23/11/13

Consultorio di Jesi - abortire un'idea sbagliata


Jesi, 22 novembre 2013

 

A tutti gli organi di stampa e informazione

della Regione Marche

COMUNICATO STAMPA:

Consultorio di Jesi: Abortire un’idea sbagliata!

 

Con l’approssimarsi della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, siamo ancora una volta costretti a denunciare, nella nostra regione, un grave attacco alla libertà di scelta e alla dignità della donna perpetrata da chi per secoli l’ha resa oppressa e subordinata alla decisione maschile: la Chiesa.

La scorsa settimana, a Jesi, ha suscitato rabbia e indignazione il “materiale informativo” affisso nella bacheca del Consultorio. In questo spazio, utilizzato dal “Centro Aiuto alla Vita”, è stato affisso un volantino contro l’aborto in cui veniva raccontata la storia drammatica di una donna statunitense pentitasi della scelta di aver interrotto la gravidanza. La storia era imperniata su un racconto a dir poco splatter e con particolari raccapriccianti: "Vedevo il barattolo riempirsi del mio bambino fatto a pezzi".

Nella bacheca sono state esposte foto di feti in tutte le varie fasi della gestazione in modo da dimostrare, attraverso un bombardamento visivo, che già dal primo mese vi è già un bambino formato: “a tre mesi comincio (dice il feto) ad essere espressivo, a dimostrare quel che sento: benessere, dolore paura…”

Oltre ad essere una tortura psicologica, nulla è più infondato scientificamente!

Lasciare spazio al fanatismo religioso in una struttura a cui le donne si rivolgono per risolvere i propri piccoli o grandi problemi, spesso in condizioni psicologiche vulnerabili, rappresenta un vile attacco all’autodeterminazione della donna e alla legge, conquistata con dure lotte, sull’interruzione volontaria di gravidanza.

Tali abusi in un consultorio pubblico non debbono essere più permessi. Questo attacco solleva ancora una volta i numerosi problemi che le donne devono affrontare ogni giorno: dal riuscire a procurarsi la pillola del giorno dopo alla difficoltà di accesso ai servizi socio-sanitari come i consultori; dalla mancanza di educazione sessuale sull’utilizzo di contraccettivi allo scarso ricorso alla pillola abortiva in luogo dell’invasivo intervento chirurgico; per finire con gli obiettori di coscienza che ancora operano nelle strutture pubbliche che hanno il potere di negare, a loro piacimento, le cure richieste e di disporre della vita e del futuro delle donne.

Le donne oltre a dover superare gli ostacoli di un potere dominante che non le vuole rendere autonome, che le mette in posizioni importanti solo quando possono asservire il proprio scopo, che ascolta le loro rivendicazioni solo per manifesto elettorale o solo perché possono ostacolare interessi economici, che le rende merce di scambio su cui basare l’intera politica italiana e oltre a dover subire un’inferiorità economica devono anche essere denigrate, aggredite e rese colpevoli da una religione che difende solo i propri privilegi e da uno Stato che non fa nulla per difenderle.

Volete abortire peccatrici? Bene: ma che sia fatto con dolore fisico e psicologico: è questo il dettato ultimo della caritatevole e amorevole religione! D’altronde, come afferma l’Arcivescovo di Sidney, meglio stuprare un bambino che abortire!

La questione solleva l’importanza della battaglia per ottenere una sanità davvero pubblica, in cui non ci sia spazio per gli obiettori di coscienza, perché non può essere permesso un tale oltraggio. Non bisogna permettere che spazi di pubblico dominio e di pubblica utilità siano nelle mani di pochi, retrogradi maschilisti che si permettono di fare la morale decidendo sul futuro delle singole donne.

In questo periodo marcato da una forte spinta reazionaria, il Partito Comunista dei Lavoratori sostiene le ragioni di una totale autodeterminazione  delle donne  contro ogni forma di oppressione e sottomissione che sia essa perpetuata dalla politica, dalla religione o dall’economia:

 

-VIA DALLA SANITA PUBBLICA GLI OBIETTORI DI COSCIENZA

 

-PIU’ EDUCAZIONE SESSUALE PER I GIOVANI (MASCHI E FEMMINE), AL FINE DI VIVERE UNA VITA SESSUALE PIU’ SICURA, COMPLETA E LIBERA POSSIBILE

 

-COMPLETA LIBERTA’ DI ACCESSO ALLE CURE PER LE DONNE: COMPRESI GLI ANTICONCEZIONALI, LA PILLOLA DEL GIORNO DOPO E LA PILLOLA ABORTIVA

 

-SUPPORTO SANITARIO, MEDICO E PSICOLOGICO, ALLE DONNE CHE SCELGONO DI ABORTIRE

 

Con preghiera di massima diffusione

 

Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento Provinciale Ancona

 cliccando sull'immagine qui sotto potrete leggere il volantino della vergogna
 

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