09/12/10

L'IDV perde i pezzi: i vassalli di Di Pietro si "vendono" a Berlusconi

Abbiamo più volte criticato, anche in questo sito, l'organizzazione del partito di Di Pietro: un organizzazione lassa, spesso viziata dal nepotismo, che gira unicamente intorno al suo leader "maximo". Scarso dibattito interno e liste costruite, per la crescita troppo esponenziale che ha spinto molti opportunisti a buttarsi nelle file dell'IDV, troppo superficialmente: queste sono critiche mosse anche dalle componenti più sincere interne al partito. Noi però facevamo anche una critica più profonda: i partiti borghesi che nascono intorno al giustizialismo o al "buonsensismo" come l'idv o il movimento 5 stelle, sono contenitori vuoti, riempiti solo dal carisma del proprio "caudillo". Non un programma preciso, non una classe sociale di riferimento, non scelte chiare che facciano prevedere anche la futura linea del partito e non solo la presente.

Oggi la riprova che le critiche erano giuste: Scilipoti e Razzi, parlamentari IDV lasciano il partito (per ora è ufficializzata solo l'uscita di Razzi, Scilipoti sta ancora aspettando la fine dell'asta) e dichiarano che voteranno la fiducia al Premier, svelando senza pudore i segretari di partito a cui sono veramente fedeli: i soldi! E non è la prima volta: era già successo con quello squallido individuo di Sergio de Gregorio (eletto al Senato con l'IDV), che aveva ammesso, anche se a mezza bocca, di aver pattuito il suo passaggio al PDL in termini monetari.

Per non sprecare il proprio voto i lavoratori italiani devono rivolgersi ad un Partito che abbia sempre lottato dalla stessa parte, libero da opportunisti e carrieristi, dove la democrazia interna e l'autorganizzazione sia un valore assoluto. Come il Partito Comunista dei Lavoratori che, oltre alla coerenza, rappresenta una garanzia anche per i suoi riferimenti ideologici, culturali, programmatici ed economici, che sono sempre il faro della politica della nostra organizzazione.

Titto Leone

Nessun commento: