Un argomento discusso molto in ritardo paragonato al momento di crisi (delocalizzazione delle aziende) che stiamo vivendo da oltre 10 anni e non come afferma il sindaco da poco tempo.
Un’analisi quella del primo cittadino che parte male e continua in un elogio alla famiglia Merloni, a cui si congratula sottolineando anche che sono arrivati alla terza generazione resistendo in un territorio privo di infrastrutture viarie.
Molti sarebbero i parametri da analizzare sulla fortuna dei Merloni: _la capacità industriale di produrre profitti, propri, di grande portata _la capacità di capire l’importanza della politica intesa come accesso alla vita pubblica _la capacità di creare un territorio (grazie anche alla strategia di non volere per anni, appunto, infrastrutture viarie) economicamente legato a loro _la capacità di saper ridistribuire quel minimo di ricchezza che è bastata (e se l’hanno fatta bastare) ad una generazione di “marchigiani dell’entroterra e oltre” di origine contadina e gran lavoratori, “il metal mezzadro”, gente un po’ ruvida ma in fondo buona abituata fina da secoli a vivere con poco piegati al dovere e al potere.
Il sindaco poi ha proposto di attivarsi nella ricerca di ammortizzatori sociali.
Dovrebbero spettare ai lavoratori della Cb 18 mesi di cassa integrazione più la mobilità a seconda degli anni; il problema lavoro comunque rimane e la questione degli aiuti , ovvio, non è risolutiva e non da una prospettiva per il futuro. Neanche la questione di attivarsi per cercare nuove commesse dall’Indesit verso la Cb può risultare reale, non perché non può essere svolta, ma perché l’appartenenza di questa giunta ad un partito che difende gli interessi dei proprietari dell’azienda in questione non può dar vita ad un’azione volta alla difesa del lavoro.
Invece, la posizione del sindaco, su un accordo di solidarietà tra lavoratori dell’Indesit e Cb potrebbe essere una soluzione, ma solamente se inteso come suddivisione del lavoro tra tutti i lavoratori, indotto compreso, a parità di salario; non penso comunque, per i motivi citati sopra, che questo sia realizzabile tramite questa giunta e questo consiglio comunale.
Questo consiglio comunale perchè gli interventi della minoranza (Sviluppo Solidarieta' Progresso e Vivi Cerreto) hanno dimostrato da una parte una totale mancanza di analisi e dall’altra abile trasformismo politico.
Per gli operai della Cb un consiglio comunale triste.
Solo la loro volontà di difendere il lavoro può mettere in condizione di accedere ad una battaglia, che si può anche perdere, ma parlando del lavoro intesa come sopravvivenza economica capiamo che in gioco vi è proprio il concetto di vivere in questo sistema.
Un’assemblea di tutti i lavoratori dove confrontarsi ed elaborare una proposta indipendente e volta a conquistare oltre i 18 mesi di cassa integrazione, oltre inteso anche come il riassorbimento da parte dell’Indesit, oltre inteso come diritto al lavoro.
Il problema Cb è la cosi detta “punta di un iceberg” e proprio per questo riguarda tutti i lavoratori del territorio fabrianese, tutti i commercianti e tutti i cittadini perché la situazione avvenire odora di povertà.
E’ l’ora di far nascere una grande assemblea cittadina in cui ci si interroghi sul futuro e ci si “rimbocchi le maniche”.
Luca Torselletti
Partito Comunista dei Lavoratorinucleo-montano sezione Ancona
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