23/12/14

Comunicato dell'area "sindacatoèunaltracosa" opposizione interna cgil

Un nuovo balzo per un 2015 sovversivo

di Sergio Bellavita
 
In questi ultimi giorni del 2014 il governo giungerà nelle nostre case con il pacco dono dei primi due decreti attuativi del Jobs Act. In questi mesi di discussione sull’ennesima riforma del lavoro, la durezza dei prrvvedimenti del governo  è persino peggiorata, a dimostrazione, oltre che della inutile, ridicola e dannosa cosiddetta mediazione della sinistra dem, dell’irrilevanza dell’iniziativa di contrasto sul piano sociale. È sempre un errore non vedere appieno le potenzialità che le lotte di questi ultimi mesi hanno rimesso in campo. Tuttavia sarebbe un  errore altrettanto grave non affrontare di petto la dura situazione con cui siamo costretti a misurarci.  La situazione economica del paese è destinata a aggravarsi ulteriormente nel 2015. Conseguenza diretta delle politiche di rigore che Renzi persegue. I processi, legati alle scelte di Renzi e della Ue, ci consegnano un quadro di crescente impoverimento del lavoro, di riduzione strutturale dell’occupazione, di crollo di reddito e salario, di riduzione delle tutele sociali. Con la legge di stabilità approvata ieri alla camera il governo italiano ha deciso di inserire un suo pilota automatico dei conti pubblici che, qualora i correttivi e i tagli decisi insieme e sotto la direzione della Troika non funzionassero, introdurrebbe aumenti pesanti del prezzo dei carburanti e un nuovo pesantissimo aumento dell’iva. Misure che avrebbero un’ulteriore effetto drammatico sulla condizione delle classi popolari. Il diritto del lavoro, sempre che sia ancora corretto definirlo così,  è stato  stravolto completamente dalle cosiddette riforme degli ultimi anni. Per trovare livelli cosi alti di subordinazione del lavoro all’impresa bisogna tornare molto indietro nel tempo. Democrazia, diritto, lavoro, tutto è sacrificato per il folle rigore dei conti pubblici. Il sistema sociale e istituzionale che si era imposto dalla resistenza antifascista sino agli anni settanta è stato completamente sovvertito. I deputati hanno votato il maxiemendamento sulla legge di stabilità all’alba e senza neppure averlo letto o potuto conoscere i contenuti. Non c’è giorno in cui Napolitano, di cui non sentiremo la minima mancanza, non faccia a pezzi ciò che resta della democrazia sostanziale con il plauso dei media. A  testimonianza della gravità della crisi democratica di questo paese. In questo quadro occorre interrogarsi davvero sull’adeguatezza o meno delle scelte di chi, come noi, ha tentato di contrastare  questi processi. Cosi come non è più rinviabile una discussione non retorica sulla forma stessa della rappresentanza sociale del lavoro. Come saranno le lotte dei prossimi anni? Come ricostruire nuovi rapporti di forza, un nuovo ciclo di lotte? Come ricostruire soggettività? Quello che e’ certo e’ che la radicalita’ dello scontro e’ destinata a aumentare per la crescente mancanza di spazi di mediazione possibile. Cosi come non si può non considerare che le lotte sociali sempre più si porranno su un terreno di “illegalità costretta” grazie alla progressiva cancellazione di diritti e alla repressione imperante.
Tutti temi che vogliamo e dobbiamo affrontare. Per noi l’occasione è quella del seminario che terremo a gennaio del prossimo anno. Molti dirigenti Cgil si sono arrabbiati  con noi per l’accusa di smobilitazione generale che abbiamo loro rivolto dopo lo sciopero del 12 dicembre. Ci spiace ancora aver avuto ragione ma è evidente a tutti che a gennaio l’agenda politica avrà altre priorità,  dettera’ altre scadenze dietro alle quali correre. Renzi può governare solo con la perenne fibrillazione legislativa. Il Jobs Act rischia pertanto, nel tragico silenzio generale, di passare tutto e peggio del previsto. A gennaio troveremo un nuovo modello sociale che si sta imponendo ancora più violento sulla vita delle persone. Un sistema che non prevede più il sindacato dei lavoratori ma soprattutto non prevede più la rappresentaza organizzata degli interessi dei lavoratori. Bisogna che tutti ne prendano atto. Contro questo modello bisogna combattere. I migliori auguri che possiamo farci sono quelli che parlano dei milioni di donne e uomini che ancora nel mondo lottano perché sperano, credono e vogliono un mondo migliore. L’umanità, nella storia, ha dimostrato di procedere a balzi. Negli ultimi due secoli due grandi fiammate rivoluzionarie hanno segnato balzi incredibili nel progresso dell’umanità.  la rivoluzione francese e quella russa. Siamo lontani dal poterlo fare, non se ne intravede nessun segno. Ma quello che servirebbe è un nuovo grande balzo, un nuovo sovvertimento sociale che affranchi dall’oppressione e dalle ingiustizie. Buon 2015 e che sia sovversivo.

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