30/06/10

Presidio antifascista a Fabriano


FABRIANO VENERDI' 2 LUGLIO
ORE 18 PIAZZA DEL COMUNE
PRESIDIO ANTIFASCISTA


Nella notte a cavallo tra il 23 e il 24 giugno durante i festeggiamenti per la chiusura del Palio, un ragazzo fabrianese di 19 anni è stato insultato, aggredito e picchiato da diversi ragazzi fuori dell'osteria del Borgo. L'aggressione vigliacca ha una matrice ideologico-politica in quanto il ragazzo è stato massacrato di botte per aver cantato Bella Ciao e per aver indossato una maglietta con il volto di Che Guevara.
A Fabriano, come in tutta Italia, queste azioni non devono passare impunite, all'ignoranza che conduce al più becero fanatismo dobbiamo opporre la nostra cultura di antifascisti che presidiano il territorio, che a gran voce rivendicano nessuno spazio di agibilità politica per coloro che si rifanno ad una cultura rigettata nelle fogne della storia.
Ciò che è accaduto nella nostra città è un'eco di ciò che quotidianamente avviene in Italia, sono tantissime le vittime del fascismo moderno e di una cultura dell'intolleranza sponsorizzata dall'attuale governo che continuamente mortifica il 25 aprile svuotandolo di ogni significato politico, che con i vari pacchetti sicurezza attacca le classi sociali più deboli come i lavoratori e i migranti e che copre la crisi economica con una spietata caccia ai più disagiati.
Non vogliamo solo denunciare il gravissimo evento accaduto a Fabriano, che non resterà sicuramente impunito,ma richiamare tutti gli antifascisti del nostro territorio ad una consapevolezza importante: che oggi esiste un fascismo moderno che trova nella cultura dell'odio e della xenofobia la sua linfa di sopravvivenza.
E' doveroso che tutta la collettività stigmatizzi quest'atto gravissimo e che lo condanni fermamente per questo Venerdì 2 luglio allestiremo un presidio in Piazza del Comune a partire dalle ore 18.00 al quale invitiamo tutti gli antifascisti fabrianesi.

- Contro tutte le forme di fascismo, intolleranza e xenofobia

- Contro un governo che promuove una cultura dell'odio e incentiva ogni forma di più becero revisionismo storico

- Per un antifascismo militante, che non si riduca a mera testimonianza, ma che sia una scelta di vita e di lotta

Vogliamo una società che trovi le sue basi in idee di giustizia sociale, libertà e solidarietà per questo nessun fascista pensi di trovare vita facile nelle nostre città.

ASSEMBLEA ANTIFASCISTA FABRIANESE

Aderiscono al presidio:
RevoluzionE, Collettivo Studentesco 70C, Centro Sociale Autogestito Fabbri, Redazione Caffè Revolution, Partito Comunista dei Lavoratori, ANPI Fabriano, Effetti Collaterali, Circolo ARCI “Il Corto Maltese”, Associazione Il Cantiere delle Idee, Comunisti Italiani Fabriano, Rifondazione Comunista Fabriano, Sinistra Ecologia Libertà Fabriano, Paritto Democratico Fabriano, CGIL Fabriano, ANPI Matelica, Magma Matelica, Rifondazione Comunista Matelica, Giovani Democratici Matelica, Ya Basta Marche, Comunità Resistenti delle Marche, Circolo Gramsci Ancona

29/06/10


Cliccando qui sopra potrete leggere il testo del volantino che verrà distribuito alla cittadinanza e davanti alle fabbriche di Cerreto.

24/06/10

La risposta dei lavoratori al ricatto di Marchionne



Ed ora se la fiat se ne vuole andare gli stabilimenti vengano nazionalizzati!

UN SUCCESSO DEL NO (23 Giugno 2010)
la lotta degli operai di Pomigliano

Il risultato di Pomigliano è, di fatto, una vittoria di Fiom e Cobas. Nonostante il ricatto anticostituzionale della Fiat, nonostante la massiccia campagna bipartisan di governo e PD, nonostante il vergognoso invito al Sì di Guglielmo Epifani, quasi il 40% dei lavoratori ha rifiutato apertamente l’umiliazione della servitù e chiede una svolta. E’ un fatto straordinario. Se ora, dopo questo esito imprevisto, Marchionne provasse a chiudere Pomigliano, le sinistre sindacali dovrebbero promuovere unitariamente l’occupazione della fabbrica da parte dei lavoratori, e rivendicare la nazionalizzazione della Fiat, senza alcun indennizzo. Più in generale tutte le sinistre sindacali e politiche hanno il dovere di raccogliere il segnale di Pomigliano, rilanciando la mobilitazione in tutti gli stabilimenti Fiat e nell’insieme del mondo del lavoro: solo una mobilitazione generale, radicale, prolungata, può sbarrare la strada alla Fiat e al governo. Porteremo questa proposta di unità e radicalità nello sciopero del 25 Giugno.
MARCO FERRANDO
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

RENDERE INGOVERNABILE IL PIANO MARCHIONNE-SACCONI (24 Giugno 2010)

Chi voleva celebrare a Pomigliano il funerale della lotta di classe, si è trovato di fronte alla dignità degli operai: che, nonostante il ricatto, hanno tracciato un confine insuperabile tra le proprie ragioni sociali e l’intero arco della politica dominante ( governo, PD, grande stampa) tutta schierata con la Fiat. Si è trattato di un limpido spartiacque di classe. Ora tutte le sinistre sindacali e politiche hanno il dovere di rompere col PD confindustriale, e di unire le proprie forze in una mobilitazione generale che renda ingovernabile il piano Marchionne –Sacconi, ponendo al centro le rivendicazioni operaie. Se le sinistre lo vogliono, Pomigliano può cambiare l’agenda sociale e politica italiana. Lo sciopero generale di domani deve trasformarsi nell’inizio di una controffensiva radicale del movimento operaio. Col varo di una piattaforma unificante e l’avvio di una lotta prolungata.

MARCO FERRANDO
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Marco Ferrando

22/06/10

Brancher: un altro faccendiere al servizio del capitale




Un altro servo fedele della grande borghesia e dei comitati d’affari, entra a far parte del Governo. Il suo nome è Aldo Brancher, lacchè di Berlusconi e servo protettore del sistema capitalistico. Si pensava che il cavalierissimo Premier Berlusconi potesse affidargli l’incarico lasciato dall’immacolato Scajola, ma “l’unto del signore” ha preferito affidargli un dicastero nuovo di zecca, quello del Federalismo. Napolitano ha firmato senza discutere il decreto su richiesta di Berlusconi, infatti Brancher ha prestato giuramento al Quirinale davanti alle più alte cariche dello Stato.

Ora possiamo dire veramente che ce n’è per tutti i gusti, dai truffatori, ai mafiosi, bancarottieri, tangentisti, corruttori, evasori, massoni P2isti, mancano solo i serial killer!? Intanto con Aldo Brancher si è creato un nuovo posto di lavoro che darà seguito ad altre poltrone, alla faccia della disoccupazione. E del risparmio imposto dalla finanziaria.

Ma chi è Aldo Brancher?

Agli inizi degli anni settanta si chiamava Don Aldo, un ex prete che aveva uno straordinario fiuto per gli affari e affiancava Don Mammana responsabile della pubblicità di “Famiglia Cristiana”. Da protettore degli ultimi se mai lo è stato, ben presto si fece sedurre dal brillante mondo della pubblicità berlusconiana e abbandonò la “tonaca” per indossare la “cravatta” del manager P2ista e prendere servizio in Fininvest. L’onnipotente demone tentatore Silvio Berlusconi fece cedere Don Aldo alle sue lusinghe, così Brancher di “gesuitica diplomazia” divenne un’ottima pedina del capitalismo diventando appunto uno specialista nel tenere rapporti coi partiti. L’ex sacerdote fu accusato (e lui stesso confermò) di aver pagato una tangente di 300 milioni, per aggiudicarsi gli spot della campagna pubblicitaria sull’AIDS (bell’inizio di carriera per il nuovo uomo del Presidente).

Dietro le sbarre di S.Vittore, per il suo silenzio fu ribattezzato “ il Gregante della Fininvest”. Incentivato a mantenere il silenzio in carcere, diventò il nuovo assistito di Cesare Previti in persona (ex Ministro della Difesa del primo governo Berlusconi, condannato in via definitiva nel 2006 per il processo IMI-SIR e nel 2007 per il processo Lodo Mondadori, dopo aver beneficiato dell’indulto, è stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici) che lo assistette nel mantenere il silenzio fino alla sua scarcerazione avvenuta per decorrenza dei termini.

Per concludere, il nuovo Ministro del Federalismo si è fatto il carcere ai tempi di Mani Pulite, e stato poi condannato in primo e secondo grado per falso in bilancio e finanziamenti illecito ai partiti, tutto prescritto grazie al primo governo Berlusconi.

Forse sarà lui il nuovo traghettatore che contribuirà a massacrare i servizi sociali, a garantire ancor di più la proprietà privata dei mezzi di produzione, la possibilità di evadere, la delocalizzazione e l’ulteriore infiltrazione mafiosa, nel mantenere e abbassare ulteriormente i costi della manodopera. Burattino nelle mani dei capitalisti, delle lobby e dei comitati d’affari che cercherà di incrementare ad ogni costo i profitti della classe capitalistica a scapito della classe lavoratrice.

È ora di dire basta all’ideologia neo-liberale e alla dittatura che impongono alla società!

Lottiamo per un Governo dei Lavoratori!



Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez.Ancona-nucleo montano.

20/06/10

iniziativa pubblica a Jesi con Franco Grisolia


All’Officina Rebelde si discute della crisi israelo-palestinese

Jesi, 20 giugno 2010

A tutti gli organi di stampa e informazione
della Regione Marche

COMUNICATO STAMPA DEL PCL MARCHE

Jesi - “Palestina: quale pace tra oppressi ed oppressori?”, E’ questo il titolo dell’iniziativa che si svolgerà all’Officina Sociale Rebelde lunedì ventuno alle nove di sera. Al dibattito pubblico prenderà parte Franco Grisolia, Responsabile Internazionale del Partito Comunista dei Lavoratori. Di ritorno da un importante meeting su questioni politiche internazionali tenutosi in Grecia, Grisolia farà sosta a Jesi per proseguire l’opera di convinzione del PCL sulla delicata crisi palestinese. Da giorni infatti, prosegue la serrata campagna che si propone di unire l’intero movimento dei lavoratori per la mobilitazione contro la barbara occupazione israeliana portata avanti da un governo sionista e senza scrupoli ed il sostegno garantito a quest’ultimo dai governi occidentali.“Lo Stato di Israele nasce dall’interpretazione letterale delle sacre scritture ebraiche nell’insolito contesto seguito alla seconda guerra mondiale” sostiene Grisolia, “Oggi le condizioni sono profondamente cambiate ma la pace stenta a sopraggiungere. Perciò invochiamo a gran voce un generale ripensamento delle fallimentari politiche internazionali di questi decenni. Chiediamo la creazione di un unico Stato, che garantisca pari dirtitti e dignità per tutti gli individui e le minoranze etniche e religiose. Insomma una Palestina libera, unita, laica e socialista”.

Con preghiera di massima diffusione

Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento regionale Marche
Cell. 3341770182
Info: pclancona@alice.it - www.marcherosse.blogspot.com

16/06/10

Il no della Fiom al documento Fiat - le proposte per riaprire la trattativa


Venerdì 11 giugno il Gruppo Fiat ha confermato, in un incontro al ministero dello Sviluppo economico, la scelta di cessare l’attività di Termini Imerese, trasferendo in Polonia la produzione della Ypsilon entro il 21 dicembre 2011 e, permanendo l’assenza di reali e concrete soluzioni industriali, ciò significa cancellare oltre 2.200 posti di lavoro e una delle più importanti attività industriali di tutta la Sicilia.

Nella stessa giornata, il Gruppo Fiat ha condizionato l’investimento 700 miliardi di euro per produrre nel 2012 la Panda a Pomigliano all’accettazione di una proposta ultimativa, non negoziabile, che nel delineare un nuovo sistema di utilizzo degli impianti e di organizzazione del lavoro deroga all’applicazione del Ccnl e di diverse norme di legge in materia di sicurezza e salute sul lavoro e nel lavoro a turni.

Ci riferiamo, ad esempio, al fatto che le condizioni della Fiat sanciscano che:

lo straordinario obbligatorio passa da 40 a 120 ore annue con possibilità per l’azienda di comandarlo come 18° turno, nella mezz’ora di pausa mensa, nei giorni di riposo, per recuperi produttivi anche dovuti a non consegna delle forniture;
le pause sui montaggi si riducono da 40 a 30 minuti giornalieri;
si può derogare al riposo di almeno 11 ore previste dalla legge da un turno all’altro per il singolo lavoratore;
l’azienda può decidere di non pagare il trattamento di malattia contrattualmente previsto a suo carico;
l’azienda può modificare le mansioni del lavoratore senza rispettare il principio dell’equivalenza delle mansioni;
l’azienda ricorre per 2 anni alla Cigs per ristrutturazione senza rotazione, con l’obbligo del lavoratore alla formazione senza alcuna integrazione al reddito.
Inoltre, la proposta ultimativa della Fiat contiene un sistema sanzionatorio nei confronti delle organizzazioni sindacali, delle Rsu e delle singole lavoratrici e lavoratori che cancella il diritto alla contrattazione collettiva fino a violare le norme della nostra Costituzione in materia di diritto di sciopero e licenziabilità .

Mentre Fim, Uilm, Fismic e Ugl hanno aderito alla posizione della Fiat, la Fiom-Cgil ha dichiarato inaccettabili tali proposte e richiesto alla Fiat di non considerare concluso il negoziato.

Il Gruppo Fiat ha preso atto delle adesioni, ribadito che la proposta era conclusiva e non negoziabile e nel caso la non firma della Fiom avesse determinato l’inapplicabilità di tali contenuti si sarebbe riservata di valutare la conferma o meno dell’investimento a Pomigliano.

La scelta della Fiat segna un passaggio di fase radicale nel sistema delle relazioni industriali affermando il superamento dell’esistenza del Contratto nazionale e assume pertanto una valenza generale che coinvolge l’intera categoria.

Se si afferma il principio che per investire in Italia è necessario derogare dai Ccnl e dalle Leggi si apre una voragine che indica quale uscita dalla crisi la riduzione dei diritti, dei salari e una modifica di fatto della Costituzione sociale e materiale.

Il Comitato centrale della Fiom, a partire dal Piano industriale della Fiat presentato il 21 aprile 2010, considera necessario mettere in campo tutte le iniziative utili a realizzare la difesa, l’innovazione e lo sviluppo delle produzioni automobilistiche in Italia e dell’occupazione. Rivendichiamo la definizione, frutto di un confronto tra tutte le parti, di un piano di intervento pubblico sul terreno della mobilità sostenibile e dello sviluppo della tecnologia alternativa, compresa la mobilità elettrica, e di un reale coordinamento tra le varie istituzioni.

La Fiat, nello stabilimento di Pomigliano, ha dato disdetta degli accordi aziendali in materia di orari di lavoro e organizzazione della produzione e in sostituzione ha proposto un nuovo accordo i cui contenuti sono quelli prima richiamati condizionando gli investimenti all’accettazione da parte di tutte le organizzazioni sindacali.

Pertanto, in assenza di una soluzione aziendale condivisa tra tutte le parti stipulanti, l’unico strumento in vigore e condiviso in materia di orario e organizzazione del lavoro è il Contratto collettivo nazionale.

L’applicazione del Ccnl permette alla Fiat la definizione di un regime di orario articolato anche su 18 turni, previo esame congiunto con le Rsu e l’utilizzo di 40 ore pro capite di straordinario comandato


Ciò permette alla Fiat di avere garantita una produzione annua di oltre 280.000 Panda con una produzione giornaliera su tre turni di 1.050 vetture che sono gli obiettivi dichiarati dal Gruppo per realizzare gli investimenti a Pomigliano.

Se la Fiat sceglie di applicare in tal modo il Ccnl e le leggi, la Fiom ne prende atto senza alcuna opposizione, disponibili ovviamente a una applicazione anche delle parti più rigorose e severe.

Non accedere a questa soluzione renderebbe evidente che per la Fiat l’obiettivo non è né quello della produzione né quello della flessibilità/ compatibilità produttiva, ma come evidenziato dalle dichiarazioni dei ministri Sacconi e Tremonti l’obiettivo diventerebbe quello di voler affermare il superamento del Ccnl e aprire la strada al superamento dello Statuto dei diritti dei lavoratori.

Il Comitato centrale della Fiom ribadisce inoltre che deroghe al Ccnl e la messa in discussione di diritti indisponibili non sono materia a disposizione della contrattazione, sia nei singoli stabilimenti che a livello nazionale. Tanto meno, possono essere materia di ricatto verso le lavoratrici e i lavoratori che dovrebbero scegliere tra mantenere un posto di lavoro o rinunciare ai loro diritti individuali, compresi quelli sanciti dalla Costituzione in materia di sciopero e di contrattazione collettiva delle condizioni di lavoro, elementi che uniscono la libertà e la democrazia di un paese.

Per l’insieme di tali impegni il Comitato centrale condivide e sostiene la scelta di considerare non accettabile il documento conclusivo proposto dalla Fiat per lo stabilimento di Pomigliano e di conseguenza decide che la Fiom non può firmare un testo con contenuti che mettono in discussione diritti individuali, deroghe al Ccnl e con profili di illegittimità in materia di malattia e diritto allo sciopero.

Il Comitato centrale della Fiom ribadisce la piena disponibilità a garantire l’efficienza e la flessibilità produttiva dello stabilimento di Pomigliano attraverso un’intesa che garantisca il massimo utilizzo degli impianti, le flessibilità orarie utili a rispondere alla fluttuazione del mercato, un’organizzazione della produzione che garantisca qualità e produttività, salvaguardando le condizioni di lavoro. Tutto ciò è possibile realizzarlo nell’ambito del Ccnl e delle Leggi esistenti e su tali basi si riapra un vero tavolo di trattativa per giungere a un accordo.

Il Comitato centrale esprime profondo rispetto e massima solidarietà verso le lavoratrici e i lavoratori della Fiat.

La Fiom nazionale concorderà con la Fiom di Napoli le modalità per dare continuità al proprio ruolo di rappresentanza e tutela degli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori.

Approvato all’unanimità dal Comitato Centrale Fiat

14/06/10

MISSIONE MILITARE ITALIANA IN AFGHANISTAN: ANCORA GIOVANI VITTIME


Scusandoci per il ritardo riceviamo e pubblichiamo questo interessante comunicato del compagno Angeloni.
MISSIONE MILITARE ITALIANA IN AFGHANISTAN: ANCORA GIOVANI VITTIME DEL NOSTRO CONTINGENTE, IMMOLATE SULL’ALTARE DEL DOMINIO IMPERIALE DEGLI USA CONTRO TUTTO IL TERZO MONDO

La macabra ripetizione di uccisioni di soldati italiani nel martoriato “teatro di guerra” dell’Afghanistan, ripropone la real natura della missione di guerra autentica,, imposta al nostro contingente militare, sempre più funzionale agli interessi rapaci degli Usa e di tutti i poteri forti che si muovono nello scenario mondiale. Una domanda, divenuta rituale, deve essere posta al nostro governo e alla presunta opposizione di “centro-sinistra”, per sapere che fine abbiano mai fatto i “proclami” precedenti alla campagna elettorale del 2008 circa il rispetto dei principi sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana che impongono ai nostri soldati la non partecipazione ad operazioni belliche al di fuori del territorio nazionale. Quale ruolo viene esercitato dal Parlamento italiano per evitare catastrofici conflitti armati che, oltre a favorire la logica imperialista degli Usa, accrescono il prestigio del terrorismo e la figura mitica di un mostro sanguinario come Bin Laden, nei riguardi di tutte le misere popolazioni del sud del pianeta? Comemai certi paladini del mondo unipolare non ricordano l’alleanza tra il criminale Bin Laden e gli Stati Uniti nella guerra contro i sovietici, proprio nella nazione afghana? È ora che i nostri giovani militari vengano ritirati dall’Afghanistan per favorire una indispensabile politica di pace che sottragga la potente arma propagandistica, con la quale i Talebani e il terrorista Bin Laden si appropriano della loro falsa difesa dei popoli di tutto il terzo mondo.

Antonio Angeloni

NAZIONALIZZARE

Non bastano le manovre governative per allargare il divario tra lavoratori e padroni, ora arriva anche l’ultimatum di Marchionne che mette ulteriormente sotto ricatto i lavoratori di Pomigliano D’Arco. L'amministratore delegato Fiat afferma che si può costruire la Panda a condizione che i lavoratori si sacrifichino ulteriormente a cominciare dalle retribuzioni, da ulteriore flessibilità, da turni di lavoro più massacranti e più serrati, lavorando anche il sabato notte, perchè bisogna dare qualità e rapidità in risposta al mercato. I lavoratori se vogliono sopravvivere devono rendersi conto di essere considerati come una merce al soldo degli sfruttatori. La storia è sempre quella, sfruttati contro sfruttatori, dove intere famiglie vengono messe sotto la gogna dei capitalisti-affaristi di turno, dove appunto, i nostri giovani figli contano meno delle “suole di scarpa” dei nostri loquaci politicanti.
I burocrati di governo Bonanni e Angeletti (Cisl e Uil) non sanno fare altro se non appoggiare, come d’altra parte hanno fatto in questi ultimi anni, tutte le politiche dei vari governanti, tutte le politiche che favoriscano austerità sociale e sacrifici, mentre la Cgil si limita a qualche scioperetto rituale di 4 ore. Tutto questo cercando in ogni caso di concretizzare incontri separati con le maestranze ed eliminare, seguendo la scia del Premier Berlusconi, ogni minima "ideologia rossa", filo-operaia, che si possa incontrare sul proprio cammino.

Attualmente non c’è un solo governo occidentale al mondo che promuova riforme sociali progressive di una qualche rilevanza. I Lavoratori, dopo aver perso più di 7000 € in busta paga negli ultimi 15 anni (trasferiti tutti in rendite e profitti), ora sono di nuovo costretti a combinare un aumento del tempo di lavoro giornaliero e di età pensionabile, di disoccupazione, di precarizzazione e di sfruttamento.
Le parole d’ordine di SOTTOMISSIONE, di ASSOPIMENTO e D’INDIFFERENZA DEVONO GIUNGERE AL LORO CAPOLINEA. Poteri forti, industriali e banchieri, che hanno imposto sacrifici immensi con promesse non mantenute, oggi hanno il coraggio di chiedere alle proprie vittime di pagare il costo della propria crisi. È INACCETTABILE. Per questo il PARTITO COMUNISTA dei LAVORATORI lotta per la NAZIONALIZZAZIONE delle aziende che licenziano, sotto controllo dei lavoratori e senza indennizzo per i grandi azionisti visto che di soldi ne hanno presi fin troppi con decenni di truffe e rapine a danni dell’intera classe lavoratrice.
I lavoratori devono avere LA PAROLA DETERMINANTE sull’organizzazione del lavoro, sulla della produtrasparenza dei bilanci, su eventuali riconversioni zione. Solo i lavoratori possono essere i garanti della difesa del proprio posto di lavoro e di una nuova organizzazione dell’economia, dettata dalle esigenze della società e non del profitto. Inoltre chiede con forza che sia promossa una grande vertenza generale del mondo del lavoro, a partire dal blocco dei licenziamenti, dalla ripartizione tra tutti del lavoro esistente a parità di salario ( ci “campino” i nostri dirigenti sindacali e burocrati con 800, 1000 € al mese).
Una vertenza vera, accompagnata da un’azione di massa prolungata, sino alla sconfitta di Confindustria e del Governo.
Se ne vadano tutti, governino i lavoratori e paghi chi non ha mai pagato!

Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori.
Sez.Ancona-nucleo montano.

Iniziativa ad Ancona: Se la psichiatria uccide


09/06/10

Intercettazioni, la pseudo-sinistra appoggia Berlusconi


Sembra incredibile, ma rende bene l'idea dell'inarrestabile degenerazione della sinistra governista. Piero Sansonetti, ex direttore bertinottiano di Liberazione (il quotidiano del PRC) ed ora Vendoliano convinto, appoggia vivamente una legge che impedisca la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche. Dopo aver firmato l'appello dell'organizzazione di estrema destra (assimilabile a Forza Nuova) "Blocco Studentesco", a favore dei cortei neofascisti all'internio dell'Università, Sansonetti individua un'altra priorità del Paese e della Sinistra: appoggiare Berlusconi nelle sue politiche filo-mafiose. Non ci credete, leggete qui sotto.



INTERCETTAZIONI/ Sansonetti: cari compagni, Berlusconi ha ragione, l'Italia è a sovranità limitata
mercoledì 9 giugno 2010

«Sono convinto che sulle intercettazioni serva una legge molto dura, che impedisca la violazione della privacy e garantisca la libertà di tutti. È una questione di civiltà». A dirlo, discutendo questo delicato tema con IlSussidiario.net, non è un opinionista dell’area di centrodestra, ma Piero Sansonetti, già direttore di Liberazione, oggi alla guida de Gli Altri.
«Una legge che non limiti in alcun modo la libertà...
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03/06/10

Il tempo passa




Di tempo ne è passato, di critiche al PCL ne sono state fatte molte, ma l’avidità e l’implacabilità di questo sistema parassitario da noi sempre denunciato dimostra come le nostre analisi politiche siano razionali, obbiettive e all’avanguardia.
Di tempo ne è passato dall’inizio della crisi, ma di politiche di classe contro un Governo così reazionario non ce ne sono, di responsabilità neanche. Le uniche forme di dissenso sono rappresentate da scioperetti simbolici, di concertazione con la pretesa di conciliare gli interessi delle due classi diametralmente opposte.
Il tempo passa e i lavoratori continuano a perdere ogni giorno più diritti.

La verità può far male o torcere il naso, ma denunciare sempre la verità alla gente è, per ora, l'unica arma che abbiamo. Per questo diciamo basta ad inculcare nella mente dei lavoratori italiani uno spirito piccolo-borghese, cancellando ogni solidarietà rivoluzionaria perché abituati ad una coscienza che non corrisponde alla realtà odierna.
Gli insulti e le denigrazioni, vengono assorbiti ogni giorno dai lavoratori italiani, ma, resta del tutto indifferente e assopito il mondo di coloro che vorrebbero e dovrebbero farsi paladini di giustizia e democrazia.

Per quanto ancora si continuerà a subire la politica, invece di occuparsene?
Quanto ci vorrà “ancora”, per prendere coscienza del fatto che il “Capitalismo” è socialmente, umanamente, ecologicamente incompatibile?
Continuare a pensare che: sacrificando i lavoratori e convertire in privato ciò che è pubblico, non si fa altro che finanziare il salvataggio pubblico di banchieri e grandi imprese. Il sindacato deve prendersi la sua responsabilità e non può scaricare le colpe sui lavoratori e sulle masse.

Puerile, violento, troppo estremista?.. Basta scendere in concertazione e svendita al ribasso della dignità e diritti.
Assumiamoci le nostre responsabilità, facendo prendere coscienza ai lavoratori, mettendoli nella condizione e, all’altezza del compito che le condizioni oggettive assegnano loro.
Non facciamo nostro il pensiero borghese e cominciamo a non accettare più vie di mezzo…basta!

Blocchiamo il finanziamento alle ruberie delle classi dirigenti!
Paghino i faccendieri, i ladri, i corrotti e la loro classe, non gli operai.
Con un Governo così reazionario, dobbiamo intraprendere lotte radicali per quanto sono radicali i provvedimenti di questo governo.

Recuperare la nostra coscienza di classe per cacciare il putridume neo-liberale che si rifornisce di linfa vitale speculando sulla pelle dei lavoratori.

Cacciare l'attuale Governo diventa ora vitale per i lavoratori…non per un vecchio centrosinistra dove si inseriscono i vari professionisti della politica, ma per "un Governo dei Lavoratori", dove la maggioranza della popolazione, abbia il controllo del paese e non il contrario.

Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez.Ancona-nucleo montano.

01/06/10

E’ IL MOMENTO DI UNA GRANDE CAMPAGNA ANTISIONISTA


1 Giugno 2010

comunicato stampa

L’operazione dei commando israeliani contro imbarcazioni filo palestinesi riapre il confronto pubblico sul sionismo. Le anime candide dell’”equidistanza” tra carnefici e vittime sono di fronte al fallimento delle proprie fantasie.
La crudeltà dei fatti conferma una volta per tutte che non può esservi “pace” tra il popolo palestinese e lo Stato sionista . Non è in discussione il “popolo ebraico” .
E’ in discussione la natura di uno Stato che si fa scudo (abusivo) dell’ebraismo per perpetuare la propria oppressione su un altro popolo. Di uno Stato confessionale e integralista, basato giuridicamente su un pregiudizio razziale , che si appoggia sul terrore militare.
Coloro che hanno più volte assimilato sionismo ed ebraismo, offendono non solo la migliore tradizione ebraica, ma la verità storica.
Solo la prospettiva di una Palestina unita, laica, socialista, liberando il Medio Oriente dallo Stato sionista, può ricostruire la pace tra gli arabi e gli ebrei. E’ il momento di una grande campagna antisionista.

MARCO FERRANDO- PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI ( PCL)


Di seguito pubblichiamo un breve filmato che mostra come in Israele è stata accolta la notizia della strage di pacifisti. Incommentabili le scene dei canti da stadio di fronte all'ambasciata turca! Quando si arriva a festeggiare per la morte di persone inermi uccise dall'esercito in acque internazionali ormai la degenerazione è ad un punto di non ritorno.