La
persistente attività mediatica esercitata dalla classe politica volta ad “anestetizzare”
l’opinione pubblica fabrianese sugli effetti catastrofici della crisi di tutto
il distretto industriale, è solo un subdolo tentativo di gettare fumo negli
occhi nei confronti di tutti i cittadini di Fabriano.
Il
cosiddetto “accordo di programma”, realizzato tra il governo italiano e la
regione Marche, rappresenta solo un debole placebo con il quale si tenta di ritardare
l’agonia economica di tutto il comprensorio locale e nascondere l’inevitabile
terremoto sociale che, da qui a breve, investirà migliaia di cittadini
fabrianesi.
La
totale assenza da parte delle istituzioni, delle organizzazioni sindacali,
politiche e imprenditoriali, e di un reale progetto di riconversione industriale
che favorisca la fuoriuscita dallo stallo del monosettore
dell’elettrodomestico, condurrà al tracollo di tutto il territorio marchigiano.
Il
Partito Comunista dei Lavoratori di Ancona rinnova la sua disperata protesta contro
l’assordante silenzio con il quale migliaia di lavoratori del cosiddetto
indotto hanno perso il proprio lavoro, senza alcuna protezione economica
attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali.
Forse
questi lavoratori di piccole industrie che rappresentavano una preziosa risorsa
per tutta l’economia regionale, sono figli di un Dio minore e non hanno gli
stessi diritti di tutti gli altri lavoratori della grande industria?
Perché
si continua a raccontare, attraverso la stampa, ora anche quella nazionale, la favola
relativa ad una produzione alternativa, rappresentata dalla carta, quando la principale
impresa produttrice, le Cartiere Miliani, a causa della privatizzazione, hanno
già perso oltre 400 unità occupazionali e abbandonato produzioni fondamentali,
come quella della “carta fatta a mano”, la quale per interi secoli di storia
costituiva l’immagine della città di Fabriano nel mondo?
Siamo
convinti che la società capitalistica in cui viviamo sia iniqua e non più
sostenibile e per questo lottiamo per il suo superamento. Ma nel frattempo
continueremo a gridare a gran voce il nostro dissenso per il modo in cui, con la
complicità di troppi soggetti politici e sociali, si stanno riducendo sul
lastrico migliaia di famiglie marchigiane in nome degli interessi di pochi, della
conservazione di piccoli “sultanati” locali, della delocalizzazione selvaggia e
della concertazione sindacale a tutti i costi.
Fabriano
04/01/2013
Partito
Comunista dei Lavoratori
Coordinamento
provinciale Ancona
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