21/11/09

Difendiamo il futuro dalla solita storia!

È bello sentirsi dire ogni giorno che la crisi ha toccato il fondo e che stiamo lentamente risalendo. È altrettanto meraviglioso sapere che non ci siano responsabilità dirette, e che le conseguenze le paghino solo i lavoratori dipendenti tutti ed i piccoli contadini ed artigiani (a cui si aggiunge ora anche una parte dei piccoli imprenditori) che passano anch’essi, loro malgrado, alla condizioni di sfruttati, schiacciati dal peso e falcidiati dalla spietata selezione naturale del capitalismo. Senza parlare di studenti, pensionati, extracomunitari, precari, casalinghe etc. Tutti loro dovranno farsi carico di ripagare questo ennesimo crollo, ma in nome di cosa? I veri responsabili artefici di questa ennesima crisi del capitalismo, non sborseranno neppure un centesimo, al contrario, ci hanno già speculato sopra traendone profitto.

Quale unità

Immensi cartelloni in cui una schiera di partiti (da Rifondazione al PD, dai Comunisti Italiani all'Italia dei Valori) si unisce all’insegna del ”Tutti uniti per il lavoro” compaiono oggi nei centri di molte città marchigiane. Dietro questo motto si nasconde la famigerata parola d’ordine del capitalismo: “Privatizziamo i guadagni e socializziamo le perdite!”. La realtà è che il lavoro da compiere uniti che intendono consiste nel mettere a tacere la voce del popolo, promettendo piccoli palliativi e disperdendo la sua forza in mezzo ai mille rivoli del riformismo opportunista, tutti subalterni, in una forma o nell’altra alla borghesia e ai suoi governi antioperai.

Veramente uniti?

Poiché si parla di unità, ci domandiamo come mai ci si accanisce tanto e si lavora così assiduamente per la disgregazione delle masse lavoratrici e non per la loro effettiva unità politica e sindacale, per l’assopimento e non per il risveglio. Da una parte ci si prende il merito di tener buoni i lavoratori (e qui interviene l’informazione che plasma le menti), dall’altra i lavoratori tengono attualmente occupati o presidiati 300 stabilimenti in tutta Italia (ed ecco l’informazione che censura). Da una parte si promuovono manifestazioni (che poi si rivelano per nulla unitarie, come quella del 5 dicembre, a cui molti del PD non prenderanno parte), mentre dall’altra si frena la partecipazione democratica e diretta dei lavoratori. Da una parte si promuove lo “scudo fiscale” bipartisan, vergognoso condono ai grandi evasori fiscali e alla criminalità finanziaria (che consentirà alle banche, oltretutto, un nuovo incasso di oltre 10 miliardi), dall’altra si fa un attacco frontale al “contratto nazionale del lavoro”, l’atto finale di un percorso di svendita degli interessi della classe lavoratrice.

L’ennesimo massacro politico è ancora in atto

Ora che l’ennesima crisi del sistema capitalistico si ripresenta con tutta la sua insolenza, fragilità fallimentare, nessuno prova a mettere in discussione l’intero sistema economico. Nessuno mette in dubbio l’efficacia di questo sistema, “espressione di pochi”, e portare avanti idee di un socialismo “che si esprime in milioni di lavoratori”. Continuare a foraggiare il sistema capitalistico come prodotto ultimo, come il non plus ultra della storia, non porterà altro che a nuovi arretramenti per tutti gli abitanti della Terra: emigrazione, morte, miseria e fame in tutto il mondo. Nonostante le belle parole, restano attaccati alle loro poltrone e se non basta, usano il mondo del lavoro per prenderne di nuove, adottando tattiche politiche che si adeguano di volta in volta ai tempi che corrono. Con false parole si incentiva l’individualismo a discapito della socialità, con false parole si disincentiva di fatto ad occuparsi di politica mentre perfino i loro “organi interni” sono gestiti dalla politica.Anche questa volta basterà una semplice calcolatrice truccata o stupidi depliant per convincere milioni di elettori (che non si faranno troppe domande) a votare il potentato di turno. Di prendere in considerazione che così facendo si continua a distruggere e ingannare la storia, tradendo sacrifici, lotte, uomini e donne che hanno dedicato la loro esistenza per un mondo più giusto, non se ne parla nemmeno. Sono cose vecchie, irrealizzabili, utopiche. Mentre loro dicono di farlo per vedere le generazioni future sorridere e regalargli un mondo migliore e non per rimanere servi della borghesia o collaboratori di governo con la borghesia (vedi i due governi antioperai di Prodi.

La questione del potere ai lavoratori

Questo è ciò che è ha sempre caratterizzato chi rimuove l’obiettivo del potere operaio: un obiettivo, un programma che conduca i lavoratori non ad occupare impotentemente qualche poltrona in un ministero borghese, ma alla costruzione di un governo “dei lavoratori per i lavoratori”. Un mondo dove il 90% della popolazione controlli il paese e non il contrario. Dove il 2% della popolazione mondiale non possa arrogarsi il controllo del restante 98%. Coloro che dichiarano di essere comunisti dovrebbero sapere che “ci si deve applicare per realizzare ciò che è stato previsto”: i comunisti fanno previsioni legate ad un progetto attivo di modifica della storia che non è predeterminato da qualcuno, ma dipende in gran parte dall’intervento umano nella lotta di classe. È l’uomo che fa la storia!


Questa è una società marcia: si salvano le banche, si chiudono le fabbriche, nessun tetto agli stipendi milionari dei manager ma blocco totale del salario miserabile dei lavoratori attivi. Ora, incominciamo a pensare con la nostra testa, lasciamoci alle spalle borghesi e massoni che sono stati per secoli la nostra rovina. Organizziamoci in un grande partito dove saremo noi a decidere del nostro avvenire…e per quello dei nostri figli. “L’unità non è mai mancata quando si trattava di colpire la propria base sociale; è mancata quando si trattava di difenderla”.

Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione di Ancona – nucleo montano

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