Su buona parte della stampa locale è risuonata l’ufficialità
dell’approvazione del concordato alla Desi Mobili una delle aziende più grandi
della nostra provincia fino a qualche anno fa sulla cresta dell’onda per la
produzione di cucine componibili. Il piano approvato di fatto sancisce un
accordo tra proprietà, banche e creditori che garantisce la continuazione e la
sopravvivenza del sito produttivo. La notizia apparsa sui giornali di fatto
dovrebbe garantire una maggiore serenità per tutte le parti in causa e per i
circa 140 lavoratori dipendenti che, se fosse saltato l’accordo, sarebbero
rimasti senza una concreta prospettiva di lavoro che avrebbe allungato
l’infinita lista delle aziende fallite e chiuse nel nostro territorio.
Sicuramente l’approvazione di questo accordo ,nell’immediato,garantisce il
salvataggio dell’azienda ma non cancella i gravi problemi con cui saranno alle
prese i lavoratori e le lavoratrici. Di fatto le maestranze,in uno stretto
l’asso di tempo, si sono ritrovati in cassa integrazione
ordinaria,straordinaria,contratto di solidarietà, alcuni a zero ore soprattutto
nel settore impiegatizio. Nel comunicato cosi’ scritto ed impostato non trapela
e non risalta minimamente il problema degli stipendi con il quale i lavoratori
dovranno far fronte nei prossimi mesi, fattore che sicuramente aggraverà ancora
di più la persistente precarietà con la quale quotidianamente ci si ritrova a
fare i conti,tutto questo sotto gli occhi silenziosi delle varie
istituzioni,dei commissari,del tribunale che si avvalgono dell’appoggio e della
valenza dei sindacati confederali che nella normalità sono concertativi ed
accomodanti ma che a volte,nella fattispecie della UIL alla Desi srl,
raggiungono livelli di compromissione scandalosi e nauseanti. Nelle ultime ore
prima della chiusura aziendale e con la prospettiva certa di problemi economici
per i lavoratori, il generale funzionario della feneal UIL A.C. e i soldatini
RSU UIL su precise domande anche di quei lavoratori iscritti al loro sindacato,
hanno negato in maniera falsa e meschina la notizia certa e vera dell’ incontro
che si sarebbe svolto tra azienda e parti sociali come invece altri lavoratori
e altri rappresentanti sindacali sostenevano e confermavano divulgando la notizia ai propri iscritti.
Emerge inequivocabilmente la volontà omertosa e anti sindacale di tutto l’apparato
UIL molto più impegnato a rappresentare la volontà aziendale invece di far
rispettare i diritti dei dipendenti. Che la UIL fosse un sindacato pro
aziendale questo lo si sapeva, probabilmente da oggi è parte integrante
dell’organigramma!!! Nascondere una verità significa tutelarla ed
appoggiarla,nascondere una verità significa falsità e prendere in giro tutti i
lavoratori e principalmente i propri iscritti!!!Questa concezione,in una
situazione normale,andrebbe rotta ed azzerata. I lavoratori iscritti a questo
pseudo-sindacato avrebbero tutto il diritto di presentare il conto al proprio
funzionario e ai propri rappresentanti sindacali e speriamo che questo avvenga
il prima possibile. Di certo ognuno è libero di scegliersi la propria
rappresentanza, ma questo modo di essere sindacato non può divenire un danno
permanente per un ‘intera situazione lavorativa,e non può divenire elemento di
sottomissione per tutti coloro che non si riconoscono nel più grande sindacato
filo padronale. eSSere maggioranza sindacale non è sinonimo di potere e di
libero arbitrio,ma dovrebbe essere uno
stimolo per coinvolgere su una linea comune la più ampia fascia di lavoratori
nelle rappresentanza e nella lotta,contro tutti coloro che si stanno mettondo
in mezzo e stanno devastando i diritti acquisiti impoverendo il ceto sociale più colpito dalla crisi. Come
iscritti al sindacato e come militanti del PCL all’interno della Desi srl,
denunciamo pubblicamente il metodo bonapartista e reazionario utilizzato ed
incarnato da certe figure sindacali della UIL che pensano convintamente di
poter fare sindacato e di dettare la linea dello stesso,stando seduti dalla
parte sbagliata. Sicuramente alla prima occasione possibile e alla prima
assemblea chiederemo lumi a questi intellettuali e a questi profeti che
probabilmente non sanno cosa significa veramente il senso della militanza
sindacale. Essere sindacato non significa principalmente fare il postino per i
730 o promuovere agevolazioni assicurative come rappresentanti,essere sindacato
significa in maniera incondizionata stare dalla parte giusta,stare dalla parte
dei più sfruttati,tutelare i lavoratori su tutti i livelli e in tutti i
settori. Significa contrapporsi a coloro che stanno attaccando il mondo del
lavoro per i profitti e per la tutela del capitale e della ricchezza in mano a
minimi settori della nostra società. Significa riprendersi tutto quello che si
è lasciato e si è regalato nella totale concertazione e subordinazione verso i
potentati locali e nazionali .Questa è la linea che noi militanti del PCL
cerchiamo di portare avanti nei settori più avanzati della CGIL e nei settori
più combattivi della classe lavoratrice.
PCL Nucleo Montano
Sez.Ancona
Nessun commento:
Posta un commento