23/03/11

Ed ora toccherà alla "Best"?

COMUNICATO STAMPA:



Mentre tutti si preoccupano della caduta del colosso Merloni e del futuro dell’Ardo, si diffondono timori anche sulla multinazionale americana “Best”, che già in passato ha chiuso lo stabilimento di Fabriano per continuare a produrre nei due stabilimenti di Cerreto D’Esi ed Albacina.

La paura che possa delocalizzare in Polonia si fa sempre più forte tra i lavoratori, anche se non viene denunciata apertamente da nessun sindacato. Per ora si dà credito all’azienda quando annuncia un programma di investimenti di un milione di euro, ma dei quattrocento dipendenti, novanta risultano già in esubero e verranno interessati dalla cassa integrazione a rotazione o dalla mobilità.

“Per la dirigenza ed i sindacati tutto sembra sistemato, ma dal punto di vista degli operai e delle piccole aziende dell’indotto c’è da stridere i denti, visti anche i precedenti dell’Ardo” denuncia Youri Venturelli, operaio fabrianese del Partito Comunista dei Lavoratori: “Non sono i lavoratori che devono pagare la crisi. Sono i Capitalisti locali che hanno scelto il monosettore, la sovrapproduzione, la delocalizzazione, il deprezzamento. Però ora pretendono siano gli operai a lavorare di più e con meno diritti in nome degli interessi delle multinazionali” ed aggiunge: “Dobbiamo rilanciare una moratoria per il blocco dei licenziamenti e la ripartizione del lavoro esistente attraverso la progressiva riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Rispolverare il vecchio motto:lavorare meno,lavorare tutti!”.

Con preghiera di massima diffusione


Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento Provinciale Ancona

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