07/11/11

ARDO, BEST e CB: tanti lavoratori, una sola lotta!

COMUNICATO STAMPA:
La terribile vicenda degli operai della Best che, al ritorno al lavoro, hanno trovato la fabbrica vuota e le serrature cambiate è la vergognosa dimostrazione che ancora una volta la dignità delle persone è calpestata dalle logiche del profitto. Ed emblematico è anche di Confindustria ed il silenzio/assenso dei sindacati padronali: alla faccia della “lotta di classe” che sarebbe ormai superata!
Lo stesso si può dire della CB, terzista Indesit di Cerreto dove 90 operai –per la stragrande maggioranza donne- chiude i battenti. lastricando una volta di più il nostro territorio di povertà e disperazione.
L’ARDO intanto, ricolloca solo 700 lavoratori, mandando a casa i restanti 2000 operai. A parte l’operazione poco chiara, con il nuovo acquirente che sembrerebbe quasi manovrato dalla famiglia Merloni per rientrare in possesso della good-company, liberandosi allo stesso tempo dei lavoratori in surplus e delle produzioni meno redditizie, si sta puntando a mettere i lavoratori uno contro l’altro: si tengono “buoni” gli operai con la speranza di trovare posto tra i 700 “prescelti”.
Il Partito Comunista dei Lavoratori respinge in modo radicale questa “asta al ribasso” sui diritti degli operai in favore dell’arricchimento incondizionato di qualche padrone. I licenziamenti e le delocalizzazioni all’estero sono rapine legalizzate ai danni dei lavoratori e delle loro famiglie, che fino ad oggi hanno prodotto e producono ricchezza in questo territorio, ma che, alla prima occasione, vengono scaricati per inseguire nuove speculazioni nei paesi meno sviluppati.
Per questo chiediamo:
- che gli ammortizzatori sociali previsti per le grandi aziende vengano estese al piccolo indotto che è il primo a fare le spese di questa crisi.
- che le aziende che dichiarano fallimento o fuggono all’estero passino immediatamente nelle mani dello Stato, gratuitamente e sotto controllo operaio. Come, tra l’altro, previsto anche dalla Costituzione.
- che i fondi spesi per la cassa integrazione, spesso abusata ed ormai “infinita”, vengano impiegati per il mantenimento effettivo dei posti di lavoro ed il rilancio industriale del distretto: non per pagare gli stipendi con i soldi pubblici al posto del datore di lavoro, né per prolungare l’agonia e posticipare il più possibile lo “scoppio” della rabbia, sperando che nel frattempo i bollenti spiriti si siano freddati. 
Come PCL ci appelliamo a tutti i cittadini, le forze sindacali e quelle politiche perchè si dichiarino apertamente a favore dei lavoratori, delineando una linea di confine: o si stà con il lavoro o contro di esso, o si stà con gli operai o con i capitalisti, o con la povera gente o con i banchieri. Schieriamoci contro le scelte conservatrici e monosettoriali del nostro territorio, contro le delocalizzazioni e contro le “svendite” di tutto ciò che di utile ancora rimane. Sosteniamo le mobilitazioni, anche radicali, e le occupazioni ad oltranza delle fabbriche da parte degli operai, fino all’ottenimento di garanzie concrete sul futuro dei posti di lavoro. Serve una Sinistra che rompa gli schemi e si ponga come reale alternativa al Centro Destra, al Centro Sinistra, per opporsi efficacemente alle misure di lacrime e sangue richieste dalla BCE.
Con preghiera di massima diffusione

Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento Provinciale Ancona

2 commenti:

Anonimo ha detto...

e il plus-valore, dove è finito?

Anonimo ha detto...

il discorso di monti alla camera in occasione del voto di fiducia è una vera e propria minaccia ai lavoratori pensionati , alle masse piu deboli , non trovo altro termine