Leggere nel successo di Pierluigi Bersani alle primarie “l'onda vincente della sinistra”, come fa Nichi Vendola, significa confondere la realtà con l'aspirazione di tanti elettori.
Il segretario del PD è stato il principale garante della nascita del governo Monti, il sostenitore determinante delle sue peggiori misure antioperaie ( su pensioni e articolo 18), il garante dell'assenza di una reale opposizione sociale al governo grazie alle procurate disponibilità della CGIL.
Le prime parole di Bersani a poche ore dal suo successo, secondo cui “occorrerà vincere e governare dicendo la verità agli italiani, senza demagogie perchè la crisi è drammatica” preannunciano in gergo la continuità delle politiche di lacrime e sangue istruite da Monti e già prefigurate dalla Carta d'intenti del Centrosinistra che Vendola ha accettato. Sarebbe questo “il profumo di sinistra”? La verità è che Vendola è prigioniero di Bersani, in attesa di contropartite ministeriali. E copre questa realtà con parole alate di fronte alla propria base.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
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