(foto di Alice Zorba)
Lavoratori sotto Montecitorio. Di fronte ad alcune centinaia di militanti del
partito Marco Ferrando ha affermato: “Siamo oggi l'unica sinistra coerente e
autonoma che non ha mai tradito i lavoratori, l'unica falcemartello sulla
scheda, il PCL è l'unico partito che sostiene le ragioni del mondo del lavoro e
propone la Repubblica dei Lavoratori. Solo la rivoluzione può cambiare le cose”
Si è tenuta oggi pomeriggio di fronte alla Camera dei Deputati - a piazza
Montecitorio - la manifestazione-comizio del PCL.
Dal palco, di fronte ad alcune centinaia di militanti del Partito Comunista dei
Lavoratori, sono intervenuti tra gli altri: Luigi Sorge, candidato alla presidenza
della Regione Lazio per il PCL; Francesco Doro, membro del comitato centrale
della FIOM; Franco Grisolia, della direzione del PCL e dirigente nazionale
CGIL; Eva Matassini del Collettivo Studentesco Rivoluzionario fiorentino; Leila
Pereira, presidente Associazione Libellula.
Nel suo intervento Marco Ferrando ha sostenuto: “Il Partito Comunista dei
Lavoratori è oggi l'unica sinistra coerente ed autonoma che non ha mai
sostenuto e votato politiche antioperaie e antipopolari, l'unica falcemartello
sulla scheda. Siamo i soli che non si sono svenduti ai liberali del PD, come SEL
che, malgrado l'accordo Bersani-Monti, spera ancora in qualche entratura
ministeriale; mentre gli ex ministri Ferrero e Diliberto, nel disperato tentativo
di rientrare in parlamento, hanno sciolto i propri partiti nella lista
liberalquesturina dei magistrati Ingroia-Di Pietro-De Magistris, che sono così
di “sinistra” e “garantisti” che ora vogliono addirittura abolire i processi
d'appello.
“Il Partito Comunista dei Lavoratori” - ha continuato Ferrando - “rivendica
apertamente un programma anticapitalista: per la nazionalizzazione – senza
indennizzo - delle grandi industrie che licenziano o inquinano a partire dalla
Fiat e dall'Ilva; per la nazionalizzazione tramite esproprio – salvaguardando i
piccoli risparmiatori - del sistema bancario e l'annullamento del debito
pubblico verso gli istituti di credito sia italiani che esteri; per l'indipendenza
dello stato italiano dalla chiesa e per una piena laicità delle istituzioni
intendiamo abrogare il concordato tra Italia e Vaticano, espropriando lo Ior ed
aprendo i suoi libri contabili”.
“Vogliamo che la terza repubblica” - ha concluso Ferrando - “sia la Repubblica
dei Lavoratori, per una svolta di classe della politica italiana, perché solo la
rivoluzione può cambiare le cose”.
Roma, 9 febbraio 2013
p. Ufficio Stampa Pcl
Michele Terra
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