19/02/13

Il teatrino della politica borghese sulla pelle delle donne



Sabato 16 febbraio io e la compagna Eleonora Palma eravamo presenti all’incontro promosso dal gruppo “Se non ora quando” marchigiano, un incontro in cui le attiviste di Snoq presentavano le loro proposte alle donne candidate nella nostra regione. Non ci aspettavamo di assistere a uno dei siparietti che siamo ormai abituati a vedere in tv, quando il politico di turno alza i toni dello scontro per poi abbandonare il campo sbattendo la porta. E invece è successo anche nella piccola Osimo! La candidata di Rivoluzione Civile, Sandra Amurri, è intervenuta ancora prima della presentazione dell’agenda di Snoq, per urlare i suoi insulti nei confronti delle attiviste del movimento e delle candidate del Pd e abbandonare la sala sdegnosamente. La pietra dello scandalo riguardava le dichiarazioni del gruppo Snoq di Roma, che appoggiano apertamente Pd e Sel. Inutile dire che anche noi del Pcl non condividiamo le posizioni di Snoq Roma (anche se non equivalgono esattamente alle posizioni del comitato delle Marche, in quanto Snoq è organizzata in comitati locali senza un’organizzazione precisa su scala nazionale), ciò nonostante ci sembrava più opportuno argomentare le nostre posizioni piuttosto che sbattere la porta in maniera teatrale. Ma fosse stato soltanto per questo episodio non mi troverei qui a scrivere. Tutto sommato, dopo l’uscita di scena della candidata di RC, l’incontro è proseguito con serenità. Eppure le sorprese non erano finite! Il giorno dopo leggo su vari organi di informazione che la candidata in questione sarebbe stata l’unica a rispondere alle provocazioni lanciate da Serenella Fucksia durante il dibattito! Serenella Fucksia, candidata per il Movimento 5 Stelle, ha dichiarato che la legge 194 è una sconfitta per le donne, perché la reale vittoria sarebbe non avere più bisogno di questa legge. Questa dichiarazione ricorda quella di Grillo sui sindacati (etichettati come “roba da 800”) e dimostra inequivocabilmente la scarsa conoscenza della storia da parte di molti candidati del M5S, oltre alle loro posizioni reazionarie. La legge 194 è stata una grandissima vittoria per le donne, che prima dell’entrata in vigore di questa legge rischiavano la vita per sottoporsi ad aborti clandestini e oggi più che mai è da difendere. Parliamo di una legge che è sotto attacco da anni, la spaventosa diffusione dell’obiezione di coscienza ha reso difficile la sua applicazione in molti ospedali, i cosiddetti Centri per la Vita ottengono sempre maggiore spazio nei consultori a discapito della serenità delle donne, che vengono riempite di sensi di colpa. Di fronte a tutto questo, dichiarare che la 194 è una sconfitta significa assumersi una responsabilità politica pesante e senza possibilità di smentita. Siamo tutte d’accordo sul fatto che questa scelta non dovrebbe mai essere condizionata da motivi economici, ma non è smantellando la 194 (definita obsoleta da un altro candidato marchigiano del M5S, che si è premurato di difendere la collega) che si ottiene questo risultato. Il diritto all’aborto è da difendere con le unghie e con i denti, oltre a questo bisogna aumentare i servizi sociali per aiutare realmente le donne. Questa quindi la dichiarazione shock della Fucksia. La candidata Amurri era andata via da circa un’ora e a rispondere prontamente è stata un’attivista di Snoq, la quale non ha risparmiato critiche alla posizione espressa dalla grillina, tra l’ovazione generale di tutti i presenti. Subito dopo ho preso la parola per presentare le nostre posizioni su diritto all’aborto e altri argomenti che abbiamo a cuore, successivamente è stata la volta delle candidate di Pd e Mir. Nel suo comunicato di fuoco la Amurri non risparmia accuse alle donne del Pd, che avrebbero tacitamente appoggiato la Fucksia. Lungi da me voler difendere le candidate del Pd, ma in questo caso l’accusa è del tutto strumentale. Le candidate del Pd sono certamente attaccabili, non per questo episodio, ma perché durante tutto il dibattito hanno recitato la parte delle donne all’opposizione da sempre, dimenticando che il Pd non solo non ha fatto nulla per cancellare la legge 40 sulla procreazione assistita, ma a livello locale procede sulla strada dei tagli ad asili nido e alle scuole dell’infanzia comunali, insieme ai partiti che formano l’eterogenea aggregazione di Rivoluzione Civile (Rifondazione, IDV, ecc.). In tutta questa storia ciò che mi preme sottolineare non è la primogenitura sulla difesa della 194, tutto sommato la scorrettezza della Amurri potrebbe passare in secondo piano se fosse mossa unicamente dal desiderio di difendere questo diritto. Ciò che davvero mi scandalizza è l’utilizzo di questo argomento, così delicato e importante, nel tentativo di ottenere più voti. La Amurri si scaglia infatti contro le candidate del M5S e del Pd, evidentemente nel tentativo di rubare loro qualche voto. Se infatti ciò che la muovesse fosse realmente il desiderio di difendere i diritti delle donne non dovrebbe militare in un movimento che tutti i giorni chiede al Pd di sottoscrivere un’alleanza ed è pronto a sottoscriverla anche dopo le elezioni. Ci si scaglia contro in campagna elettorale per poi sperare di governare insieme dopo le elezioni? Qualcosa non torna!  E’ dei diritti delle donne che stiamo parlando, allora, o della semplice conta dei voti? Tutto ciò è francamente deprimente, non che ci aspettassimo di più dai partiti borghesi che fingono di farsi la guerra in campagna elettorale mentre sono pronti a firmare accordi subito dopo. Non ci sono grandi idee politiche a muovere queste persone. La difesa della 194 è una cosa seria, che spetta a noi donne che tutti i giorni siamo presenti nei comitati di lotta e che non abbiamo interessi personali nascosti dietro alle nostre battaglie. Noi del Pcl siamo spesso accusati di settarismo perché non accettiamo alleanze con altri partiti, la verità è che non siamo disposti a svendere le nostre idee, siamo all’opposizione perché i progetti che presentiamo in campagna elettorale li portiamo avanti faticosamente giorno per giorno nei posti di lavoro, nelle case, nelle fabbriche. Non spariamo annunci elettoralistici per negarli il giorno dopo il voto. Questa è la nostra coerenza, questa è la nostra battaglia!

Enrica Franco
candidata alla Camera nelle Marche per il Partito Comunista dei Lavoratori

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