“Trasparenza” è la parola chiave che traduce
la volontà del Comitato Salviamo il Campus riunitosi in un’assemblea
pubblica Giovedì 28 Marzo 2013, con l’intento di rendere,appunto,più
trasparenti i rapporti tra cittadinanza e amministrazione.
Quest’ultima,infatti, ha previsto un progetto di completa
cementificazione di quell’area originariamente destinata ai servizi
scolastici e che,ora, vedrà la costruzione di un nuovo distributore di
carburante ed edifici a destinazione generica.
Tutto ciò ad onta della problematica riguardante il sovraffollamento e l’assenza di strutture scolastiche a norma (si veda il Mamiani) e del precedente progetto, che avrebbe previsto la costruzione di servizi scolastici come residenze per studenti e servizi per la didattica.
Da servizi scolastici,a servizi generici. Da un’urbanistica pianificata, ad un’urbanistica contrattata. In breve: da pubblico, a privato.
Si assiste,dunque, alla progressiva ed ennesima privatizzazione, al progressivo ed ennesimo furto di beni pubblici da parte dei privati sotto gli occhi benevoli dell’amministrazione. Ancora una volta si antepongono gli interessi dei pochi a quelli della collettività.
La Morani,infatti,esclude la costruzione di un nuovo edificio scolastico,che possa sostituire quello ormai decrepito del Mamiani ed estraneo ad ogni norma di sicurezza ,per i prossimi dieci anni, mentre i consiglieri comunali Signorotti e Di Domenico,seppur contrari al progetto di cementificazione,dichiarano che un luogo gradevole come il campus,con le sue strutture scolastiche “belle e luminose” non può essere intaccato da edifici a destinazione generica. Per chi sia a contatto quotidianamente con quell’area e,più in generale, con la realtà scolastica pesarese, tuttavia,non risulta difficile comprendere quanto tale definizione sia ossimorica,se accostata alla tragica condizione degli edifici scolastici: un’ulteriore conferma di quanto la pseudo-politica amministrativa sia lontana dalla cittadinanza e disinteressata alle problematiche di essa.
Si chiacchiera di necessaria tutela degli studenti e delle strutture ad essi destinate, ma si prendono subito le distanze da eventuali opere di ristrutturazione e messa in sicurezza. La risposta è sempre la medesima: “Non vi sono fondi sufficienti”.
Il sindaco Ceriscioli e Ricci continuano la fuga dalle questioni mosse dalla cittadinanza e solo ora,dopo un mese dalla costituzione del Comitato Salviamo il Campus,accennano alla possibilità di indire un’assemblea per fornire delle risposte. Nel frattempo,alcune associazioni ambientaliste, come la Lupus in Fabula, hanno promosso una petizione per una proposta di legge tutelante il paesaggio. Le motivazioni di fondo si esemplificano in pochi ed essenziali punti,che muovono dal coinvolgimento della cittadinanza nei progetti di stravolgimento del territorio,al rifiuto per le privatizzazioni che comportano innumerevoli costi umani ed economici,ad un recupero responsabile dell’edilizia esistente,che preveda l’adeguamento alle norme sismiche e si pronunci verso il risparmio energetico.
Di fronte a tale problematica ,pertanto,ogni cittadino deve necessariamente opporsi ad ogni dibattito puramente ideologico-demagogico instaurato finora dall’amministrazione locale per distoglierne l’attenzione e soffocare ogni obiezione rivolta alle politiche di profitto. Il capitalismo si è insinuato in ogni meccanismo sociale,compromettendone il funzionamento responsabile: solo la lotta che nasce a livello locale e acquista un respiro più vasto può porre fine all’ingiustificato esproprio del pubblico da parte del privato.
Tutto ciò ad onta della problematica riguardante il sovraffollamento e l’assenza di strutture scolastiche a norma (si veda il Mamiani) e del precedente progetto, che avrebbe previsto la costruzione di servizi scolastici come residenze per studenti e servizi per la didattica.
Da servizi scolastici,a servizi generici. Da un’urbanistica pianificata, ad un’urbanistica contrattata. In breve: da pubblico, a privato.
Si assiste,dunque, alla progressiva ed ennesima privatizzazione, al progressivo ed ennesimo furto di beni pubblici da parte dei privati sotto gli occhi benevoli dell’amministrazione. Ancora una volta si antepongono gli interessi dei pochi a quelli della collettività.
La Morani,infatti,esclude la costruzione di un nuovo edificio scolastico,che possa sostituire quello ormai decrepito del Mamiani ed estraneo ad ogni norma di sicurezza ,per i prossimi dieci anni, mentre i consiglieri comunali Signorotti e Di Domenico,seppur contrari al progetto di cementificazione,dichiarano che un luogo gradevole come il campus,con le sue strutture scolastiche “belle e luminose” non può essere intaccato da edifici a destinazione generica. Per chi sia a contatto quotidianamente con quell’area e,più in generale, con la realtà scolastica pesarese, tuttavia,non risulta difficile comprendere quanto tale definizione sia ossimorica,se accostata alla tragica condizione degli edifici scolastici: un’ulteriore conferma di quanto la pseudo-politica amministrativa sia lontana dalla cittadinanza e disinteressata alle problematiche di essa.
Si chiacchiera di necessaria tutela degli studenti e delle strutture ad essi destinate, ma si prendono subito le distanze da eventuali opere di ristrutturazione e messa in sicurezza. La risposta è sempre la medesima: “Non vi sono fondi sufficienti”.
Il sindaco Ceriscioli e Ricci continuano la fuga dalle questioni mosse dalla cittadinanza e solo ora,dopo un mese dalla costituzione del Comitato Salviamo il Campus,accennano alla possibilità di indire un’assemblea per fornire delle risposte. Nel frattempo,alcune associazioni ambientaliste, come la Lupus in Fabula, hanno promosso una petizione per una proposta di legge tutelante il paesaggio. Le motivazioni di fondo si esemplificano in pochi ed essenziali punti,che muovono dal coinvolgimento della cittadinanza nei progetti di stravolgimento del territorio,al rifiuto per le privatizzazioni che comportano innumerevoli costi umani ed economici,ad un recupero responsabile dell’edilizia esistente,che preveda l’adeguamento alle norme sismiche e si pronunci verso il risparmio energetico.
Di fronte a tale problematica ,pertanto,ogni cittadino deve necessariamente opporsi ad ogni dibattito puramente ideologico-demagogico instaurato finora dall’amministrazione locale per distoglierne l’attenzione e soffocare ogni obiezione rivolta alle politiche di profitto. Il capitalismo si è insinuato in ogni meccanismo sociale,compromettendone il funzionamento responsabile: solo la lotta che nasce a livello locale e acquista un respiro più vasto può porre fine all’ingiustificato esproprio del pubblico da parte del privato.
Giulia Zamagni - Pcl Pesaro (studentessa presso il Mamiani)
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