12/05/12

Ancora sulla manifestazione del 12 maggio 2012: articoli e documenti sulla cacciata, da parte della FDS, del PCL dalla piazza


PERCHE' FDS HA SCELTO DI NEGARE LA PAROLA AL PCL ?(QUELLO CHE AVREMMO VOLUTO DIRE PUBBLICAMENTE, DAL PALCO, A MIGLIAIA DI COMPAGNI E COMPAGNE E A TUTTE LE SINISTRE)

Il nostro partito è stato costretto a revocare la propria adesione e partecipazione a questa manifestazione, a causa dell'improvvisa negazione del nostro diritto di parola sul palco, in contrasto con l'accordo unitario precedentemente raggiunto.

Avevamo aderito un mese fa alla proposta pubblica di “una manifestazione unitaria di tutte le sinistre di opposizione al governo Monti”: che presuppone, da parte del soggetto promotore ( FDS), il riconoscimento pubblico della loro diversità. In questo senso era stato garantito, in conclusione della manifestazione, il “microfono aperto” anche al nostro partito. Invece tre giorni fa ci è stato comunicato il “contrordine”: il PCL non potrà parlare. Perchè la manifestazione sarà solo “una manifestazione di cartello della FDS , dei suoi alleati internazionali, dei suoi interlocutori sociali e di movimento”. Scelta legittima, naturalmente: ma allora perchè scomodare la bandiera dell'”unità delle sinistre”? Che senso ha un appello formalmente unitario anche alle sinistre politiche, se poi si nega il diritto d'intervento a chi lo accoglie? O la bandiera dell'unità è solo la coperta retorica che si usa sotto elezioni per chiedere la subordinazione “unitaria” alle alleanze col PD ( e talvolta con la UDC)?

Dal palco conclusivo della manifestazione, avremmo voluto comunicare a migliaia di compagni e compagne una proposta politica pubblica attorno a tre assi elementari:

-La rivendicazione del più ampio fronte unitario di lotta a sinistra in contrapposizione al governo Monti ma anche al PD che lo sostiene( Perchè non si può denunciare Monti e contemporaneamente allearsi in tutta Italia col suo principale supporto)

-La necessità di una svolta unitaria e radicale della mobilitazione di massa contro il governo, in aperta contrapposizione alla linea scandalosa della CGIL: che, per conto del PD, consente a Monti ciò che i lavoratori avevano negato a Berlusconi.

-La necessità di un programma generale apertamente anticapitalista e non solo “antiliberista”, in Italia e in Europa, capace di ricondurre ogni lotta immediata all'unica possibile reale alternativa: quella della rivoluzione sociale e del governo dei lavoratori. Contro tutte quelle illusioni riformiste che sono state distribuite a mani basse attorno ai Prodi, Yospin, Zapatero, e oggi Hollande: e che sono servite unicamente a giustificare il voto delle sinistre “radicali” alla precarizzazione del lavoro, alla detassazione dei profitti, alle guerre. E non solo in Italia.

E' vero. Questa è un'impostazione diversa dell'”unità a sinistra”. Non la trasforma in un richiamo d'immagine o in un fattore di pressione su Vendola e Di Pietro per negoziare “insieme” l'alleanza col PD (come ha spiegato Paolo Ferrero su il Manifesto del il 10 Maggio). Ma l'assume come parola d'ordine di rottura con tutti i partiti borghesi nella prospettiva di un'alternativa di sistema: com'è naturale per i comunisti.

Forse questa proposta pubblica è stata giudicata troppo imbarazzante dai gruppi dirigenti della FDS, nel momento in cui, dopo il 6 Maggio, si riapre “la partita delle alleanze”, a legge elettorale forse immutata. Capiamo. Ma come si può costruire un fronte unitario di lotta a sinistra senza un confronto aperto e pubblico tra posizioni diverse?

In ogni caso resta un fatto: la FDS ha scelto di negare la parola in una manifestazione annunciata come “unitaria”, all'unico partito della sinistra italiana già censurato totalmente, senza eccezioni, da tutti i canali della comunicazione pubblica. E' una scelta legittima. Ma francamente pesante. E di cui sarebbe onesto rivelare apertamente le reali ragioni politiche.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

DILIBERTO CONFERMA DI FATTO LE RAGIONI DELLA NEGAZIONE DELLA PAROLA AL PCL
(12 Maggio 2012)

“A IDV e SEL proporrò di lavorare ad un soggetto federato della Sinistra e con questa forza, che oggi avrebbe il 15%, trattare col PD in vista delle elezioni”. Così oggi Oliviero Diliberto presenta, in una intervista all'Unità, il senso della manifestazione della FDS a Roma.
Dobbiamo elogiare, una volta di più, la chiarezza di Diliberto. Ciò che altri sussurrano, imbarazzati, dietro le quinte, lui lo dice pubblicamente alla luce del sole.
E perciò stesso, rendendolo trasparente, ne illustra la vergogna.

Già proporre una Federazione della “sinistra” a Di Pietro, capo di un partito affiliato al centro liberale europeo e sottoscrittore del pareggio di bilancio in Costituzione, è francamente un'assurdità. Ma farlo, per di più, in funzione dell'accordo col PD per il 2013 è una bestemmia. Tanto più dopo che il PD ha sostenuto il governo Monti, ha votato la distruzione delle pensioni di anzianità e dell'articolo 18, ha dettato alla CGIL la rinuncia allo sciopero generale e una linea di copertura del governo. Come si fa a manifestare contro Monti, cercando l'accordo con chi lo sostiene?

Ma tant'è. Questa è la confessione pubblica della linea reale della FDS. L'”unità a sinistra” è solo una leva contrattuale per svendere la sinistra al PD, cioè a un partito liberale legato a Confindustria e banche.
Per questo si è scelto di negare la parola a chi oggi in piazza avrebbe rivendicato l'unità d'azione a sinistra, in alternativa al PD. Semplice, no?

Compagni della FDS, aprite gli occhi, prima che sia troppo tardi.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
PAOLO FERRERO CHIARISCE DI FATTO LE RAGIONI DELLA NEGAZIONE DELLA PAROLA AL PCL IL 12 MAGGIO
(10 Maggio 2012)

Il Segretario del PRC Paolo Ferrero ha rilasciato una lunga intervista a il Manifesto che è davvero chiarificatrice, se ve n'era bisogno, della strategia politica della FDS: premere su Vendola e Di Pietro per formare insieme un'alleanza ( “federata o confederata”) che possa negoziare successivamente l'alleanza nazionale col PD (“Insieme saremmo forti. Poi eventualmente sarà diverso anche discutere di alleanze.. smettiamo di aspettare il PD, iniziamo noi la partita”). Già, la “partita”. La partita è quella delle elezioni del 2013, o addirittura anticipate, cui si potrebbe andare con la legge elettorale attuale, dopo il terremoto del 6 Maggio. In questo scenario il PRC è pronto a rispolverare quel canovaccio dell'”alleanza democratica” col PD che potrebbe garantirgli la soglia agevolata del 2% per rientrare in Parlamento. Una proposta su cui peraltro il PRC ha celebrato il suo ultimo congresso. Il fatto che questo significhi appoggiare il governo del centrosinistra ( come Diliberto ha il coraggio di riconoscere apertamente) poco importa: l'essenziale sono i deputati, non le misure che saranno chiamati a votare. Come del resto dimostra l'esperienza tragica del sostegno delle sinistre “radicali” ai governi di centrosinistra degli ultimi 15 anni.

Ecco allora rivelato il senso ultimo attribuito alla manifestazione del 12: mostrare l'argenteria di cui si dispone per rilanciare la pressione su Vendola e Di Pietro, e indirettamente sul PD. L'appello sotto traccia è uno solo:” Non scaricateci. Tanto più dopo che ci siamo subordinati disciplinatamente al PD nelle amministrative di tutta Italia”.

E' per questo che i gruppi dirigenti della FDS hanno scelto (negli ultimi giorni) di privare della parola in piazza il PCL, che avrebbe avanzato pubblicamente, col massimo ascolto, una proposta politica opposta: quella della più larga unità d'azione delle sinistre in contrapposizione non solo a Monti, ma anche al PD che lo sostiene”.

Tutto dunque ha una logica. Ma in questo caso è triste. Soprattutto quando si nasconde dietro la retorica dell'”unità a sinistra”.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

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