DA FABBRICHE E PIAZZE SALE LA MOBILITAZIONE
La mobilitazione operaia si sta allargando in tutta Italia. Dai blocchi stradali alla occupazione di aziende, la classe operaia italiana sta alzando la testa. Il diffuso silenzio della cosiddetta informazione pubblica sugli scioperi in corso, non può cancellare la realtà. Semmai rivela la paura della borghesia italiana, circa un possibile effetto domino.
Ovunque la domanda operaia è quella di una lotta vera per imporre al governo la ritirata, senza compromessi. L'articolo 18 deve restare com'è. Punto. Nessun arretramento è accettabile sui diritti del lavoro, neppure in salsa tedesca. Gli operai non stanno lottando per risolvere i problemi interni al PD, con una “mediazione” con Monti ed Alfano. Stanno scioperando per le proprie ragioni sociali indipendenti, che non possono essere oggetto di alcun mercanteggiamento. Non c'è alcun “sacrificio” da fare, tanto più sui diritti. Semmai c'è da riprendersi il mal tolto, e su ogni terreno.
Il governo ha fatto male i suoi conti, cantando vittoria troppo presto. La prima risposta operaia dimostra le potenzialità del movimento di risposta. Questo movimento va generalizzato da subito, sul terreno dell'azione diretta e di massa. Bloccare l'Italia si può. Se la classe operaia ritrova la fiducia nella propria forza, e la dispiega sino in fondo, tutto diventa possibile. Anche sconfiggere il governo Monti e la sua maggioranza.Il Partito Comunista dei Lavoratori e i suoi militanti operai sono e saranno ovunque in prima fila.
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