29/01/10

Nel pieno di una crisi sempre più grave


Risoluzione della Segreteria Internazionale del Coordinamento per la Rifondazione della Quarta Internazionale - 12 dicembre 2009

La bancarotta del capitalismo globale

La crisi del capitalismo globale, universalmente riconosciuta come la peggiore della storia, non è finita; ci troviamo nel mezzo del suo dispiegamento. Alla fine del 2009, lo spettro delle insolvenze sovrane del Dubai e della Grecia fino a quelle dell’Irlanda, che hanno scosso l’eurozona e l'Unione Europea nel suo complesso e hanno rivelato l’impatto catastrofico della montagna di debiti sugli Stati capitalisti di tutto il pianeta, a partire dagli stessi Stati Uniti, ha smentito i primi vanti di ripresa.
L’iniezione senza precedenti della massa di liquidità da parte dei governi e delle banche centrali, a seguito sopratutto del panico prodotto dal crollo della Lehman Brothers del 2008-2009, finalizzata a salvare il sistema finanziario internazionale dal collasso è stata un’operazione di conservazione; il crollo precipitoso è stato ritardato temporaneamente senza risolvere le contraddizioni sistemiche esplose con la crisi. Queste ultime si sono piuttosto aggravate e sono emersi nuovi problemi.
Nonostante la retorica, non v’è alcuna ripresa in termini di impiego, bensì una crescita della disoccupazione; nessuna ripresa bensì una contrazione del credito al consumo e per la piccola impresa; nessuna ripresa nelle spese di consumo bensì un calo degli stessi; nessun liberazione dai problemi delle banche sovraesposte o sottocapitalizzate. Il mare di derivati non è diminuito se non leggermente. La loro funzione, in ogni caso, è vitale per il capitalismo contemporaneo e non può essere abolita senza portare al collasso l’intero sistema. Si formano nuove bolle di capitale fittizio appena viene convogliata di nuovo su attività speculative la liquidità massicciamente disponibile. La pratica speculativa del carry trade, approfittando della debolezza del dollaro USA, ha alimentato la speculazione minando gli effetti dei pacchetti di incentivo e di re-direzionamento del flusso di denaro fuori dagli USA. Stanno crescendo i mercati finanziari nonostante regnino in ambito produttivo sovrapproduzione e un’eccedenza di accumulo di capitali, aprendo ulteriormente la forbice tra il capitale fittizio e quello produttivo. Le bolle sono sul punto, piuttosto prima che dopo, di scoppiare provocando una doppia recessione [continua --->]

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