30/04/11

I padroni se ne vanno

Il 28 aprile si è svolta l’assemblea sindacale con i lavoratori dell’Antonio Merloni. L’assemblea ha portato come primo punto il decreto di proroga per l’allungamento della CIG 2011-2012, che verrà firmata dal ministero; mentre, per quanto riguarda la vendita, poco o niente è cambiato, confermando ciò che il Partito Comunista dei Lavoratori continua a ripetere da ormai tre anni, e cioè: finirla di butare fumo negli occhi degli operai e impegnarsi per far sì che prendano loro l’iniziativa come classe lavoratrice e si mobilitino al fine di rovesciare un calvario senza fine. Oppure si continua ad aspettare i cinesi che per il momento sono esclusi per non aver versato la cauzione, mentre la società iraniana Mmd, oltre che versare la cauzione di 2 milioni di euro, è interessata a rilevare tutti gli asset immobiliari della ARDO, accompagnata da una proposta limitata di assunzione di 400 lavoratori nell’arco di 2 anni.

Meglio sarebbe stato occupare e nazionalizzare l’azienda, come previsto dall’articolo 42 e 43 della Costituzione (“espropriare la proprietà privata qualora sussistano motivi d’interesse generale”). Usando i soldi fin qui sperperati al vento e ricavati con la vendita di macchinari (prima che lo faccia qualche capitalista per interessi privati), sotto controllo operaio, la riconversione sarebbe stata possibile: anche puntando ad un polo per la produzione di pannelli o pale per le “energie alternative” a inquadramento nazionale. Sarebbe stata una scelta fatta dalla classe lavoratrice e chi con lei, rilanciando l’economia reale, ridando respiro all’indotto e allo stato sociale.

Ora spetterà ai commissari Rizzi, Montaldo e Confortini trattare con i vari capitalisti. Si è parlato anche di un fantomatico Sig. Zu e consorte che si sarebbero presentati ben due volte secondo i sindacati, ma subito volatilizzati. Infine esiste la proposta della QS, guidata dall’ex sindaco imprenditore di Cerreto, che assumerebbe 400 lavoratori in un biennio. L’offerta di Mmd è legata all’acquisizione dell’intero perimetro della Ardo e per questo sarebbe incompatibile sommare le due offerte tra loro.

Il polo industriale fabrianese, caduto nella crisi più buia e profonda, caduto senza l’avvento di nessuna lacerazione sociale, senza nessuna classe operaia conflittuale, anticapitalista, solo servi che per decenni si sono sottomessi all’impero Merloni, alla sua politica, alla sua economia. E adesso: che gli interessi capitalistici non sono più associabili al contesto locale? Ed adesso: che ne sarà dei servi? In una società come la nostra, guidata e diretta da imprenditori in un paese dove la menzogna e la corruzione dilagano, volete forse ricevere altri applausi per ciò che non avete saputo fare? No, non resta a questi lavoratori che dipingere di rosa il loro stato di sottomissione e schiavitù!

Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez.Ancona-Nucleo Montano.

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