L'agenda Monti è il sole attorno a cui ruota la politica italiana. E l'ipocrisia di tutti i suoi attori.
Il “tecnico” Mario Monti investe nella propria ambizione politica il sostegno ossequioso del capitale finanziario, dei suoi partiti, della sua stampa.
Casini, Montezemolo e la Chiesa gli affidano le proprie fortune e i propri affari.
Il reazionario Berlusconi, che istruì un anno fa l'agenda Monti senza avere la forza di portarla avanti, finge di opporsi a Monti dopo averlo sostenuto per un anno e dopo avergli proposto la premiership.
Il liberale Bersani, primo sostenitore del governo Monti, si presenta come il garante della sua agenda di sacrifici presso le cancellerie europee, dopo essersi presentato come difensore del lavoro alle primarie del PD.
Il governatore Vendola, formale oppositore del governo Monti e critico della sua agenda, realizza un patto di governo col PD, sostenitore di Monti, che ne prevede il rispetto. In attesa di ricompensa ministeriale.
Il liberal questurino Di Pietro, critico di Monti ( cui pure votò l'iniziale “fiducia”), ma soprattutto scaricato dal PD, affida ad Ingroia la speranza di tornare col PD nel prossimo Parlamento. Col sostegno dell'ex ministro Diliberto.
L'ex ministro Paolo Ferrero, oppositore di Monti, si accoda alla cordata giustizialista orfana del centrosinistra e desiderosa di ritornarvi, nascondendosi dietro l'arancione per non creare disturbo alla cordata. Mentre si allea col PD nelle amministrative e governa col PD in diverse regioni.
Il Partito Comunista dei Lavoratori(PCL), la sinistra che non ha mai tradito gli operai, si presenta alle elezioni politiche come l'unica coerente opposizione di classe all'agenda dei capitalisti, e come unica alternativa al trasformismo dilagante.
Mentre il comico milionario Beppe Grillo giunge a rivendicare l'abolizione del sindacato ( “roba dell'800”), scavalcando persino Marchionne ( ma sulla sua scia), il PCL fa della difesa del mondo del lavoro, come sempre, la ragione della propria presenza. Sulla base di un programma anticapitalista e della prospettiva del governo dei lavoratori.
Il “tecnico” Mario Monti investe nella propria ambizione politica il sostegno ossequioso del capitale finanziario, dei suoi partiti, della sua stampa.
Casini, Montezemolo e la Chiesa gli affidano le proprie fortune e i propri affari.
Il reazionario Berlusconi, che istruì un anno fa l'agenda Monti senza avere la forza di portarla avanti, finge di opporsi a Monti dopo averlo sostenuto per un anno e dopo avergli proposto la premiership.
Il liberale Bersani, primo sostenitore del governo Monti, si presenta come il garante della sua agenda di sacrifici presso le cancellerie europee, dopo essersi presentato come difensore del lavoro alle primarie del PD.
Il governatore Vendola, formale oppositore del governo Monti e critico della sua agenda, realizza un patto di governo col PD, sostenitore di Monti, che ne prevede il rispetto. In attesa di ricompensa ministeriale.
Il liberal questurino Di Pietro, critico di Monti ( cui pure votò l'iniziale “fiducia”), ma soprattutto scaricato dal PD, affida ad Ingroia la speranza di tornare col PD nel prossimo Parlamento. Col sostegno dell'ex ministro Diliberto.
L'ex ministro Paolo Ferrero, oppositore di Monti, si accoda alla cordata giustizialista orfana del centrosinistra e desiderosa di ritornarvi, nascondendosi dietro l'arancione per non creare disturbo alla cordata. Mentre si allea col PD nelle amministrative e governa col PD in diverse regioni.
Il Partito Comunista dei Lavoratori(PCL), la sinistra che non ha mai tradito gli operai, si presenta alle elezioni politiche come l'unica coerente opposizione di classe all'agenda dei capitalisti, e come unica alternativa al trasformismo dilagante.
Mentre il comico milionario Beppe Grillo giunge a rivendicare l'abolizione del sindacato ( “roba dell'800”), scavalcando persino Marchionne ( ma sulla sua scia), il PCL fa della difesa del mondo del lavoro, come sempre, la ragione della propria presenza. Sulla base di un programma anticapitalista e della prospettiva del governo dei lavoratori.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
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