18/01/11

"Borghesia e proletariato", termini antiquati?

"Siamo tutti sulla stessa barca", "siamo tutti uguali", "che ognuno faccia la sua parte", "la borghesia è un termine antiquato"!? Tutte frasi fatte!

Quello che è avvenuto a Pomigliano, doveva considerarsi come fatto “unico, isolato e irripetibile” e che non sarebbe stato un punto cardine delle futre politiche industriali in Italia. Al contrario, tutti i partiti ed i sindacati collaborazionisti (Cisl, Uil e Ugl), si sono resi servi di questo “Stato borghese” che adotta sempre più leggi antioperaie e antisociali, volte al fine di distruggere definitivamente l’unità dei lavoratori sottomettendoli alle leggi del capitalismo più bieco senza più nessuna tutela o diritto di protesta.

Con la benedizione di tutta la classe padronale un'altra storica battaglia contro i lavoratori viene portata a termine: dalla Scala Mobile fino ad  escludere dalla rappresentanza ogni organizzazione sindacale che non sia complicedel padrone. Mentre i traditori della classe operaia sono sempre lì a raccogliere le briciole cadute dal tavolo della grande borghesia, gli operai sono licenziati e ricattati per “un tozzo di pane”. Nessuno tra le Istituzioni ha alzato un dito se non in favore di Marchionne. Il quotidiano di Confindustria di fine anno ha scelto di celebrare Marchionne come uomo del 2010 con queste testuali parole: “La FIAT ha portato in Italia le regole del mondo, piaccia o non piaccia, le regole della modernità”.

La faccia della democrazia in questo paese non è più garantita dalle leggi né dalla Costituzione vista l’illegittimità con cui Marchionne trasforma un referendum democratico con un plebiscito autoritario. Un ricatto inaccettabile minacciato dalla chiusura della fabbrica se il 51% dei lavoratori non avesse votato sì. L’attacco di Marchionne al mondo del lavoro appoggiato da tutta la parte politica e tutti i Sindacati Confederali (esclusa, almeno in questo caso, la Fiom), ci ricorda che i nostri diritti, la nostra dignità ed il nostro salario è determinato dal conflitto tra “capitalista e lavoratore”, perché se i Marchionne hanno bisogno degli operai, gli operai non hanno bisogno dei Marchionne!

Imporre lo strumento del voto perché si accetti di non votare mai più, è un gigantesco imbroglio-truffa, un odioso ricatto, che obbliga il lavoratore a rinunciare ai suoi diritti, compreso quello di ammalarsi, di scioperare, di  mangiare se non a discrezione del padrone, di non poter più eleggere i suoi rappresentanti. "O così, o niente lavoro"…sic!

Oltre alle contraddittorie politiche manageriali sostenute in Italia, si offre ai lavoratori un “congruo aumento di stipendio di quasi 30 euro lorde mensili che si vanno ad aggiungere allo stipendio operaio FIAT che si aggira sulle 1300 euro mensili, mentre il celebrato uomo dell’anno 2010 ne intasca ben 15.500  al giorno. Senza contare le decine e decine di milioni di euro che incasserà con le “stock option” che gli sono state concesse al suo arrivo a Torino.

In tutto il mondo gli attacchi ai lavoratori si susseguono: In Spgnail tanto decantato Zapatero ha aumentato l'età pensnabile a 67 anni e porta avanti un duro attacco alla classe lavoratrice spagnola. Negli USA gli operai sono costretti a comperarsi un posto di lavoro decurtandosi i loro fondi pensione, rinunciando alla sanità, con paga dimezzata e divieto di sciopero. In Cina gli operai sono stati costretti a firmare un contratto al momento dell’assunzione nel quale dichiarano di rinunciare al suicidio sul posto di lavoro e, che in caso di suicidio, i familiari non dovranno chiedere risarcimenti all’azienda. Milioni di lavoratori europei costretti dopo decenni di sacrifici ad arrangiarsi in mezzo ad una strada per colmare le casse delle banche usuraie che li hanno messi di fronte a mutui insostenibili.

Per giusta risposta i lavoratori dovrebbero mandare lungo le catene di montaggio tutti coloro che di lavoro simile mai ne hanno fatto in vita loro, ma che inneggiano al “Magnifico Manager operaio" come lui si definisce, a cominciare dal “VERGOGNOSO” Presidente del Consiglio che approva la delocalizzazione della FIAT se non passeranno i sì; da Fassino e Dalema che una spintarella politica a Cisl-Uil dovevano pur darla; fino a Sacconi e tutti i galoppini che scaldano poltrone a più di 20.000 euro al mese in questo Stato. Uno Stato che ha preso forma di “ associazione d’imprenditori” il cui potere si trova interamente nelle mani della classe capitalista.

Il capitalismo in agonia vuole e impone tutto, mentre i sindacati sono l’espressione della volontà padronale. L’esclusione della Fiom e di ogni sindacato che voglia rappresentare gli interessi dei lavoratori, significa abolire i fondamentali diritti “costituzionali”. Sono previste anche pesanti sanzioni e licenziamento a chi individualmente promuove qualsiasi azione di difesa. Il primo articolo della Costituzione recita: l’Italia è una repubblica fondata, sulla paura, l’incertezza e l’indifferenza, hanno reso tutti uguali, schiacciati nella stessa pressa, nella stessa informazione. “Le bestie sono tornate all’ovile”. Ma la cosa più “bastarda” è che oggi le persone sono guidate nell’aspirazione di ritornare “schiavi”.

È vergognoso vedere la politica flettersi, rendersi servile e complice di una famiglia Agnelli e suoi galoppini che mira allo smembramento, alla rassegnazione ed allo sfruttamento, tanto più dopo i miliardi di soldi pubblici che sono stati dati a questa azienda.

L’indifferenza è un male assoluto che ci divora, e quando sono i cittadini che devono adeguarsi alle necessità democratiche e non il contrario, allora, qualcosa che non funzione c’è…

L’attacco frontale portato avanti dal capitalismo sul mondo del lavoro è stato così ben costruito e architettato sfruttando la “crisi” che per falcidiare e chiudere lo statuto dei lavoratori non sono serviti nemmeno gli organi repressivi della borghesia, la polizia e la magistratura, solo gli organi di stampa eliminando ogni prospettiva futura di anticapitalismo e quindi di socialismo.

Se la borghesia riesce a trasformare i “lavoratori in merce” senza usare nessun tipo di repressione fisica, allora tanto vale riprendere la “lotta di classe”, riconquistare la nostra coscienza rivoluzionaria della classe operaia ricominciando a lottare per un fine socialista dove solo onestà e coraggio, possono oltrepassare la porta. Se la borghesia reagirà violentemente alle nostre richieste di diritti e libertà, almeno, sapremo che l’abbiamo fatto per qualcosa per la quale vale la pena di combattere e non per lesionarci, senza muovere un dito.

Ormai la borghesia ha soppresso anche il più piccolo segno di comunismo, scatenando e servendosi di ogni mezzo, trovandosi ora, la strada libera nell’esercitare lo sfruttamento forsennato verso la classe operaia, e nell’azzuffarsi per spartirsi il “plusvalore” prodotto dagli operai.

Il capitalismo sta’ mostrando in tutto il mondo di quanta violenza esso sia capace e di chi siano i suoi alleati: opportunisti, spie, infiltrati, delatori, difensori estremi degli interessi borghesi.

Voglio ricordare che non c’è alcuna fatalità nella crisi e ancor meno nel fatto che siano i lavoratori a farne le spese. Come non c’è alcuna fatalità nell’accumulazione sfrontata della ricchezza per una infima minoranza da un lato e della miseria e precarietà dall’altro.

Quando il capitale inizia la sua curva discendente e la classe lavoratrice e disgregata, anche la lotta sindacale diviene più difficile e peggiorano la vita e le condizioni oggettive dei lavoratori, perché di fronte alla diminuzione della domanda di “forza lavoro”, aumenta “l’offerta” in modo più evidente. Il capitalismo e tutti i suoi sottoprodotti, non possono fare altro che indennizzarsi delle perdite subite sul mercato mondiale, quindi si sforza di ridurre la parte del prodotto spettante ai lavoratori.

I maggiori Sindacati Confederali, mantenuti e coccolati dalla borghesia (Cisl,Uil e compagnia bella), non fanno altro che incentivare un capitalismo regolato allo sfruttamento dei più deboli e preservare lo stesso dalle lotte delle masse.

Dopo aver ricordato che il lavoratore dipendente è stato sempre l’unico che ha sempre pagato le tasse per intero fino all’ultimo “centesimo”, voglio rendere cosciente chi ci legge che senza la costruzione di un movimento operaio, i risultati saranno sempre disastrosi. A tal proposito vorrei sapere che fine hanno fatto tutti quei cartelloni nei centri di molte città all’insegna di “ tutti uniti per il lavoro?” Bah! L’unica cosa che rimane è l’assiduo lavoro comune per la disgregazione delle masse lavoratrici e non per l’unità, per l’assopimento e non per il risveglio.

Il Partito Comunista dei Lavoratori condanna la controcultura di oggi, la corruzione dilagante e rilancia “ l’indipendenza di classe dalla borghesia e i suoi governi”. Valori ad oggi dimenticati e che vanno assolutamente recuperati e portati avanti. Essere comunista vuol dire osare, pensare, volere e avere il coraggio delle proprie convinzioni, facciamo previsioni legate ad un progetto attivo di modifica della storia che non è predeterminato da qualcuno, ma dipende in gran parte dall’intervento umano nella lotta di classe. È l’uomo che fa la storia.

L’immondizia dell’Italia non è solo i “rifiuti di Napoli”, ma sono le miliardarie speculazioni edilizie che sommergono di cemento l’intero territorio italiano, i sempre più lauti investimenti militari, i tagli alle scuole pubbliche per finanziare le scuole private, i finanziamenti agli ospedali privati, i miliardi di euro regalati ad uno degli stati più ricchi del mondo, “il Vaticano”, alle banche, agli evasori fiscali, alle mafie, ai Manager etc., tutto questo solamente per mantenere con i soldi statali quelle parti del capitale che si mettono in mostra con tutto il loro squallore.

Lacrime e sangue

Tutto questo porterà ad un continuo calo di consumi aumentando la recessione in atto con ulteriore indebolimento e degrado della società e del mondo del lavoro. Per evitare questo, l’unica prospettiva è quella di uscire definitivamente dal “sistema capitalistico borghese”, costruendo un “socialismo” che soddisfi le esigenze vitali e primarie delle persone.

Ora più che mai dobbiamo opporci, prima che la situazione odierna collassi e comincino dure forme reazionarie di repressione sempre più forti. Per questo rivendichiamo qui, che il compito dei Sindacati non è quello di rilanciare e incoraggiare la competitività tra le imprese private e tra paesi diversi, ma dimostrare il fallimento ed il collasso di un sistema capitalistico invivibile e inaccettabile per tutti i lavoratori.

Cominciamo con la libertà di espressione che ogni lavoratore deve avere, senza essere repressa e boicottata, ma come “un diritto insindacabile”, altrimenti i lavoratori rimarranno sempre dei perfetti sudditi di un governo autoritario.Estendiamo il fronte unico creatosi fino ad ora ponendolo in piena autonomia dal centrosinistra. Sviluppiamo e radicalizziamo l’azione di massa allo scopo di conseguire uno sciopero generale che ci permetta di spazzare via questo Governo reazionario e corruttore. Studenti e lavoratori uniti per difendere i diritti e abbattere il muro del dominio della borghesia per un governo dei lavoratori.

“Solo la cosciente e organizzata classe operaia che manda una forte rappresentanza nelle aule del parlamento può vigilare sugli interessi proletari”(Trotsky).
Ed è con l’orgoglio comunista che mi sento di far parte della IV Internazionale.

Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez.Ancona-Nucleo Montano


1 commento:

Anonimo ha detto...

L'articolo di Youri è condivisile a parte qualche lettera "sfuggita"nel testo.Occorre ora passare dalle
parole ai fatti e divulgare il messaggio-ridimensionandolo nel testo finale-tra le realtà di movimento
e di protesta della nostra Provincia che si stanno battendo in difesa dei diritti che i padroni alla
Marchionne,comlice il Governo,i sindacati servili a questo sistema e questo Parlamento
imbelle,vorrebbero ridurre a carta straccia.Riprendiamoci la "Resistenza tradita".La battaglia sarà
dura ma dovremmo farcela....me lo auguro.Saluti comunisti.Giorgio