29/07/09

La strana ipotesi del redivivo Fausto, correre alle primarie del PD


Incredibile ma vero Bertinotti, dopo aver distrutto la sinistra italiana, non arresta la sua deriva politica, è arrivato anche a questo.


Da Panorama.it



Martedì 28 Luglio 2009


[...] E allora proviamo a immaginare che gara sarebbe stata se si fosse presentato anche Fausto Bertinotti.Sì, proprio lui, l’ex Subcomandante, che dopo la pesante sconfitta alle politiche del 2008, si è ritirato a fare “l’iscritto semplice” (l’ultima sua immagine è quella, quasi in lacrime, in cui dice addio agli incarichi di direzione politica: “La mia vicenda di direzione politica termina qui, purtroppo con una sconfitta […] Lascio ruoli di direzione, farò il militante. Un atto di onestà intellettuale impone di riconoscere questa sconfitta come netta, dalle proporzioni impreviste che la rendono anche più ampia”), ritagliandosi poi un ruolo di “nume tutelare” della sinistra e seguendo da vicino (cioè appoggiando) la scissione dei vendoliani dal Prc di Paolo Ferrero.Che da quelle parti, a sinistra, qualcuno sognasse di tornare in campo, mettendo magari in piedi “un’Opa” sui Democrats, l’aveva fatto sapere Piero Sansonetti (ex direttore di Liberazione e attuale direttore-fondatore dell’Altro, il quotidiano di Sinistra e Libertà) dalle colonne de Il Foglio: “Nichi Vendola segretario del Pd. Tutti dicono che ci vuole una novità, allora mi sono detto: non può mica essere Debora Serracchiani la novità. No?”.
Un sogno, un’illusione, una tentazione, una provocazione? Certo.“Se fossi iscritto al Pd mi candiderei a segretario“, ha risposto l’ex Subcomandante Fausto,
dal palco di Cortina InConTra, alla domanda su chi voterebbe come segretario del Partito democratico. Ma: “Il punto” ha precisato “è avere una piattaforma politica”.Fausto parlava per ipotesi, con il condizionale d’obbligo. Mica come quella volta (era il 2005) quando sfidò Romano Prodi alle primarie per il candidato premier dell’Unione e arrivò secondo dietro al Professore ma davanti a Mastella e Di Pietro.
Un’ipotesi, quella di Bertinotti, che nasce dall’analisi della non praticabilità di un’altra ipotesi: che far vivere due sinistre, una radicale e una di centrosinistra, che competono e collaborano, è morta: “Il tentativo di costruire una sinistra radicale, antagonista, che fosse erede del ‘900, è fallita, la mia generazione ha fallito, ha perso, io ho perso”. E la disfatta è sotto gli occhi di tutti: “lo dicono le elezioni europee. La sconfitta è drammatica, la destra vince sia quando è al governo che quando è all’opposizione. Una volta si vinceva accumulando consenso dall’opposizione, ora non è successo nemmeno questo, non solo con Berlusconi ma anche con Sarkozy”. Eppure la crisi della sinistra, tuttavia, non è mondiale perché “governa in Sud America e in alcuni Paesi dell’Asia. La crisi è europea, di una sinistra che deriva dal movimento operaio. Se qualcuno pensa che ha perso per colpa degli altri si illude, in Europa dobbiamo costruire una nuova sinistra”.Partendo dal progetto di prendere la tessera del Pd, puntare alla sua guida e spostarne la barra a sinistra? Forse, un giorno, magari…Per ora, Bertinotti si limita a punzecchiare gli alleati di un tempo: “Alla stessa stregua di noi
ha perso il centrosinistra, dal Pd all’Spd, dai socialisti francesi al Labour party fino al Psoe. Fintanto che non ammettete che avete perso anche voi non andiamo da nessuna parte” [...]

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