04/05/10

Primo maggio senza se e senza ma

Non può esistere nessuna collaborazione di classe per una giornata come il Primo maggio. Il Primo maggio non è una gentile elargizione dei vari governanti e protettori del Capitalismo.

Il Primo Maggio (festa dei lavoratori), da subito fu classificata come una “manifestazione sovversiva” e quindi accolta a fucilate per cercare di stroncare la minaccia sul nascere.

Già da quel lontano 1886, dove in America 12 mila fabbriche e 400.000 mila operai scendevano in sciopero rivendicando i loro diritti, in tutto il mondo si susseguirono negli anni: arresti, persecuzioni e uccisione da parte di tutti i governi capitalisti, dall’America alla Francia, dall’Inghilterra all’Italia. Forze di polizia, carabinieri, fanteria, cavalleria, sono mandate in campo in tutta Europa contro la “temibile” giornata proletaria, simbolo di una presa di “coscienza di classe”.

Il Primo Maggio può e deve ritornare “la giornata proletaria”, deve ritornare attuale perché si rende sempre più indispensabile ricostruire una sinistra di classe, una sinistra che non tradisca il proprio popolo.

Quello che celebreremo quest’anno sarà il 124° Primo Maggio. In Italia se ne devono calcolare ventitré in meno, perché Mussolini nel 1922 decise di sopprimere la “festa dei lavoratori” etichettandola come “sovversiva”. Spento d’autorità, il Primo Maggio continuò a sopravvivere sotto la cenere del fascismo: una falce e martello dipinta sul muro nottetempo, volantini socialisti messi in giro da mani clandestine, arresti e scontri con i carabinieri. A fine secolo scorso, la Seconda Internazionale riunitasi a Parigi decise di lanciare una grande manifestazione da far in modo che, ad una data stabilita, simultaneamente, in tutto il mondo, i lavoratori scendessero in piazza per chiedere, tutti insieme, in America e in Europa, le otto ore di lavoro massimo giornaliero. Così il 1 maggio 1890 i lavoratori di tutti i paesi si fermarono simultaneamente per la prima volta; il successo fu grandioso e l’anno dopo si replicò; nell’agosto dello stesso 1891 a Bruxelles, la Seconda Internazionale riunita a congresso decise di rendere permanente quella che resterà per sempre la “Festa dei lavoratori di tutto il mondo”. Nel mondo, ovunque, nell’opinione pubblica borghese, tra padroni e governanti, si sparse il panico. Quell’unica “giornata” che il movimento operaio ha deciso di “prendere per sé”, è letta come un atto “sovversivo”, tanto più pericoloso in quanto internazionale e simultaneo.
Bisogna ridare forza oggi più che mai a questi valori che il Primo Maggio porta con sé. Grande borghesia industriale e finanziaria non possono continuare ad imporre ancora oggi, nuovi e pesanti sacrifici alle classi lavoratrici per salvare i propri profitti. Solo una mobilitazione prolungata e di lotta per un Governo dei Lavoratori potrà dare un’alternativa a questo sistema dove si soddisfino le esigenze vitali e primarie delle persone. L’alternativa e soltanto quella di fomentare un sistema al collasso, invivibile e inaccettabile per tutti i lavoratori.


Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori

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