17/10/09

Il tradimento delle sinistre

Negli ultimi quindici anni abbiamo assistito ad un vero e proprio tradimento delle sinistre riformiste ai danni della classe lavoratrice. Molti compagni, in particolar modo militanti di base appartenenti ai vari PdCI di Diliberto, P.R.C di Ferrero e S.L. di Bertinotti, sono rimasti, loro malgrado, intrappolati nella tela delle politiche riformiste che hanno adottato sistemi palliativi solo per rastrellare consensi.Queste politiche “d’intelligenza borghese”, sono state sempre il mezzo con cui il capitalismo è riuscito ad "anestetizzare" il proletariato da tutte le forme di lotta intraprese nel tempo.

Vogliamo invece ricordare a questi militanti che stanno lavorando contro loro stessi per un sistema che li usa in maniera sottile, viscida e ipocrita. Stanno dimenticando il fine per il quale hanno iniziato a lottare. Stanno dimenticando la loro recente storia nella quale i loro dirigenti li hanno traditi usandoli solamente per ottenere qualche posto istituzionale: Ministero della Giustizia, della Solidarietà, Presidenza della Camera, pur di ricevere un investitura padronale e entrare nelle stanze del potere. Come fanno ancora, a protrarre il proprio sostegno ai traditori che inneggiano alla nuova sinistra?

La memoria torna al Governo Prodi 96/98 in cui Rifondazione, allora guidata da Bertinotti, Diliberto, Grassi, Rizzo e Ferrero votò senza alcuna remora:
-il Pacchetto Treu, la prima legge sulla precarietà del lavoro;
-varie Privatizzazioni, aumentando, nei fatti, la disoccupazione e l’incertezza lavorativa nonchè svendendo settori strategici dello stato;
-Finanziaria da 8000 miliardi di lire che gravò unicamente sul mondo del lavoro;
-Detassazione delle rendite, con immensa gioia dei grandi imprenditori, aumentando il divario economico tra ricchi e poveri;
-L'istituzione dei CPT, i famosi campi lager a cielo aperto per gli immigrati;
-Nello stesso periodo si resero complici di un Governo che decreto' i bombardamenti dei Balcani


Dopo aver firmato tutto, non potendo più giustificare in alcun modo la loro deriva, uscirono dai palazzi e ci rientrarono otto anni più tardi dalla porta principale.
Nel 2006, oramai PdCI e P.R.C sono un tutt’uno e ritornano finalmente a fare la politica che gli sta più a cuore: il sostegno incondizionato al nuovo governo dei banchieri, al nuovo governo Prodi.

Alla luce della loro esperienza governativa passata, si sono ben guardati di non commettere gli stessi errori, infatti, sostennero:
-Guerra Afghanistan, Libano e Balcani e rifinanziamento alle missioni militari
-Aumento delle spese militari. Un aumento, per gli armamenti militari, pari al 17%
-Continuazione della legge Biagi. Conosciuta come legge 30, quella che ha, letteralmente, polverizzato il contratto a tempo indeterminato
-Tfr alle banche. Il trattamento di fine rapporto (liquidazione) è stato, per fare cassa, gentilmente regalato alle banche
-Aumento dell’età pensionabile.
-Dulcis in fundo, Ferrero vota un decreto xenofobo e razzista mirato ad espellere cittadini comunitari.

A questo breve ma intenso periodo governativo, va aggiunto, seppur con complicità diversa, ma non per questo meno responsabile, Turigliatto (di Sinistra Critica), che non avendo (al contrario di Marco Ferrando) tralasciata nella campagna elettorale qualsiasi critica alle guerre imperialiste intraprese dal centrosinistra, il quale si è preso l’onere di votare una missione militare e una finanziaria lacrime e sangue per il mondo del lavoro.

È STATO UN MASSACRO!

È difficile credere a qualcuno che da un lato critica le politiche reazionarie e dall’altro le vota. Per brutta che essa sia, Lenin diceva che ai lavoratori bisogna dire sempre la verità. “Bisogna aiutare le masse a trovare, nel processo della lotta quotidiana, il ponte tra il programma delle rivendicazione attuali e il programma della rivoluzione socialista. Questo ponte deve consistere in un sistema di rivendicazioni transitorie che partano dalle condizioni attuali e dal livello di coscienza attuale dei larghi strati della classe operaia e portino invariabilmente ad una sola conclusione: la conquista del potere da parte del proletariato”. ( Trotsky)

IL Partito Comunista dei Lavoratori fa suo il metodo transitorio. Non esistono sotterfugi, ripiegamenti e contingenza attuali che tengano. O si lavora per il proletariato o ci si piega alle politiche padronali. Invitiamo i compagni delle altre organizzazione comuniste a rompere con i propri gruppi dirigenti ed a passare nelle file del PCL. Queste organizzazioni sono da freno per il mondo del lavoro, hanno tradito il mondo del lavoro esclusivamente per lo spirito di autoconservazione del proprio apparato burocratico.

Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez.Ancona-nucleo montano

(si ringrazia il compagno Gemmo - pcl Roma- per la preziosa bibliografia)

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