Di seguito un interessante approfondimento storico del comppagno Gemmo
L’Armata Rossa nel 1920, guidata da Trotsky, aveva vinto gli eserciti controrivoluzionari dei bianchi pagando un pegno di sangue e di risorse molte alto. La situazione socio/politica/economica della Russia di Lenin si mostrava debole sullo scenario internazionale a causa, soprattutto, dell’implosione dei processi rivoluzionari in occidente (Germania), il gruppo dirigente del partito bolscevico dunque aveva lanciato la “nuova politica economica” NEP, una sorta di ritirata tattica rispetto al comunismo di guerra. La NEP prevedeva la reintroduzione parziale del mercato in particolar modo nelle campagne. Nel 1922 questa scelta aveva già iniziato a creare delle contraddizioni all’interno del sistema sovietico i contadini accumulavano ricchezze e per inverso nelle città si sviluppano una penuria dei beni di prima necessità e l’impennata dell’inflazione.
Alla fine del 1923 proprio quando la rivoluzione tedesca subì il contraccolpo finale Stalin con l’aiuto di Tomsky e Bucharin teorizzò il “ socialismo in un paese solo” una teoria che si prestava bene alla costruzione di un apparato burocratico all’interno del partito, una casta di privilegiati. Stalin incarnò cosi i desideri dei nuovi uomini d’apparato epigoni della rivoluzione. Naturalmente tale teoria rappresentava una vera e propria negazione del leninismo. Nelle opere di Lenin, ad esempio, pubblicate nei primi anni vi era scritto :” Abbiamo puntato tutto sulla rivoluzione mondiale perché è impossibile costruire il socialismo in un paese solo”:Questa frase, come molti altri testi, sarà cancellata in seguito da Stalin nella ripubblicazione delle opere di Lenin a partire dal 1928.
Lenin aveva compreso, già da tempo, nel 1922 il dramma che si stava consumando, tra le fila del suo partito e dedicò le sue ultime energie- proponendo a Trotsky di formare con lui un blocco politico- alla lotta contro la degenerazione stalinista. Una battaglia in seguito che fu soprannominata “ L’ultima battaglia di Lenin”.1
Riguardo al blocco Lenin e Trotsky abbiamo già scritto in passato e vi rimandiamo al link http://trotskysmo.blogspot.com/2010/09/lenin-e-la-lotta-contro-stalin.html, adesso vorremmo soffermarci sui principali documenti (sarebbe difficile riportare nel suo complesso tutti i testi che si contrapponevano, a firma o a sostegno Trotsky, a Stalin) dell’Opposizione di Sinistra in Russia e di come tale corrente abbia intercettato i sentimenti dei veri marxisti rivoluzionari (non solo in Urss) e di come abbia tenuto vivo il lato genuino della Rivoluzione Russa e dei suoi insegnamenti.
IL XII congresso del Partito Bolscevico si tenne nell’aprile del 1923 dal 17 al 25 in un’atmosfera nuova, era il primo congresso senza Lenin (gravemente malato). Fu anche l’ultimo congresso, salvo rare eccezioni sino al XV, in cui vi fu permessa una discussione almeno parziale. Dopo i burocrati di Stalin durante i congressi (pochi rispetto alla media di Lenin) leggeranno “compitini” infarciti di elogi “ al rozzo”0 Stalin. Lo stesso Stalin che manipolava con gli altri due membri della Trojka (Zinoviev e Kamenev) il partito, ammise implicitamente durante lo svolgimento del XII congresso lo sforzo che lui e la sua tendenza fecero per dilatare la propria rappresentanza politica, disse: ” IL CC negli ultimi sei anni non mai preparato un congresso come quello attuale”2
L’apparato del partito è in piena progressione … l’elezione dei dirigenti è sempre più sostituita dalla nomina dei vertici, la libera discussione nei congressi è sempre più difficile. Trotsky, all’interno del XII congresso, preme più su la necessità di aprire e non chiudere il dibattito all’interno del partito più che sulla (volgare e meschina) dubbia incapacità della Troika a dirigere il partito.
“Data la situazione(…) ritengo, non solo mio diritto ma anche mio dovere far conoscere a tutti quei membri del partito che io considero sufficientemente preparati, sperimentati, consapevoli e, pertanto, in grado di aiutare il partito a uscire da questo vicolo cieco…”
In un ambiente del genere dove il libero dibattito interno del partito sino allora mai negato (Lenin con il X congresso proibì le frazioni ma non le piattaforme congressuali e il libero dibattito interno) era nei fatti soffocato dalla maggioranza, la risposta di molti sani bolscevichi non si fece attendere.
IL 15 ottobre del 1923 46 vecchi bolscevichi inviarono al centro del partito una dichiarazione che da un lato criticava la linea economica del partito e dall’altro, ancor più duramente, criticava il regime dispotico interno. Tra i maggiori firmati della“Piattaforma dei 46”vi sono due ex segretari di partito come Prebrazeneskij, Serebrijakov, ci sono eroi dell’Ottobre rivoluzionario quali Antonov Ovseenko, Muralov, ci sono grandi figure del partito come Pjatakov, Rakovskij, Smirnov ecc. Trotsky non è tra i firmatari, ma nei fatti ne è l’ispiratore.
Nel testo vi sono importanti riflessioni:
“IL Partito sta cessando di essere quella viva collettività indipendente che con sensibilità afferra perché è a lessa legata da migliaia di fili. Invece, noi constatiamo la sempre crescente, e ora appena nascosta, divisione del partito tra una gerarchia segretariale e la“gente tranquilla” tra funzionari professionali di partito nominati dall’alto e la massa generale del partito …”
“La lotta che si sta conducendo nel partito è tanto più aspra quanto più silenziosamente e segretamente procede. Se solleviamo questa questione di fronte al Comitato Centrale, è proprio per trovare la soluzione più rapida e meno dolorosa alle contraddizioni che stanno lacerando il partito e per rimetterlo senza indugio su basi sane.”4
Poco dopo nel partito si apre la calunnia al” Trotskysmo” non vale per i piccoli uomini della Trojka gli ammonimenti di Lenin “ Non si può rimproverare a Trotsky il suo passato menscevico” “da quando Trotsky è entrato nel partito bolscevico non vi è stato miglior bolscevico di lui”5. La campagna inizia dopo che Trotsky scrive il “Nuovo Corso” in cui segnala le difficoltà oggettive della fase e anche le deficienze soggettive del partito.
“ A queste tendenze vanno ricondotti il forte divario nelle condizioni materiali dei membri del partito, a secondo delle diverse funzioni da esse svolte e i cosiddetti “eccessi”, l’aumento dei rapporti con elementi borghesi e la loro influenza ideologica (…) il pericolo che si perda la prospettiva d’insieme dell’edificazione socialista e della rivoluzione mondiale(…) ; la burocratizzazione degli apparati del partito e la conseguente minacce di un distacco del partito dalle masse.”
Questo testo non tarderà, anche se all’inizio era stata fatta una sorta di tregua tra la maggioranza e la minoranza, a creare le reazioni di Zinoviev, Kamenev e Stalin.
Accusando Trotsky di non essersi “liberato delle sue abitudini opportunistiche”,di “demagogia” “doppiezza” ecc .6
La possibile svolta per Trotsky e l’Opposizione di Sinistra si potrebbe avere in un Comitato Centrale del Partito prima del XIII congresso. La Kruspkaja, moglie di Lenin, stanca dei soprusi di Stalin rende noto a Kamenev le volontà testamentarie di Lenin (ancora in vita, ma politicamente non attivo) e prega che il partito ne venga a conoscenza. Ora la Trojka si trova in un enorme difficoltà politica, nel ”Testamento“ Lenin parla chiaramente della rimozione di Stalin dalla carica di segretario generale per le sue pessime capacità (anche umane) con la sostituzione di qualcuno più idoneo (Trotsky), Stalin e gli altri non sanno come uscirne… Si convoca dunque un Comitato Centrale allargato ove Kamenev legge le volontà testamentarie di Lenin7. Questa volta Stalin non può far nulla, ma per sua fortuna e sfortuna del movimento comunista mondiale Zinoviev corre in suo aiuto:
“Almeno su un punto i timori di Lenin sono stati eccessivi intendo riferirmi al nostro segretario generale. Voi tutti siete testimoni del nostro comune lavoro di questi ultimi anni e, al pari di me, siete stati felici di constatare che i timori di Vladimir Ilic non si erano avverati”8
L’Opposizione con Trotsky tace dopo la lettura del testamento, Stalin è salvo grazie alla ciambella di Zinoviev ormai il partito ha un nuovo “Termidoro” Stalin…
La lotta comunque continua, Lenin è appena defunto, nel marzo del 1924 Trotsky pubblica le“Lezioni d’Ottobre” ove critica le posizioni di Zinoviev e Kamenev durante la rivoluzione (i due si erano opposti pubblicamente alla presa del potere), la Trojka reagisce come al suo solito rispolverando il passato non bolscevico di Trotsky.
Durante il XIV congresso Zinoviev e Kamenev muovono delle critiche alla teoria del socialismo in un paese solo e alla destra del Partito capeggiata da Bucharin il quale aveva avanzato alle parole d’ordine “contadini arricchitevi, ma senza rompere con Stalin e promuovono quindi una formula algebrica per mantenere unita la maggioranza, sintomo comunque di un mal di pancia dei due triunviri…
La Trojka comunque non reggerà ancora per molto Zinoviev e Kamenev comprendono che il loro ruolo è secondario all’interno del Partito. Stalin è il vero leader, l’indiscusso capo. Ha mosso, con grandi capacità, tutte le sue pedine, ha rimosso e sostituito funzionari e segretari a lui ostili con docili figure a lui fedeli. Giovani funzionari estranei al marxismo si affacciano “affamati” nel partito, Stalin utilizza le nuove leve“arriviste” per scalzare gli oppositori. Vero è anche che nonostante l’indubbia ambiguità di Zinoviev e Kamenev questi due dirigenti del partito erano dei sani rivoluzionari internazionalisti, non potevano accettare l’abiura del marxismo rivoluzionario sostenendo la teoria del socialismo in un paese solo, teoria che dal 26 in poi diviene la linea ufficiale del partito.
Iniziano i riavvicinamenti, non semplici, fra Trotsky e il duo Zinoviev e Kamenev.
Quando i tre iniziano a gettare le basi di quella che sarà poi chiamata L’Opposizione Unificata (l’Opposizione di Sinistra più l’Opposizione di Leningrado) Zinoviev e Kamenev si mostrarono disposti ad ammettere i propri errori nel recente passato sulle accuse rivolte a Trotsky.
Zinoviev nel Comitato Centrale del luglio del 26:
“ Ho commesso molti errori. Penso che i più gravi siano due. IL mio primo errore quello del 1917 è universalmente noto(…)Considero il mio secondo errore più pericoloso del 1917 (…) Noi diciamo che ora non ci può essere alcun dubbio che il nucleo fondamentale del 1923, come ha dimostrato l’evoluzione della frazione dominante, ha correttamente messo in guardia contro le deviazioni della linea proletaria(…) Si su quella questione dell’oppressione dell’apparato burocratico Trotsky aveva ragione contro di noi.”
Trotsky dal canto suo:
“Non c’è dubbio che nelle Lezioni d’Ottobre ho strettamente legato le deviazioni opportunistiche del partito ai nomi di Zinoviev e Kamenev(…) e di non rendermi conto tempestivamente che le deviazione opportunistiche erano state determinate dal gruppo del compagno Stalin contro i compagni Zinoviev e Kamenev.”
La battaglia, dunque, si prospetta in un modo nuovo. Ora l’Opposizione è più forte può contare sul sostegno del Presidente dell’Internazionale Zinoviev e sul partito di Leningrado, ma nonostante il suo nuovo slancio l’Opposizione sarà sconfitta non tanto politicamente, ma quanto fisicamente. L’Opposizione aveva un grande seguito la maggioranza del CC dei giovani ed era forte in molte zone proletarie. La NEP aveva impoverito il proletariato cittadino e la proposta della collettivizzazione da parte dell’Opposizione faceva ben sperare i centri urbani. In più le questioni Internazionali rinvigorirono, si pensi ai movimenti rivoluzionari in Cina del 26/ 27, i rivoluzionari dell’Opposizione. La verità era altra nonostante il fallimento della NEP che poco dopo sarà abbandonata da Stalin per una“terrificante e distorta” collettivizzazione forzata (prendendo in prestito le posizioni dell’Opposizione) ove intere etnie furono cancellate, Stalin aveva bisogno della NEP allora per sconfiggere, con il sostegno di Bucharin l’Opposizione. Nulla valse a far tremare Stalin neanche la politica suicida che la maggioranza del Partito propose nella Cina del 26/27 (ingresso dei comunisti nel Kuomitang borghese) portando i comunisti al famigerato massacro di Shangai e all’implosione della rivoluzione comunista -ripresa circa vent’anni dopo da Mao Tse Tung- a portare una conversione di linea, il Partito era ingessato.
Stalin aveva il partito in mano, l’Internazionale dopo la rimozione di Zinoviev divenne un semplice strumento di concertazione con le potenze imperialiste sino alla sua abolizione nel 43, era impossibile vincere contro Stalin Trotsky ne era consapevole non gli rimaneva che lottare per i posteri e cercare di raggruppare i sinceri rivoluzionari per una nuova lotta.
Sempre nel luglio del 26 prende corpo la “dichiarazione dei tredici”
“ La causa più grave delle crisi sempre più gravi nel partito è il burocratismo, che è cresciuto in modo spaventoso dal periodo della morte di Lenin e che continua a crescere.
(…) Separare la lotta contro il frazionismo dalla questione del regime di partito significa evitare l’essenza del problema, alimentare le distorsioni burocratiche e, conseguentemente, promuovere lo stesso frazionismo.
(…) Solo si ha uno sviluppo sufficientemente forte dell’industria è possibile tanto che crescano i salari degli operai, quanto che diminuiscano i prezzi dei prodotti nei villaggi. Non avrebbe senso basare qualunque calcolo per il futuro a qualsiasi livello sulle concessioni straniere, a cui non possiamo assegnare nemmeno un ruolo importante nella nostra economia, per non dire un ruolo di guida, senza minare alla base il carattere socialista della nostra industria.
(….) L’alleanza con i contadini medi è trasformata sempre di più in un orientamento verso i contadini medi agiati, che molto spesso dimostrano di essere una versione in miniatura di kulaki.
(…) La correzione della linea di classe del partito significa la correzione della sua linea internazionale. Tutte le dubbie innovazioni teoriche devono essere respinte se dipingono le cose come se la vittoria della costruzione socialista nel nostro paese non fosse inseparabilmente connessa con il progresso e il successo della lotta per il potere del proletariato europeo e mondiale.
(…) L’esempio di Lenin ha dimostrato che dotare il partito di una linea ferma non significa strangolarlo.9
Tra i tredici firmatari di tale appello oltre a Trotsky, Zinoviev e Kamenev compare la moglie di Lenin Krupskaja la quale disse, le famose parole, nel contesto della lotta contro Stalin: “ Se Lenin fosse vivo sarebbe in prigione”10. La Krupskaja rimase nelle file dell’opposizione sino alla capitolazione di Kamenev e Zinoviev si dice, alquanto probabile, che Stalin le disse che se non si fosse riallineata con lui avrebbe trovato un’altra vedova di Lenin (riferendosi alla relazione extra coniugale che Lenin ebbe quando era all’estero).
IL testo dei tredici racchiude in se tutte le critiche alla Stalinismo dell’epoca, la mancanza di democrazia interna al Partito, una politica insensata nell’economia e una politica avventuristica a livello internazionale.
L’Opposizione è debole Zinoviev e Kamenev cedono e capitolano alle pressioni dell’apparato, Stalin utilizza tutte le armi per vincere incondizionatamente la partita .
Zinoviev “ Lev Davidovich (Trotsky) è giunto il momento di avere il coraggio di capitolare”.
Trotsky “ Se bastasse tale coraggio la rivoluzione sarebbe un dato di fatto in tutto il mondo”.10
Gli ex triunviri alleati di Trotsky, dunque, capitolano a Stalin, ma l’Opposizione guidata da Trotsky non molla nonostante l’espulsione di Trotsky e Zinoviev durante il XV congresso nel 1927. Saranno Radek, Muralov, Rakovskij e Smilga a stilare un documento che ancora oggi a distanza di più di ottanta anni è una critica attuale della degenerazione stalinista.
“Questa espulsioni che il Congresso lo volga o no, segneranno una virata a destra per la politica del Partito, rafforzeranno i raggruppamenti antiproletari all’interno del paese e accentueranno la pressione che l’imperialismo esercita all’esterno. Non si frenare con successo la crescita dei kulak, lottare con successo contro il burocratismo, introdurre la giornata lavorativa a sette ore, quando al tempo stesso si caccia dal partito coloro i quali, durante gli ultimi anni, hanno lottato più ardentemente contro la forza crescente dei kulak (…) contro le deviazioni burocratiche e hanno messo all’ordine del giorno un miglioramento più rapido della situazione degli operai.
(…) IL regime del partito che ha portato alle nostre espulsioni condurrà inevitabilmente a nuove lacerazione nel Partito e a nuove espulsioni.”11
Questo è uno degli ultimi documenti dell’Opposizione in Unione Sovietica di lì a poco Trotsky sarà espulso dall’Urss, i migliori bolscevichi gli stretti (e non solo) collaboratori di Lenin saranno uccisi da Stalin durante le purghe e i finti processi, e continuerà la sua lotta contro lo stalinismo e per il marxismo rivoluzionario in terra straniera.
Nel 1933 dopo l’avvento di Hitler Trotsky capisce che la linea sovietica non è più riformabile- similmente Lenin aveva capito nel 1914 dopo il voto dei crediti di guerra della SPD che la II internazionale era morta (non si può riformare un partito che sostiene o ha sostenuto i governi di collaborazione di classe)- che bisogna costruire una nuova organizzazione che da li ha poco fonderà, la Quarta Internazionale.
La rifondazione di una Quarta Internazionale oggi è più che mai necessaria per il movimento operaio, primo perché il trotskismo sino a oggi ha retto alle prove della storia, il suo metodo (con alcuni limiti) e le sue analisi si sono dimostrate valide. Secondo perché se l’alternativa, come internazionale, è la pagliacciata (non trovo altre parole) della V internazionale di Chavez il movimento operaio sarebbe destinato ad essere sconfitto
Eugenio Gemmo
Partito Comunista dei Lavoratori
Direzione Nazionale
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