09/12/09

Il PRG di Cerreto e le sue magagne


Osservando il nuovo Piano Regolatore di Cerreto D'Esi (AN) è facile comprendere come sia stato concepito nell'ottica di una storia recente, ma passata. Questo comporta che uno strumento di massima importanza, come il nuovo Prg, che definisce il futuro sviluppo di un paese, risulti vecchio e obsoleto nei confronti delle sfide che la globalizzazione e l’allarme ambientale ci obbligano ad affrontare, rischiando di rimanere rinchiusi in un passato che non potrà più ritornare.


Per quanto riguarda il nord del territorio comunale si rimane stupiti dal fatto che si continui a definire nuove zone industriali (in direzione Albacina, sia a destra che a sinistra della statale). Lo stesso vale per il sud del paese dove un’area immensa è destinata alla costruzione di altri capannoni.


Cosa si sarebbe dovuto fare?

Innanzitutto fermare l’espansione delle zone industriali con l’eventuale costruzione di nuovi fabbricati: questo per salvaguardare il territorio e renderlo disponibile per altre attività come agricoltura, pascoli o produzione di prodotti tipici del nostro territorio, oppure per inizitive volte alla riqualificazione ambientale. Così facendo, invece, avremo solo altre strutture abbandonate che, se perdura la crisi attuale, a breve si sommeranno ai molti capannoni che rimarrano vuoti ed inutilizzati, creando una disponibilità di gran lunga superiore alle reali necessità.


Un’altra critica da portare al nuovo Prg è quella alla cementificazione selvaggia: per accontentare un po' di gente, vi sono intere aeree di integrazione o completamento urbano dove non vi è preventivato nessuno spazio libero. Questo comporta case addossate l'una all'altra ed interi quartieri senza uno spazio verde dove poter ritrovarsi o far giocare i bambini. Dobbiamo poi considerare l'anacronismo di tale indirizzo di sviluppo: il mercato edilizio è fermo e fermo resterà, non vi è più la necessità di costruire centinaia di appartamenti quando ce ne sono molti di vuoti in giro. La formula corretta sarebbe stata semplicemente di edificare con criteri più moderni e con molti spazi verdi da attrezzare e curare tra un palazzo ed un altro. In poche parole vi è una mancata valorizzazione del sistema ambientale del territorio e si è omesso il collegamento con le realtà già esistenti, come il Parco Naturale della Gola della Rossa (che, anche se per poco, ma entra nel territorio di Cerreto d’Esi nella zona della Madonna dell’Acquarella). Anche la scarsa valorizzazione dell’asse fluviale rimane una grave mancanza delle precedenti amministrazioni, per non parlare del patrimonio rurale in degrado.


Infine vi è la Pedemontana, l’ultimo business da parte del potere locale: un pozzo di San Patrizio dove attingere soldi dello stato per una struttura inutile e costosa. Ma l'aqstuzia di maggioranza e minoranza comunale di presentarla come la salvezza del paese che devierà il traffico pesante dal centro urbano (tesi accettata anche da alcuni esponenti del circolo Legambiente locale) ha avuto la meglio sul buon senso. Concludo ricordando che invece di avvalersi di una nuova faraoinica struttura fatta da gallerie, ponti ed altre soluzioni costosissime, sarebbe bastato studiare una semplice circonvallazione ed il problema sarebbe risolto! Poi ci raccontano che non ci sono mai i soldi. Certo: i grandi imprenditori se li “pappano tutti” (ed alcune società private che costruiscono strade, ne sono la dimostrazione!)


Luca Torselletti

Partito Comunista dei Lavoratori

Nucleo Montano - Provincia di Ancona

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