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COMUNICATO STAMPA:
La ritrovata unità tra Rifondazione Comunista e i Comunisti Italiani nel 2008-2009 aveva suscitato grandi speranze ed aspettative nella maggioranza di tutto il cosidetto “ex-popolo comunista” in Italia. Oggi, a distanza dopo 4 anni, possiamo affermare che tali aspettative siano crollate sotto il gigantesco peso della “doppiezza” politica della Federazione della Sinistra.
La causa è da ricercare nella vocazione iper-governista in sudditanza al centro-sinistra di questa forza politica che male si concilia con le pseudo-aspirazioni antagoniste. Aspirazioni calpestate dalla voracità di certi “Ras” territoriali (vedasi il caso Goracci in Umbria).
Il Partito Comunista dei Lavoratori di Ancona, con grande rammarico, ribadisce la propria incolmabile diversità dalla Federazione dalla Sinistra nei problemi di fondo che investono i diritti più inalienabili dei cittadini.
Si prenda ad esempio un tema d'importanza vitale quale il diritto all'approvvigionamento dell'acqua da parte di tutti i cittadini. Gli atti costituenti della Federazione hanno un valore vincolante nel formalizzare che tutti i beni ed i settori chiave dell'economia nazionale (quali l'energia, l'acqua e molti altri), devono avere una gestione pubblica.
Nel territorio marchigiano invece, in violazione aperta di questo principio e contrariamente a quanto espresso con forza dai cittadini nell’ultimo referendum, alcuni “capetti” locali dell’ FdS, sostengono a spada tratta la società “Multiservizi”, anche contro polemiche sollevate dai militanti stessi della Federazione (Leggi cliccando qui: “Amagliani (Prc) difende la Baldoni della Multiservizi” ).
Questa multiutility anconetana è una Società per Azioni a capitale pubblico ma a gestione privatistica. Come tutte le aziende di questo tipo è ovviamente lottizzata dalla politica: ci sono membri del CDA (retribuiti) nominati in rappresentanza dei partiti, tra cui anche Rifondazione Comunista (forse è questo che sucita a certi dirigenti di partito tanto amore per l’azienda!). La Multiservizi non solo rappresenta il viatico della privatizzazione del servizio idrico, ma anche l'aumento indiscriminato dei costi per l'utilizzo di un bene vitale per i cittadini e l’immolazione delle finalità sociali della gestione del servizio sull’altare degli interessi economici di una SPA. Se ad esempio gli utenti rimasti senza reddito a causa della crisi economica non sono in grado di pagare la bolletta dell'acqua, si vedono velocemente privati del servizio idrico da parte della “Multiservizi”, senza possibilità di scampo. Proprio per protestare su questo il PCL aderisce ai comitati per l’acqua pubblica ed è stato impegnato insieme ad altre forze politiche, in una recente occupazione degli uffici della Multiservizi (Leggi cliccando qui: “Fabriano: l'occupazione della Multiservizi”).
Alla faccia della difesa dei diritti dei più poveri, dei precari e dei lavoratori che hanno perso il posto! E alla faccia del referendum e dell’acqua pubblica!
Sezione provinciale di Ancona
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