26/10/09

No alla privatizzazione dell'acqua

Con l'articolo 23 bis del decreto legge 112 di G.Tremonti, il 5 agosto 2008, l'acqua è stata di fatto privatizzata. Un diritto naturale è diventato merce grazie al Pdl e al silenzio-assenso dell'opposizione. Non c'è ombra di dubbio che per i grandi azionisti i guadagni ci sono e sono evidenti: in mano ai privati l'acqua costa di più ed in alcune città il prezzo è aumentato anche del 300% (vedi il caso di Aprilia). Come Partito Comunista dei Lavoratori vogliamo ricordare a tutti che i "Comuni d'Italia" non sono delle aziende, che le amministrazioni devono impedire la privatizzazione dell'acqua, che un comune senza acqua non esiste. Torrenti, ruscelli, fiumi, laghi, mari, devono essere controllati dallo stato. Se vogliamo essere intellettualmente corretti, il pubblico ha il dovere di gestire il primo bene, il più essenziale per la comunità senza, cadere in una logica perversa. L'accesso all'acqua potabile è un diritto umano e sociale intoccabile, che deve essere garantito a tutti gli esseri umani. Finché si permetterà ai signori capitalisti, di abusare oltre qualsiasi limite dei diritti dell'uomo, la legge della speculazione costituirà sempre un'arma ben affilata in mano a chi può trarne profitto, cioè alle multinazionali, portando conseguenze irreparabili. Come avvenuto in Arabia dove un aumento dell'acqua del 400% ha visto i giovani ribellarsi e, come tutta risposta, qualcuno di loro pagare con la vita. Accaparrarsi l'acqua per poi rivenderla e ricavare dei profitti altissimi riservati a pochi è un atteggiamento "criminale e di terrorismo legalizzato".
Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez.Ancona-nucleo montano.

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