24/02/15

CON L'APPROVAZIONE DEL "NUOVO MERCATO DEL LAVORO", IL COSIDDETTO JOBS ACT, LA CIVILTA' DEL LAVORO IN ITALIA TORNA INDIETRO DI 100 ANNI!

Con la sciagurata approvazione della nuova legge sul mercato del lavoro, il cosiddetto jobs act, da parte del governo di "destra economica" presieduto dal Sig. Renzi, la civiltà del lavoro, in Italia, con tutte le sue conquiste democratiche, subisce un regresso di almeno 100 anni!
La giornata del 20/02/2015, segnerà una data storica devastante per i diritti democratici di tutte le lavoratrici ed i lavoratori italiani, i quali, a causa di un voto incostituzionale del Parlamento nazionale, hanno perso per sempre il diritto al lavoro, grazie alla "liberalizzazione" dei licenziamenti sancita dall'eliminazione dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori.
Le risposte delle organizzazioni sindacali, o presunte tali, si sono circoscritte alle sole dichiarazioni di un dissenso di facciata, confermate dalla scioccante volontà di non promuovere delle doverose iniziative di lotta e di mobilitazione generale di tutti i lavoratori.
Il vuoto, di natura epocale, costituito dalla rappresentatività di tutti i lavoratori, ha favorito i disegni eversivi ed antidemocratici del governo Renzi, ed ha fatto andare "in tripudio" tutto il mondo politico-affaristico dell'alta finanza e dei potentati politico-economici, divenuti i dominatori di tutto il territorio italiano.
Il PCL sez. di Ancona rinnova disperatamente l'appello,  per una nuova stagione di lotta e di mobilitazione totale, rammentando gli impegni che il compagno Landini, segretario nazionale della FIOM, aveva assunto all'indomani del primo tentativo del governo Renzi, volto allo "scippo" dell'art. 18 a tutti i lavoratori, rappresentato dalla immediata occupazione di tutte le fabbriche che licenziano!
Se così non fosse, conclude la nota del PCL di Ancona, grazie al grado di subalternità del mondo sindacale a certi "poteri forti" che il Sig. Renzi rappresenta e tutela, si registrerà il dramma incostituzionale e liberticida che l'Italia non sarà, così come sancito dalla Costituzione della Repubblica, uno stato fondato sul lavoro, ma una nazione fondata sulla precarietà e lo sfruttamento!



Partito Comunista dei Lavoratori
sez. di Ancona

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