal CORRIERE ADRIATICO del 27/10/2009
Serra de’ Conti - Giorgio Bendelari, esponente di Serra de’Conti del Partito comunista dei lavoratori, ha inviato al sindaco Arduino Tassi e ai capigruppo Consiliari una nota sulla privatizzazione dell’acqua. “Il rischio – afferma Bendelari - della privatizzazione dell’acqua, è drammaticamente ritornato d’attualità con l’approvazione del Decreto Legislativo 135 e sono previsti passi ancora più decisivi verso la svendita a privati di un servizio che dovrebbe rimanere pubblico e non soggetto quindi a speculazioni”.Allo scopo di sensibilizzare i componenti dell’assise consiliare, Bendelari ha inviato al primo cittadino di Serra de’Conti una proposta di Ordine del Giorno affinchè “Il Consiglio comunale di Serra de’Conti riconosca il diritto umano all’acqua come diritto umano universale; riconosca con un atto il servizio idrico integrato come un servizio pubblico privo di rilevanza economica e si impegni ad inserire questo principio nel proprio Statuto Comunale in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti”.
L.R.,

26/10/09

No alla privatizzazione dell'acqua

Con l'articolo 23 bis del decreto legge 112 di G.Tremonti, il 5 agosto 2008, l'acqua è stata di fatto privatizzata. Un diritto naturale è diventato merce grazie al Pdl e al silenzio-assenso dell'opposizione. Non c'è ombra di dubbio che per i grandi azionisti i guadagni ci sono e sono evidenti: in mano ai privati l'acqua costa di più ed in alcune città il prezzo è aumentato anche del 300% (vedi il caso di Aprilia). Come Partito Comunista dei Lavoratori vogliamo ricordare a tutti che i "Comuni d'Italia" non sono delle aziende, che le amministrazioni devono impedire la privatizzazione dell'acqua, che un comune senza acqua non esiste. Torrenti, ruscelli, fiumi, laghi, mari, devono essere controllati dallo stato. Se vogliamo essere intellettualmente corretti, il pubblico ha il dovere di gestire il primo bene, il più essenziale per la comunità senza, cadere in una logica perversa. L'accesso all'acqua potabile è un diritto umano e sociale intoccabile, che deve essere garantito a tutti gli esseri umani. Finché si permetterà ai signori capitalisti, di abusare oltre qualsiasi limite dei diritti dell'uomo, la legge della speculazione costituirà sempre un'arma ben affilata in mano a chi può trarne profitto, cioè alle multinazionali, portando conseguenze irreparabili. Come avvenuto in Arabia dove un aumento dell'acqua del 400% ha visto i giovani ribellarsi e, come tutta risposta, qualcuno di loro pagare con la vita. Accaparrarsi l'acqua per poi rivenderla e ricavare dei profitti altissimi riservati a pochi è un atteggiamento "criminale e di terrorismo legalizzato".
Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez.Ancona-nucleo montano.

22/10/09

Testo del volantino per lo sciopero del Patto di Base del 23 ottobre 2009




A FIANCO DEI LAVORATORI IN SCIOPERO

Il Partito Comunista dei Lavoratori sostiene l’odierna azione di sciopero del sindacalismo di base.
E’ ciò che abbiamo fatto coerentemente negli anni del governo Prodi come in quelli di Berlusconi: partecipando a tutte le azioni di sciopero generale promosse dal sindacalismo di base contro quelle leggi finanziarie antioperaie appoggiate dalla burocrazia della CGIL e votate da tutte le sinistre di governo (PRC e PDCI) o da Sinistra Critica (2006) : finanziarie che regalavano ai padroni e alle banche montagne di miliardi e che aumentavano del 15% le spese militari.
A maggior ragione ci siamo impegnati e ci impegniamo oggi nella lotta contro il governo Berlusconi: un governo che ha capitalizzato a proprio vantaggio, e aggravato pesantemente, le politiche antipopolari del centrosinistra. E che si presenta di fatto come il governo più reazionario che l’Italia abbia conosciuto dal 1960. L’ obiettivo della cacciata di questo governo sull’onda di una mobilitazione radicale di massa dev’essere assunto unitariamente dall’insieme delle forze della sinistra e del movimento operaio

PER UNA VERTENZA GENERALE UNIFICANTE PER UNA ASSEMBLEA NAZIONALE DI DELEGATI.

Al tempo stesso, a fronte dell’offensiva devastante di governo e padronato nel quadro della grande crisi capitalistica internazionale, non è possibile limitarsi ad azioni ordinarie di sciopero di carattere prevalentemente simbolico. E’ necessario fronteggiare un livello di scontro qualitativamente nuovo, che assuma la questione della forza e dell’ incidenza concreta sui rapporti di forza, come fondamentale: pena l’ulteriore arretramento e sconfitta.. E’ questa la lezione amara non accolta dell’insuccesso delle lotte dello scorso anno. Insuccesso certo prodotto in primo luogo dalla politica moderata e riformista della CGIL, ma anche, a nostro avviso, dal centrarsi intorno a sé stesso del sindacalismo di base, senza una proposta al contempo radicale e unitaria, fuori da ogni logica di pura testimonianza
Per questo, tra i lavoratori e in ogni organizzazione sindacale di classe, rilanciamo la proposta unitaria di una grande vertenza generale del mondo del lavoro, dei precari, dei disoccupati: che rompa definitivamente con la lunga stagione della concertazione; che si basi su una piattaforma unificante e di svolta unicamente rispondente alle ragioni dei lavoratori; che sia promossa da una grande assemblea nazionale intercategoriale di delegati eletti, convocata dall’insieme del sindacalismo di classe( esterno ed interno alla CGIL); che punti alla costruzione di uno sciopero generale vero, non limitato alla manifestazione di una protesta, ma mirato a bloccare l’ Italia sino a piegare la resistenza della controparte. E’la prospettiva di una rivolta sociale. L’unica che può ribaltare i rapporti di forza, strappare risultati reali, aprire un’orizzonte nuovo. L’unica che governo e padronato temono davvero.
Proponiamo di lavorare a una piattaforma di vertenza generale che riprenda e sviluppi le rivendicazioni dello sciopero odierno:
ü la difesa incondizionata del contratto nazionale di lavoro
ü il ritiro delle leggi Gelmini su scuola e università e Brunetta sul pubblico impiego
ü l’aumento generale dei salari e delle pensioni di almeno 300 euro netti, la definizione di un salario minimo intercategoriale a 1500 euro, un salario di almeno 1200 euro per i disoccupati in cerca di lavoro
ü l’abolizione di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro, con l’assunzione a tempo indeterminato di tutti gli attuali precari
ü Il blocco dei licenziamenti e la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario fino all’assorbimento della disoccupazione
ü Un grande piano di opere pubbliche sul terreno della messa in sicurezza del territorio e della ristrutturazione e sviluppo dell’edilizia pubblica (scuole, ospedali, case popolari, etc) finanziato dalla tassazione di rendite e profitti e da una lotta vera all’evasione e elusione fiscale
ü L’affermazione di regole certe di democrazia sindacale

GOVERNINO I LAVORATORI; NON CAPITALISTI E BANCHIERI

Il PCL si sente impegnato nella battaglia politica per una svolta del movimento operaio e sindacale sul terreno degli obiettivi, delle forme di lotta, delle forme democratiche di organizzazione di massa. A partire da una politica più generale di indipendenza del movimento operaio dal centrosinistra (nazionale e locale) e da un programma apertamente anticapitalista: la cui attualità storica è riproposta, giorno dopo giorno, dalla grande crisi capitalistica e dai suoi drammatici effetti sociali.
Tutte le illusioni su un possibile capitalismo “sociale” per via ministeriale o sotto la pressione dei movimenti, propagandate per anni a sinistra, sono ridotte a carta straccia dall’attuale crisi. Di fronte al volto cinico del capitalismo reale, fondato sulla rapina e sulla truffa a tutte le latitudini del mondo, ogni nuova ipotesi di “compromesso riformatore” con la cosiddetta “borghesia buona”, cioè un nuovo centrosinistra, rappresenterebbe un semplice delirio.
Solo un’ alternativa socialista può liberare un futuro di progresso per il mondo del lavoro. E’ il momento di dire:
Via Berlusconi e il suo governo.
No ad un nuovo centrosinistra
Governino i lavoratori

Partito Comunista dei Lavoratori
Per contatti: info@pclavoratori.it

21/10/09

Iniziativa pubblica del PCL Fermo

Sabato 24 Ottobre, alle ore 17,00, presso la Sala Castellani ( di fronte al Teatro ) a Porto San Giorgio, si terrà un incontro-dibattito del Partito Comunista dei Lavoratori, con la presenza del Portavoce Nazionale MARCO FERRANDO.
VIA IL GOVERNO EVERSIVO DI BERLUSCONI, NO AD UN NUOVO CENTROSINISTRA , GOVERNINO I LAVORATORI !
PER UNA SINISTRA CHE NON TRADISCA!
Contro un Sultanato di governo che regala miliardi a grandi evasori e banche e che prosegue e rafforza la guerra coloniale in Afghanistan, nel mentre recita commozione ipocrita per le sue vittime; che condanna l’immigrazione “clandestina” di coloro cui nega ogni permesso di soggiorno; che per di più pretende il silenzio di ogni voce critica, in un pericoloso delirio d’onnipotenza del suo Capo. Ma non ci arruoliamo in quell’armata ( allo sbando) di Centrosinistra che ha spianato alla strada al Cavaliere ( con la complicità di PRC e PDCI); e che vorrebbe rimpiazzarlo con un governo “istituzionale” benedetto da Bankitalia ed esteso a Fini e Casini ( cui “apre” incredibilmente la Rifondazione di Ferrero). Chiediamo a tutte le sinistre di rompere col PD e di unire le proprie forze in una lotta generale per cacciare Berlusconi: ma dal versante degli interessi dei lavoratori, non dal versante delle ragioni di Passera, Draghi, Montezemolo. Partecipate numerosi all'iniziativa !
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI - FEDERAZIONE DI FERMO
info/contati: pclfermo@gmail.com tel.339.5271695consulta i siti www.pclavoratori.it e www.marcherosse.blogspot.com

19/10/09

Metalmeccanici:respingere l'accordo separato!


L’accordo separato nel comparto metalmeccanico è un insulto ai lavoratori e un grave precedente, in termini economici e normativi e sotto il profilo della democrazia. Il fatto che tutti i partiti dominanti di centrosinistra e centrodestra lo appoggino misura il loro organico legame con gli interessi di Confindustria. Il PCL sosterrà tutte le iniziative sindacali e legali della FIOM contro l’accordo e invita i metalmeccanici a respingerlo con la lotta. Quanto è avvenuto dimostra una volta di più l’esigenza di una svolta radicale della politica generale della CGIL. Non basta la dissociazione platonica di Epifani dall’accordo siglato. E’ necessaria e urgente una mobilitazione generale e prolungata per il blocco dei licenziamenti, l’estensione degli ammortizzatori, un consistente aumento salariale per i lavoratori; una mobilitazione accompagnata dall’occupazione di tutte le aziende che licenziano e dalla creazione di una cassa nazionale di resistenza.. Solo la lotta dura può far saltare l’accordo bidone , strappare risultati, aprire una nuova prospettiva per tutto il mondo del lavoro.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

17/10/09

Il tradimento delle sinistre

Negli ultimi quindici anni abbiamo assistito ad un vero e proprio tradimento delle sinistre riformiste ai danni della classe lavoratrice. Molti compagni, in particolar modo militanti di base appartenenti ai vari PdCI di Diliberto, P.R.C di Ferrero e S.L. di Bertinotti, sono rimasti, loro malgrado, intrappolati nella tela delle politiche riformiste che hanno adottato sistemi palliativi solo per rastrellare consensi.Queste politiche “d’intelligenza borghese”, sono state sempre il mezzo con cui il capitalismo è riuscito ad "anestetizzare" il proletariato da tutte le forme di lotta intraprese nel tempo.

Vogliamo invece ricordare a questi militanti che stanno lavorando contro loro stessi per un sistema che li usa in maniera sottile, viscida e ipocrita. Stanno dimenticando il fine per il quale hanno iniziato a lottare. Stanno dimenticando la loro recente storia nella quale i loro dirigenti li hanno traditi usandoli solamente per ottenere qualche posto istituzionale: Ministero della Giustizia, della Solidarietà, Presidenza della Camera, pur di ricevere un investitura padronale e entrare nelle stanze del potere. Come fanno ancora, a protrarre il proprio sostegno ai traditori che inneggiano alla nuova sinistra?

La memoria torna al Governo Prodi 96/98 in cui Rifondazione, allora guidata da Bertinotti, Diliberto, Grassi, Rizzo e Ferrero votò senza alcuna remora:
-il Pacchetto Treu, la prima legge sulla precarietà del lavoro;
-varie Privatizzazioni, aumentando, nei fatti, la disoccupazione e l’incertezza lavorativa nonchè svendendo settori strategici dello stato;
-Finanziaria da 8000 miliardi di lire che gravò unicamente sul mondo del lavoro;
-Detassazione delle rendite, con immensa gioia dei grandi imprenditori, aumentando il divario economico tra ricchi e poveri;
-L'istituzione dei CPT, i famosi campi lager a cielo aperto per gli immigrati;
-Nello stesso periodo si resero complici di un Governo che decreto' i bombardamenti dei Balcani


Dopo aver firmato tutto, non potendo più giustificare in alcun modo la loro deriva, uscirono dai palazzi e ci rientrarono otto anni più tardi dalla porta principale.
Nel 2006, oramai PdCI e P.R.C sono un tutt’uno e ritornano finalmente a fare la politica che gli sta più a cuore: il sostegno incondizionato al nuovo governo dei banchieri, al nuovo governo Prodi.

Alla luce della loro esperienza governativa passata, si sono ben guardati di non commettere gli stessi errori, infatti, sostennero:
-Guerra Afghanistan, Libano e Balcani e rifinanziamento alle missioni militari
-Aumento delle spese militari. Un aumento, per gli armamenti militari, pari al 17%
-Continuazione della legge Biagi. Conosciuta come legge 30, quella che ha, letteralmente, polverizzato il contratto a tempo indeterminato
-Tfr alle banche. Il trattamento di fine rapporto (liquidazione) è stato, per fare cassa, gentilmente regalato alle banche
-Aumento dell’età pensionabile.
-Dulcis in fundo, Ferrero vota un decreto xenofobo e razzista mirato ad espellere cittadini comunitari.

A questo breve ma intenso periodo governativo, va aggiunto, seppur con complicità diversa, ma non per questo meno responsabile, Turigliatto (di Sinistra Critica), che non avendo (al contrario di Marco Ferrando) tralasciata nella campagna elettorale qualsiasi critica alle guerre imperialiste intraprese dal centrosinistra, il quale si è preso l’onere di votare una missione militare e una finanziaria lacrime e sangue per il mondo del lavoro.

È STATO UN MASSACRO!

È difficile credere a qualcuno che da un lato critica le politiche reazionarie e dall’altro le vota. Per brutta che essa sia, Lenin diceva che ai lavoratori bisogna dire sempre la verità. “Bisogna aiutare le masse a trovare, nel processo della lotta quotidiana, il ponte tra il programma delle rivendicazione attuali e il programma della rivoluzione socialista. Questo ponte deve consistere in un sistema di rivendicazioni transitorie che partano dalle condizioni attuali e dal livello di coscienza attuale dei larghi strati della classe operaia e portino invariabilmente ad una sola conclusione: la conquista del potere da parte del proletariato”. ( Trotsky)

IL Partito Comunista dei Lavoratori fa suo il metodo transitorio. Non esistono sotterfugi, ripiegamenti e contingenza attuali che tengano. O si lavora per il proletariato o ci si piega alle politiche padronali. Invitiamo i compagni delle altre organizzazione comuniste a rompere con i propri gruppi dirigenti ed a passare nelle file del PCL. Queste organizzazioni sono da freno per il mondo del lavoro, hanno tradito il mondo del lavoro esclusivamente per lo spirito di autoconservazione del proprio apparato burocratico.

Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez.Ancona-nucleo montano

(si ringrazia il compagno Gemmo - pcl Roma- per la preziosa bibliografia)

16/10/09

Iniziativa pubblica Ferrando-Cremaschi

VENERDI’ 23 OTTOBRE
a MOIE (AN)
ore 17,30

PRESSO CENTRO COMUNALE 6001 - VIA CARDUCCI

Il coordinamento regionale MARCHE della

RETE 28 APRILE - CGIL

organizza un dibattito pubblico sul tema:

DOPO I FALLIMENTI DELL’ECONOMIA GLOBALE,
QUALI PROPOSTE PER LA SOSTENIBILITÀ SOCIALE.


NE PARLIAMO CON

FABIO BADIALI
Assessore Regionale al Lavoro

GIORGIO CREMASCHI
Segretario Nazionale FIOM – CGIL Rete 28Aprile

MARCO FERRANDO
Portavoce Nazionale del Partito Comunista dei Lavoratori

GIOVANNI MAZZETTI
Docente Universitario di Economia Politica

COORDINA
GIAMPIERO PELAGALLI
Direttivo Regionale CGIL – Marche
Rete 28Aprile

15/10/09

Assediamo la lega


Senigallia 17/10/'09
Asterix e Obelix non sono leghisti!!!
H. 16:00 PIAZZA DEL DUOMO - SENIGALLIAA tutte e tutti i cittadini che ancora hanno il coraggio di indignarsi, che pensano che la democrazia sia la pubblica espressione del conflitto sociale, li aspettiamo sabato 17 ottobre alle ore 16:00 in Piazza del Duomo per dare il benvenuto ai leghisti e per ricordargli che Senigallia non è Padania.

13/10/09

L'analisi sbagliata della Lega Nord fabrianese

Fabriano, 13 ottobre 2009

COMUNICATO STAMPA
(risposta alle dichiarazioni rilasciate alla stampa dal segretario di Lega Nord Fabriano) *
L’analisi politica espressa dal segretario della Lega Nord (ex Pci), che accusava la giunta Sorci di essere sotto lo scacco di alcuni esponenti del Centro Sociale Luigi Fabbri di Fabriano nei giorni scorsi è completamente sbagliata. La realtà è esattamente opposta: non ci sono assi politici, ma vi è un Pd "padrone" sia del PdCI sia di Sinistra e Libertà sia del Fabbri.
Il PdCI e SL (insieme al Prc fabrianese) sono dei partiti inermi, che da ormai molto tempo hanno tradito opportunisticamente i propri elettori in cambio di qualche poltrona.
Il centro sociale Luigi Fabbri al contrario opera tempestivamente toccando tutte le problematiche della città dimostrando di essere la realtà antagonista più attiva, ma soffre di una contraddizione lacerante per tutto il movimento che lo segue: l'appoggio ad una maggioranza totalmente subordinata al volere della famiglia Merloni, ed è proprio questo legame che ha permesso agli autonomi di ottenere uno spazio sociale.
La linea politica dettata dalle Komunità Resistenti delle Marche, di cui il Fabbri è partecipe, insieme al concetto di non partecipare ad alcuna iniziativa volta ad un fronte unico di lotta dove partecipi qualsivoglia organizzazione politica antagonista con propri simboli e programmi, evidenzia tutto il settarismo degli autonomi: che però non disdegnano a stare in giunte comunali insieme al Pd dei padroni responsabile delle ingiustizie sociali del territorio.
Il Partito Comunista dei Lavoratori non seguirà gli autonomi nel settarismo di sinistra e spera che Emanuele Rossi, importante esponente del Fabbri, esca immediatamente dalla maggioranza comunale per dare un segno politico alla situazione attuale, impegnandosi nel costruire un fronte unico di lotta a fianco dei lavoratori con la nascita di una assemblea permanente di tutta la sinistra fabrianese.

Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione di Ancona – Nucleo Montano

*Riportiamo di seguito la dichiarazione in oggetto: "La verità è che il Pdci è tenuto per il collo dal centro sociale che decide la linea politica. La vera maggioranza che governa Fabriano si fonda sull’asse Pd-centro sociale, un inedito assoluto nella democrazia italiana. Al punto che tutti, moderati e radicali, tranne il sindaco Sorci, hanno fatto propria tale linea dettata tempestivamente dal vicesindaco Emanuele Rossi...”

Manifestazione del 14 ottobre 2009 a Fabriano

IMPORTANTE

MERCOLEDI 14 OTTOBRE SEGNA IL TERMINE DEL PRIMO ANNO DELL’AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA DELL’ANTONIO MERLONI.
NOI LAVORATRICI E LAVORATORI ORGANIZZIAMO UNA GIORNATA FINALIZZATA A MANIFESTARE TUTTO IL DISAGIO SUBITO NELL’ANNO TRASCORSO, MA NELLO STESSO TEMPO VOGLIAMO RIMARCARE LE SPERANZE E LE ASPETTATIVE FUTURE.

IERI ERAVAMO FORZA LAVORO.
LO SIAMO OGGI.
LO SAREMO DOMANI.

PARTECIAPIAMO TUTTI.
APPUNTAMENTO DAVANTI AGLI STABILIMENTI DEL MARAGONE E DI S. MARIA ALLE ORE 10.00 PER VOLANTINAGGI ED ALTRE INIZIATIVE

LE R.S.U. S. MARIA E MARAGONE

11/10/09

Cronaca del presidio non autorizzato del PCL sotto Palazzo Chigi

sabato 10 ottobre 2009


Il 9 ottobre, come annunciato, il PCL di Roma ha tenuto il presidio davanti a Palazzo Chigi. Si è trattato di una presenza limitata- dati i tempi ristrettissimi del suo allestimento- ma molto combattiva e determinata. La Questura ci aveva negato il permesso , ma la nostra sezione ha deciso ugualmente di rispettare l’impegno e di presentarsi alle 17 davanti al palazzo del governo. Un ufficiale di polizia accompagnato da una decina di agenti si è precipitato verso i nostri compagni per dissuaderli dall’iniziativa “non concordata”. Aggiungendo che “data la situazione, il lodo Alfano… c’è molto nervosismo negli ambienti di governo”, e che di conseguenza “ era meglio per tutti” evitare problemi. Abbiamo gentilmente declinato l’invito. Ci hanno proposto allora come subordinata lo spostamento in altra sede dell’iniziativa, “data la delicatezza istituzionale di Palazzo Chigi”. Abbiamo risposto che in tutta Europa si tengono manifestazioni sotto i palazzi dei governi e che non eravamo disposti a spostarci. A questo punto, dopo diverse consultazioni con Questura e Uffici ministeriali, la polizia “accettava” la nostra scelta, pur ponendoci limiti di tempo e raccomandandoci di evitare “toni eccessivi”. Sia il nostro breve comizio che gli slogan del presidio non hanno rispettato la.. “raccomandazione”: per cui dopo pochi minuti gli agenti hanno prima cercato (invano) di fermare il breve comizio “per l’eccessivo rumore” che poteva “recare disturbo al Consiglio dei ministri in pieno svolgimento”; successivamente hanno “sequestrato” il nostro megafono ( poi restituito), costringendoci a ritmare gli slogan a nuda voce. Ma nonostante “il disturbo” arrecatoci, la nostra iniziativa è proseguita sino alle 18, come previsto.

Nel suo piccolo questa esperienza racchiude una lezione: non è sempre “inevitabile” dire di sì allo Stato. Ma questo è un altro discorso…

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

08/10/09

Il re è nudo!



7 Ottobre 2009

Il re è nudo. Un Presidente inquisito per corruzione, frode fiscale,complicità con la mafia, è stato privato del privilegio dell’impunità. La bocciatura del Lodo Alfano come atto incostituzionale è di fatto una denuncia politica di Berlusconi , della sua arroganza istituzionale, delle sue tendenze bonapartiste. La pretesa di Berlusconi di restare in sella, nonostante la propria delegittimazione istituzionale; e ancor più il suo appello plebiscitario alla mobilitazione popolare contro il verdetto, a difesa del proprio potere, confermano una volta di più il sovversivismo reazionario del berlusconismo e la sua crescente pericolosità. I balbettii delle “opposizioni” liberali ( PD e UDC) che in queste ore chiedono al Premier di” restare” sono tanto più penosi a fronte delle grida di “guerra” di Umberto Bossi e degli uomini di Berlusconi. E’ necessario reagire a questa deriva. Il movimento operaio , tutte le sinistre politiche e sindacali, l’intero associazionismo democratico e antifascista, debbono dare la propria risposta unitaria e indipendente alla crisi istituzionale che si è aperta. Contrapponendo al sovversivismo berlusconiano la forza di una mobilitazione radicale e di massa. La parola d’ordine delle dimissioni di Berlusconi va posta in tutte le manifestazioni popolari, con presidi davanti alle prefetture in tutta Italia. La piazza del 3 ottobre va riconvocata con una grande manifestazione nazionale a Roma sotto i palazzi del governo per chiedere le sue dimissioni. Va promosso unitariamente uno sciopero generale contro il governo e le sue minacce reazionarie. Solo una mobilitazione di massa del movimento operaio e popolare può sbarrare la strada alle tendenze reazionarie in atto e preparare le condizioni di un’alternativa vera : che metta a processo non solo Berlusconi ma le classi dominanti del Paese e tutti i loro partiti.


MARCO FERRANDO
Portavoce nazionale PCL

Grana Padana? il caso "miss padania" a Fabriano



FABRIANO 4 OTTOBRE
Pian del Re 26 settembre 2009.
Dario Franceschini, impavido segretario del PD. pianta orgoglioso un tricolore alle sorgenti del Po e grida, per quello che gli riesce, “La Padania non esiste”.
Brosciano di Fabriano 4 ottobre 2009.
Roberto Sorci, educato sindaco di Fabriano (accreditato come PD ex Margherita area Franceschini; che giro…) e il segretario cittadino della Lega Nord (un reduce, accreditato come ex consigliere comunale del mitico PCI; una prece per le anime dei defunti …) hanno partecipato come componenti della giuria del concorso di bellezza, presso il circolo Ippico (noblesse oblige), per la selezione delle partecipanti a Miss Padania.
Dal nutrito presidio, organizzato prontamente dai compagni del CSA Fabbri
“Diciamo no al partito dell’intolleranza” “Lega voto 0” “La cultura padana = razzismo, sessismo, xenofobobia”

06/10/09

A messina un altro crimine del profitto



PER UNA CAMPAGNA ANTICAPITALISTICA PER IL RISANAMENTO DEL TERRITORIO, A PARTIRE DAL SUD
(5 Ottobre 2009)

Come in Abruzzo, “la fatalità” non c’entra. Il pietoso tentativo del famigerato TG1 di attribuire la strage di Messina ad un eccesso imprevedibile di acqua piovana trasuda un cinismo inqualificabile. Le decine di morti chiamano in causa responsabilità precise: piani regolatori tracciati da interessi speculativi e criminali, concessioni elargite da giunte locali compromesse coi poteri forti , taglio dei fondi pubblici per il risanamento del territorio e dirottamento degli stessi fondi dimezzati per altri scopi. In poche parole è un crimine del profitto e di tutti i governi che hanno amministrato i suoi affari. Ha una bella faccia Berlusconi a presentarsi a Messina. Il suo governo ha saccheggiato i fondi FAS per destinarli a banche e imprese del Nord. Ha abbattuto del30% i fondi per la protezione civile, nella programmazione finanziaria dei prossimi tre anni. Ha varato un nuovo piano casa all’insegna della drastica riduzione dei controlli ambientali e delle procedure di autorizzazione. Ha destinato miliardi a quel “Ponte di Messina” che proprio la tragedia di oggi denuncia come autentica provocazione. E per di più dichiara.. “di aver previsto l’accaduto”, senza accorgersi che il suo delirio di onnipotenza e onniscienza tradisce nel caso una confessione di colpa (oltre a smentire la tesi dell’”imprevedibilità” dell’incauto Minzolini). Il grido di “assassini” che si è levato spontaneamente contro il Presidente del Consiglio e le Autorità politiche al seguito è dunque non solo comprensibile ma appropriato. Ora, come in Abruzzo, non basta la denuncia. Va sviluppata una mobilitazione che raccolga e organizzi la rabbia della popolazione colpite con la formazione di comitati popolari. Dev’essere tracciata l’anagrafe di tutti i costruttori criminali; di tutti gli assessori e le giunte che,a vari livelli, hanno fornito le concessioni ai costruttori; di tutte le autorità che hanno omesso i controlli e che hanno coperto il crimine annunciato. Non si tratta di affidarsi alla magistratura , ai suoi interminabili tempi, alle sue incerte sentenze. L’anagrafe delle responsabilità va subito istruita dal basso,dai comitati popolari, col concorso di tutte le forze e competenze disponibili ( tecniche, giuridiche, ambientaliste) . Il processo ai colpevoli va promosso dalle loro vittime , e non affidato ad un apparato di stato colluso. Lo stesso vale per la ricostruzione, che va sottoposta ad un vigile controllo popolare e orientata da un piano democraticamente definito dalle popolazioni interessate: a garanzia del loro diritto alla salute e alla vita. Ma non basta. Quanto è avvenuto a Messina pone su scala generale le questione del dissesto idrogeologico del territorio come piaga nazionale, ed in particolare del Meridione. Il buon Bertolaso ha quantificato pubblicamente in 25 miliardi di euro la cifra necessaria per il risanamento ambientale del territorio italiano. Mentre Il ministro Prestigiacomo, tra una boutique e un’altra, confessa di non disporre “nemmeno di un euro” per il 2010; e Berlusconi, tra escort e tribunali, dichiara candidamente che chiederà qualche spicciolo a Tremonti. Questo spettacolo è intollerabile. Sono necessari 25 miliardi, come dichiara Bertolaso ( cifra presumibilmente sbagliata per difetto)? Bene, si trovino: nelle pieghe dei miliardi previsti per il Ponte di Messina e per la Tav, dei 30 miliardi stanziati ogni anno per le spese militari e di guerra, dei 6 miliardi annui regalati al Vaticano e alla Chiesa, dei 4 miliardi di profitti netti incassati ( in tempi di crisi e in soli 6 mesi) dalle prime 5 banche italiane… E’ il caso di dire tanto più oggi:”Paghi chi non ha mai pagato”. Più in generale Il risanamento ambientale potrebbe costituire un grande cantiere della rinascita meridionale capace di dare lavoro e dignità di vita. Ma alla condizione, ancora una volta, di colpire l’interesse della borghesia ( del Nord e del Sud) e di sottoporre l’intero cantiere al controllo operaio e popolare: controllo sui fondi e la loro destinazione, sui libri contabili delle aziende coinvolte, sulla regolarità delle assunzioni, sulle scelte edilizie e paesaggistiche. Tutte le sinistre politiche, sindacali,associative, ambientaliste possono unire le proprie forze in una grande battaglia nazionale per il riassetto territoriale e ambientale del Sud: promuovendo capillarmente paese per paese il censimento dei lavori pubblici necessari e dei relativi investimenti, con la convocazione di apposite assemblee popolari; e definendo progressivamente per questa via una piattaforma complessiva , di carattere unificante, che organizzi i più ampi settori popolari attorno ad una vera e propria vertenza di lotta: contro il governo nazionale, le amministrazioni locali, i potentati territoriali. Una “vertenza Sud” che per sua natura potrebbe raccogliere la domanda di milioni di disoccupati,favorendo la loro organizzazione; potrebbe estendersi ad altre esigenze sociali insoddisfatte che inevitabilmente emergerebbero in ogni assemblea popolare( in fatto di edilizia popolare e scolastica, servizi sanitari, idrici,ferroviari..); potrebbe intrecciarsi con le tante vertenze aziendali a difesa del lavoro, anche nel Sud; potrebbe trascinare la contrapposizione frontale agli interessi criminali e mafiosi, svelando il loro indissolubile intreccio con la cosiddetta “borghesia onesta” meridionale; potrebbe insomma divenire la leva di un processo di autorganizzazione e sollevazione sociale di settori di massa del meridione, sottraendoli all’egemonia clientelare dei partiti borghesi dominanti ( di centrodestra e centrosinistra) e ricomponendoli attorno alle ragioni generali del mondo del lavoro e della stessa classe operaia del nord. In conclusione:la tragedia di Messina offre lo spunto per il rilancio di una iniziativa politica e di massa del movimento operaio e delle sinistre sulla questione meridionale. Non l’ennesimo convegno per addetti ai lavori sui problemi del Sud (nel mentre si custodiscono assessorati e connivenze con le forze dominanti del meridione). Ma una campagna unitaria e indipendente di mobilitazione, capace oltretutto di incidere sulle contraddizioni del blocco sociale di centrodestra ( effetto Lega), di svelare l’inganno del disegno federalista, di demistificare l’imbroglio speculare del populismo borghese meridionale ( Lombardo, io Sud..), di mettere a nudo una volta di più le compromissioni organiche del PD. In ogni caso il PCL lavorerà , con la propria proposta, anche dal versante Sud, per la ricomposizione di un blocco sociale nazionale anticapitalistico: nella prospettiva di quel governo dei lavoratori che è l’unica reale soluzione di svolta per le stesse masse meridionali.

Partito Comunista dei Lavoratori

05/10/09

Considerazioni sulla manifestazione del 3 ottobre per la libertà di stampa

L’imponente manifestazione di Piazza del Popolo del 3 ottobre ha raccolto l’ostilità radicale del popolo della sinistra contro Berlusconi e il suo governo. Ma anche umori, esigenze, domande politiche e sociali apertamente contraddittorie o esplicitamente conflittuali con i gruppi dirigenti del Centrosinistra. La manifestazione ha avuto sicuramente una consistenza superiore al previsto. Al di là dell’apporto organizzativo e numerico fornito dalla Cgil, dall’associazionismo, dai partiti promotori, era visibile e centrale una diffusa presenza spontanea di popolo della sinistra non organizzato, in buona parte giovanile, richiamato dall’opposizione al governo . Una vasta miscela sociale di studenti e lavoratori, precari e insegnanti ; un’intreccio politico magmatico di popolo piddino, rifondarolo, girotondino e grillino. Un popolo privo di un baricentro sociale riconoscibile e di un’egemonia politica trainante, che in qualche modo ha “usato” Piazza del Popolo come megafono della propria insoddisfazione e protesta. E’ uno spaccato del popolo di Annozero. I suoi eroi non sono i dirigenti del PD e della sinistra, e nemmeno Di Pietro che pur esercita un’indubbia attrazione: sono Santoro e Saviano, oggetto delle minacce berlusconiane o mafiose, e al tempo stesso autonomi, in apparenza, da condizionamenti partitici. Il plauso interminabile loro tributato dalla piazza è la misura di un autentico affidamento, ma anche perciò stesso l’espressione di un vuoto di riferimento politico. E’ il vuoto che in forme e tempi diversi occuparono i Moretti e i Grillo. E che oggi è più profondo di ieri. Ieri il popolo della sinistra credeva nei “capi” che poi l’avrebbero tradito: in primo luogo i Cofferati e i Bertinotti. Oggi, dopo l’esperienza del tradimento delle proprie illusioni, quel popolo ha dirigenti, ma non “capi”. Vota per lo più i partiti di centrosinistra (contro Berlusconi), ma non crede più ai partiti che vota. La manifestazione di ieri ha fornito un’immagine plastica di questo sentimento. Il clima della piazza, certamente dominato dall’avversione a Berlusconi, era tutt’altro che benevolo verso i dirigenti del centrosinistra ed in particolare del PD. Dopo il rinvio della manifestazione, imposto dal PD nel nome dell’unità nazionale di guerra; sullo sfondo della guerra civile tra Franceschini e Bersani per il controllo d’apparato di un PD allo sbando; e soprattutto il giorno dopo la defezione parlamentare del centrosinistra che ha regalato a Berlusconi il condono agli evasori, una parte significativa della piazza ha manifestato attivamente un sentimento di collera e di rifiuto. I cartelli e le grida rivolti contro i dirigenti del PD ( “vergogna, dimettetevi”, “D’Alema traditore” “ Tutti a casa” “ Basta pensare alle poltrone, mentre noi affondiamo”..) erano tanto più significativi nel corso di una manifestazione contro Berlusconi che per sua natura richiama l’”unità”. E’ la spia di una potenzialità di rottura, ancora in nuce, che un domani potrebbe precipitare. E che non va regalata alla capitalizzazione dell’ex ministro Di Pietro e al suo recitato populismo. Qui sta la responsabilità delle sinistre. Proprio la manifestazione di ieri rende evidente una volta di più la clamorosa contraddizione dei loro gruppi dirigenti. Da un lato si presentano nella propaganda come “autonomi” dal PD. Dall’altra mantengono i propri assessori nelle giunte di centrosinistra più impresentabili ( v. Campania), perseguono in tutta Italia coalizioni di governo col PD a partire dalle Regioni ( persino allargate all’UDC, come in Liguria), addirittura rivendicano la propria disponibilità ad un governo istituzionale “di un anno” con PD e UDC come via d’uscita dal berlusconismo. E tutto questo, guarda caso, proprio nel momento in cui un pezzo dei poteri forti del Paese, con in testa Bankitalia, lavora dietro le quinte ad un’ ipotesi di governo Fini-Casini-D’Alema,sostenuto dalla CGIL, nel caso dovesse cadere Berlusconi. La verità è che non solo non vi è autonomia dal PD, ma che, proprio nel momento della sua massima crisi, torna a riproporsi quella logica istituzionale e governista che per 15 anni ha tradito i lavoratori, “suicidato” le sinistre, spianato la strada a Berlusconi. Una logica tanto più patetica oggi, dopo il disastro avvenuto, da parte di sinistre ormai extraparlamentari. E’ questa la “svolta a sinistra” promessa al congresso del PRC a Chianciano? Il PCL propone, tanto più oggi, una direzione di marcia esattamente opposta: l’unità d’azione di tutte le sinistre politiche e sindacali, in aperta rottura col PD e con ogni logica governista, sul terreno di un’opposizione radicale per un’alternativa anticapitalista. In Piazza del Popolo eravamo l’unico partito della sinistra con una proposta politica, riassunta da un grande striscione: “Via Berlusconi; no a un nuovo centrosinistra; governino i lavoratori”. Il giornale Libero riferisce che D’Alema, commentando il nostro striscione, avrebbe espresso disappunto. Capisco. Ma- con buona pace di D’Alema- il PCL si batterà perché la piazza del 3 ottobre e le lotte che verranno non siano nuovamente svendute a un centrosinistra confindustriale, come nel 96 e nel 2006. Si batterà perché Berlusconi sia cacciato da una sollevazione operaia e popolare: l’unica che può aprire la via ad un’alternativa vera. E che per questo è scongiurata… da D’Alema e dalla sua Fondazione di industriali e banchieri.

MARCO FERRANDO

Appello a tutti i lavoratori marchigiani che militano nella Lega

Capita spesso di incontrare militanti della Lega Nord convinti delle proprie scelte e pronti a disputare attività di partito, eseguendo ogni richiesta fatta dal direttivo. Fin quando non arrivino richieste che dissentano dalla coscienza del militante e agevolino l’offuscamento della loro classe di appartenenza. Opporsi su argomenti innaturali e non condivisi, per il militante diventa impossibile, rimane quindi la strada della sottomissione e dell’insicurezza. A quel punto il militante viene obbligato ad accettare tutte le direttive, diventando pressoché impossibile per lui far valere le proprie opinioni, sempre che non si voglia arrivare a venire isolati dagli stessi aderenti-militanti o non si voglia passare per il sovversivo di turno, oppure essere sbeffeggiato e accusato d’ingenuità come colui che vuole cambiare il mondo, colui che non ha capito come funziona la vita, il comunista, quindi colui che deve fare gavetta fintanto che non avrà capito da che parte sta il potere e come servirlo.

Tanti lavoratori sono entrati nelle file della Lega: partito lanciato come portatore di legalità, bastonatore dei ladroni e sostituto dell’opposizione che non c’è più. Questi militanti vengono utilizzati come messaggeri d’informazione negativa che non fa altro che alimentare la guerra tra i poveri. Si parla di extracomunitari come di extraterrestri; si parla di operai lavativi, del lavoratore che dopo un taglio alla mano apre l’infortunio o la malattia con lo specifico intento di marciarci il più possibile, di operai che sono capaci di prosciugare il fondo cassa dello stato e mandare in fallimento la propria azienda; si parla dell’altro lavoratore che invece di andare a lavorare con il sorriso ci va con il broncio e si rifiuta di ringraziare l’imprenditore che gli da lavoro; si parla della poca voglia di lavorare, della non collaborazione dei lavoratori, del male da cui potrebbe scaturire un atteggiamento non ortodosso che potrebbe perfino far fare brutta figura all’azienda nei confronti dei visitatori o abbassare il livello di qualità dei prodotti e quindi procurare un cattivo rendimento dell’azienda. Chi più ne ha più ne metta.
Bene: mentre i vostri presidenti Berlusconi e Bossi vi delegano i compiti più miseri e meschini per mettere tutti contro tutti (in special modo tra quelli più deboli e meno protetti, incrementando la sempre attuale “guerra dei poveri”), “loro”, cioè “il Governo” (perché voi siete al governo), si occupano di cose più grandi che a voi non devono riguardare. Infatti, dopo anni di attacco frontale alle classi lavoratrici, oggi, regalano un vergognoso condono ai grandi evasori fiscali e alla criminalità finanziaria, consentendo oltretutto alle banche un nuovo incasso di oltre 10 miliardi in consulenze, commissioni ecc…Una beffa a tutti i lavoratori entrati nelle file della Lega con la speranza di portare un po’ di ordine. L’ordine c’è, ma appartiene a una classe a noi contrapposta! Sapete di chi sono questi capitali? Conoscete qualche operaio, idraulico, imbianchino, meccanico, parrucchiere, muratore, impiegato, conoscete qualche “lavoratore” che ha capitale all’estero e che godrà dello “scudo fiscale”? Lo Stato incasserà il 5% su soldi oltretutto di cui non si sa la provenienza e che con tutta probabilità non sono mai stati tassati. Bancarottieri, evasori totali, riciclaggio, denari sporchi e capitali mafiosi. “Questo non è un condono di Stato, ma un condono alle mafie”.
La Lega non è alll’opposizione, la Lega non è la protettrice dei lavoratori, non è la “bastonatrice” dei poteri forti. Oltre all’ipocrisia senza più vergogna portata avanti da questi potentati, la Lega contribuisce al continuo arricchirsi dei grandi ladroni del capitalismo. La vicenda della INNSE è emblmatica: il padrone che aveva selvaggiamente licenziato tutti i suoi lavoratori, che non si è mai interessato in nessun modo al salvataggio di un'azienda che poteva ancora essere possibile, che aveva derubato i soldi dei lavoratori italiani per arrcicchirsi, delocalizzare e poi chiudere lìazienda era un esponenete politico molto caro alla Lega.
D'altraparte, le opposizioni che dovrebbero combattere con il proprio voto ed il proprio operato queste politiche, scelgono in teoria parole di sdegno e vergogna! Vergogna! Vergogna!...Ma con la loro assenza dalla Camera al momento del voto hanno di fatto dato il via libera al condono dimostrando ancora una volta il legame intrinseco che esiste tra loro e i grandi poteri di industria e banche. Al giusto numero di assenti nell’opposizione per far passare il condono, si uniscono gli applausi di Confindustria e banche.

Voi militanti continuate a lavorare per disintegrare e spezzettare ancora di più la “classe lavoratrice” che fino ad ora è l’unica che ha “sempre” pagato le tasse fino all’ultimo cent, mentre i vostri presidenti sviluppano il comunismo di alta classe elargito soltanto a pochi eletti. Se oggi militanti della Lega potete sentirvi frustrati, domani vi potreste pentire amaramente della vostra scelta. Tra poco ci saranno le Regionali, e vi chiederanno di lavorare contro i vostri stessi interessi di classe. È ora di uscire dall’insicurezza e di reagire! È ora che i lavoratori alzino la testa! La lotta vera inizia dall’unione di tutte le sinistre sindacali, sociali e politiche che si aggreghino intorno ad una piattaforma di lotta per il lavoro e alle sue ragioni sociali.
Il P.C.L si batterà senza compromessi contro ogni logica di sigla e di divisione dei lavoratori e per portare avanti parole d'ordine di classe, anticapitaliste, condivisibili dalla maggior parte dei lavoratori. Perchè solo partendo da un programma reale di cambiamento della società e dell'economia e rompendo ogni inciucio politico con i potentati padronali, sarà possibile una reale riunificazione del movimento dei Lavoratori.


Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione di Ancona - Nucleo montano

03/10/09

DOMANI IN PIAZZA CONTRO IL GOVERNO DEGLI EVASORI,

Il governo che grida al “complotto” dei poteri forti, si è fatto garante dei loro affari. Il governo che vanta la lotta alla criminalità, ha fatto scudo alla più grande criminalità finanziaria e fiscale. Il governo che “polemizza” con i banchieri, ha regalato loro non meno di 10 miliardi di consulenze e commesse ( mentre gli operai si vedono regalare la distruzione del contratto nazionale). Confindustria e grandi banche continuano ad incassare da Berlusconi, mentre lavorano ad una soluzione di riserva nel caso dovesse cadere. I padroni vogliono solo continuare a comandare, in ogni caso, e in qualunque forma : ieri, oggi, domani. La manifestazione del 3 0ttobre non può allora ridursi a megafono della D’Addario, né alla sola critica del Sultanato. Occorre portarvi le ragioni del mondo del lavoro, dei precari, dei disoccupati, colpite ieri da Prodi ed oggi da Berlusconi. Ragioni incompatibili non solo col Cavaliere, ma anche con gli obiettivi di De Benedetti , di Bankitalia, di quel settore di grande borghesia che vorrebbe rimpiazzare Berlusconi con un nuovo centrosinistra allargato a..Fini e Casini, sotto la regia di Montezemolo. Gli operai e le mobilitazioni popolari contro il governo non possono fare da sgabello di una nuova operazione d’alternanza diretta nei fatti contro di loro. Come è già avvenuto alla metà degli anni 90 e nel 2006. Il Partito Comunista dei Lavoratori è e sarà sempre in prima fila in tutte le mobilitazioni contro il governo Berlusconi, di cui rivendichiamo, incondizionatamente, la cacciata. Ma difendiamo e difenderemo in ogni lotta contro il governo la prospettiva di un’alternativa vera, che sgomberi il campo non solo dal Cavaliere di Arcore ma anche dalle classi dominanti e dal loro potere. La stessa battaglia “democratica”, se vuol essere coerente, deve porsi in questa prospettiva . E’ certo importante la più ampia mobilitazione unitaria per la difesa della libertà di stampa contro le minacce di un aspirante Bonaparte. Ma una piena libertà della stampa significa anche la sua liberazione dal controllo del cosiddetto capitale “democratico e liberale”, magari antiberlusconiano, ma sostenitore delle politiche antioperaie e delle missioni coloniali: e per questo abituale censore delle ragioni dei lavoratori. Così un’autentica battaglia democratica è inseparabile dalla lotta per un sistema elettorale pienamente proporzionale, per l’abolizione di tutti i privilegi del clero, per il permesso di soggiorno a tutti i lavoratori migranti: e su ognuno di questi terreni l’avversario non è solo Berlusconi ma tutti i partiti dominanti e i loro interessi. Una volta di più solo una battaglia anticapitalista può essere coerentemente democratica. Per tutte queste ragioni saremo domani in piazza contro Berlusconi, ma con una proposta indipendente. “Via il governo Berlusconi, no ad un nuovo centrosinistra, governino i lavoratori” sarà non solo la scritta del nostro striscione, ma la sintesi del nostro programma.
MARCO FERRANDO

Bendelari denuncia: colpevole degrado!

Dal Corriere Adriatico del 1/10/2009
Serra de’ Conti
Bendelari denuncia “Colpevole degrado” Serra de’ Conti Giorgio Bendelari , rappresentante del Partito Comunista dei Lavoratori, interviene sullo stato di abbandono dell’area archeologica di via Carrara inviando una specifica nota al sindaco Arduino Tassi. “Percorrendo l'Arceviese mi sono fermato nei pressi dell'area archeologica di via Carrara e con mio disappunto ho notato che la zona è lasciata nel più completo abbandono ed informandomi ulteriormente, mi è stato riferito che questa situazione si protrae da tempo.“Mi rendo conto - continua Bendelari rivolto al sindaco - che data la grave crisi economica ben altri e più gravosi sono gli impegni a cui questa Amministrazione deve rispondere, ma converrai con me che questa ‘disattenzione ‘ provoca disagio e riprovazione da parte di quanti, con onestà e disinteresse, sono per amare le cose belle e conservarle, ma si sa... finita la festa, gabbato lo santo. Con la presente invito l'Amministrazione Comunale e gli Uffici preposti a provvedere a risistemare, in maniera decente, l'area”.