12/02/10

Potere e appalti: l'altra Protezione Civile


Dalla rivista "Pagina Uno"
di Giovanna Baer


Deroga straordinaria alle leggi sugli appalti, milioni di euro da gestire, una short list riservata di imprenditori amici: ecco perché per alcuni, prevenire un disastro naturale è economicamente meno conveniente che lasciarlo accadere
2 luglio 2009. Il sostituto procuratore Giuseppe Scelsi, titolare di una delle inchieste su Giampaolo Tarantini e la sua lobby di affari, escort e politica, interroga Enrico Intini, imprenditore barese. Amico di Massimo D’Alema, oltre che del ruffiano di palazzo Grazioli, Intini è accusato di turbativa d’asta nell’ambito di un appalto per le pulizie della Asl di Bari insieme a Lea Casentini e Cosimo Catalano. Durante l’interrogatorio gli viene chiesto di chiarire quale sia la natura dei suoi rapporti con Guido Bertolaso, che Intini ha incontrato due volte: la prima nel 2007, con Francesco Boccia, capo dipartimento per lo sviluppo delle economie territoriali sotto il governo di Romano Prodi, la seconda l’anno successivo in compagnia di Tarantini nella sede romana del Dipartimento della Protezione civile. Attivo soprattutto in Puglia, Basilicata e Campania, ma anche nel Lazio dove si è recentemente aggiudicato la raccolta dei rifiuti nei comuni di Anzio e Nettuno, il gruppo Intini comprende 44 società che offrono i servizi più disparati. La galassia guidata da Intini è ben nota tra imprenditori e politici per la sua atipicità, dal momento che lavora sia nel pubblico che nel privato con un’attività che spazia dalle costruzioni agli spin off universitari, dal controllo del territorio alla raccolta rifiuti, dalle pulizie ai servizi satellitari. Alla domanda sul perché del suo interesse per Guido Bertolaso, l’imprenditore barese risponde: “Alla Protezione civile hanno una short list, un elenco riservato di imprese da far intervenire in situazioni di emergenza, e ci piaceva farne parte”. Quando i giornali battono la notizia, Bertolaso prima nega, poi ammette a denti stretti: “Un funzionario dello Stato non può sottrarsi dall’essere interlocutore per tutti coloro i quali intendono sviluppare eventuali tecnologie e iniziative finalizzate a dare spazio al ‘made in Italy’ che rappresenta, come ben noto, una delle priorità della Protezione civile, anche a livello internazionale. […] Mi vennero presentati alcuni progetti che il gruppo Intini voleva sviluppare nel settore della protezione civile, ma non vi fu seguito agli incontri”.Ma l’obiettivo della Protezione civile non era quello di prevenire e affrontare terremoti, alluvioni, incendi e altre calamità? Da quando “dare spazio al made in Italy” è diventata una delle sue priorità, e che cosa significa questa espressione? E perché una short list (riservata, per di più, nemmeno fosse un dossier dei servizi segreti) di imprenditori amici?


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