23/04/11

Facciamo come in Egitto e Tunisia

Osserviamo una mappa della situazione sociale di questo inizio 2011:

In rosso i paesi in cui sono scoppiate rivolte urbane contro i regimi polizieschi, parassitari e corrotti; in rosa i paesi in cui i regimi esistenti hanno promesso in via preventiva, per paura, riforme economiche e sociali; in viola i paesi europei in cui sono scoppiate recenti rivolte contro la mancanza di prospettiva, specie giovanile.


Intervento di Marco Ferrando (portavoce nazionale PCL) 

su "il manifesto" del 21/04/2011

Come volevasi dimostrare. Ogni giorno che passa conferma una volta di più sia l'ipocrisia delle cosiddette opposizioni parlamentari, sia l'illusione di una liquidazione giuridica del Cavaliere. Il Partito democratico ha letteralmente salvato il governo dalle sue contraddizioni votando prima la guerra in Libia (di cui anzi è primo condottiero), e poi il federalismo regionale di Bossi e Calderoli, col pubblico ringraziamento della Lega.

Parrallelamente il Sultano bonaparte trasforma le aule di tribunale in tribune comizianti: sino a mobilitare la propria base contro le opposizioni. Siamo al punto che il governo recita la parte dell'opposizione, e l'opposizione la parte del governo: col risultato che il governo (vero) sopravvive o addirittura si rafforza, e l'opposizione (finta) si condanna all'impotenza (pur di compiacere Bankitalia e attendere la sua investitura).

I lavoratori, i giovani, le donne, che hanno animato in questi mesi le piazze dell'opposizione sociale, non hanno nulla a che sparire con questo gioco suicida sulla loro pelle.

La verità è che possono contare solo sulle proprie forze. Prenderne coscienza e liberarsi da ogni illusione: questa è la loro necessità.

Perchè solo una grande spallata popolare può fare piazza pulita del governo Berlusconi, accantonare opposizioni farsa, aprire la via di un'alternativa vera, che sgombri il campo da sfruttamento, malaffare, xenofobia.

Per questo il PCL continua la propria campagna nazionale

“fare in Tunisia e in Egitto”: chiedendo con forza a tutte le sinistre politiche, sindacali, di movimento, di liberarsi dall'abbraccio paralizzante del Pd e di unire la propria forza in una mobilitazione straordinaria che abbia il coraggio di provare a vincere. Continueremo a portare questo appello in tutte le occasioni di confronto e in tutte le manifestazioni di massa: sociali, politiche, democratiche, contro la guerra.

Ovunque si respiri la volontà di svolta e di riscatto.

Il successo della nostra campagna, la quantità di adesioni in continua crescita che sta registrando, dimostra che un'avanguardia larga di lavoratori e di giovani è disposta a porre fine allo spirito di rassegnazione e cerca la via della ribellione sociale e politica. Il Partito Comunista dei Lavoratori non ha altro scopo che il loro. Ed è determinato ad andare sino in fondo.

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