28/02/11

intervista di Marco Ferrando a libera.tv sulle rivoluzioni del Nord Africa

Roma, 26 febbraio 2011. All'assemblea dei delegati autoconvocati RSU,
intervista a Marco Ferrando del Partito Comunista dei Lavoratori.

25/02/11

Fabriano: contro le sterili polemiche sollevate dai razzisti della Lega


Fabriano, 25 febbraio 2011

A tutti gli organi di stampa e informazione
della Regione Marche


COMUNICATO STAMPA:
“Dividi et Impera: dev’essere questo il motto dei razzisti della Lega!”, afferma Venturelli del Partito Comunista dei Lavoratori, “Loro pensano a mettere contro i lavoratori italiani e gli stranieri, i cattolici contro tutti gli altri! Intanto però i responsabili della crisi del distretto fabrianese se la ridono alle nostre spalle”.

Il Partito Comunista dei Lavoratori condanna le affermazioni del segretario della Lega Nord fabrianese Simonetti per la strumentalizzazione sulla prossima assegnazione delle case popolari e per le sterili polemiche sull’elezione dei consiglieri extracomunitari.

Inoltre ritiene sbagliata la richiesta di esporre il “crocifisso” nell’aula consigliare. Per il PCL si tratta infatti di richieste anacronistiche ed illiberali, soprattutto in una città multietnica come Fabriano. Infatti anche la Corte Europea ha sentenziato:“lo Stato deve astenersi dall’imporre delle credenze religiose nei luoghi in cui le persone sono dipendenti da esso”.

Il PCL, unica forza coerentemente comunista, laica, internazionalista ha sempre chiesto la rimozione del crocifisso da tutti i luoghi pubblici e predicato la fratellanza tra i lavoratori di tutto il mondo.

La Lega, stampella del Governo più corrotto e reazionario del dopoguerra, fomenta la guerra tra i poveri con una politica apertamente antioperaia, appalti ai grandi costruttori, regalie a scuole e cliniche private, svendita del patrimonio pubblico, federalismo a tutto vantaggio di affaristi e speculatori, tagli ai servizi locali. La Lega, a Fabriano come in tutta Italia, invece di fomentare la xenofobia ed il fondamentalismo farebbe bene a tornare in quei meandri bui che la storia ci ha insegnato a ripudiare.

Per tutto questo il 6 marzo 2011 saremo in piazza anche noi contro la Lega ed il razzismo.

Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento Provinciale Ancona

22/02/11

PIENO SOSTEGNO ALLA RIVOLTA LIBICA. CONTRO GHEDDAFI E BERLUSCONI.


La rivolta popolare della Cirenaica contro il regime di Gheddafi è la continuità della rivoluzione araba iniziata in Tunisia e in Egitto. Un regime sostenuto per dieci anni dai governi italiani di ogni colore sta cercando di annegare nel sangue la rivolta di massa per la libertà. Tutte le sinistre italiane hanno il dovere di sostenere tale rivolta contro Gheddafi e contro il suo protettore Berlusconi, organizzando da subito il presidio dell'ambasciata e dei consolati libici.

Berlusconi e Bossi sono i primi complici di Gheddafi e dei suoi crimini. Lo hanno coperto di miliardi in cambio di commesse per i capitalisti italiani e di campi di prigionia ( e di tortura) per i migranti d'Africa, col contorno di amazzoni e scambi “culturali” tra Sultani. Il silenzio di Berlusconi sulla strage in corso è solo la confessione ipocrita di questa complicità. Per questo il sostegno alla rivoluzione libica è parte integrante della lotta per rovesciare Berlusconi e aprire la via di una alternativa vera.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

Vendola: il re della Puglia è nudo

A CHE GIOCO GIOCHIAMO? LA VERA NATURA DEL “VENDOLISMO”

Prima la richiesta delle primarie del centrosinistra, poi l'accettazione di un governo con Fini, poi ancora il ritorno alle primarie: il tutto in una sola settimana. Molti compagni o elettori di SEL si sono chiesti: a che gioco giochiamo?

UN “ALTRO” CENTROSINISTRA ?
Partiamo dalla proposta principale. Le “primarie” sono un concorso interno alla coalizione di centrosinistra. Questa coalizione non è un'astrazione. Il suo perno è il PD, un partito liberale legato a doppio filo agli ambienti della grande impresa, del capitale finanziario, dell'alta burocrazia statale. Sono gli ambienti che hanno dettato le politiche antioperaie dei ripetuti governi del centrosinistra ( difesi anche da Vendola). Sono gli ambienti che oggi dettano al centrosinistra il plauso a Marchionne,il sostegno alla continuità della guerra in Afghanistan,la ricerca di un governo di alleanza costituente con UDC e FLI, quale garante di nuovi sacrifici per le masse. Come è possibile credere all'eterna favola di un “altro” centrosinistra, diverso da quello che è stato e che è ? Come è possibile farlo dopo che TUTTE le illusioni sono state smentite, per 15 anni, dalla realtà? Dopo che il coinvolgimento delle sinistre nei governi di centrosinistra le ha sistematicamente compromesse nelle peggiori politiche antipopolari e di guerra, sino a distruggerne forza e credibilità agli occhi di tanti lavoratori e giovani? Del resto: non sono state forse quelle politiche fallimentari a riconsegnarci ogni volta Berlusconi?

LA MALATTIA DEL GOVERNISMO
Si risponde: “ Questa volta ci penserà Vendola, che infatti vuole la guida del governo”. Ma la guida del governo di centrosinistra non è come la guida di un automobile, che si può indirizzare dove si vuole. O meglio: l'”automobile” che si intende “guidare” non è un dato neutro. La sua natura, l'equipaggio di bordo, la stessa pista del suo movimento sono tracciati: dentro il perimetro del capitalismo italiano, delle politiche finanziarie della UE, della collocazione atlantista dell'Italia,del Concordato col Vaticano.. Tanto più in un momento storico in cui non solo ogni spazio riformistico è eroso dalla grande crisi del sistema, ma in cui tutti i governi capitalistici- da Obama a Zapatero- realizzano una nuova aggressione contro il lavoro. Se Vendola ambisce a guidare il governo della settima potenza capitalistica del mondo, si candida a gestire di fatto QUELLE politiche, non altre. (Così come da Presidente del centrosinistra in Puglia si trova a chiudere 18 ospedali tra le proteste della popolazione). O vogliamo continuare a credere alla favola di Babbo Natale?

LE RAGIONI DEI LAVORATORI O LE RAGIONI DEL CAPITALE?
Tutto questo è talmente vero che la sola candidatura in pectore a premier del centrosinistra, ha già trascinato Vendola ..“a destra”. Le aperture pubbliche alla UDC e alla Chiesa, le ricercate interlocuzioni con Confindustria e le sue organizzazioni territoriali, la pubblica critica delle sacrosante contestazioni operaie di Cisl e Uil, non sono incidenti di percorso: sono il naturale tentativo di accreditarsi come premier credibile agli occhi dei poteri forti del Paese. Che sono i veri referenti di ogni governo borghese, quale che sia il suo colore e il suo Premier. Ma cosa ha a che fare tutto questo con le ragioni sociali del mondo del lavoro e dei giovani precari, o con le stesse battaglie coerenti di laicità e di democrazia?
Si dirà: “Ma Vendola parla delle ragioni dei lavoratori in ogni comizio!”. Vero. Come tutti i candidati “progressisti” in tutti i comizi. Come Fausto Bertinotti ha fatto per 15 anni, e con eguale bravura, prima di essere travolto dalla natura REALE della sua politica e del governo cui aveva impiccato il partito. Vogliamo ripercorrere ancora una volta il sentiero della sconfitta, dei lavoratori e della sinistra, ammantato di tanta retorica ma in realtà lastricato da ministeri, sottosegretariati, cariche istituzionali e ( virtuali) premierati?

IL VERO SIGNIFICATO DELL'APERTURA A FINI
La stessa apertura di Vendola a Fini, sta qui. Non è uno svarione maldestro, né un'astuta e impescrutabile mossa politica. E' la logica applicazione di una logica governista. Nel momento in cui la situazione politica sembrava precipitare verso un voto anticipato nel segno della cosiddetta “emergenza istituzionale”; nel momento in cui sembrava profilarsi realmente una grande alleanza nazionale comprensiva di UDC e FLI, Nichi Vendola ha segnalato la propria disponibilità a farne parte. Pur di evitare di essere emarginato da una soluzione di governo, ha segnalato la disponibilità a governare con gli ex fascisti: sostenitori della controriforma Gelmini, gestori della privatizzazione dell'acqua, protagonisti politici della mattanza di Genova 2001... Dopodichè, in sole 24 ore, quando la crisi di Fli, lo smarcamento Udc, il rafforzamento di Berlusconi, hanno fatto saltare quello scenario, Vendola ha ripreso il canovaccio tradizionale delle primarie. E si ricomincia il giro, come se nulla fosse accaduto. Ma l'apertura a Fini è stato un clamoroso fascio di luce sulla natura vera del vendolismo: l'ennesima versione del bertinottismo. Non l'annuncio di una sinistra finalmente “vincente” come dice Vendola, ma l'ennesima riproposizione della sinistra sconfitta: della contraddizione tra le parole e le cose.

PER UNA SINISTRA ANTICAPITALISTA
L'alternativa a Vendola non è certo la Fed degli ex ministri Ferrero, Diliberto e Salvi, egualmente disponibili oggi come ieri ad appoggiare un governo di centrosinistra, ma la costruzione di una sinistra finalmente autonoma e alternativa a centrodestra e centrosinistra, schierata sino in fondo col mondo del lavoro e con le ragioni di tutti gli sfruttati, basata su un programma coerentemente anticapitalista per un governo dei lavoratori. Perchè questo è l'unico programma che indica un'alternativa vera. Ed è l'unica politica che può strappare risultati: se è vero che le classi dominanti possono concedere qualcosa solo quando hanno paura di perdere tutto. Perchè le sinistre non UNISCONO le proprie forze in una lotta vera e attorno a un polo indipendente, invece che continuare a inseguire il PD e i ministeri?

Il Partito Comunista dei Lavoratori, è impegnato in questo progetto anticapitalista. Costruiamolo insieme.

USB:sciopero generale 11 marzo 2011

SCIOPERO GENERALE
GENERALIZZATO
11marzo 2011
ORE 9,30 P.ZZA DELLA REPUBBLICA
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA


Il Governo attacca il diritto del lavoro, diminuisce le tasse per i più ricchi, blocca i contratti del pubblico impiego, parteggia per Marchionne, vuole eliminare lo statuto dei lavoratori e il diritto di sciopero, intende dare carta bianca all'impresa modificando la costituzione. Depotenzia la scuola, l'università e la ricerca pubblica, taglia i servizi sociali e non fornisce alcun sostegno al reddito.

Confindustria e aziende vogliono eliminare il contratto nazionale, si scelgono i sindacati con i quali trattare, delocalizzano le aziende e vogliono estendere il metodo Marchionne a tutte le imprese. Ristrutturano, scaricando i costi sulla collettività e licenziano senza alcun freno creando disoccupazione e povertà.

Cisl, Uil e Ugl stanno collaborando in tutto e per tutto con le politiche del Governo e di Confindustria, condividendone obiettivi e metodi, firmando accordi su accordi che peggiorano le condizioni dei lavoratori e calpestano democrazia e diritti. La Cgil partecipa alla costruzione del nuovo Patto sociale attraverso il quale si vuole rendere sempre più competitiva l'impresa peggiorando le condizioni e il salario dei lavoratori.

La disoccupazione aumenta paurosamente e il 30% dei giovani non ha lavoro, il resto sono precari/e.

L'inflazione aumenta ed erode salari e pensioni che rimangono fermi.

Il 10% della popolazione possiede il 50% della ricchezza: i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre di più.

L'evasione fiscale ha raggiunto i 120 mld annui e non viene perseguita, mentre i lavoratori dipendenti sono gli unici che pagano le tasse.

La benzina e le tariffe aumentano continuamente e riducono ancor di più il potere d'acquisto dei salari.

I migranti pagano due volte la crisi, se perdono il lavoro perdono anche il permesso di soggiorno.

La scuola e l'università tornano ad escludere i meno abbienti e sono al servizio delle imprese.

È ORA DI ALZARE LA TESTA E DI RIVENDICARE
CON FORZA SALARIO, REDDITO, DIRITTI E DIGNITÀ.
SE NON ORA QUANDO?

















21/02/11

APPELLO ALLE SINISTRE

FARE COME IN TUNISIA E IN EGITTO: UNA MARCIA NAZIONALE SU PALAZZO CHIGI PER IMPORRE A BERLUSCONI LE DIMISSIONI!

Mentre le classi dirigenti del Paese scatenano una guerra sociale contro il mondo del lavoro e la giovane generazione, precipita la crisi politica e istituzionale della seconda Repubblica. Senza che le opposizioni parlamentari sappiano indicare una via d'uscita positiva per le ragioni dei lavoratori, dei giovani, delle donne.
Il governo Berlusconi cerca di sopravvivere alla propria crisi accentuando tutti i suoi aspetti più reazionari: le pose bonapartiste del Capo, il disprezzo delle formalità democratiche, la corruzione più sfrontata dei parlamentari, sullo sfondo della prostituzione di regime. Mentre Confindustria ottiene il sostegno alle peggiori misure contro i lavoratori, la scuola pubblica , i diritti sindacali. E il Vaticano incassa ulteriori regalie in cambio dell' assoluzione del Sultano e dei suoi “peccati”.
A loro volta le opposizioni parlamentari appaiono paralizzate dalla propria crisi e dal proprio stesso disegno: volendo rimpiazzare Berlusconi con un governo affidabile per gli industriali, i banchieri, i vescovi, non possono mobilitare contro Berlusconi le energie dei lavoratori e delle masse. Per questo si oppongono ad ogni sciopero generale, e progettano grandi alleanze trasformiste estese addirittura a partiti clericali, a settori della destra, eventualmente persino alla Lega.
Il risultato è che Berlusconi resta in sella, col rischio di un ulteriore slittamento reazionario dell'intero quadro politico e sociale.
E' necessaria una svolta. Sono i lavoratori e le grandi masse popolari che possono porre fine al governo Berlusconi aprendo la via di una vera alternativa.
In questi mesi nelle strade e nelle piazze di tutta Italia- seppur in modo discontinuo- si è manifestata un'opposizione di massa. Le mobilitazioni dei metalmeccanici e della Fiom ad Ottobre e a Gennaio. Le lotte degli studenti a Dicembre. Le manifestazioni delle donne il 13 Febbraio, hanno rivelato, in forme diverse, un potenziale enorme di ribellione. Questo potenziale non deve essere disperso, né subordinato alle manovre di palazzo. E' giunto il momento di unificarlo in una grande azione di massa, di carattere straordinario, capace di imporre una svolta:

UNA GRANDE MARCIA NAZIONALE DI LAVORATORI, GIOVANI, DONNE, SU PALAZZO CHIGI, CON L'ASSEDIO PROLUNGATO E DI MASSA DEI PALAZZI DEL POTERE, SINO ALLA CADUTA DEL GOVERNO.
Le sollevazioni popolari di Tunisia ed Egitto hanno dimostrato una volta di più che la forza delle grandi masse è capace di rovesciare in poche settimane regimi trentennali: sbaragliando la loro reazione, dividendo sul campo le loro forze, costringendoli infine alla resa. Il governo Berlusconi, tanto più oggi, non è certo più forte del regime di Ben Alì o di Mubarak. I lavoratori, i giovani, le donne del nostro Paese- se uniti- non sono certo più deboli dei lavoratori e dei giovani di Tunisia ed Egitto.
E' il momento di rompere il muro dello scetticismo o della rassegnazione. E' il momento di uscire dalla logica delle pure manifestazioni di denuncia e di propaganda. E' il momento di fare come in Tunisia e in Egitto. Persino costituzioni liberali riconoscono il diritto popolare alla sollevazione contro governi corrotti e reazionari. Nulla è più democratico che rovesciare un governo basato sulla menzogna e sulla corruzione.
Non serve chiedere a Berlusconi le dimissioni. Occorre imporgliele. Per questo ci rivolgiamo a tutte le sinistre, politiche, sindacali, di movimento; a tutte le forze dell'associazionismo democratico; a tutte le strutture popolari impegnate quotidianamente nella battaglia sociale e democratica , per promuovere insieme la marcia nazionale sul governo e aprire dal basso una pagina nuova: che rimuova finalmente le classi dirigenti del Paese.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI


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ATTORNO A QUESTO APPELLO VOGLIAMO APRIRE UNA DISCUSSIONE PUBBLICA TRA LE FORZE DELL'OPPOSIZIONE OPERAIA E POPOLARE,A OGNI LIVELLO, RACCOGLIENDO ADESIONI E OSSERVAZIONI.

16/02/11

Fabriano: convegno con Ferrando, Bellavita, Quaglietti e Rossi

per ingrandire clicca sull'immagine del manifesto



Fabriano, 16 febbraio 2011


A tutti gli organi di stampa e informazione
della Regione Marche

COMUNICATO STAMPA:
Fabriano: convegno con Ferrando, Bellavita, Quaglietti e Rossi

Fabriano – Si intitola: “Contro la crisi: piegare i padroni, cacciare Berlusconi”, il grande convegno pubblico che si terrà a Fabriano sabato 19 febbraio alle ore 17.00, presso la Sala Ubaldi dell’istituto tecnico agrario (via dei cappuccini 5).

Durante l’incontro si analizzeranno gli attacchi subiti dai lavoratori italiani e marchigiani negli ultimi decenni e si avanzeranno proposte politiche e sindacali concrete per far si che la crisi la paghi chi l’ha provocata e cioè le banche e la grande borghesia industriale e finanziaria.

Al dibattito prenderanno parte numerosi ed autorevoli ospiti tra cui Marco Ferrando (Portavoce Nazionale del PCL), Sergio Bellavita (Segreteria Nazionale FIOM-CGIL), QUAGLIETTI Andrea (Esecutivo Nazionale USB). Modererà la discussione Emanuele Rossi, consigliere comunale indipendente di Fabriano. Interverranno anche operai della Merloni e delle Cartiere Miliani.

Con preghiera di massima diffusione

Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione di Ancona
Info: pclancona@alice.it - www.marcherosse.blogspot.com

II Congresso PCL Marche - breve raccolta di interventi





Qui sopra una breve raccolta di interventi ed interviste durante il II Congresso regionale del Partito Comunista dei Lavoratori delle Marche svoltosi l'11 dicembre 2010.

14/02/11

LE MANIFESTAZIONI DEL 13 FEBBRAIO IMPONGONO UN CAMBIO DI PASSO


Le enormi manifestazioni di donne e di popolo nelle piazze di tutta Italia si sono risolte nella rivendicazione corale della cacciata del governo. E' una richiesta che va onorata, non a parole ma coi fatti. E' il momento di unire il fronte di massa dei lavoratori, degli studenti, delle donne, in una grande marcia nazionale su Palazzo Chigi per imporre a Berlusconi le dimissioni,attraverso l'assedio prolungato e di massa dei palazzi del potere. E' l'unica via per sgombrare il campo dal Sultanato di Arcore aprendo dal basso uno scenario nuovo. Non quello di una Santa Alleanza Nazionale con gli amici “democratici” di Marchionne e del Vaticano .Ma quella di un'alternativa alle classi dirigenti del Paese. E' il caso davvero di dire “Se non ora quando?”

Le rivoluzioni popolari in Tunisia e in Egitto hanno dimostrato nel modo più clamoroso ciò che il PCL ha sempre sostenuto: la forza delle masse può infrangere ogni barriera. Il governo Berlusconi, a maggior ragione oggi, non è certo più forte del regime di Ben Alì o di Mubarak. Perchè allora non unire le forze per una spallata di massa liberatoria? Se milioni di lavoratori e di giovani, uomini e donne, si liberano del controllo paralizzante del centrosinistra e acquistano fiducia nella propria forza, tutto diventa possibile.

Questa è la linea con cui il PCL è intervenuto nelle manifestazioni del 13 Febbraio, fuori da ogni logica di defilamento o di subordinazione all'impostazione egemone. Questa è la proposta che il PCL formalizzerà a tutte le forze della sinistra politica e sindacale , e dell'associazionismo popolare antiberlusconiano.

Partito Comunista dei Lavoratori

12/02/11

Se non ora, quando?

INVITO ALLE DONNE ITALIANE A PARTECIPARE AD UNA GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE DOMENICA 13 FEBBRAIO 2011

In Italia la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani.
Tante sono impegnate nella vita pubblica, in tutti i partiti, nei sindacati, nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato allo scopo di rendere più civile, più ricca e accogliente la società in cui vivono. Hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della dignità femminile ottenute con il contributo di tante generazioni di donne che - va ricordato nel 150esimo dell’unità d’Italia - hanno costruito la nazione democratica.
Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile.
Una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mete scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici.
Questa mentalità e i comportamenti che ne derivano stanno inquinando la convivenza sociale e l’immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile, etica e religiosa della nazione.
Così, senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza.
Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni.
Chi vuole continuare a tacere, sostenere, giustificare, ridurre a vicende private il presente stato di cose, lo faccia assumendosene la pesante responsabilità, anche di fronte alla comunità internazionale.
Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignità e diciamo agli uomini: se non ora, quando? è il tempo di dimostrare amicizia verso le donne.
 
ANCONA – 13 febbraio, ore 16.00 Piazza della Repubblica manifestazione







11/02/11

Perché dire NO al revisionismo di AREA SOCIALE

In questi anni il revisionismo ha fatto carte false pur di deformare, falsificare e cancellare la storia. Nel nome della “pacificazione” e della costruzione di un’artificiosa “memoria condivisa” viene condotta una campagna di stravolgimento della verità storica, tesa alla sistematica assoluzione del fascismo e alla denigrazione di chi lo ha realmente combattuto nella Resistenza, arrivando alla vergogna di mettere sullo stesso piano nazi-fascisti ed antifascisti, repubblichini e partigiani, combattenti per la libertà ed oppressori o, peggio ancora, presentando i carnefici come vittime e martiri e i perseguitati come aggressori.

E’ in quest’ottica che Area Sociale, realtà che cela sotto la bella maschera di associazione culturale i propri vergognosi riferimenti ideologici, si appresta a commemorare le Foibe.

Ma a questo punto una domanda sorge spontanea: perché in tutta Italia, movimenti, associazioni e partiti neofascisti come Casa Pound, Forza Nuova e la nostrana Area Sociale si mobilitano in massa per appropriarsi di questa ricorrenza?

La risposta è semplice quanto scontata e la si ritrova nel silenzio assordante che l’estrema destra italiana mostra dinnanzi alle vittime del genocidio attuato dai nazi-fascisti. Un silenzio del tutto comprensibile visto che Mussolini, idolo della nuova generazione di fascisti, fu direttamente responsabile e complice di Hitler nell’attuazione della cosiddetta “soluzione finale”.

Il fine vergognoso di Area Sociale, ovvero quello di porre le Foibe sullo stesso piano dell’Olocausto, è perfettamente coerente con la linea revisionistica che negli ultimi anni interessa larghi settori delle destra italiana, moderata e non. Una revisione che tende ad equiparare i morti delle Foibe a quelli dei Lager, senza minimamente contestualizzare gli eventi storici. Basti pensare che lo stesso Mussolini nel 1920 proferiva le seguenti parole:

«Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. [...] I confini dell'Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani.»

E’ quindi di fronte a questo squallido tentativo di strumentalizzazione che ci indigniamo e sentiamo il bisogno di ribadire sempre più forte il nostro NO a qualsiasi tentativo di revisionismo storico!

Centro Sociale Autogestito Fabbri
Collettivo Studentesco 70C Revoluzione

10/02/11

Intervista chock della Maiolo (ex deputata di Rifondazione)


Intervista chock di Tiziana Maiolo ex esponente dei Radicali prima, deputata di Rifondazione poi. Oggi esponente di Futuro e Libertà. Sentite cosa dice sulla tragedia dei quattro bambini Rom morti bruciati a Roma. e Meditiamo su chi abbiamo contribuito ad eleggere anche con il nostro voto, a causa del lassismo della dirigenza di Rifondazione Comunista che ha permesso la candidatura di personaggi come questo lurido razzista.

FARE COME IN TUNISIA - volantino nazionale


Testo del volantino nazionale diffuso in questi giorni dal PCL in tutta Italia

FARE COME IN TUNISIA
UNA GRANDE MARCIA NAZIONALE, OPERAIA E POPOLARE, SU PALAZZO CHIGI PER IMPORRE A BERLUSCONI LE DIMISSIONI

La misura é colma per milioni di lavoratori, di giovani, di cittadini.
Il vero scandalo non è la cosiddetta vita privata di Berlusconi.
Il vero scandalo è che il Sultanato che governa l'Italia si regge ormai sulla compravendita dei parlamentari, sulla pubblica menzogna, sulla violazione delle stesse norme istituzionali.
Il vero scandalo è che lo stesso premier che spende in una sola notte di mercificazione femminile quanto un operaio/a guadagna in due anni, è lo stesso che sostiene Marchionne contro gli operai e mira a distruggere il loro contratto nazionale.
Il vero scandalo è che lo stesso premier che promuove le sue amanti come assessori o ministre, taglia scuola, università, stipendi dei dipendenti pubblici nel nome della..”meritocrazia”.
Il vero scandalo è che lo stesso governo Berlusconi- Bossi che in nome del “federalismo” aumenta le tasse su lavoratori e pensionati, è lo stesso che regala al Vaticano una scandalosa esenzione fiscale in cambio del sostegno politico dei vescovi e dell'..assoluzione dei “peccati” del Sultano.
Il vero scandalo, infine, è che di fronte a tutto questo le “opposizioni” parlamentari si limitano alle sole parole contro Berlusconi, in attesa di riconquistare i poteri forti( Confindustria, banche, Vaticano) e tornare a governare in loro nome: per questo appoggiano Marchionne e si oppongono allo sciopero generale, contribuendo di fatto alla sopravvivenza del governo.
Tutto ciò è intollerabile.
E' l'ora di una svolta. Non serve a nulla ”chiedere” a Berlusconi le dimissioni. E' necessario imporgliele con un'azione di massa dirompente. E' necessario fare come in Tunisia contro il regime di Ben Alì (amico di Berlusconi): organizzare un vero sciopero generale; promuovere una grande mobilitazione continuativa di lavoratori e di popolo che marci sui palazzi del potere e punti a rovesciare il governo. Non si dica che sarebbe “antidemocratico”: nulla sarebbe più democratico che liberare il campo da un governo basato sulla corruzione, sulla truffa, sul condono agli evasori, sulla negazione dei diritti democratici dei lavoratori, al servizio di una piccola minoranza di capitalisti, banchieri, faccendieri.
Per questo facciamo appello a tutte le sinistre, a tutte le organizzazioni del movimento operaio e popolare, a tutte le realtà del movimento degli studenti e dei giovani, a tutte le associazioni del popolo democratico antiberlusconiano, perchè finalmente si realizzi insieme una lotta vera , capace di vincere:

SI PREPARI UNO SCIOPERO GENERALE PROLUNGATO CONTRO PADRONATO E GOVERNO SULLE RIVENDICAZIONI DEI LAVORATORI, DEI PRECARI, DEI GIOVANI !

ORGANIZZIAMO OVUNQUE PRESIDI DI MASSA DELLE PREFETTURE CON LA PAROLA D'ORDINE DELLA CACCIATA DEL GOVERNO !

PROMUOVIAMO DA TUTTA ITALIA UNA GRANDE MARCIA NAZIONALE, OPERAIA E POPOLARE, SU PALAZZO CHIGI, CHE ASSEDI IL GOVERNO SINO ALLA SUA CADUTA !

Il primo successo della rivoluzione tunisina e la sollevazione popolare in Egitto dimostrano che nessun potere può reggere alla forza dei lavoratori e del popolo, quando essi si scrollano di dosso la rassegnazione e la paura.
Anche in Italia è questa la via per l'unica alternativa vera : quella che assegna ai lavoratori il posto di comando.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

06/02/11

Pubblico Impiego, GOVERNO, CISL E UIL FIRMANO UN ACCORDO PER SOSTENERSI A VICENDA

Ai dipendenti pubblici e alla pubblica amministrazione serve ben altro. A marzo sciopero generale

"L’intesa sottoscritta questa mattina da Cisl Uil sull’applicazione della premialità nella Pubblica Amministrazione prevista dalla riforma Brunetta, serve unicamente a chi, con enormi responsabilità nel quotidiano processo di smantellamento della Pubblica Amministrazione, tenta goffamente di recuperare credibilità nei confronti dei dipendenti pubblici, dei cittadini, degli elettori”, così Paola Palmieri dell’Esecutivo nazionale USB Pubblico Impiego dopo l’incontro svoltosi questa mattina a Palazzo Chigi.  

“Usb non ha firmato e non è disponibile a firmare accordi di questo genere”, sottolinea Palmieri. “Con questa intesa Brunetta inventa una fase di transizione per consentire a Governo e sindacati collaborazionisti di uscire da una situazione di grande difficoltà, data dalla impossibilità di applicare una riforma che ogni giorno si rivela sempre più iniqua e destinata a distruggere la Pubblica Amministrazione. Una impasse determinata da un lato dal d.lgs. 150, con la previsione della premialità e della meritocrazia attraverso le fasce, dall’altro dalla manovra finanziaria che con il blocco dei contratti impedisce di fatto l’applicazione della riforma”.

 “In mezzo i lavoratori - Prosegue la dirigente USB - senza contratti e con il blocco delle retribuzioni per 4 anni, con un blocco del turn over che aumenta a dismisura i carichi di lavoro peggiorando i servizi ai cittadini, impedendo nuove assunzioni mentre si continuano a licenziare i lavoratori precari”.

“La realtà – evidenzia Palmieri - è che siamo di fronte ad un sostanziale fallimento della riforma Brunetta, che va ascritto all’opposizione dei dipendenti pubblici, i quali con USB hanno lottato nelle piazze e nei posti di lavoro a difesa dei diritti dei lavoratori e delle funzioni pubbliche”.
Conclude Palmieri: “Per continuare la lotta contro le politiche di attacco al mondo del lavoro la Confederazione USB ha proclamato lo sciopero generale di tutte le categorie per il mese di marzo, con manifestazione nazionale a Roma. USB P.I. chiamerà tutti i lavoratori pubblici a partecipare in massa per continuare la battaglia di difesa del proprio salario, della propria dignità e dei propri diritti unitamente a tutto il mondo del lavoro, dei disoccupati, dei precari, degli studenti e degli immigrati”. 
 
Unione Sindacale di Base

LA RIVOLUZIONE EGIZIANA. Articolo di approfondimento di M.Ferrando

 
La rivoluzione egiziana è in pieno corso. Il suo impatto è enorme per il Medio Oriente, e di riflesso, per l'intero scenario internazionale. Scrivo queste righe in un momento cruciale dello scontro in atto tra rivoluzione e controrivoluzione in piazza Tahrir al Cairo: il cui esito sarà decisivo sulla direzione di marcia degli avvenimenti. Ma è necessario già oggi formulare una prima analisi, seppur provvisoria, della situazione e definire la nostra posizione generale.

Da 11 giorni una gigantesca sollevazione popolare attraversa l'Egitto. A Il Cairo, Alessandria, Suez, e in decine di altre città, larga parte della società egiziana si è levata contro un regime dispotico trentennale, ponendolo con le spalle al muro.
Questa sollevazione è stata indubbiamente innescata dalla rivoluzione tunisina. Ma le fascine dell'esplosione si erano accumulate per lungo tempo nelle pieghe della società egiziana.


LE BASI SOCIALI DELLA RIVOLUZIONE E DEL REGIME

Il capitalismo egiziano, sotto il profilo strettamente economico, non è affatto in crisi: al punto che negli anni della grande crisi capitalistica mondiale (2007-2009) l'Egitto ha continuato a registrare tassi di crescita del PIL assai elevati ( tra il 5% e il 7%). Ma questo sviluppo capitalistico è stato trascinato (e distorto) dai massicci investimenti imperialisti legati alle privatizzazioni del regime e alle delocalizzazioni produttive; si è appoggiato sul supersfruttamento della classe operaia e sulla miseria crescente di grandi masse, urbane e rurali; si è combinato con l'arricchimento sfarzoso di una casta di regime parassitaria, nutrita dalle tangenti occidentali e dalle donazioni americane. Un proletariato immiserito e al tempo stesso sempre più esteso e concentrato ( a partire dall'industria) a fronte di una borghesia nazionale subalterna all'imperialismo e infeudata al regime: queste le classi fondamentali della società egiziana. In mezzo una vasta massa piccolo borghese irrequieta, frustrata nelle sue aspirazioni sociali dai clientelismi sfacciati del regime; un consistente settore di pubblico impiego statale relativamente “privilegiato”; un'ampia area diseredata di sottoproletariato urbano. Il tutto in una Paese in cui oltre il 60% degli abitanti ha meno di 30 anni: ciò che rappresenta un enorme bacino di energie fresche, non rassegnate, non comprimibili all'infinito. 
 

05/02/11

L'intervento del PCL all'assemblea annuale dell'ACU Gulliver


Di seguito pubblichiamo il testo dell'intervento del compagno Mauro Goldoni, invitato all'apertura dell'affollata assemblea annuale dell'Associazione Culturale Universitaria "Gulliver" (aderente all'UDU), il giorno 03/02/2010 ad Ancona.

Discorso di saluto all’assemblea annuale dell’associazione “Gulliver” del 03/02/2011
 Oggi sono qui per portare i saluti di tutto il Partito Comunista dei Lavoratori, in particolare l’augurio per i lavori della vostra assemblea da parte dei compagni di Ancona e delle Marche.
 La vostra associazione in quest’anno di lotte ha dato una bella lezione a tutto il movimento studentesco marchigiano, portando due insegnamenti fondamentali, che anche noi cerchiamo di fare nostri in ogni battaglia del PCL:
 1)Il primo è che la lotta paga. Quando il movimento studentesco delle Marche era ancora sopito, voi lo avete risvegliato con la vostra battaglia sul diritto allo studio. Avete sfidato tutte le istituzioni della Regione e le avete messo al muro. Nonostante le vostre giuste accuse al Governo nazionale, avete chiesto alla regione borse di studio, alloggi etc., sostenendo a gran voce che la mancanza di fondi dallo Stato non era un alibi valido perchè la Regione smantellasse il diritto allo studio sancito dalla Costituzione. Avete ottenuto così un’importante vittoria come non si vedeva da tempo nel campo della Scuola e dell’Università.
 2)Ma non vi siete fermati, avete continuato a manifestare, a scrivere, a salire sui tetti.  Avete capito che la vittoria ottenuta, pure fondamentale per molti di voi che potranno continuare a percepire le borse di studio, è stata solo una conquista parziale. Ci avete così regalato una seconda lezione: che la lotta non deve fermarsi alla prima battaglia vinta, ma le vittorie di oggi sono solo una prima tappa nel percorso di lotta che deve portare a rilanciare definitivamente l’Istruzione Pubblica e la Ricerca.
 Al contrario delle forze di Centrosinistra che monopolizzano la scena politica negli ultimi anni, non avete chiesto agli studenti di seguirvi solo per la vostra propaganda antiberlusconiana, che è comunque sacrosanta. Avete avanzato delle proposte concrete e diciamolo “di classe”: una piattaforma di lotta chiara intorno a cui fare quadrato, che ha permesso anche a chi, come me, è molto lontano dal mondo dell’Università, di seguirvi e sostenervi.
 Inoltre avete capito che l’unico modo per uscire da questi decenni bui è unire le lotte degli studenti con quelle dei lavoratori, partecipando attivamente a tutte le manifestazioni operaie che ci sono state.
 Non vi siete fermati di fronte a nessuno. E l’augurio che vi faccio è di non farlo mai: non cedete alle lusinghe di qualche “politicante” che sicuramente in questi mesi vi avrà corteggiato tirandovi per la giacca e promettendovi chissà cosa. Ricordatevi sempre di essere un’associazione di studenti che lotta per i diritti degli studenti e diffidate di quelli, sia di centrodestra che di centrosinistra, negli ultimi vent’anni non hanno fatto nulla per la Scuola e L’università se non delle terribili controriforme per smantellarle.
 Continuate così ed il Partito Comunista dei Lavoratori, seppur con le sue forze ancora esigue, rimarrà sempre al vostro fianco.  Buon lavoro.

04/02/11

Cerreto D’Esi, i timori del PCL sulla speculazione edilizia erano fondati



Cerreto D’Esi, 04 febbraio 2011

A tutti gli organi di stampa e informazione
della Regione Marche

COMUNICATO STAMPA:


Cerreto D’Esi – Il grave rischio di speculazione edilizia nel comune di Cerreto D’Esi, più volte denunciato dalla locale sezione del Partito Comunista dei Lavoratori è purtroppo divenuto realtà.

Il recente sequestro alla mafia di una palazzina disabitata da anni, di cui il PCL aveva chiesto l’utilizzo per affitti agevolati alle famiglie bisognose secondo la formula “dell’esproprio della terza casa sfitta”, dimostra che le rivendicazioni lanciate durante l’ultima campagna elettorale dal nostro partito erano e restano valide alternative alla lottizzazione selvaggia ed alla speculazione edilizia portata avanti negli ultimi anni dalle amministrazioni comunali. Inoltre ci confermano che le nostre critiche al piano regolatore ed alla cementificazione selvaggia erano giustificate, dato che persino la camorra è venuta ad investire a Cerreto.

Ora chiediamo a gran voce che i membri dell’attuale maggioranza comunale (che hanno sempre evitato ogni confronto con il PCL ed il suo programma), lavorino fin da subito perché, qualora si dovesse giungere alla definitiva confisca dell’edificio ai sensi della Legge 109/96, gli appartamenti vengano messi a disposizioni di giovani o famiglie bisognose a canoni agevolati.   


Con preghiera di massima diffusione

Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione di Ancona – Nucleo Montano

03/02/11

FABRIANO: VERGOGNOSE LE DICHIARAZIONI DEL SINDACO SORCI SULLA CRISI DELL’ARDO

Fabriano,03 febbraio 2011
  
A tutti gli organi di stampa e informazione
della Regione Marche 
COMUNICATO STAMPA:
FABRIANO: VERGOGNOSE LE DICHIARAZIONI DEL SINDACO SORCI SULLA CRISI DELL’ARDO

La drammatica crisi dell’Ardo e dell’intero distretto industriale fabrianese, registra, con le dichiarazioni del sindaco Sorci, un nuovo atto di trasformismo. Il primo cittadino tenta infatti di scaricare sugli altri le sue gravi responsabilità nell’imminente tracollo economico che si abbatterà contro migliaia di famiglie.
Non sappiamo davvero a chi si rivolgesse il Primo Cittadino quando il 29 gennaio scorso sosteneva sulla stampa “che esistono dei tifosi che sperano nella chiusura della principale industria fabrianese”. L’unica certezza che abbiamo riguarda il colpevole silenzio dell’intera classe politica fabrianese circa i progetti di risanamento dell’ardo che dovevano iniziare nel 2002-2003 (quando Sorci era già Sindaco di Fabriano) ma non sono mai neppure iniziati. Perché, quindi, tutta questa ipocrisia da parte di chi, da sempre, è stato “un alfiere” dei poteri forti e che tacciava di catastrofismo quelle poche voci d’allarme che si levavano per denunciare la catastrofe sociale, che oggi puntualmente si appresta a divenire una tragica realtà.
Per questo il Partito Comunista dei Lavoratori rinnova l’invito a tutte le opposizioni di sinistra, ai movimenti ed ai centri sociali presenti nel territorio fabrianese
1)ad uscire immediatamente dalla maggioranza che sostiene l’attuale giunta comunale
2)a costruire da subito un reale blocco di opposizione politica che, ponendo al centro al centro del proprio programma gli interessi dei lavoratori e delle loro famiglie, si ponga in alternativa ai due principali schieramenti di centrodestra e centrosinistra già dalle prossime elezioni comunali

Con preghiera di massima diffusione

Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento Provinciale Ancona

Fabriano: l'allarme del PCL, "Cancellano il nome delle Miliani"

Articolo pubblicato sul quotidiano "Corriere Adriatico" del 02/02/2011
 Fabriano - “Vogliono cancellare il nome delle Miliani”. E’ un grido d’allarme quello che arriva dal Partito comunista dei lavoratori, in riferimento a quanto emerso di recente. “Alcune dichiarazioni di certi personaggi – osserva il Pcl – suscitano sgomento e riprovazione. Com’è possibile sostenere tale progetto? Non solo per il prestigio mondiale che le Cartiere Miliani rivestono, ma anche per le inevitabili ricadute negative che si abbatteranno sul comprensorio. Tutto ciò è la conseguenza della privatizzazione selvaggia favorita dai politici fabrianesi, che invitiamo a confrontarsi con i lavoratori. E’ ora di porre fine ai legami consociativi esistenti tra qualche dirigente esterno delle Miliani e alcuni pseudo politici che continuano a ignorare la realtà della nostra azienda. Questo, sommato alla mancanza di ricambio generazionale nel management, fa presagire un futuro negativo anche per il nostro complesso industriale”.