24/06/10

La risposta dei lavoratori al ricatto di Marchionne



Ed ora se la fiat se ne vuole andare gli stabilimenti vengano nazionalizzati!

UN SUCCESSO DEL NO (23 Giugno 2010)
la lotta degli operai di Pomigliano

Il risultato di Pomigliano è, di fatto, una vittoria di Fiom e Cobas. Nonostante il ricatto anticostituzionale della Fiat, nonostante la massiccia campagna bipartisan di governo e PD, nonostante il vergognoso invito al Sì di Guglielmo Epifani, quasi il 40% dei lavoratori ha rifiutato apertamente l’umiliazione della servitù e chiede una svolta. E’ un fatto straordinario. Se ora, dopo questo esito imprevisto, Marchionne provasse a chiudere Pomigliano, le sinistre sindacali dovrebbero promuovere unitariamente l’occupazione della fabbrica da parte dei lavoratori, e rivendicare la nazionalizzazione della Fiat, senza alcun indennizzo. Più in generale tutte le sinistre sindacali e politiche hanno il dovere di raccogliere il segnale di Pomigliano, rilanciando la mobilitazione in tutti gli stabilimenti Fiat e nell’insieme del mondo del lavoro: solo una mobilitazione generale, radicale, prolungata, può sbarrare la strada alla Fiat e al governo. Porteremo questa proposta di unità e radicalità nello sciopero del 25 Giugno.
MARCO FERRANDO
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

RENDERE INGOVERNABILE IL PIANO MARCHIONNE-SACCONI (24 Giugno 2010)

Chi voleva celebrare a Pomigliano il funerale della lotta di classe, si è trovato di fronte alla dignità degli operai: che, nonostante il ricatto, hanno tracciato un confine insuperabile tra le proprie ragioni sociali e l’intero arco della politica dominante ( governo, PD, grande stampa) tutta schierata con la Fiat. Si è trattato di un limpido spartiacque di classe. Ora tutte le sinistre sindacali e politiche hanno il dovere di rompere col PD confindustriale, e di unire le proprie forze in una mobilitazione generale che renda ingovernabile il piano Marchionne –Sacconi, ponendo al centro le rivendicazioni operaie. Se le sinistre lo vogliono, Pomigliano può cambiare l’agenda sociale e politica italiana. Lo sciopero generale di domani deve trasformarsi nell’inizio di una controffensiva radicale del movimento operaio. Col varo di una piattaforma unificante e l’avvio di una lotta prolungata.

MARCO FERRANDO
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Marco Ferrando

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