11/05/11

Il PCL di Ancona dopo lo sciopero del 6 maggio

Di seguito l'intervento che il Partito Comunista dei Lavoratori di Ancona avrebbe voluto fare dal palco del 6 maggio ad Ancona. Gli organizzatori non hanno infatti consentito l'intervento per "motivi di spazio".

Nella giornata di oggi ne la CGIL e ne la FIOM stessa danno delle indicazioni su cosa fare dopo il 6 maggio

Dobbiamo autoconvocarci con l’intensione di unirci, dobbiamo costruire una prospettiva di lotta che veda al centro i nostri interessi di classe, dobbiamo ricostruire la nostra capacità di riprenderci tutto quello che ci stanno togliendo, unendoci su obiettivi concreti.

La continuità degli attacchi contro la FIOM e gli stessi diritti sindacal, è un'offensiva che non si può contrastare isolatamente, ne fabbrica per fabbrica, senza una risposta complessiva ( V. ex Bertone).

Non si può andare avanti così… Qesta deriva suicida va arrestata, prima che sia troppo tardi. C’è solo un modo per farlo: mettendo in campo, unitariamente e sino in fondo, tutta la forza del mondo del lavoro, dei precari, degli studenti, delle donne. Cioè opponendo alla forza avversaria una forza eguale e contraria. In una mobilitazione che miri a vincere.

I capitalisti ci vogliono sempre più precari e sempre più divisi.

Noi ci uniamo per riconquistare la certezza e la dignità del nostro futuro!

Lo sciopero di oggi, non solo va esteso- come già hanno fatto diverse categorie- ma dev'essere l'inizio di una vera svolta di lotta che miri a bloccare l'Italia: con una mobilitazione di massa, radicale, prolungata, che rivendichi innanzitutto:
Blocco dei licenziamenti
Stabilizzazione del lavoro per tutti.
La piena difesa del contratto nazionale di lavoro
L’abrogazione delle leggi di precarizzazione
Reddito dignitoso per i disoccupati
Lavorare meno e lavorare tutti a parità di salario
Contro le speculazioni edilizie e finanziarie
Contro le delocalizzazioni
Contro il Nucleare.
Contro le leggi xenofobe e la guerra fra poveri… unità dei lavoratori/trici

PER QUESTO diciamo, sul piano politico più generale, che “occorre fare come in Tunisia e in Egitto”: per imporre le dimissioni di questo sultanato

Con l'assedio prolungato dei palazzi del potere sino alla caduta del governo.

Governino i lavoratori, non gli industriali e i banchieri.

Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione di Ancona

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