14/01/10

Maccaferri + centrosinistra = altro che posti di lavoro!

Pubblichiamo di seguito l'interessante intervento dei compagni dell'Officina Sociale Rebelde al forum sulla questione Turbogas-sadam. Sarà sicuramente uno dei punti fondamentali della nostra campagna elettorale, e rientrerà nella questione Nazionalizzazione. Infatti, come i compagni dell'officina riconoscono, tutti i finanziamenti pubblici dati a Meccaferri e agli alri hanno prodotto solo grandi ladrocini. L'unico modo per assicurarsi di dove vadano a finire i soldi è farli sborsare e controllare allo stato, ma sotto controllo operaio!
Dieci anni fa la Sadam prometteva, non solo il mantenimento dei livelli occupazionali per quanto riguarda la produzione dello zucchero, ma addirittura un aumento dei posti di lavoro. La centrale turbogas, diceva un depliant patinato, darà lavoro a circa 200 persone nella fase di realizzazione e nella fase di attività ad altre 50 persone.
Qualcuno di voi le ha mai viste queste 200 persone e 50 addetti fissi? Quanti posti ha creato la turbogas 10 o 12? Ma torniamo ai posti di lavoro allo zuccherificio, Nell’art. 19 della convenzione, l’hanno firmata loro e non noi, si dice che la Sadam si assumeva l’impegno a mantenere in esercizio lo zuccherificio per un periodo quantomeno corrispondente a quello di attività della centrale, con la salvaguardia dell’occupazione. Questo impegno non è stato mantenuto. Il Consorzio Edison-Sadam si è intascato 70 milioni di euro, la centrale continua indisturbata la sua attività mentre lo zuccherificio ha chiuso i battenti e di nuovo si solleva il problema dei posti di lavoro. Non ci eravamo sbagliati affatto 10 anni fa, quando come assemblea permanente contro la turbogas, insieme ai sindacati di base, dicevamo che questa azienda ha come unico interesse l’affare del la produzione di energia, altro che posti di lavoro.

Oggi la Sadam propone una riconversione che prevede la realizzazione di una raffineria biodiesel e una centrale a biomasse, pare, dopo la “trattativa” del sindaco, di 11,2 MgW.

Sadam sostiene assieme a sindacati,sindaco e amministratori di comune provincia e regione che questa riconversione garantisce i 143 posti di lavoro. Noi pensiamo esattamente il contrario. L’impacchettamento dello zucchero è un’attività in perdita per i costi di produzione, raffineria e centrale a biomasse non garantiscono, come neanche la turbogas, un’occupazione certa. Noi pensiamo che i lavoratori siano presi in giro dalla Sadam, dai politici e dai loro stessi sindacati. Stiamo assistendo al dominio delle lobby economiche e finanziarie sulla politica.

Centro-Sinistra e Centro-Destra non governano e non decidono sullo sviluppo economico sia a livello nazionale, sia a livello locale.

Merloni chiude le fabbriche a Fabriano mettendo in cassa integrazione migliaia di lavoratori, parallelamente delocalizza la produzione all’estero ed il governo concede la rottamazione degli elettrodomestici, tutto questo utilizzando soldi pubblici.

Maccaferri, ex presidente degli industriali della provincia di Bologna, chiude lo zuccherificio ed attraverso le biomasse ottiene i certificati verdi, che sono sempre soldi pubblici ricavati dal pagamento delle nostre bollette.

Siamo convinti che bisogna rompere con questo modello di sviluppo e con questo modo di far politica. Bisogna investire sul territorio, sulle produzioni locali, sulle energie alternative, su nuove produzioni che tengano conto dell’ambiente e della salute nel territorio.

Perché la Sadam non riconverte in un impianto di riciclo di rifiuti? L’impianto di Vedelago (Tv) ricicla fino al 98% dei rifiuti. In questo modo verrebbero salvaguardati i posti di lavoro e rispettato l’ambiente.

Un altro aspetto che ci interessa sviluppare è quello dell’ambiente e della salute.

Noi vorremmo sapere semplicemente che cosa si brucia e quanto inquinano i nuovi impianti. Ci viene detto dal sindaco, dalla Sadam, da amministratori di vario livello e dai sindacati che questi impianti inquinano meno dello zuccherificio.

Ma quanto inquinava lo zuccherificio? Quanto inquina la Turbogas?

Secondo noi non si può certificare quanto inquinava lo zuccherificio perché non sono mai stati riportati risultati di misurazione fattuali da parte di enti terzi.

Bruciare biomasse, è chiaro a tutti, ha un impatto significativo sulla salute e sull’ambiente.

Colza, girasoli, soia e palma non crediamo proprio che provengano da coltivazioni biologiche, saranno ovviamente piene di pesticidi e fertilizzanti che quando bruciano producono anidride carbonica, ossidi di azoto, polveri sottili e diossine. La Vallesina è una zona ad elevato rischio di crisi ambientale. Ma come si fa, in una zona definita ad alto rischio di crisi ambientale, definita dalla regione Marche non da noi, a concedere l’autorizzazione per nuovi impianti inquinanti? Tra l’altro nei vari impegni 10 anni fa si diceva non più di 3 centrali nella Vallesina. Non ne è stata chiusa nessuna, sono rimaste tutte e tre ed ancora si vuole dare l’autorizzazione per altre centrali.

Poi queste biomasse da dove arriverebbero? Ci viene detto dalla produzione locale.

Quante migliaia di ettari servirebbero? Le Marche dovrebbero espandersi come regione per garantire una tale produzione. E poi perché costruire una turbogas di 540 MgW all’Api ed un’altra di 870 a Corinaldo? In questo periodo di crisi economica c’è bisogno di produrre tutta questa energia elettrica? I nostri politici sostengono che il fabbisogno regionale è in passivo di 500 Mgw e allora perché realizzare tutte queste centrali?

Un altro aspetto è che verrà costruito un oleodotto dall’Api alla Sadam, passando per Chiaravalle e Monte San Vito. Questo dimostra che la filiera corta è una balla grossa come la Vallesina. È evidente che l’oleodotto servirà per far arrivare i prodotti da bruciare dall’Api via mare. Inoltre temiamo che in futuro l’area Sadam diventi zona stoccaggio prodotti finiti Api.

Sindaco noi vorremmo ricordarla, quando avrà finito il suo mandato, perché ha risolto il problema della viabilità, perché ha messo a norma le scuole e magari costruite di nuove, perché in tutti gli edifici pubblici ha installato panelli solari e non perché ci ha portato l’Api a Jesi.

Nell’assemblea permanente contro la turbogas, oltre a cittadini, erano presenti soggettività politiche come il PDCI, RIFONDAZIONE COMUNISTA, VERDI e TNT.

Queste soggettività politiche oggi sono tutte in silenzio o balbettanti al governo della città. Ed è per questo che si è creato un vuoto politico che per fortuna è stato riempito dal Comitato per la Tutela della salute e dell’ambiente della Vallesina.

Dov’è ad esempio l’associazione Ya Basta che ancora non ha detto una parola sulla questione biomasse, come se non fosse evidente che con queste biomasse abbiamo davanti agli occhi in questa città le conseguenze locali di una globalizzazione fondata sul lucro e il profitto e contro l’umanità.

Dov’è l’associazione Ya Basta? Perché non dice nulla dei contadini del Mozambico colonizzati da Api-Sadam per coltivare la jatropa, perché non ci racconta dei sem terra brasiliani o della via campesina, del grande movimento globale che raccoglie 300 milioni di piccoli agricoltori e che afferma che più va avanti la tecnologia agro-industriale (ed agro-energetico) più si crea fame e ingiustizia; che il modello agro-industriale ha ridotto alla miseria gli agricoltori, che l’agricoltura deve dare da mangiare a chi lavora la terra e non garantire il lucro agli industriali.

Per fortuna che è nato un comitato in questa città, altrimenti ci saremmo trovati in un deserto politico totale.

Abbiamo assistito allo spettacolo indegno, per chi ha ancora una coscienza di classe, dei lavoratori della Sadam che con le bandiere e i megafoni dei sindacati difendevano il progetto del padrone. Padrone che per ringraziarli di così tanta benevolenza, sputa loro in faccia una sentenza di diniego dell’integrazione alla cassa integrazione statale. Per questi lavoratori impegnati a manifestare per il padrone neanche 450 miseri euro. Questo dopo che nel 2008, a zuccherificio spento, Eridania risulterebbe aver percepito dalla UE ben 125,3 milioni di euro, 250 miliardi di lire (fonte rivista “internazionale”, 30 ottobre 2009); il secondo gruppo più finanziato d’Europa.

450 euro sarebbero, per 143 dipendenti, 772 mila euro nell’anno in corso. Questo a fronte di 125 milioni di euro. E voi operai inveite contro chi vuole un’altra riconversione.

QUESTO E’IL SIGNOR MACCAFERRI!!!!!!

Ma perché gli operai avrebbero dovuto sviluppare una autonomia di pensiero, una capacità critica se non lo ha fatto il loro sindacato, totalmente ripiegato a difendere gli interessi dell’azienda? Perché avrebbero dovuto farlo gli operai se non l’ha fatto l’università dove vige un pensiero unico incapace di elaborare un minimo di critica a questo modello produttivo ormai diventato incompatibile con il benessere dell’umanità? Perché lo avrebbero dovuto fare gli operai se non l’ha fatto questo centrosinistra complice e assoggettato completamente al volere dell’impresa?

Per fortuna che è nato il comitato, unico soggetto politico capace di determinare partecipazione con autonomia di pensiero, che è stato capace di costruire dal basso un sapere alternativo a quello dominante, una capacità di critica all’ideologia del profitto, del dominio del mercato e del denaro sugli interessi collettivi, sulla salute pubblica, sulla dignità di un territorio.

Concludiamo dicendo che alla fine il sindaco troverà probabilmente la maggioranza numerica nel palazzo, tra insistenze, influenze, assenze giustificate ma sa benissimo, lo sa lui, il suo partito, i suoi assessori di aver perso e di non essere più maggioranza politica in questa città.


Officina Sociale Rebelde

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