10/02/09

E' nato il PATTO di BASE

Dalla Seconda Assemblea Nazionale di CUB – CONFEDERAZIONE COBAS e SDL INTECATEGORIALE, tenutasi a Roma il 7 febbraio 2009, a cui ho partecipato, nasce il “Patto di Base”.
Le tre organizzazioni di base, che già lo scorso settembre avevano dato vita al patto di consultazione permanente, e che hanno portato con successo allo sciopero del 17 ottobre 2008, hanno deciso di dare nuovo slancio alla costruzione del percorso unitario che veda le stesse operare in modo sempre più omogeneo sia dal punto di vista dell’iniziativa sindacale, sia dell’utilizzo di pratiche e strumenti condivisi. Il Patto di Base, infatti, non è solo una differenza che sta nella denominazione, ma nella necessità e nella volontà di perseguire obiettivi comuni e utilizzare strumenti organizzativi e di coordinamento sempre più incisivi.
Questi in sintesi i punti fondamentali che caratterizzano il nuovo patto contenuti nella relazione introduttiva:

v Il Patto di Base ha l’obiettivo di intensificare e facilitare l’unità d’azione tra le tre organizzazioni sindacali, portando a un più stretto e organico rapporto generale.
v Il Patto di Base rappresenta lo sviluppo naturale del Patto di Consultazione e ne assorbe contenuti e finalità e si prevede, per gestire efficacemente mobilitazioni e iniziative di lotta comuni, la realizzazione di sedi unitarie di dibattito, convegni, seminari ed elaborazioni di documenti.
v Inizialmente avrà organicità a livello nazionale e regionale, per procedere, nei tempi concordemente definiti, sul piano categoriale, territoriale e di posti di lavoro. Prevede quindi riunioni periodiche a livello nazionale e territoriale nel corso delle quali si cercherà di giungere in ogni occasione ad iniziative unitarie.

Di fronte al tentativo di far pagare ancora una volta la crisi ai lavoratori sono stati indicati con chiarezza gli obiettivi che si intendono rappresentare in ogni azienda e in ogni luogo di lavoro ossia una piattaforma contro la crisi: perché non siano i salariati, i pensionati, i giovani, i settori popolari a pagare la crisi al posto dei responsabili.
Ecco sinteticamente i punti centrali:
1. Blocco dei licenziamenti.
2. Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.
3. Aumenti consistenti di salari e pensioni, introduzione di un reddito minimo garantito per chi non ha lavoro.
4. Aggancio dei salari e pensioni al reale costo della vita.
5. Cassa integrazione almeno all’80% del salario per tutti i lavoratori/trici, precari compresi, continuità del reddito per i lavoratori “atipici”, con mantenimento del permesso di soggiorno per gli immigrati/e.
6. Nuova occupazione mediante un Piano straordinario per lo sviluppo di energie rinnovabili ed ecocompatibili, promuovendo il risparmio energetico e il riassetto idrogeologico del territorio, rifiutando il nucleare e diminuendo le emissioni di CO2.
7. Piano di massicci investimenti per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e delle scuole, sanzioni penali per gli omicidi sul lavoro e gli infortuni gravi.
8. Eliminazione della precarietà lavorativa attraverso l’assunzione a tempo indeterminato dei precari e la re-internalizzazione dei servizi.
9. Piano straordinario di investimenti pubblici per il reperimento di un milione di alloggi popolari, tramite utilizzo di case sfitte e mediante recupero, ristrutturazione e requisizioni del patrimonio immobiliare esistente; blocco degli sfratti, canone sociale per i bassi redditi.
10. Diritto di uscita immediata per gli iscritti/e ai fondi-pensione chiusi.

Per sostenere la piattaforma e contrastare la crisi sono stati indicati i seguenti momenti di mobilitazione e di lotta:
Ø in occasione della riunione dei ministri del welfare del G14 in cui discuteranno a livello mondiale di come far fronte alla crisi e considerato che sceglieranno di farvi fronte nell’unico modo di cui sono capaci, scaricandone i costi sui salari, l’occupazione, le pensioni, la pressione fiscale, sabato 28 marzo è stata indetta una manifestazione nazionale a Roma a cui chiamare tutti i lavoratori e le lavoratrici, le forze sociali, gli studenti e tutti coloro che intendono battersi contro l’evidente tentativo del capitale di uscire rafforzato dalla crisi scaricandola sui ceti popolari. Tale manifestazione coincide con la giornata mondiale anti G20 decisa a Belem e che vedrà svolgersi in Europa e nel mondo nella stessa giornata una miriade di iniziative analoghe da parte di altre organizzazioni sindacali alternative.
Ø Partecipazione nelle forme più adeguate alla mobilitazione mondiale del 4 aprile, che culminerà nella manifestazione europea di Strasburgo, in occasione del 60° anniversario della NATO, per lo scioglimento di questo micidiale strumento di guerra, anche nella prospettiva dell’organizzazione delle giornate contro il G8 in Sardegna dall’8 al 10 luglio.
Ø In considerazione che il blocco della produzione nei luoghi di lavoro è il modo più giusto di sostenere le parole d’ordine, è stato proclamato uno sciopero generale con manifestazioni regionali, indicativamente per il 23 aprile.

IL VENTO SOFFIA ANCORA!

Crescenzo Papale (RdB/CUB Marche)

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